Originariamente Scritto da
Friedrich 91
Il crollo del prezzo del petrolio è una conseguenza sia della caduta della domanda di petrolio, dovuta ai vari lockdown in molte zone del mondo E alla crisi economica mondiale già in corso, sia dell'ampliamento dell'offerta avvenuto negli ultimi anni (spesso anche con metodi discutibili).
Infatti, quando si crea un pozzo petrolifero, il costo di chiuderlo poi risulta elevatissimo, e il motivo per cui il petrolio sta venendo svenduto a prezzi di mega-saldo negli ultimi giorni è questo: piuttosto che sostenere i costi della chiusura dei pozzi risulta perfino più conveniente dare via il greggio a 1 $ al barile.
Gli effetti sulla nostra economia a mio avviso dovrebbero essere prevalentemente positivi, giacchè l'Italia è un Paese importatore netto di petrolio, tuttavia esprimo una riserva legata al possibile effetto depressivo su alcuni partner commerciali del calo così drastico del greggio (ad esempio gli Stati Uniti).
La nostra economia ha alle porte problemi molto più gravi da affrontare, quali in primis dei conti pubblici la cui sostenibilità diverrà - a mio avviso - assai difficile a breve.
Sotto questo aspetto, non penso nemmeno saremo gli unici e soprattutto credo che le bolle speculative createsi negli ultimi 7-8 anni, in conseguenza delle politiche monetarie iper-espansive adottate dal 2012, stiano approssimandosi al capolinea, ossia quel momento in cui le banche centrali si troveranno al bivio e a dover scegliere tra un'inflazione elevata (proseguendo con la politica attuata di persistente espansione dell'offerta di moneta) oppure un abbandono della politica monetaria espansiva, lasciare almeno in parte prezzare gli asset al mercato e di conseguenza andare incontro ad una pesante crisi (la seconda V che accennavo tempo fa).
Perchè dico questo? Perchè se, fino ad ora, l'immensa mole di liquidità immessa nel sistema finanziario dopo la crisi del 2008 non si è trasmessa, se non in minima parte, al sistema economico reale, ora, con le misure adottate dai vari governi a sostegno delle imprese, credo che buona parte della liquidità si immetterà ANCHE nell'economia reale, dando luogo ad una temporanea forte ripresa nel 2021, con anche una crescita consistente dei consumi (ammesso ovviamente che il virus sia debellato tramite vaccino) e spingendo così al rialzo il tasso di inflazione misurato dal CPI.
A quel punto, di fronte ad un' inflazione crescente le banche centrali avranno due alternative: fermarsi o proseguire nell'inflazionare. Nel primo caso si faranno male i debitori del sistema, e dal momento che i debitori sono gli Stati (il nostro in primis) e buona parte del sistema bancario, questo farebbe certamente spalancare le porte per una nuova recessione (ecco perchè parlo di doppia V).
Nel secondo caso, si faranno male i risparmiatori e gli individui a reddito fisso il cui potere d'acquisto sarebbe eroso dall'inflazione, e si farà male anche l'economia nel lungo periodo in quanto sempre più privata di capitale accumulato.
In ciascun caso, non esisteranno vie d'uscita semplici. Credo che il fatto che alcuni beni storicamente "di rifugio" come l'oro (che pure ha quasi raddoppiato il proprio prezzo a partire dai minimi relativi di fine Aprile scorso) non stiano scendendo affatto sia un segnale abbastanza indicativo in questo senso. Oggi come oggi dovessi puntare i miei soldi
li metterei proprio su questo genere di asset.
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