Ciao Snow, ti ringrazio per l'intervento e la voglia di provare a spiegare cose così complicate, ti vorrei chiedere mille cose ma non è possibile direi in questo thread Rispondo a punti:
- "mi sa che ti manca qualche nozione fondamentale", ma certo che sì altroché, super d'accordo
- per quanto riguarda l'ampliamento della base monetaria ok, in effetti è banale ed il ragionamento sui tassi di interesse idem. Ma ad un aumento di produzione, immaginando di avere sempre la stessa quantità di moneta, si avrebbe un abbassamento dei prezzi ed un aumento del salario reale, o sbaglio? Questo, se avvenisse, che conseguenze potrebbe avere sull'accesso al credito?
- per quanto riguarda la riserva frazionaria, ok va bene, la cosa che a me non va giù è che i correntisti pensano di avere a che fare con un contratto di deposito con la banca (stupidamente ovvio, visto che poi la banca ti paga interessi sul deposito, chi è che ti pagherebbe per tenere i soldi fermi lì?), invece alla fine è una sorta di contratto di prestito, con il quale i soldi in teoria sono nelle tasche sia di chi riceve il credito sia di chi li ha depositati, credendo di averli a disposizione anche se in realtà non è così; ovvio che comunque il sistema anche in questo modo è comunque legato al volume dei depositi, e non è detto che con un sistema a riserva 100% i soldi debbano essere fermi sui conti e stop, o che la banca non potrebbe fare da intermediaria per l'accesso al credito: i correntisti che lo vorranno potranno ovviamente prestare la propria liquidità in base alle proprie esigenze e preferenze temporali;
- l'esempio del mutuo per la casa va bene ma fino ad un certo punto: se un'azienda ha accesso al credito comodamente perché le banche stanno aumentando la massa monetaria e i tassi rasentano lo zero, si spingerà in investimenti di produzione molto più facilmente secondo me, peccato che una volta che si sarà ampliata, avrà prodotto ed assunto personale (per fare un esempio), e si ritroverà anche a dover restituire il debito accumulato con la banca, probabilmente la sua produzione rimarrà invenduta in quanto il credito che aveva ricevuto non era supportato e legato al 100% al deposito dei correntisti, suoi potenziali clienti, e quindi dalla loro ricchezza; in pratica l'azienda avrà aumentato la sua produzione credendo di avere clienti con liquidità, ma una volta che si ritroverà a dover estinguere il debito con la banca si accorgerà che questi clienti non esistono, o che esistono e non hanno liquidità; in pratica il facile accesso al credito "pilotato" dalle banche ha creato una distorsione nel sistema risparmi/prezzi/produzione, che ha portato ad un aumento di produzione non necessario per la domanda, quindi ha portato ad una bolla di espansione, seguita da una di depressione, in un ciclo che poi continua come un cane che si morde la coda;
- per quanto riguarda il gold standard, certo che con la scoperta delle americhe si creò inflazione in europa, ma ora come potrebbe succedere? Dove troveremmo ingenti quantità di oro da estrarre comodamente ed a basso costo? Alla fine perché il sistema legato all'estrazione di oro dovrebbe essere peggio di un sistema legato alla stampa di moneta decisa a tavolino da uomini che, anche se fossero perfettamente onesti, in quanto uomini commetterebbero degli errori che andrebbero via via a stratificarsi, ricadendo poi sul popolo?
- per quello che dici di btc, certo non sarà mai una moneta, magari potranno esserlo altre cripto valute, ma btc è impossibile che lo diventi a causa della sua stessa natura, al massimo potrà essere un sistema di investimento parallelo, caratterizzato da più o meno volatilità.. Parlavo di btc come moneta con un'inflazione minima, come può essere l'oro, tutto qui
Non so se avrai voglia di rispondermi, al massimo anche in privato visto che credo qui potremmo essere OT agli occhi di molti, (prometto che non ti tedierò con un'altra ulteriore contro risposta farcita di domande) vedi tu insomma. Grazie ancora comunque, vedere le cose con un altro punto di vista, argomentato, è sempre importantissimo ed amplia le vedute
"la putenza l'è nagòtt senza el cuntroll"
Lavoro: Breuil-Cervinia
Ma dove vogliamo andare con un baraccone pubblico del genere...
Un'intera Asl nella bufera per abusi, corruzione e assenteismo - Campania - ANSA.it
Dodici arresti, 6 misure interdittive, 79 indagati (tra funzionari e dipendenti) e un sequestro di oltre 1,5 milioni di euro: sono i numeri della maxi-indagine "Penelope" della Procura di Napoli Nord sull'Asl di Caserta che ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d'appalto truccate. La stessa indagine, nel novembre scorso, ha portato alla sospensione di 22 "furbetti del cartellino", tra cui importanti funzionari in servizio al distretto ASL di Aversa.Naviga senza linea fissa e senza limiti con Linkem a soli 19,90€/meseNaviga senza linea fissa e senza limiti con Linkem a soli 19,90€/meseLinkemSecondo l'indagine, l'affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) avveniva in cambio di regali e assunzioni.Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi, secondo gli inquirenti, numerosi gravi violazioni penali, come l'affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal Dipartimento di Salute Mentale (Dsm), in cambio di somme di danaro e regali vari, una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche, che venivano affidati a strutture esterne convenzionate senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l'onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell'Asl di Caserta. Gli inquirenti hanno accertato l'affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un'associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell'Asl, regali e altri vantaggi, come l'assunzione di propri familiari.Sono stati poi riscontrati episodi di corruzione dei gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell'affidamento diretto dei pazienti e dell'omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro e altre utilità ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. È emerso inoltre la gestione occulta da parte di alcuni funzionari dell'Asl, con intestazione fittizia a persone compiacenti, di strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell'Asl (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari. Nel corso dell'attività investigativa del Nas di Caserta, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, è anche emersa la sparizione dei fondi dei progetti finalizzati alla cura dei pazienti delle cosiddette "fasce deboli", mai attuati, che, secondo gli investigatori, sarebbero finiti nelle tasche dei dipendenti del Dipartimento di Salute Mentale. Il Nas ha anche scoperto un giro di affidamenti pilotato degli incarichi legali. Il mantenimento degli incarichi di vertice all'Asl avveniva mediante traffici di influenze illecite. Ed ancora: Procura di Napoli Nord e Nas di Caserta hanno accertato l'acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell'Asl, e il solita condotta di illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti Asl, che dovevano svolgere faccende personali e familiari.Figura anche il presidente del Consiglio regionale della Campania Gennaro Oliviero, tra le persone indagate nell'inchiesta del Nas e della Procura di Napoli Nord sull'Asl di Caserta. Secondo quanto si apprende, ad Oliviero viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
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Intanto ieri sono tornato in centro a Vicenza dopo mesi, pazzesco come un sacco di attività, anche storiche, abbiano abbassato le serrande per sempre
Confcommercio: 'Dal 2012 -77mila negozi, citta desertificate' - Economia - ANSA
Tra il 2012 e il 2020 sono sparite dalle città italiane oltre 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e quasi 14mila imprese ambulanti (-14,8%), con un progressivo processo di desertificazione commerciale. Così l'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio "Demografia d'impresa nelle città italiane", che lancia un altro allarme: nel 2021, solo nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e altre 10 città di media ampiezza, oltre ad un calo ancora maggiore per il commercio al dettaglio (-17,1%), si registrerà per la prima volta da due decenni la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione (-24,9%)"Il rischio di non riavere i nostri centri storici come li abbiamo visti e vissuti prima della pandemia è, dunque, molto concreto e questo significa minore qualità della vita dei residenti e minore appeal turistico", sottolinea l'associazione.
Tra il 2012 e il 2020 - secondo l'analisi - si è verificato un cambiamento del tessuto commerciale all'interno dei centri storici che la pandemia tenderà a enfatizzare. Per il commercio in sede fissa, tengono in qualche modo i negozi di base come gli alimentari (-2,6%) e quelli che, oltre a soddisfare bisogni primari, svolgono nuove funzioni, come le tabaccherie (-2,3%); significativi sono invece i cambiamenti legati alle modifiche dei consumi, come tecnologia e comunicazioni (+18,9%) e farmacie (+19,7%), queste ultime diventate ormai luoghi per sviluppare la cura di sé e non solo quindi tradizionali punti di approvvigionamento dei medicinali. Il resto dei settori merceologici, evidenzia Confcommercio, è invece in rapida discesa: si tratta dei negozi dei beni tradizionali che si spostano nei centri commerciali o, comunque, fuori dai centri storici che registrano riduzioni che vanno dal 17% per l'abbigliamento al 25,3% per libri e giocattoli, dal 27,1% per mobili e ferramenta fino al 33% per le pompe di benzina. La pandemia acuisce questi trend e lo fa con una precisione chirurgica: i settori che hanno tenuto o che stavano crescendo cresceranno ancora, quelli in declino rischiano di scomparire dai centri storici. Quanto alle dinamiche riguardanti ambulanti, alberghi, bar e ristoranti, a fronte di un processo di razionalizzazione dei primi (-19,5%), per alberghi e pubblici esercizi, che nel periodo registrano rispettivamente +46,9% e +10%, "il futuro è molto incerto. Ma occorre reagire per dare una prospettiva diversa alle nostre città che rappresentano un patrimonio da preservare e valorizzare. - sottolinea ancora l'associazione - Le direttrici sono tre: un progetto di rigenerazione urbana, l'innovazione delle piccole superfici di vendita e una giusta ed equa web tax per ripristinare parità di regole di mercato tra tutte le imprese".
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La quantità di moneta nell'economia in un dato istante, non è affatto una variabile rilevante. Se c'è meno moneta semplicemente i prezzi calano, permettendo così di aumentare il potere d'acquisto degli individui. Gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale senza avere praticamente mai sperimentato alcuna inflazione (fenomeno sconosciuto fino agli anni '30). Anzi: diverse fasi sono state caratterizzate da deflazione. L'economia è cresciuta lo stesso, gli scambi hanno continuato a progredire lo stesso e non ci sono stati fenomeni di disoccupazione elevata, la quale si è invece avuta negli anni '70 quando l'inflazione era ben più alta.
Non ho mai capito come i keynesiani, oggi praticamente detentori di un pensiero unico in economia almeno nell'ambito accademico, riescano a spiegare questo fatto.
Una delle funzioni della moneta però è quella di essere riserva di valore. In che modo un Euro o un Dollaro che vengono da 30 anni stampati a ritmi sempre crescenti possono essere considerati riserva di valore?
Ok per il fatto di essere un mezzo di scambio valido, ma solo per il fatto che c'è il corso legale, il quale obbliga l'individuo ad usare quel tipo di valuta. Ma se non ci fosse il corso legale? Credi veramente che gli individui, messi di fronte alla possibile scelta preferirebbero una valuta che aumenta continuamente la propria quantità (perdendo dunque valore) rispetto a una che invece ha una quantità massima limitata?
Secondo me il discorso è il contrario: al momento attuale il Bitcoin ha una natura speculativa per il fatto che non è ancora una moneta. Lo diventerà realmente? Non ho la sfera di cristallo su questo. Penso anche io di no, ma una cosa è certa: chi ci ha investito 6-7 anni fa ha avuto lungimiranza. E non credo sia stato semplicemente fortunato. Più verosimilmente il Bitcoin è diventato il nuovo oro, il nuovo bene rifugio contro inflazione e fasi negative del ciclo economico.
Quanto allo spreco tecnologico, stai pur tranquillo che tra una ventina di anni circa i Bitcoin sprecheranno zero perchè non verranno più minati (ogni 4 anni il ritmo si dimezza). Sicuramente consuma molto, ma ho qualche dubbio che il suo impatto nocivo in termini di spreco di risorse sia superiore alla quantità impressionante di malinvestment creato dal sistema monetario basato sul monopolio delle banche centrali (a cominciare dalla bolla immobiliare pre-2008, nonchè da tutti gli sprechi pubblici che continuamente vediamo e che con una moneta sana e onesta quale nessuna delle attuali valute fiat è non avremmo di certo visto).
Ultima modifica di Friedrich 91; 23/02/2021 alle 14:03
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Sorvolando per un attimo sui danni da Covid o meglio ancora facendo finta che non esistano, non ho mai capito l'ossessione italiana per il "negozio".
Ma zio canaro cos'è che è importante? Il negozio o i posti di lavoro? Il negozio o la soddisfazione del consumatore?
Se le abitudini di consumo si spostano dal negozio al centro commerciale (o al negozio NEL centro commerciale) cosa vogliamo fare? Impedirlo per decreto?
E' ora di farsene una ragione: se il mercato, che vuol dire la massa dei consumatori, in questo caso, ha deciso che è meglio andare al "mall" allora chiuderà il negozio in centro e apriranno negozi nei "mall". Punto. Fine. Amen.
Ora... Se chiusura di N negozi vuol dire distruzione di capacità produttiva, minore disponibilità di beni e riduzione di posti di lavoro (e qui si ritorna al Covid...) è sicuramente un male.
Se significa spostamento dal vecchio negozio, pur storico che sia, a qualcosa di analogo o magari di più moderno da altra parte CHISSENEFREGA.
Peraltro... Visto che se c'è una cosa a cui genericamente il consumatore è attento (magari non il singolo, ma sicuramente la massa) è il portafoglio secondo me c'è già anche la risposta al trend.
Ed è inutile alzare barricate, reali o "di pensiero": le abitudini cambiano nel tempo. E ciò che è vecchio muore. Fine.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Esatto, e aggiungo a questo punto di vista che - in taluni casi - (non in tutti, per carità), i terribili giganti del web come Amazon possono essere d'aiuto eccome ai negozi, ovviamente a quelli con titolari abbastanza svegli.
Mi riferisco a quante potenziali vendite in più può fare un negozio tramite il web. E sotto questo aspetto, per molti negozi vendere i propri prodotti in rete tramite Amazon ha un costo decisamente inferiore rispetto al crearsi un proprio sito e gestire la logistica in proprio. Costi inferiori = più margine.
Ovvio, purtroppo non funziona così per tutti, ma per molti si, e chi fa le crociate contro i giganti del web secondo me non ha ben presente questo punto.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Vorrei porre una domanda riferita proprio ad Amazon: trovate che ci sia davvero il rischio concreto che diventi di fatto un monopolista? Non me ne intendo di queste cose, ma ho sentito da diverse parti evidenziare come se l'azienda di Bezos dovesse proseguire nella propria crescita di quote di mercato ci sia concretamente il rischio che diventi di fatto un attore unico o quasi in pochissimi decenni. Cosa ne pensate? Personalmente acquisto ben poco da Amazon (quasi nulla a dire il vero, per questioni ideologiche, sono uno ancorato ai negozi fisici e locali), e vorrei evitare a prescindere che si abbia uno stato di monopolio, all'interno del quale ci andrebbero sicuramente a perdere le persone normali. Sarei curioso di sentire le vostre opinioni in proposito. Saluti a tutti
Nel momento in cui ci si avvicinasse dovrebbero intervenire le autorità preposte, ovvero le varie antitrust in giro per il mondo.
Quelle che, a cominciare dagli USA, hanno fatto finta di nulla in questi anni per il pericolo dei giganti cinesi...
Se ti avanzano tempo e soldi se vuoi ti do il mio IBAN per iniziare...
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Adacta: il Covid ha polverizzato 52 miliardi di fatturato per le imprese del Nordest - Nord Est Economia
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