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  1. #28991
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Scusate rigá, mi auto-banno, ma non si sopportano piú certi toni.

    Vatti a fare una corsetta e commenta come un chierichetto in chiesa, piuttosto che fare il Musk dei poveri

  2. #28992
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Heinrich Visualizza Messaggio
    E quindi il cazzo porca miseria fatti una doccia d'umiltà e sfibrati via la merdosa arroganza che ti si legge addosso da 10 anni su un thread di rilevanza non indifferente.

    Perché sfido poi a leggerti i commenti a default avvenuto, casa pignorata, patrimoniale fatta, come gongoli coi toni sapienziali poi.
    E che cazzo sei di una spocchia immonda, sii un pelino meno carogna, detto dagli ignoranti eh.

    Grazie.





    Al ca....
    Di che caxxo parli esattamente?
    Hai qualcosa da dire a riguardo o sei qui solo per aggiungere entropia?
    Aspetto di vedere i tuoi copiosi investimenti in azioni bancarie...
    Se non sai di cosa parli non sei obbligato per legge a intervenire.
    E ringrazia che ho troppo rispetto sia per la moderazione che per gli altri che leggono quindi non risponderò come meriteresti...
    Ultima modifica di FunMBnel; 04/03/2021 alle 18:59
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
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  3. #28993
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Se non lo hai capito vuol dire che non hai studiato molto la storia del pensiero economico... Mai sentito parlare della nuova sintesi neoclassica con tutto il problema delle aspettative? Per farla breve, negli anni 70 ci sono stati diversi shock dal lato dell'offerta (petrolio ma non solo) e la diffusa indicizzazione dei salari all'inflazione in contesto di politica monetaria e fiscale eccessivamente espansive hanno prodotto una trasmissione di questi shock di prezzi a tutta l'economia, con il risultato di alzare le aspettative di inflazione. Quindi c'erano due elementi di contesto fondamentali, forte potere contrattuale dei lavoratori e crisi energetica, totalmente assenti nell'800.

    In termini più teorici, l'inflazione non è affatto essenziale in un approccio keynesiano né tantomeno una leggera deflazione è sempre deleteria.

    Il concetto fondamentale da capire del pensiero keynesiano ci sono due modalità di funzionamento dell'economia distinte e radicalmente diverse, una caratterizzata da risorse scarse e una da domanda scarsa (chi ha i soldi non vuole spenderli né investirli in attività reali).
    Quale delle due condizioni sia prevalente dipende da aspetti strutturali come demografia, tecnologia, distribuzione del reddito, solidità del settore finanziario.

    La situazione più estrema è la trappola della liquidità, che si verifica quando inflazione e tassi di interesse sono contemporaneamente vicini a zero (quindi lo sono anche i tassi reali). In questa situazione, specie se causata da una crisi finanziaria, la domanda di moneta aumenta, quindi se la quantità di moneta è fissa e non espandibile l'economia si avvita in una spirale deflazionistica di elevata disoccupazione, consumi e investimenti depressi: il meccanismo fondamentale della grande depressione.


    In trappola della liquidità molte cose funzionano al contrario, la base monetaria diventa indipendente dagli aggregati monetari più ampi e anche dai prezzi. La politica fiscale diventa molto efficace per stimolare l'economia e non influenza i tassi di interesse (o i prezzi), mentre quella monetaria non riesce più ad avere effetti espansivi (ma può aver effetti recessivi). In un modello IS-LM si rappresenta con una LM orizzontale, per cui una espansione monetaria (spostamento a destra della retta) non ha effetto. Se la domanda fosse maggiore, quindi la retta IS spostata più a destra, le rette non si incontrerebbero nella parte orizzontale della LM e non saresti in trappola della liquidità.
    Allegato 561771
    Immagine


    Se oggi sono tutti Keynesiani è perché la realtà degli ultimi anni corrisponde molto a quella descritta da Keynes, 10 anni fa i keynesiani erano una minoranza.
    Certo se assumi l'esistenza della legge di Say tutto questo non ha senso, ma visto che quella teoria non ha alcuna motivazione né teorica né empirica diventa la proverbiale assunzione dell'apriscatole.

    Nell'800 negli USA il gold standard poteva anche funzionare, innanzitutto perché avevano una importante produzione nazionale che garantiva un costante aumento di base monetaria, ma anche perché avevano un enorme fabbisogno di investimenti e quindi era un contesto di risorse scarse.
    Non fu tuttavia un'epoca di stabilità e le fasi di deflazione, che seguivano seguito le frequenti gravi crisi finanziarie come quelle del 1837, 1857, 1873, 1893 o 1907, erano caratterizzate da elevata disoccupazione. Non ci sono dati molto precisi per gli episodi più vecchi, ma la depressione del 1893-1897 fu pesantissima per gli standard moderni (e non fu nemmeno la peggiore).
    Immagine
    Serve una buona dose di revisionismo storico per difendere gli 80 anni che hanno preceduto la grande depressione come un modello da perseguire.



    La riserva di valore è sempre stata una funzione secondaria, nel senso che la moneta ha molte alternative come riserva di valore, mentre è quasi insostituibile per le altre due funzioni. E come riserva di valore non è mai stata eccezionale, anzi non deve esserlo per essere una buona moneta, altrimenti può diventare oggetto di dinamiche speculative che minano le altre due funzioni (accumulare moneta è potenzialmente dannoso per l'economia).

    Quindi la risposta è assolutamente si, una moneta a quantità fissa non potrà mai essere un buon mezzo di scambio.



    In tutte le bolle chi è entrato presto ed è uscito in tempo ci guadagna un sacco di soldi. Ma il Bitcoin ha tutte le caratteristiche di uno schema Ponzi, non ha alcun valore intrinseco o un reddito che ne sostenga il valore, questo dipende esclusivamente dalla domanda speculativa che deve essere sempre crescente. Chi investe in bitcoin vuole per lo più aumentare la sua ricchezza in dollaro o euro, non acquistare prodotti in bitcoin, se elimini questo motivo per detenere bitcoin non resta molto.
    Potrebbe sostituire la domanda speculativa se riuscisse a fare centinaia di milioni di transazioni commerciali al giorno, ma è difficile per uno strumento non competitivo in termini di sicurezza e costi di transazione. L'oro ha utilizzi reali, il Bitcoin ha solo costi per tenere in piedi il blockchain, per ora occulti visto che sono coperti dal mining (che a sua volta ha costi reali).

    Quanto allo spreco si risorse dei sistemi monetari moderni, è una tua fantasia. Bolle speculative e cattivi investimenti ci sono in tutti i sistemi monetari, dalla bolla dei tulipani in poi, l'800 americano è pieno di bolle speculative, crisi bancarie e fallimenti colossali. La mega bolla azionaria e immobiliare del 29 si è formata in pieno gold standard, queste dinamiche sono indipendenti dal sistema monetario.

    Ma anche quando ci sono bolle, come la new economy o la bolla immobiliare, il capitale fisico che viene costruito non viene distrutto. C'è una distruzione di valore finanziario, ma gli asset reali che vengono prodotti vengono poi utilizzati, non sono del tutto sprecati. Il mining invece sono letteralmente risorse reali utilizzate per effettuare calcoli totalmente privi di qualunque utilità.
    Non ci ho capito molto, è come se io improvvisamente mi mettessi a parlare degli aspetti istologici di un tumore, ma ok

  4. #28994
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Per ora il thread chiude, questo fino a quando tutti avrete imparato l'educazione e il regolamento del forum.
    Poi penso anche ai ban o alle esclusioni permanenti da agorà, in fin dei conti è un forum meteo e di quello bisogna parlare e non rimanere iscritti per rimanere solo in questa stanza.
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  5. #28995
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  6. #28996
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Che è successo? Perché l'articolo è a pagamento.
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  7. #28997
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Che è successo? Perché l'articolo è a pagamento.
    strano, io riesco a leggerlo

    BERLINO - L'altro lato della medaglia della trita retorica retorica tedesca dei risparmiatori "traditi" ed "espropriati" dai tassi bassi della Bce è che sono una facile preda degli investitori più spregiudicati. C'è una consolidata tendenza, in Germania, a fidarsi dei pifferai magici che promettono rendimenti succulenti. Gli americani, non senza un certo disprezzo, li chiamano "stupid german money", "stupidi soldi tedeschi". Memori della tendenza delle banche tedesche, prima dello scoppiare della grande crisi finanziaria del 2007, a raccogliere soldi dai risparmiatori per buttarsi sui redditizi ma spericolati affari legati ai mutui "spazzatura".
    Ora il sistema finanziario tedesco è finito di nuovo nella bufera per lo scandalo Greensill, una banca australiana con sede a Londra e specializzata nel finanziamento delle supply chain, nel cosiddetto "reverse factoring". E la vicenda sta disegnando cerchi talmente ampi da indurre la Vigilanza Bce, secondo il Financial Times, ad accendere un faro sull'esposizione delle banche europee verso l'istituto di credito australiano, finito sull'orlo del crac.
    In sostanza, Greensill si incarica di pagare i fornitori al posto delle aziende, garantendo, dettaglio vitale per quelli piccoli, incassi più veloci che se aspettassero i tempi di pagamento usuali. In seguito, l'istituto australiano si fa rimborsare dalle aziende committenti. Inoltre concede prestiti ad aziende che copre con i loro crediti ad altre imprese. Infine, ed è una delle principali chiavi del suo successo e dei suoi guadagni esponenziali in questi ultimi anni, impacchetta questi crediti in complessi strumenti finanziari che butta sul mercato. Una prassi che ricorda, appunto, il lato oscuro della grande crisi del 2007.
    Mentre in Germania, dove i regolatori e il ministro delle Finanze, Olaf Scholz, si stanno ancora leccando le ferite per l'incredibile vicenda Wirecard, il caso Greensill sta nuovamente gettando una luce tetra sulla vigilanza e sul sistema bancario, nel Regno Unito ha anche piccanti riflessi politici. Lex Greensill, fondatore della omonima banca, australiano cresciuto in una fattoria di Bundaberg, nel Queensland, si è accreditato talmente nell'establishment britannico da venire nominato Comandante dell'ordine britannico dal Principe Carlo e da ingaggiare l'ex premier David Cameron come consulente.
    La banca si è sempre vantata di "rendere la finanza più equa" e di "democratizzare il capitale". In realtà non si comportava diversamente dai "lupi di Wall Street" che fecero collassare la finanza globale alla fine degli anni Duemila. E quando i primi guai grossi sono emersi nei bilanci di Greensill sono state svizzere Credit Suisse e GAM ad accelerare il default, congelando in tutto cinque fondi legati all'istituto. Gli australiani stanno trattando con il fondo Apollo per liberarsi degli asset operativi.
    In Germania, Greensill si è persino comprata nel 2014 una banca a Brema, l'ex Nordfinanz. E ha cominciato a raccogliere soldi dai risparmiatori e dagli investitori, promettendo buoni rendimenti e ricordando che, grazie al fondo tedesco sui depositi, le loro scommesse avrebbero comunque goduto di un generoso paracadute. La banca era sembrata a molti tedeschi un'oasi felice dove incassare qualche centesimo in più in un'era di tassi azzerati. Anche siti popolari come Weltsparen e Zinspilot li indirizzavano spesso al ramo anseatico della banca australiana.
    L'istituto bremese, in realtà, era la mucca da mungere: i soldi tedeschi servivano a coprire le attività inglesi e australiane. Molti di questi finanziamenti sono andati all'indiano Gupta. E uno dei guai di Greensill è che ha elargito soldi anche senza commesse, tradendo la sua missione principale. Insomma, pagava anche i fornitori quando non c'erano ordini.
    La Bafin, che indaga dal 2019 sulla bremese Greensill, è intervenuta con mostruoso ritardo sulle inconguenze nei bilanci, bloccandola solo ora "per eccesso di debito" e denunciandola perché non sarebbe in grado "di esibire le prove di commesse" che avrebbe acquistato da altri.
    In Germania, ora che tre miliardi di euro sembrano essere stati inghiottiti dal buco nero dell'insolvenza di Greensill, due dovranno essere ricavati dal fondo per i depositi per rimborsare circa 15mila risparmiatori privati e numerosi investitori. Mentre i circa 50 Comuni che si sono fatti stregare dalle sirene australiane ne usciranno con un considerevole buco nei bilanci: per loro non è previsto nessun rimborso dal fondo di garanzia delle banche tedesche.
    La prossima volta che in Europa si discuterà del Fondo europeo dei depositi, il famoso terzo pilastro dell'Unione bancaria sul quale la Germania è stata sempre il principale freno, è auspicabile che i tedeschi lo facciano con un pizzico meno di arroganza.
    Peraltro è uno scandalo che non potrà non avere riflessi sulla campagna elettorale: il ministro delle Finanze Olaf Scholz, già scosso dal caso Wirecard, è nuovamente travolto da un caso che mette in luce le inadempienze dei regolatori ma anche le debolezze del sistema bancario. Non a caso la Bafin e l'Associazione delle banche tedesche starebbero litigando furiosamente dietro le quinte, secondo indiscrezioni, addossandosi reciprocamente le responsabilità per quest'ennesimo fallimento nei controlli interni.

    in pratica parla di una banca australiana che ha sede a Londra
    la sua "mission" è pagare i fornitori in anticipo e poi chiede i soldi alle aziende che hanno commissionato i lavori

    inoltre fornisce dei finanziamenti sempre alle aziende e questi soldi vengono coperti dai crediti che questi hanno nei confronti di altre aziende

    in più impacchetta tutta questa roba in strumenti finanziari più o meno complessi e li immette sul mercato (un classico)

    ora la banca nel 2014 si è presa una banca tedesca di Brema ed è entrata nel mercato finanziario tedesco promettendo interessi ai risparmiatori teutonici

    solo che i soldi tedeschi coprivano le perdite inglesi e australiane fornendo soldi anche a chi non aveva commesse su cui rivalersi (già sentito in Italia...)

    adesso la Bafin - la Consob tedesca - sta cercando di bloccare il tutto a causa dell'insolvenza di circa 3 miliardi (l'articolo dice con colpevole ritardo)


    di questi 3 miliardi, 2 dovranno essere recuperati con il fondo di deposito per rimborsare circa 15000 risparmiatori, mentre 50 comuni tedeschi non potranno avere nessun rimborso

    insomma, un evergreen italian-spaghetti in salsa crucca
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  8. #28998
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    strano, io riesco a leggerlo



    in pratica parla di una banca australiana che ha sede a Londra
    la sua "mission" è pagare i fornitori in anticipo e poi chiede i soldi alle aziende che hanno commissionato i lavori

    inoltre fornisce dei finanziamenti sempre alle aziende e questi soldi vengono coperti dai crediti che questi hanno nei confronti di altre aziende

    in più impacchetta tutta questa roba in strumenti finanziari più o meno complessi e li immette sul mercato (un classico)

    ora la banca nel 2014 si è presa una banca tedesca di Brema ed è entrata nel mercato finanziario tedesco promettendo interessi ai risparmiatori teutonici

    solo che i soldi tedeschi coprivano le perdite inglesi e australiane fornendo soldi anche a chi non aveva commesse su cui rivalersi (già sentito in Italia...)

    adesso la Bafin - la Consob tedesca - sta cercando di bloccare il tutto a causa dell'insolvenza di circa 3 miliardi (l'articolo dice con colpevole ritardo)


    di questi 3 miliardi, 2 dovranno essere recuperati con il fondo di deposito per rimborsare circa 15000 risparmiatori, mentre 50 comuni tedeschi non potranno avere nessun rimborso

    insomma, un evergreen italian-spaghetti in salsa crucca

    Che la vigilanza tedesca sia estremamente debole non è una novità, si era capito già nel 2009. Un professore tedesco di cui avevo seguito un corso ormai una decina di anni fa sosteneva che avevano una mentalità irrimediabilmente burocratica e incapace di muoversi in maniera aggressiva contro gli abusi del sistema. Da allora non è cambiato molto, la loro vigilanza e in generale la solidità del loro sistema finanziario non è mai stata superiore alla nostra.


    Niente italianite quindi, soltanto una debolezza strutturale dell'economia tedesca con radici molto profonde. Vedremo a bocce ferme quanto sarà realmente il buco lasciato da Greensill nel sistema finanziario tedesco, comunque niente di sistemico viste le dimensioni veramente modeste. Parlare di un crack che mette in crisi il sistema finanziario tedesco mi sembra una esagerazione, questa sì tipicamente italiana.


    Quindi eviterei di ingigantire troppo il caso, sto ancora aspettando il crollo di Deutsche Bank che molti giornalisti italiani davano per certo nonostante ci fosse un progetto di risanamento serio. Con una variazione annuale di +95% del valore delle azioni mi pare che le cose stiano andando diversamente.

  9. #28999
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    strano, io riesco a leggerlo



    in pratica parla di una banca australiana che ha sede a Londra
    la sua "mission" è pagare i fornitori in anticipo e poi chiede i soldi alle aziende che hanno commissionato i lavori

    inoltre fornisce dei finanziamenti sempre alle aziende e questi soldi vengono coperti dai crediti che questi hanno nei confronti di altre aziende

    in più impacchetta tutta questa roba in strumenti finanziari più o meno complessi e li immette sul mercato (un classico)

    ora la banca nel 2014 si è presa una banca tedesca di Brema ed è entrata nel mercato finanziario tedesco promettendo interessi ai risparmiatori teutonici

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    adesso la Bafin - la Consob tedesca - sta cercando di bloccare il tutto a causa dell'insolvenza di circa 3 miliardi (l'articolo dice con colpevole ritardo)


    di questi 3 miliardi, 2 dovranno essere recuperati con il fondo di deposito per rimborsare circa 15000 risparmiatori, mentre 50 comuni tedeschi non potranno avere nessun rimborso

    insomma, un evergreen italian-spaghetti in salsa crucca
    Perchè letta così mi pare un clamoroso schema Ponzi?
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  10. #29000
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Quindi eviterei di ingigantire troppo il caso, sto ancora aspettando il crollo di Deutsche Bank che molti giornalisti italiani davano per certo nonostante ci fosse un progetto di risanamento serio. Con una variazione annuale di +95% del valore delle azioni mi pare che le cose stiano andando diversamente.
    Questa è una delle barzellette tipiche del giornalismo/sovranismo italico.
    DB ha fatto il primo utile netto a fine 2020 dopo anni.
    E' stata in una situazione disastrosa, ha dovuto effettuare una ristrutturazione pluriennale dolorosissima, ma alla fine i risultati sembrano arrivati.
    Attendo fiducioso risultati analoghi per MPS, PopBari e tutte le altre più volte nominate...
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