Non vale la pena... metti che sei uno studente e con un lavoretto estivo (lavorando nei mesi di luglio-agosto) guadagni anche 1500/1600 euro... tu li butteresti? non è meglio guadagnarteli che chiederli ai tuoi? vuoi mettere la soddisfazione?
Per l'infanzia ci mancherebbe, ma penso che solo ai tempi dei nostri padri/nonni si lavorava da bambini. Per l'adolescenza il discorso un po' cambia direi, il discorso è che spesso anche dopo i 20 anni c'è gente che preferisce stare a zonzo piuttosto che fare qualcosa....
che poi capisco benissimo che oggi non è facile e che il mondo del lavoro è quello che è, ma già quelli della mia generazione hanno fatto parecchia fatica tra precariato e lavori salutari.... poi mica potevi fare subito quello per cui avevi studiato (anzi alcuni non lo hanno fatto neanche dopo) e spesso dovevi iniziare da lavori più "umili" (diciamo cosi)...
discorso pensioni.... sono d'accordo che dopo i 60 anni non si dovrebbe più lavorare, vedo ad esempio che dei miei colleghi di quell'età non hanno più voglia, sono demotivati, rendono meno, si dimenticano spesso le cose ecc.... dopo tale età inizi a diventare "anziano", sarebbe meglio potersi godere un po' gli ultimi anni senza ancora troppi acciacchi e fare le cose che piacciono, andare in pensione a 70 anni (come lo sarà per la mia generazione) è da "suicidio" per tanti... vuol dire passare direttamente dal lavoro alla casa di riposo o quasi...
Certo c'è di mezzo la sostenibilità economica, pero' si potrebbero trovare delle soluzioni alternative (prepensionamenti, scivoli, favorire i part-time orizzontali o verticali ecc ecc)...
inoltre con il sistema totalmente contributivo non vedo perchè uno dovrà aspettare 70 anni per prendersi una pensione, se io a 60 anni avrò versato 35/40 anni di contributi perchè non potrò iniziare a prenderla? magari con un assegno più basso i primi anni (a quell'età poi dovresti avere anche un discreto risparmio tuo personale e, se hai lavorato per diversi anni nello stessa azienda/ente, anche un discreto tfr)
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Il punto è anche un altro: se continuiamo a mandare in pensione persone di 62 anni a cui una parte della pensione è determinata con il sistema retributivo (tipico dei quota 100 attuali, per i quali una parte dei contributi sono antecedenti al 1995) e quindi con condizioni di vantaggio e una pensione mensile non troppo distante dall'ultimo stipendio, non ne usciamo più.
Un controesempio non posso fartelo, ma secondo te se avessero fatto quota 100 con il calcolo interamente contributivo, senza quota retributiva, quanti avrebbero fatto domanda? Rispondo io: zero virgola qualcosa. Zero virgola qualcosa, perché uno statale, per dire, con 1600 netti di stipendio, avrebbe preso, per dire, 1100 netti di pensione e difficilmente avrebbe lasciato il lavoro. Zero virgola qualcosa, perché all'italiano medio, dato il suo background, non interessa solo andare in pensione presto ma andarci con una pensione adeguata, secondo quello che è l'uso e la consuetudine che si sono cementati negli anni.
Lo snodo è tutto lì. Tra poco i privilegiati con contributi antecedenti al 1995 spariranno e rimarranno i contributivi puri. Lì si capirà con più evidenza: puoi pensionarti anche a 60 anni, se vuoi, ma se la pensione erogabile, calcolata in funzione dell'aspettativa di vita, è di 750 euro netti, rispetto al tuo lavoro che te ne dà 1500, che facciamo? E se la tua pensione è così scarsa da non permetterti di coprire i tuoi bisogni vitali, chi pensi che dovrà comunque intervenire con finalità assistenziali? La cassa è sempre la stessa. Ma ecco perché io stato non potevo e non dovevo elargire privilegi a destra e a manca (cosa fatta ancora ieri mattina con quota 100). I privilegi rimarranno così tutti da una parte, e agli altri non resterà che il cerino in mano, con un'inerzia ampiamente negativa.
Capisci, quindi, che un equilibrio va cercato, e tanto più andrà cercato quanto più continuiamo ad elargire favori ad alcune generazioni.
Certo: fossimo alle porte di un boom del PIL stile inizio anni '60, potremmo fregarcene. Ma insomma, inutile dire altro...
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Non sono d'accordo, oenso che ci sarebbero una marea di persone che preferirebbe l'altra opzione. Premettendo che la quota della pensione sarebbe in ogni caso puramente contributiva non penso che sarebbe un problema permettere di andare in pensione quando si vuole a patto di accettare la cifra corrispondente con quel sistema... Certo, quando uno vorrebbe andare magari in pensione a 50 anni con 350 euro magari col cavolo che lo fa, ma a 60-62 a 1100....
Magari sono troppo condizionato dal mio pensiero sulla questione, ma non capisco cosa ci possa essere di bello e gratificante nell'avere una pensione un po' più alta ma non poterla impiegare in qualcosa di gratificante data l'età ormai avanzata o addirittura doverla devolvere già dopo qualche anno a una casa di cura. Davvero non lo capisco.
Io andrei subito in pensione a 60 anni con 1100 euro, visto che non avrò alcun mutuo da pagare…
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Tu si, io pure (come dice Verza81: averceli 1100 euro a 60 anni). Una mia cliente che può fare opzione donna, ad esempio, no: avrebbe la pensione dai 63 anni attuali con una decurtazione di circa 300 euro mensili, poiché sarebbe calcolata tutta con il contributivo (lei lavora dal 1982 e avrebbe una discreta quota retributiva andando di vecchiaia). E allora, poiché circa 300 euro al mese sono circa 50000 euro totali data l'aspettativa di vita alla sua età, e poiché il suo lavoro tutto sommato può reggerlo (impiegata Asl) ha detto che col cavolo lascia il lavoro.
Ma forse aggiungere troppe cose non fa cogliere il punto: il problema non sono i poveracci che potranno magari scegliere di andare a 60 anni con tot euro mensili godendosi poi il meritato riposo (ad acqua e gallette); il problema è che c'è una larga fetta di popolazione, una buona parte di politica e i soliti sindacati che vogliono che si vada in pensione sia il prima possibile sia con la pensione migliore possibile. Noi discutiamo tra poveracci, e quelli intanto si spartiscono la pagnotta e il futuro.
Attualmente stanno fortemente attaccati alla quota retributiva ante 1995 (in particolare 1992) e sparano e spareranno tutte le cartucce possibili per sfruttare fino in fondo tale privilegio, prima che svanisca per ragioni generazionali. Hanno già affossato la Fornero e lo faranno ancora. E affanc...o il resto.
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Concordo su questo, anzi anch'io penso che tanti andrebbero prima pur prendendo un po' meno di pensione... (io stesso preferirei andare a 60 anni con 1000 euro piuttosto che a 70 con 1500 euro... e se a 60 avrò versato 40 anni di contributi chi me lo fare di lavorare fino a 70 anni?).
ovvio che dipende da tanti fattori, ma anche dove vivi, ecc ecc..... prima cosa uno potrebbe farsi anche una pensione integrativa e a quell'età, a meno che non abbia fatto la "cicala" tutta la vita, un po' di risparmi dovrebbe averli.
Poi chi è più fortunato potrebbe avere ricevuto qualche eredità dai genitori o parenti ormai deceduti o avere qualche rendita alternativa (magari un affitto, ecc ecc) per cui una pensione più bassa sarebbe comunque compensata da altre entrate.
Spero che con un sistema contributivo ormai puro il sistema diventi un po' più flessibile..... ma far lavorare tutti fino a 70 anni mi sembra una gran cagata, sia perchè i lavoratori dopo i 60 anni rendono molto meno, non stanno al passo con le nuove tecnologie ecc ecc..., sia perchè si continua a bloccare l'accesso al mondo del lavoro ai più giovani (cioè facciamo lavorare i 65 enni e i giovani rimangono sul divano....)
Poi non pensate che anche ora ci siano solo pensionati da 1500/2000 euro, tanti prendono 1000 euro di pensione (ma anche meno, ad esempio la pensione agricola è sui 600 euro!) e vivono lo stesso... certo facendo sacrifici e continuando a coltivare orti e campi di patate (e questo continuano a farlo non solo i contadini ma anche ex impiegati, ex operai, ecc)
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