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  1. #30401
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    E infatti su 'sta roba ci andremo ad incartare e a rinfocolare i populismi (Macron l'ha vissuto sulla sua pelle nel 2018), a meno che non si torni al suffragio censitario o definitivamente alla "Servitù della gleba", ma non mi paiono grandi "progressi" in chiave liberal-democratica...

    Qualche domanda generale sulla "formazione del prezzo" dei prodotti petroliferi invece ce la dovremmo porre, perché quello che attualmente viene venuto a 120 dollari al barile (e magari a settembre potrebbe costarne 170) costa all'estrazione 14-15 dollari... Io per la verità me la pongo dal 2007, quando per il Brent si superarono i 140 dollari al barile (e all'epoca il costo di estrazione era di 9-10 dollari).

    Lì però le risposte temo non possano arrivare né dai singoli stati né dall'UE...
    La formazione del prezzo in realtà è abbastanza chiara, il petrolio che costa 14-15 dollari all'estrazione è pochissimo e il costo marginale di produrre un barile fuori dai Paesi OPEC è ben sopra i 60 dollari. Le stime dei costi variano, ma sono qualcosa di questo genere.



    Nel breve termine l'offerta è molto rigida, mettere in produzione un pozzo richiede mesi nel migliore dei casi e consistenti investimenti a fondo perduto, che per le zone ad alto costo come lo shale americano significa accollarsi un rischio non indifferente se il prezzo dovesse scendere. Molti produttori si sono bruciati in questo modo durante la pandemia.


    La domanda invece è estremamente rigida, la gente si lamenta del prezzo della benzina (come anche del costo del riscaldamento) ma non riduce l'utilizzo della macchina. Risultato, se di colpo viene a mancare una grossa fetta di produzione (di quella russa in questo caso) il prezzo esplode, perché la produzione non aumenta e per ridurre il consumo servono prezzi astronomici, anche perché i nostri governi cercano di calmierare il prezzo con sgravi fiscali e si guardano bene da cercare di ridurre il consumo.

    Salvo brevi periodi di speculazione rampante (che però non durano molto perché gli squilibri di domanda e offerta si vedono presto in un mercato come quello petrolifero) il meccanismo è questo.

    Io personalmente sarei anche favorevole a sistemi di controllo dei prezzi per evitare che gli extraprofitti finiscano agli speculatori o a Putin, più che cercare di bloccare gli export russi avrebbe senso mettere dei dazi altissimi o un limite al prezzo (cosa proposta dagli USA e rifiutata dall'UE per motivi a me incomprensibili). Però se tagli fuori dall'economia mondiale qualche milione di barili russi devi anche trovare un modo per compensare questa mancanza, se non lo fai cerca di farlo il mercato facendo pagare la benzina e il diesel più di 2 euro.
    Ultima modifica di snowaholic; 16/06/2022 alle 13:18

  2. #30402
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Dopo il rialzo di 75 punti base al tasso ufficiale statunitense da parte della Fed, e dopo l’immancabile “rally di sollievo” dei mercati, oggi i mercati sono tornati cupi. Si può comprendere il motivo: da un lato la Fed appare “dietro la curva”, cioè in ritardo nella sua azione di stretta monetaria; dall’altro lato, la probabilità che questa stretta finisca col precipitare l’America e il resto del mondo in recessione sta aumentando in modo sensibile.
    Transumanza di gestori

    È in corso una enorme e dolorosa transumanza di gestori, tutti impegnati a tagliare le posizioni di rischio, sia obbligazionarie che azionarie. Chi ha fatto la mossa per primo, settimane o mesi addietro, e non ha ancora chiuso la posizione, entrerà nella fallace e ingannevole Hall of Fame dei gestori che leggono nel futuro, e le reti di distribuzione potranno pavoneggiarsi dicendo ai frastornati clienti “visto? La gestione attiva paga sempre!”.
    Paga sempre, soprattutto le commissioni ai collocatori. Un vero peccato poi che paghi col senno di poi qualche outlier, per pura fluttuazione statistica, e che al ciclo di mercato successivo quello stesso outlier, carico di soldi dei sottoscrittori del giorno dopo, cada con alta probabilità nella botola per non aver saputo leggere gli eventi.
    A parte questa affannosa fallacia umana, la situazione mi pare ben plasmata: i mercati sono più psicolabili del solito, e li possiamo capire: prima a ululare che serve fare qualcosa contro l’inflazione, abbiamo visto anche illustri Master of the Universe dire che occorrevano anche cento punti-base di aumento, e che la Fed è “dietro la curva”, cioè in ritardo.
    Verso la recessione

    Dopo l’aumento e il rally di sollievo di ieri, presumibilmente causato da prese di profitto su posizioni ribassiste, ora nei partecipanti al mercato prevale la spiacevole sensazione che ci stiamo dirigendo verso una recessione, e che credere alle parole di Jay Powell, secondo cui l’economia americana è talmente forte da poter reggere gli aumenti, è un atto di fede. La stretta di credito è in corso, basta guardare dove sono gli spread sui corporate bond, sia investment grade che high yield.
    Ci sono in giro troppi zombie, tenuti in non-vita da politiche monetarie ultra-lasche che hanno convinto molti a credere che quella fosse la “nuova normale”. Uccidere tutti questi zombie sarà doloroso per l’economia reale e per i portafogli di risparmiatori e investitori.

    Il sistema è robusto e resiliente, sin quando non smette di essere tale. Le narrazioni lo accompagnano, e plasmano anche le correlazioni di brevissimo periodo dei sistemi di trading. Morale della favola: attenzione alle narrazioni e al loro potere di mitopoiesi e di generare profezie che si autoavverano. Ho scoperto (quanto sono ignorante!) che il Nobel Robert J. Shiller ha scritto un libro sulla “economia della narrazione”, e su come “le storie diventano virali e guidano i maggiori eventi economici”.
    Narrazioni virali, tra euforia e depressione

    Le storie che le persone raccontano e si raccontano, possono diventare virali e condizionare l’andamento di mercati ed economia reale, anche se sono solo aneddoti che non entrano nei modelli economici e finanziari. Credo che questo sia un punto molto rilevante: anche per il lavoro che faccio, mi rendo conto che nell’arco di una sola giornata di mercato aperto mi passano davanti “spiegazioni” a getto continuo.
    Sono razionalizzazioni, spesso vivono meno di un lievito. Altre volte mettono radici e spostano le masse, anche quelle che di solito non si occupano di mercati. Nascono le euforie, fertilizzate spesso dalla liquidità delle banche centrali, a cui fanno seguito depressioni; entrambe impattano sull’economia reale. Gli eventi economici e finanziari e la loro rappresentazione sono una classica sindrome bipolare.

    Nel mezzo, i poveri umani. Se centrano la profezia, la loro autostima va alle stelle. Se il vento cambia, eccoli alle prese con devastanti dissonanze cognitive e a spiegarsi fra tribù bercianti perché il mondo non capisce e solo pochi eletti rimarranno col premio finale, magari in bitcoin (appunto). Essere consapevoli di queste dinamiche e magari saperle volgere a proprio profitto, in tutti i sensi, potrebbe essere utile oltre che interessante.
    Purtroppo, ne uccide più il market timing che le guerre. O, come ben diceva il buon vecchio John Maynard Keynes, il mercato può restare irrazionale molto più a lungo di quanto noi si riesca a restare solvibili. Ovviamente, l’irrazionalità del mercato dipende dall’angolo visuale dell’osservatore. Ma ricordo ancora perfettamente quello che scrisse un mio capo, quando lavoravo in una società di gestione del risparmio.
    Era una nota interna “a discolpa”, dietro richiesta dell’amministratore delegato per risultati non esattamente eclatanti. Il mio capo, puntigliosamente, motivò i rovesci. Di uno, scrisse un meraviglioso e metafisico “qui siamo stati eccessivamente tempestivi”. Nel senso che abbiamo aperto una posizione risultata vincente ma solo dopo che l’avevamo chiusa per eccesso di sanguinamento.
    Per il momento, direi che i Pangloss di mercato sono fermi ai box, dopo che il “muro di preoccupazioni” che erano abituati a scalare agevolmente durante la lunga fase rialzista, è caduto loro addosso. Ora il “paradigma” è cupo. E quindi, ha da passa’ ‘o paradigma.
    Ma non disunitevi (cit.): come scriveva Gianni Rodari, uno che di narrazioni se ne intendeva molto,
    Dopo la pioggia viene il sereno
    brilla in cielo l’arcobaleno.
    È come un ponte imbandierato
    e il sole ci passa festeggiato.
    Quindi, attendete quella che si chiama “capitolazione”. L’ultimo crollo prima della stabilizzazione. Cercando di identificarlo correttamente e di restare solvibili nell’attesa, come diceva Keynes. Quando accadrà, alcuni di voi avranno una memorabile botta di autostima. E di fondoschiena
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  3. #30403
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Mario (Seminerio, non è politica ) for president!
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  4. #30404
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Rapida riflessione:

    Sta venendo fuori un tipo di disoccupazione strutturale per (diciamola tutta) mancanza di competenze.
    Come scrivevo tempo fa il mondo va veloce e la gente non ci sta dietro.
    Allora il problema è che magari la politica, e tutto ciò che ruota attorno, guarda il dito invece che la luna.
    Esempio pratico:
    Per far scrivere ad un programma "hello World!" bisogna seguire la sintassi del linguaggio scelto.
    Di seguito tre diversi linguaggi, il C, Java, Python, quest'ultimo che aumenta esponenzialmente il suo peso.

    C language.png
    Java.png
    Python.png

    Come si può notare Python è di una semplicità disarmante dando l'errata impressione di un mondo che si semplifica ecc. ecc.
    Ma invece il fatto che il terzo sia più semplice implica una maggiore complessità al di sotto della superficie.
    E sulla scorta di questa errata impressione si punta sempre meno sulla formazione "dura" e sempre più sulle scorciatoie di cui l'Italia è maestra.

    Ma quando non avanzerà più nessuno "a sapere cosa c'è sotto Python" ecco che tutto il castello crollerà, ed esempio che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti è proprio la Russia dove hanno la bomba fine del mondo ma faticano a farsi gli airbag per le carrette che costruiscono.

    Chi mi ha capito mi ha capito
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  5. #30405
    Vento forte L'avatar di ale97
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Rapida riflessione:

    Sta venendo fuori un tipo di disoccupazione strutturale per (diciamola tutta) mancanza di competenze.
    Come scrivevo tempo fa il mondo va veloce e la gente non ci sta dietro.
    Allora il problema è che magari la politica, e tutto ciò che ruota attorno, guarda il dito invece che la luna.
    Esempio pratico:
    Per far scrivere ad un programma "hello World!" bisogna seguire la sintassi del linguaggio scelto.
    Di seguito tre diversi linguaggi, il C, Java, Python, quest'ultimo che aumenta esponenzialmente il suo peso.

    C language.png
    Java.png
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    Come si può notare Python è di una semplicità disarmante dando l'errata impressione di un mondo che si semplifica ecc. ecc.
    Ma invece il fatto che il terzo sia più semplice implica una maggiore complessità al di sotto della superficie.
    E sulla scorta di questa errata impressione si punta sempre meno sulla formazione "dura" e sempre più sulle scorciatoie di cui l'Italia è maestra.

    Ma quando non avanzerà più nessuno "a sapere cosa c'è sotto Python" ecco che tutto il castello crollerà, ed esempio che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti è proprio la Russia dove hanno la bomba fine del mondo ma faticano a farsi gli airbag per le carrette che costruiscono.

    Chi mi ha capito mi ha capito

    Non ho capito dato che se si usa Python non si ha per forza bisogno per forza di capire cosa c'è dietro, a grandi linee.

  6. #30406
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Rapida riflessione:

    Sta venendo fuori un tipo di disoccupazione strutturale per (diciamola tutta) mancanza di competenze.
    Come scrivevo tempo fa il mondo va veloce e la gente non ci sta dietro.
    Allora il problema è che magari la politica, e tutto ciò che ruota attorno, guarda il dito invece che la luna.
    Esempio pratico:
    Per far scrivere ad un programma "hello World!" bisogna seguire la sintassi del linguaggio scelto.
    Di seguito tre diversi linguaggi, il C, Java, Python, quest'ultimo che aumenta esponenzialmente il suo peso.

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    Come si può notare Python è di una semplicità disarmante dando l'errata impressione di un mondo che si semplifica ecc. ecc.
    Ma invece il fatto che il terzo sia più semplice implica una maggiore complessità al di sotto della superficie.
    E sulla scorta di questa errata impressione si punta sempre meno sulla formazione "dura" e sempre più sulle scorciatoie di cui l'Italia è maestra.

    Ma quando non avanzerà più nessuno "a sapere cosa c'è sotto Python" ecco che tutto il castello crollerà, ed esempio che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti è proprio la Russia dove hanno la bomba fine del mondo ma faticano a farsi gli airbag per le carrette che costruiscono.

    Chi mi ha capito mi ha capito
    Si tratta di competenza tecnica, che non viene insegnata prima di tutto a livello delle superiori, specialmente liceali.

    Esempio che conosco io (è il mio ambito): gente che esce laureata in enologia, che bello fare il vino, è un’evoluzione così poetica… certo è affascinante, però poi devi sapermi gestire il grado alcolico potenziale, acidificazione/disacidificazione con conseguente cambiamento del pH e quindi di tutte le sostanze contenute soggette a equilibrio acido-base, arricchimento di zuccheri con conseguente aumento di volume, e via discorrendo.

    Arriva gente in cantina che non sa fare neanche un’aggiunta di solforosa…

  7. #30407
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Non so quanto l'esempio sia azzeccato, sono tre linguaggi assembly, un po' come il Basic che ha fatto da progenitore a tutti. Mio padre negli anni '70 usava il codice macchina (sostanzialmente all'epoca coinicideva con il codice binario, perché i processori più diffusi elaboravano ancora quello) per programmare e il Basic, quando uscì a fine decennio, gli parve una "stronzata senza futuro"... aveva ragione ma anche torto, il Basic è ormai entrato nell'immaginario '70 ed '80 e resta solo lì, i processori elaborano ancora i loro codici macchina, ma nessun informatico al giorno d'oggi userebbe i codici macchina per programmare, data la complessità esecutiva che poi queste stesse macchine possiedono e i linguaggi assembly consentono di scrivere chilometri di codice macchina senza bisogno di controllare ogni singola istruzione od ogni singolo valore del codice. Il punto è che tra chi ha skill su Python o C++ e chi ha conoscenze approfondite riguardo ai codici con cui operano i processori, ci sono una diversi gradi di competenze intermedie... certi tipi di hard-skill sono e resteranno competenza di pochissimi, che avranno magari un'altissima capacità contrattuale, ma resteranno sempre pochi.

    Poi secondo me il problema della scuola italiana non è affatto quello che segnali, nel senso che è un problema più tipico del modello scolastico anglosassone (che tende a privilegiare le soft-skill rispetto alle hard-skill, col risultato che un bravo neolaureato in ingegneria italiano sa degli aspetti "hard" della propria materia molto più di un coetaneo statunitense). Il problema della scuola italiana semmai è che la scuola primaria e quella secondaria (primo e secondo grado) sono gravemente deficitarie nell'insegnamento di tutte le materie e lo sono sia per una diffusa impreparazione del corpo docente (che riguarda sia le competenze specifiche della propria materia d'insegnamento sia gli aspetti didattico-pedagogici) sia per una catastrofica inadeguatezza dei percorsi formativi. Questo vale ovviamente in primis per le materie scientifiche, ma poi la cosa si riflette un po' su tutto il resto, perché se non sviluppi entro l'adolescenza un'attitudine al ragionamento logico poi non la sviluppi più...
    Ultima modifica di galinsog@@; 16/06/2022 alle 22:32

  8. #30408
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Si tratta di competenza tecnica, che non viene insegnata prima di tutto a livello delle superiori, specialmente liceali.

    Esempio che conosco io (è il mio ambito): gente che esce laureata in enologia, che bello fare il vino, è un’evoluzione così poetica… certo è affascinante, però poi devi sapermi gestire il grado alcolico potenziale, acidificazione/disacidificazione con conseguente cambiamento del pH e quindi di tutte le sostanze contenute soggette a equilibrio acido-base, arricchimento di zuccheri con conseguente aumento di volume, e via discorrendo.

    Arriva gente in cantina che non sa fare neanche un’aggiunta di solforosa…
    E' un problema reale, ma ha un'origine lontana... sempre prendendo come riferimento l'esperienza di mio padre nell'ambito della formazione tecnico-professionale, gli capita ancora di ricordare come ai suoi tempi avesse appreso i fondamenti dell'elettronica e dell'elettrotecnica su testi datati (già vecchi di tre decenni negli anni '50/60) e si fosse trovato a insegnare, magari negli anni '80, quelle stesse materie su testi datati agli anni '60. In sé non era un problema, la Legge di Ohm era la stessa nel 1958 e nel 1980 ed è la stessa anche oggi, ma inizia ad essere un problema quando devi approcciarti all'applicazione pratica di conoscenze teoriche e passi agli esercizi o al laboratorio... praticamente lui si lamentava che gli studenti acquisissero un livello di preparazione (perlopiù solo teorico) restando indietro di una generazione e la cosa peggiore era che non acquisivano nessuna competenza di natura pratica, perché le ore di laboratorio erano poco utili e il materiale e il tipo di esperienza previsto dai percorsi pratici erano perlopiù obsoleti. Per cui questi ragazzi arrivavano nelle aziende, magari come neoassunti, e si trovavano di fronte a un lavoro che teoricamente conoscevano ma non sapevano assolutamente affrontare da un punto di vista banalmente esecutivo...
    Ultima modifica di galinsog@@; 16/06/2022 alle 22:31

  9. #30409
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Si tratta di competenza tecnica, che non viene insegnata prima di tutto a livello delle superiori, specialmente liceali.

    Esempio che conosco io (è il mio ambito): gente che esce laureata in enologia, che bello fare il vino, è un’evoluzione così poetica… certo è affascinante, però poi devi sapermi gestire il grado alcolico potenziale, acidificazione/disacidificazione con conseguente cambiamento del pH e quindi di tutte le sostanze contenute soggette a equilibrio acido-base, arricchimento di zuccheri con conseguente aumento di volume, e via discorrendo.

    Arriva gente in cantina che non sa fare neanche un’aggiunta di solforosa…
    Il senso che volevo esprimere è quello che scrivi.L'esempio del linguaggio probabilmente non era molto chiaro. La differenza sta tra linguaggio compilato ed interpretato. Python è interpretato nel senso che c'è sotto un altro livello che chi scrive non vede che permette la semplificazione.Decenni fa lo sviluppo massiccio con questo linguaggio non sarebbe stato possibile data la sua pesantezza e la relativa arretratezza dei processori. Ora invece c'è modo di utilizzare tramite il pc di casa strumenti tipo "colab" che permettono di sfruttare entro certi limiti la potenza di calcolo di google stesso.Questo grazie appunto a tutto il lavoro che c'è dietro.Il punto che volevo sottolineare è che l'utilizzo quotidiano che facciamo dei grandi mezzi tecnici a disposizione dovrebbe essere accompagnato da una adeguata preparazione (non solo tecnico ma a tutto tondo, vedasi anche i danni dei social).E' chiaro che non tutti possono sapere come si scrive il software che mi permette di digitare sulla tastiera, ma quelli che lo sanno fare (assieme alle altre specializzazioni) dovrebbero stare al passo di quanti ne servono per mantenere in piedi la struttura che ci siamo creati negli anni. E su questo a me vengono dubbi che ci sia una adeguata consapevolezza sociale.Gli squilibri sono tanti e mi sembra che per esempio in italia tale consapevolezza latiti con un sistema che disincentiva l'amore per l'insegnamento e la ricerca e finisce per raccattare insegnanti come un tempo si faceva coi carabinieri (questa possono capirla non tutti).Mi fermo se no si va off topic
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  10. #30410
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    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Esempio che conosco io (è il mio ambito): gente che esce laureata in enologia, che bello fare il vino, è un’evoluzione così poetica… certo è affascinante, però poi devi sapermi gestire il grado alcolico potenziale, acidificazione/disacidificazione con conseguente cambiamento del pH e quindi di tutte le sostanze contenute soggette a equilibrio acido-base, arricchimento di zuccheri con conseguente aumento di volume, e via discorrendo.

    Arriva gente in cantina che non sa fare neanche un’aggiunta di solforosa…
    Questo però è un problema ancora diverso: che non sappia fare una roba operativa uno appena uscito da un'università ci sta; che invece non abbia le nozioni di "chimica di base" nel caso è un altro.
    Roba da CEPU...
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