Sorry, ma anche no.
Chi più chi meno son tutti linguaggi di alto livello.
Comunque anch'io considero l'esempio azzeccato a metà, ma per un motivo diverso.
E' vero come dice @ale97 che io potrei serenamente essere un maestro di python senza sapere come funziona il compilatore (o l'interprete, manco so che tipo di linguaggio è
), ma il nostro grande problema, esteso a tutto il settore STEM è che abbiamo pochissima gente che sa programmare in python, pochissima gente che sappia cos'è o come si progetta un compilatore; e pure un tessuto produttivo incapace in parte tristemente molto significativa di creare valore da questi strumenti.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ma il problema non è la formazione di super-competenze, quanto piuttosto il fatto che poi i super-competenti scappino, che è esattamente quel che succede ora ed è successo anche in Russia. Servono soprattutto le competenze intermedie e serve pure un alto livello di adattabilità, perché poi queste competenze cambieranno nell'arco del tempo e per questo serve una valida preparazione di base nelle discipline scientifiche.
Ultima modifica di galinsog@@; 17/06/2022 alle 09:16
Il Basic citato da @galinsoga@@ era un linguaggio interpretato.
Java si appoggia su una VM.
Chiaramente se hai potenza di calcolo puoi rendere progressivamente più complessi interpreti e/o VM.
Probabilmente ho frainteso, ma non è che puoi chiedere all'utilizzatore finale () di sapere come funziona l'algoritmo di FB o come si dimensiona l'hardware per registrare anche solo qualche decina di mlioni di like al minuto...
Io ho un dubbio ulteriore che allarga il discorso a intelligenza artificiale e soprattutto robotica e la futura rivoluzione industriale (problema noto e già in corso di analisi da chi di dovere). Ovvero il fatto che il livello di competenza necessarie per questa "roba" sia talmente elevato che è comunque alla portata di pochi.
Per intenderci: passare da seminare con la zappa a guidare il trattore (o lavorare in catena di montaggio) è "facile"; passare dallo svolgere compiti ripetitivi a programmare roba che sostituisca la persona nell'eseguire compititi ripetitivi no; e passare da svolgere compititi ripetitivi che può fare una macchina a "liberare la creatività" (neppure). E' il motivo per cui non sono così positivista sull'impatto della futura rivoluzione.
Ma effettivamente è argomento decisamente troppo ampio.
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Non credo che i laureati in chimica italiani non conoscano la chimica di base, il problema è che la conoscono poco e male i liceali e infatti in tutte le discipline STEM il vero dramma è l'impatto degli studenti con il sistema universitario italiano. Impatto che poi si esprime in due modalità:
1 "mortalità" altissima per le matricole;
2 ritardi nel completamento del ciclo universitario.
Infine se esiste un corso in enologia che non da una formazione adeguata in chimica di base va semplicemente riformato o (se impossibile) va chiuso.
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Io sono totalmente pessimista, perché vedo 2 scenari solo apparentemente opposti:
a) un'esasperazione delle disuguaglianze e un aumento della precarietà esistenziale che è il presupposto di tutti i peggiori avventurismi politici (il prototipo di questo processo è stata l'"avventura" della Presidenza Trump che guarda caso ha trovato e, nel caso probabilissimo di una ricandidatura, troverà il suo punto di forza nell'elettorato più direttamente penalizzato dalla rivoluzione informatica);
b) una società di "clientes" in cui a fronte di un benessere che resterebbe diffuso (nell'attuale area del G7) il peso politico-economico di determinati soggetti, nelle cui mani si concentrerebbe il potere tecnologico e quindi quello economico (ogni riferimento a Elon Musk è assolutamente voluto) andrebbe a modellare profondamente la società rendendola simile a quella della Roma tardo-imperiale...
P.S. l'economia italiana qualche somiglianza con quella del Midwest statunitense ce l'ha...
Ultima modifica di galinsog@@; 17/06/2022 alle 10:20
Concordo assolutamente che non tutti potranno occuparsi di IA e a ben vedere. Inoltre, non sono mica certo che si libererebbero tutti questi posti, soprattutto quando si cominciare ad automatizzare parzialmente anche task di programmazione e ci sarà meno lavoro da fare per chi ci lavora...
Se non si troveranno dei correttivi efficaci la vedo effettivamente male, anche se resteranno senza alcun dubbio anche mansioni correlate come data analytics/data science o marketing per ovvie ragioni (oltre a robotica e IA)
Ci sono tutta una serie di servizi (penso a quelli che necessitano di competenze relazionali, o di ideazione immaginativa, fino a settori come quello della Difesa) che richiederebbero, per essere completamente automatizzati una competenza che le macchine sono ancora ben lungi dal possedere (non è nemmeno detto ci si arrivi) ma anche solo dal simulare. Parliamo di attività che richiedono la capacità di essere "empatici", nel senso letterale della parola, ossia nel comprendere un punto di vista che non è il proprio e agire in funzione di quel punto di vista per assecondarlo, per contrastarlo o per mediare con vari livelli di stratificazione, una capacità che ad oggi solo la mente umana possiede "nativamente". Un'IA può anche sostituire un medico in modo efficace sul lato diagnostico, ma ce la vedete mentre costruisce col paziente un percorso terapeutico per la cura di un carcinoma prostatico? Io no. E quanto avvenuto in questo biennio pandemico mi ha rafforzato nella mia convinzione. In questi compiti (healthcare, assistenza alla persona, creazione di prodotti "culturali", ecc.) il ruolo dell'automazione aumenterà sicuramente ma resterà più marginale e soprattutto resterà a lungo complementare... il punto però è non andare verso una deriva, che porti direttamente allo "scenario b" del mio post precedente, ossia a quello di una società in cui o si possiedono competenze estremamente sofisticate nell'ambito dell'IA o si trova lavoro solo come badanti e camerieri. Andrebbero create hard-skill anche in questi ambiti.
P.S. volendo poi c'è ancora un settore che vedo poco "appaltabile" alle IA, ossia quello del crimine, incluso il crimine "cibernetico"...
Ultima modifica di galinsog@@; 17/06/2022 alle 12:40
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