La Regione spende 220mila euro per consigliarci come vestire
Le banalità di «Bio meteo», un sito costato caro ai contribuenti
Sandro Bennucci
FIRENZE
IL DUBBIO è forte. Avranno mai visitato il sito
Biometeo.it, i componenti delle otto commissioni messi alla frusta dal presidente della Regione, Enrico Rossi, e dal neo assessore, Luigi Marroni, con l'incarico di presentare, in quindici giorni, il piano di
spending rewiew capace di colmare il nuovo deficit da 200 milioni di euro, della sanità toscana?
Speriamo che non abbiano mai fatto quel
clic. Perché quando si accorgeranno che il progetto «Meteo salute», finanziato dal servizio sanitario regionale con 220 mila euro l'anno, serve soprattutto per consigliare agli anziani di mettere calzoni corti e magliette leggere quando fa troppo caldo, forse le ipotesi di super ticket e di tagli pesanti potranno essere riviste. Affidato al Centro interdipartimentale di bioclimatologia dell'Università di Firenze, «Meteo salute» è nato nel 2007. Calcolando il costo di 220 mila euro l'anno, finora, ha pesato sul bilancio della Toscana per un milione e 100 mila euro. Obiettivo? Analizzare «le relazioni esistenti fra le condizioni meteo e lo stato di salute dei cittadini». E «informare il sistema sanitario su come razionalizzare l'assistenza». Traduzione pratica? I consigli che qualsiasi persona di buon senso può dare a vecchi e bambini: non uscire e non esporsi al sole nelle ore più calde della giornata e mettere addosso roba leggera. È perfino possibile che d'inverno vengano consigliati guanti, sciarpe, berretti e il confortevole
montgomery, soprabito prediletto dall'omonimo generale inglese. Banalità? Le previsioni del tempo fanno parte del nostro quotidiano. Diciamo semmai che questi 220 mila euro l'anno, andati ormai ben oltre il milione, possano essere risparmiate senza aver fatto una grande rinuncia. Pensate: questo progetto è già costato più di un milione di euro. Ossia due miliardi di vecchie lire per... i sani suggerimenti della nonna!
«METEO SALUTE» sarà sforbiciato subito dalle otto commissioni della spending rewiew? Se lo augura anche Gianluca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord, che ha presentato un'interrogazione urgente al presidente Rossi e all'assessore Marroni. Scrivendo: «Se l'attività che viene fetta è quella che traspare dal sito internet resto allibito: non c'è bisogno di un link per indicare le condizioni di benessere o disagio termico». E anche noi, rosi dal sospetto che possano essere tanti i progetti tipo «calzone corto» a spese del contribuente che, non a caso, viene comunemente chiamato Pantalone, vorremmo parafrasare dal romanesco una domanda per il governatore: «A Enri', a che serve?»
sandro.bennucci@lanazione.net
La Nazione, mercoledì 18 luglio 2012
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