Ateo è una parola un po' grossa. Diciamo agnostico. Ma con un certo shift verso l'ateo.
Sarebbe stato interessante impostare un sondaggio ma non è molto chiaro se la risposta alla domanda "credi in Dio" possa dispiegarsi o meno in uno spazio unidimensionale. Ad esempio, agnostico veramente è lungo un continuum che va da ateo a fortemente credente, oppure giace in un'altra dimensione? (propendo per la seconda, secondo me l'agnostico duro e puro è fuori dall'asse credere-non credere, sebbene ritenga che in uno spazio 2d andrebbe più vicino all'ateo che al credente)
Edit. Infatti, la questione è complicata. http://surveynet.ac.uk/sqb/topics/re...ndrew_voas.pdf Interessanti i paragrafi 3.7 e 3.8.
Ai tempi dell'università frequentavo questa tipa qui, e diceva che misurare la religiosità era un discreto casino
Stefano Martelli, Lorella Molteni, Un Cattolicesimo a geometria variabile.
La religiosità dei pellegrini italiani al Giubileo del 2000 nella prospettiva offerta dalla teoria multidimensionale
Interessante questa comprova dell'utilità (almeno) della Religione tramite Darwin... (mi pare ,se non sbaglio)
Ti posso dire che andando per boschi di notte, è utilissimo poter dare una consistenza ed un nome ai mille Folletti, Nanetti, Puffi Verdi, Fantasmini che si vedono.
Perchè altrimenti il problema è di non aver strumenti per non cadere nel Terrore allo stato puro...esperienze personali.
Così come poter spiegare le propie follie, sentimenti forti, passioni, con Miti Classici può aiutare moltissimo.
Vedere le Tragedie Greche, danzate, cantate, per una durata da sfinimento, otto nove ore senza intervallo, forse la Taranta ne dà un'idea,dato che il Teatro così a lungo non si fa più altro che in rarissimi casi (Ronconi, l'Orlando Furioso durava moltissimo...)
Così, si può trovare aiuto anche in Mozart, Rossini, Verdi, o i Pink Floyd.
Poi, secondo me, se guardi Giotto, le Storie di Francesco, un che di Ultraterreno, uno spazio Altro, lo vedi....
ps
son pensieri personali, eh, non li deve condividere nessuno....
bruno bournens,fraz san lorenzo,collalto sabino, rieti, lazio. 850 m s.l.m.* lat 42 09 45.0 N long 13 03 04.0 E * Foto Avatar: Zefirino, gatto Baropatico...che ora si chiama Tìtolo.
L'uomo è un animale e allo stesso tempo non lo è (rappresenta uno "step evolutivo" superiore).
Abbiamo una natura "buona" (sociale) ma anche istinti "predatori" residui della natura animale e la volontà di sopraffare o umiliare l'altro, il "rivale".
Il tutto è mediato da complesse strutture psichiche (estranee o embrionali nell'animale) che la psicanalisi ha poi chiamato "inconscio", "io", "super io" ecc...
Per stare in tribù, sin dai tempi delle caverne, abbiamo dovuto sviluppare un'etica dei rapporti, un codice, una legge "morale" condivisa.
Ma questo è avvenuto secondo me in modo indipendente da "dio", dallo sviluppo dell'idea di dio nell'uomo.
Poi, nel corso della storia, si è evoluta quest'idea di divinità, l'uomo ci ha proiettato sopra archetipi femminili (Dea Madre) e maschili (dio padre onnipotente punitore ecc... ), e una casta sarcerdotale ha unito a dio il concetto di morale, come a dire "lui ne è il custode, noi ne siamo i ministri, quindi voi dovete fare quello che diciamo noi o siete fuorilegge".
La "natura buona" dell'uomo è quella che ha fatto si che alcuni nostri antenati imparassero a vivere insieme in una caverna anzichè prendersi a clavate e mangiarsi a vicenda...
Le "leggi di dio", secondo me, se esistono e se esiste dio, sono qualcosa di "ultraumano" o "preumano".... ritengo puerile l'idea di dio che si preoccupa se noi facciamo i "bravi", se rubiamo o se "desideriamo la donna d'altri" (capirai, stamo tutti all'inferno allora)
C.
"S'è la notizia fossi confermata sarò zio."
Infatti è noto che Zeus non desiderasse le donne altrui...ma non era anche lui un Dio?![]()
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Torno alla domanda iniziale cercando di motivare il mio NO!
Credo ogni essere vivente dotato di un minimo di intelletto si ponga domande del tipo: da dove veniamo, dove andiamo e via dicendo.
A tali domande in parte, nella storia contemporanea, ha risposto il progresso scientifico.
In precedenza l'unica "arma" che aveva l'uomo per risolvere la questione era "supporre" l'esistenza di qualcosa di soprannaturale.
L'origine della religione.
Sono nato in una famiglia cattolica ed ho ricevuto educazione cattolica.
Tuttavia la mia mente ad un certo punto si è semplicemente rifiutata:
spiegare qualcosa introducendo, senza alcuna prova, un qualcosa che è più difficilmente spiegabile, come un dio, è a mio modo di vedere semplicemente assurdo.
Tuttavia accetto senza problemi che altri abbiano bisogno di quel qualcosa come un dio per vivere più sereni.
Intollerabile invece che chi ha bisogno di quel qualcosa vuole imporlo anche agli altri.
Considerazioni più generali sulle religioni:
in realtà spesso e volentieri quel bisogno è stato semplicemente sfruttato.
Appena nata qualsiasi religione ha assunto immediatamente il carattere del potere e del controllo delle persone,
e questo a prescindere dalla "bontà" della persona che quel potere esercitava.
Esempio: vogliamo parlare dello strumento cattolico della confessione? O dei comandamenti?
Il fatto che su alcuni punti ci sia accordo tra etica laica e religiosa è irrilevante, molto più rilevante come si arriva a quel punto.
Esempio: non rubare.
Non accetto che mi venga imposto da una presunta entità superiore (in realtà sempre umana perchè è sempre qualche umano che si fa interprete della volontà divina), lo accetto molto più volentieri se espressione della volontà tutta terrena di una società "civile".
La religione è sostanzialmente un meccanismo perfetto per imporre a masse di "ignoranti" regole, e non importa se quelle regole alla fine sono anche accettabili. Il problema, come già detto, è che spesso sono anche inaccettabili.
![]()
Grande banalità. Quando le nostre nonne portavano il fazzoletto in testa le donne afgane giocavano a basket. In genere la civiltà islamica fino a meno di un secolo fa è stata molto più evoluta ed emancipata da quella cristiana.
Bastano una serie di vicende storiche avverse e anche la modernissima europa potrebbe un giorno ritrovarsi a quei livelli.
Comunque resto dell'idea che l'ateismo avrebbe lo stesso effetto di un fondamentalismo religioso. La società deve essere laica e non atea. Per me molti che si dichiarano atei qui dentro sono semplicemente avversi all'istituzione religiosa più che al trascendente.
Ultima modifica di Marco.Iannucci; 31/05/2013 alle 14:34
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La religione non impone regole. O almeno non dovrebbe imporle. Questo è un uso deviato che è stato fatto dalla religione. La religione fornisce delle regole morali semplicemente, il cui individuo può scegliere liberamente se seguire oppure no. Nella religione cristiana celebre è la frase: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", perchè quel gran personaggio che l'ha pronunciata aveva capito di non mischiare la questione della fede con quella dello Stato. Parole inascoltate
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Quoto tutto ma in particolare il grassettato. Io ho un grave problema di memoria causato da un incidente sul quale non voglio dilungarmi, non ricordo un tubo di quando avevo dai 13 anni in giù, solo sprazzi. Ebbene, l'altro giorno ero in macchina con un mio amico e ad un tratto mi è tornata in mente una canzoncina dell'oratorio che cantavamo a circa 8 anni. Ci siamo sorpresi (è dire poco) di come ci abbiano LAVATO il cervello in quell'età totalmente inconsapevoli di quel che stavamo facendo. L'obbligo (si lo era) al catechismo, andare a messa, ricevere la comunione... È molto poco, come dire...democratica la cosa. È questa una delle cose che più odio delle religioni, soprattutto in questo paese, che sulla Carta dovrebbe essere laico. E invece no, abbiamo anche l'ora di religione... Molto utile, si sa, la matematica o la fisica in confronto sono un niente. \as\ Scherzi a parte, ringrazio me stesso di aver saputo utilizzare quel poco di cervello che ho e di essermi lavato via la manica di sciocchezze che mi sono state imposte.
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