
Originariamente Scritto da
alexeia
Dipende cosa si intende per "base etnica", dato che il termine in antropologia ha visto un graduale spostamento di significati nell'ultimo secolo.
Dal punto di vista "culturale" in senso lato, delle differenze ci sono, diciamo a livello di "visione del mondo". Per una serie di motivi storici, antropologici, geografici e non dimentichiamo umani - quel fattore insondabile per cui uno preferisce una cosa, l'altro un'altra - si sono delineate diverse visioni del mondo, che accomunano grandi gruppi umani: parlo di credenze, religioni, filosofie, insomma tutte quelle cose che plasmano una mentalità, e che fanno sì che si trasmetta alle generazioni successive, mutando solo molto lentamente.
E questi atteggiamenti mentali condizionano tutte le azioni degli individui che aderiscono a essi.
Faccio un esempio classico anche se ormai abbastanza superato: la struttura della fede protestante, la scala di valori che propone e quindi e motivazioni all'agire sono fra i fattori che hanno spinto l'imprenditorialità dei paesi del nord; di contro, altro esempio classico, la mentalità romana circa cosa sia degno del patrizio ha sicuramente influenzato la scelta di appoggiarsi a un'economia tradizionale su base schiavistica anziché impegnarsi a sviluppare macchine i cui principi all'epoca erano ben noti (e qui non è solo questione di convenienza e di mercato, ma di mentalità a monte). Ripeto, esempi tirati fuori con l'accetta, che non vale la pena discutere qui e ora in quanto OT, ma
li faccio per dare un'idea di cosa sto parlando.
Il mondo slavo in senso lato ha alle spalle una storia completamente diversa da quella dell'occidente, già solo la separazione definitiva dei due Imperi all'epoca di Teodosio ha portato a due strade divergenti. Così pure la fede ortodossa, molto più conservatrice rispetto a quella cattolica.
Sono elementi che non possono essere trascurati valutando le differenze culturali e di approccio alle vicende del mondo.
D'altra parte, ragioniamo sempre pensando che tutti gli Uomini, prima o poi, arriveranno alle medesime conclusioni, troveranno giusta e condivideranno una medesima visione del mondo, che sarà la nostra di occidentali. Quindi anticipiamo questa immagine felice, appiattendo le differenze storiche e culturali: non ci sono distinzioni di questo tipo, decidiamo di non vederle quindi automaticamente non esistono più.
Il risultato: l'appiattimento su di un'unica cultura omogenea, che non sarà però quella dell'occidente classico, bensì quella dell'estremo occidente...
Perché è di questo che si sta parlando, da un lato esaltiamo le differenze, la ricchezza di un pluralismo di culture, poi però neghiamo che esistano gruppi diversi portatori di tali culture.
Da non confondersi con le vecchie ripartizioni, e con il vecchio concetto di "etnia" come molto più vicino a quello di differenze fisiche, fisiologiche o somatiche, attenzione. Il termine "slavi" in questo contesto sembra un termine fisico e geografico, ma fa riferimento in realtà a una storia, a una sequenza di grandi eventi immateriali, eventi nel mondo delle idee.
E sotto questo aspetto, sì, il mondo est-europeo ha una visione del mondo diversa dalla nostra. E non è detto che trovi altrettanto allettanti quelli che per noi sono "valori" indiscutibili.
La "cultura imprenditoriale" che citi è, appunto, una cultura. Il frutto di un insieme di elementi accrezionati nel tempo, la maggioranza dei quali sono inerenti la sfera mentale, ovvero quella della lunga durata, più difficilmente scardinabile con una semplice spallata. E anche di più difficile penetrazione entro altri sistemi mentali.
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