le guerre di adesso non le vinci con i mezzi di terra e le truppe. Le guerre le vinci con la tecnologia. Fai passare qualche F-35 sopra i mezzi di terra e le truppe e vedi cosa succede
Non a caso, Zelensky lo sa bene, e continua a parlare di nofly zone.
Anzi, i mezzi di terra e le truppe stanno facendo una figura PESSIMA in Ucraina, prendendo bastonate da una resistenza improvvisata.
non solo, non sono in grado dii gestire la logistica dei rifornimenti e dei cambi al fronte.
Si vis pacem, para bellum.
ah boh, il giornalista di skytg24 questo ha detto ha parlato di 2% e circa 300mld l'anno. Non saranno 300, ma poco cambia.
Germania, ritorno al militarismo
qui confermano, sostanzialmente:
Il triplicarsi improvviso del budget per la difesa sarà solo l’anticipo di un’impennata dell’esborso pubblico in questo ambito. Scholz ha garantito che in futuro la Germania si allineerà alle richieste americane, fatte in particolare negli anni scorsi dall’amministrazione Trump, arrivando a “investire” più del 2% del PIL in spese militari. In base agli ultimi dati dell’economia tedesca, l’aumento dovrebbe essere pari a 24 miliardi di euro per raggiungere una cifra totale ben superiore ai 70 miliardi. In questo modo, la Germania diventerebbe la principale potenza militare europea, quanto meno per stanziamenti, superando Gran Bretagna (59 miliardi di dollari spesi nel 2021), Russia (62) e Francia (53).
Si vis pacem, para bellum.
LA SEDIA VUOTA DELL'EUROPA
Potrei fare a memoria l'elenco degli ospedali bombardati che ho visto da vicino, e spesso bombardati da paesi e uniformi per bene. Conosco abbastanza le miserie delle guerre per riconoscere la stupidità delle armi intelligenti, la vergogna delle trappole - sparare per essere sparati - la macchina delle propagande, le fotografie simbolo, il cinismo dei danni collaterali: gli artiglieri non piangono sui loro sbagli, se sono sbagli. C'è un solo modo di opporvisi: far tacere le armi. La cosa più importante, quando si negozia, è frenare l’acquisto all’ultimo minuto. Cioè le azioni militari che contribuiscono a sbilanciare a favore di una delle parti le trattative, e vengono pagate da chi muore sul campo. Allora è importante che oggi i due ministri degli esteri si parlino, ma appare evidente che manca una terza parte, in grado di mediare anche sul terreno, ad esempio organizzando e vigilando sui convogli di evacuazione, favorendo e controllando sospensioni del fuoco. Chi poteva essere la terza parte ? Le Nazioni Unite sono bloccate da veti e lentezza. Avrebbe potuto esserlo l’Europa, se non si fosse fatta parte attiva del conflitto, con l’invio di armi e le sanzioni. Non si tratta di equidistanza, nessuna confusione di ruoli tra aggressore e aggredito, nonostante il dibattito su come si sia arrivati all’invasione resti prezioso, come lezione. Si tratta di ricavarsi il ruolo che spetta a una comunità, quella europea, che dovrebbe fondare le sue politiche sul ripudio dei conflitti e sulle negoziazioni. Invece siamo scesi in trincea, e per di più solo simbolica. Li abbiamo adottati, gli ucraini che vogliono essere liberi, ma a distanza. L’unico paese che ci sta guadagnando sono gli Stati Uniti, paese per me caro, ma disastroso nelle sue politiche internazionali. Stavolta gli sta andando bene: è riuscito a mettere nell’angolo l’orso russo, e a logorarlo con la resistenza ucraina. Sì, lo ha spinto tra le braccia della Cina, ma non paga prezzo con le sanzioni, né con il fabbisogno energetico. Ha ravvivato una Nato stordita dall’Afghanistan, e ridotto a muta abbaiante l’Europa, incapace di una sua politica autonoma, lieta di essere unita come non mai, ma unita nell’impotenza. Ripeto, non si tratta di fare i Ponzio Pilato, di non indignarsi davanti alla morte di civili inermi. Si tratta di accompagnare l’Ucraina non a vendere cara la pelle – o, peggio a fare sì che sia l’Ucraina ad accompagnare noi in guerra- ma a una salvezza, con i suoi costi inevitabili (Crimea, Donbass, rinuncia alla Nato), e con i suoi meriti (il risparmio di vite umane, la sopravvivenza delle sue istituzioni, il ritorno dei profughi, la ricostruzione). E di lasciare a Putin l’eredità della sua prepotenza, tra sanzioni, costi umani del conflitto, dissenso interno: le vittorie mutilate e il silenzio delle armi per gli autocrati sono sempre più imbarazzanti del fragore della battaglia. PS Sì, la foto non sembra una foto di guerra, e neanche una foto simbolo. E' dall'album di quella ragazza che con altri due stava portando cibo a un canile, ed è morta sotto qualche bomba. Si chiamava Anastassia, credo, ma è una storia di qualche giorno fa, già ingoiata dal diario di guerra.
Toni Capuozzo
Continuo a sposare la sua linea
Comunque a proposito dell’investimento nella difesa militare (e qui pochi cacchi, l’europa si era generalmente illusa che le guerre sul suolo europeo appartenessero al passato, questo evento è servito da sveglia, ha fatto capire che il rischio non è mai nullo quindi non serve scandalizzarsi) non vedo perché debba essere ostacolata la difesa comune, ne guadagnerebbero tutti gli stati: anziché investire tot per avere ognuno il suo intero esercito, basterebbe una parte di quel budget da investire su un esercito europeo unico che comunque, avendo alle spalle il contributo di mezzo miliardo di cittadini, sarebbe grande e avanzato abbastanza da intimorire qualsiasi aggressire esterno.
Aldilà di questo credo comunque che questa guerra farà nascere molta più consapevolezza su questa possibilità, finora sempre trattata come un’idea astratta.
PS: tra l’altro Draghi qualche mese fa aveva parlato dell’esigenza di dar vita a una difesa comune. A posteriori sembra quasi un’allusione a questi avvenimenti.
la difesa comune deve essere il primo obiettivo militare europeo, ma credo che anche a sto giro sarà utopia.
Il riarmo della Germania sarà necessariamente un problema, anche qui è solo questione di quando e non di se.
Già con il coltello economico dalla parte del manico hanno mandato in malora stati interi, figuriamoci se hanno anche un esercito forte e lo avranno visto quanto investiranno e la capacità produttiva che hanno, nonché la competenza tecnologica e via discorrendo.
nel giro di 2/3 anni si portano al pari degli altri, come minimo.
Nell'articolo che ho postato lo spiega abbastanza bene e io condivido il finale:
Presto o tardi, le ambizioni della Germania finiranno per scontrarsi con quelle della Francia, della Gran Bretagna e degli stessi Stati Uniti. Nella nebbia della propaganda che avvolge il conflitto in corso in Ucraina e dietro l’apparenza di un allineamento perfetto contro il “mostro” Putin, si intravedono probabilmente già alcuni dei contrasti e delle divisioni innescati dal ritorno in auge delle politiche militariste, a cominciare dalla decisione del governo francese di tenere aperto, almeno per il momento, un canale di comunicazione diretta con il Cremlino.
Si vis pacem, para bellum.
Condivisibile in gran parte, devo dirlo. Ma alcune cose non sono proprio così.
L'Europa (nella figura di Macron e di Sholtz) ha fallito la sua mediazione non tanto per incapacità per "discesa in campo", quanto per testardaggine e ottusità nel cercare il dialogo con Putin. Infatti (guarda caso) le uniche timidissime cose che si sono ottenute - e male, comunque, cioè i corridoi umanitari e le pseudo-tregue - si sono ottenute senza Putin, perfino con Lavrov (che ogni tanto ci chiediamo se ci crede davvero a quel che dice). Perchè Erdogan, che è diventato mediatore, non ha insistito nel coinvolgere Putin? Perchè ha capito perfettamente che non è una persona con cui interloquire, è perfettamente inutile.
Riguardo gli Stati Uniti: vero anche questo, hanno una certa indipendenza energetica, possono permettersi molte cose che noi non possiamo.
E sul discorso Europa in generale: non sta scritto da nessuna parte che questa debba mediare a tutti i costi tra una parte e l'altra, nè che debba per forza porsi in posizione "intermedia" tra qualcuno.
E meno male, tra l'altro. Se la Russia volesse sganciare 10 bombe atomiche sulle principali città europee, e gli Stati Uniti non vogliono, l'Europa dovrebbe mediare e dunque farsi sganciare solo 5 bombe atomiche? No, solo per capire eh.
Lou soulei nais per tuchi
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