Originariamente Scritto da
galinsog@@
Certamente rincari delle bollette, che potrebbero toccare il 100% a partire dal prossimo mese, costringeranno molti di noi a ridimensionare fortemente l'uso del riscaldamento domestico, è vero che quasi sicuramente verranno adottate misure fiscali per contenere tale rincaro (e non si può fare altro perché imporre dei tetti rigidi ai prezzi alla distribuzione significherebbe far rischiare il default alle aziende produttrici), comunque queste misure avranno un effetto molto parziale e l'impatto sui costi per il gas domestico sarà importante.
Sul discorso del "fallimento" della globalizzazione sono scettico, nel senso che un mondo diviso in due compartimenti, con da una parte i paesi che fanno parte del "nucleo storico" del WTO (USA, Europa, Giappone, Australia, ecc.) e dall'altra tutti gli altri (BRIICS) mi sembra uno scenario improbabile, per ragioni ben precise:
1. la Federazione russa è sicuramente un grande produttore di energia "fossile" ma non ha nessun altro "appeal" da esercitare nei confronti di partner economici globali, di fatto è un Venezuela al cubo (ma magari Putin conta proprio sul fatto di essere a capo di un Venezuela in formato maxi, egualmente cleptocratico, egualmente attaccabrighe coi paesi confinanti, ma dotato di un arsenale atomico, in fin dei conti a Putin interessa davvero solo la propria sopravvivenza umana e politica, non la collocazione mondiale della Russia);
2. La Repubblica popolare cinese non ha alcun interesse esistenziale a chiudersi in un recinto, perché nel giro di poco (una generazione? Un decennio?) tornerebbe ad essere la vecchia Cina dei tempi di Mao, ossia un'economia basata in gran parte su forme autarchiche e precarie di sussistenza, non credo che i cinesi, dopo aver toccato livelli di benessere abbastanza diffuso (e perfino qualche momento di molto relativa libertà) vogliano tornare a sperare nella benevolenza del monsone estivo per poter avere la classica scodella di riso con cui sfamarsi una volta al giorno...
3. India, Indonesia, Sud Africa, Brasile possono anche pensare di utilizzare le svendite russe di beni energetici come carburante aggiuntivo per alimentare il proprio sviluppo economico, ma certamente non hanno nessuna aspirazione a far parte di un sistema economico sino-russo centrico, posto che la Russia né tantomeno la Cina hanno un reale interesse a creare un tale sistema e oltretutto credo che la dipendenza europea dai combustibili russi possa aver insegnato qualcosa anche agli altri BRIICS. Terranno il piede in due scarpe fino a quando gli converrà, poi faranno una scelta e dubito che possa essere quella di avvicinarsi definitivamente alla Russia;
4. cambierà molto a livello di "supply chain", da questo punto di vista ci sarà sicuramente una maggiore diversificazione nelle fonti di approvvigionamento e distribuzione (lo vediamo già coi beni energetici, lo vedremo presto in altri mercati, come quello delle "terre rare") e forse alcune produzioni strategiche potrebbero essere parzialmente re-internalizzate in Occidente, tuttavia non riesco a prefigurare un mondo da Guerra Fredda 2.0.
Tutto questo impatterà certamente anche sui costi di alcuni prodotti come quelli tecnologici, insomma in futuro la tecnologia e l'energia potrebbero essere meno a buon mercato di quanto lo sono state tra il 1990 e il 2020. E' probabile che per lungo tempo (magari per un decennio) l'inflazione rimanga su livelli strutturali più alti di quanto abbiamo sperimentato negli ultimi 30 anni...
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