Guarda, perfino aprire un secondo fronte nel NW per alleggerire la pressione della controffensiva ucraina nel Donbass avrebbe poco senso in questa fase della guerra, perché sortirebbe solo effetti temporanei. E un secondo fronte poi lo devi anche sostenere. Per assurdo i russi avrebbero molta più convenienza a rafforzare le linee di difesa nelle zone tutt'ora occupate del Sud e del SE (e il supporto logistico bielorusso potrebbe fare davvero comodo), aspettare che la controffensiva ucraina perda di slancio e prima o dopo succederà, riorganizzarsi (potrebbe volerci tutto l'inverno) e poi eventualmente provare con una nuova avanzata da Sud e da Est...
Putin non può ordinare niente a Lukashenka, gli ha già chiesto di intervenire a marzo e Lukashenka ha rifiutato.
L'esercito bielorusso non vuole intervenire, tra contrariare i suoi militari e contrariare Putin il dittatore continuerà a scegliere i suoi militari, perché ora che i russi sono drasticamente indeboliti il suo esercito è l'unica cosa che lo tiene al potere.
Nè tantomeno i russi possono impegnare i loro soldati in un posto diverso dall'Ucraina, quindi non possono permettersi di forzare la mano più di tanto. Se per disperazione lo facessero potrebbe essere un modo interessante per finire prima la guerra in realtà.
Tra l'altro se c'è stato un momento in cui è stata probabile l'apertura del secondo fronte è stata l'offensiva primaverile in direzione di Kiev, in quel momento la manovra a tenaglia sarebbe stata strategicamente possibile e (forse) conveniente. I russi sapevano perfettamente di essere a corto di uomini per sostenere un tentativo di invasione e occupazione su larga scala, perché anche loro hanno analisti militari che sanno fare il loro lavoro. Nel momento in cui si è capito che non ci sarebbero stati né sollevamenti militari ucraini contro il governo legittimo, né la fuga di quest'ultimo, con conseguente disgregazione del potere esecutivo e delle catene di comando (un po' come il nostro 8 settembre) i russi avevano tutta la convenienza a chiedere supporto militare attivo alla Bielorussia, se non l'hanno fatto seriamente o comunque non hanno "insistito" evidentemente non si fidavano...
A dire il vero fa così dalla "Seconda guerra di Cecenia", bombardamenti terroristici, massacri e omicidi di massa come risposta ad atti "terroristici" contro obiettivi russi... all'epoca saltarono in aria alcuni popolosi caseggiati a Mosca e a Volgodonsk e si parlò perfino di auto-attentati, orditi da ambienti dei servizi segreti e attribuiti per ragioni di comodità agli indipendentisti ceceni... di possibile auto-attentato se ne è parlato anche in queste ore, dopo l'esplosione sul ponte, sono ricostruzioni un po' arzigogolate ma non del tutto implausibili, data la tendenza alle "faide" interne che caratterizza gli apparati di sicurezza ex-sovietici...
Ultima modifica di galinsog@; 10/10/2022 alle 17:39
Non serve solo la capacità offensiva per vincere una guerra, serve pure quella logistica e organizzativa, che di fatto è azzerata. Ovviamente la Russia ha ancora moltissmi strumenti per fare "terrorismo di stato", dai vecchi lanciarazzi Katjusha a missili intercontinentali armati con testate nucleari strategiche, il problema per i russi è utilizzare questo arsenale in modo utile per le sorti di questa guerra...
Se ci limitiamo al problema degli arsenali convenzionali e nucleari russi, quello della loro pericolosità (in mani criminali) resterà anche dopo la fine della guerra e anche dopo che Putin non sarà più presidente (che sia questione di settimane o di parecchi anni). Però stiamo parlando dell'evoluzione della crisi ucraina e della guerra provocata dall'invasione russa e credo che la capacità della Federazione Russa di determinarne l'esito, in senso a lei favorevole, sia ormai quasi del tutto annichilita, almeno nel breve e medio periodo.
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