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  1. #12601
    Burrasca forte L'avatar di Gio83Gavi
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Trump: Ukraine’s Survival Is ‘Important to Us’ | National Review

    In questi giorni viene mostrata un po' su tutti i canali di comunicazione una delle ultime interviste all'ex presidente Trump che riesce, in un modo o nell'altro, sempre a far parlare di se'.
    Al di la' di quanto ha detto sull'Ucraina tempi addietro (l'Europa non sta facendo abbastanza, chi non investe abbastanza nella NATO andrebbe buttato fuori...), questa volta ha aggiunto che la sopravvivenza dell'Ucraina e' importante sia per l'Europa che per gli Stati Uniti.
    Sembrerebbe una nuova posizione (non si sa se il suo incontro con l'ex premier polacco Duda a New York di qualche giorno fa' abbia avuto un impatto sulla cosa) quella dell'ex presidente, ma conoscendo un po' il soggetto potrebbe far tutto parte della gia' intrapresa campagna elettorale.

    Mi verrebbe allora da chiedere... Ma come? Eri proprio tu che chiedevi a Putin di rivelare i "loschi" affari di Hunter Biden a durante l'inizio della guerra o era il tuo alter ego creato dall'intelligenza artificiale?

    A parte le battute, vedremo in che modo la cosa avra' un seguito... O se rimarra' una dichiarazione a vuoto

  2. #12602
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    La camera dei rappresentanti USA ha finalmente approvato il nuovo pacchetto di aiuti militari da 60 miliardi con 311 voti contro 112, a favore 210 Democratici e 101 repubblicani.

    Come previsto c'era una ampia maggioranza a favore, il ritardo dipende interamente da Trump e da Johnson che non hanno consentito che venisse messo ai voti prima.

    Nelle prossime settimane (dopo il voto del senato che però è abbastanza scontato) potranno finalmente riprendere gli aiuti militari USA, che in buona parte sono già accumulati vicino al confine polacco, dopo 9 mesi di stop quasi totale.
    Ultima modifica di snowaholic; 21/04/2024 alle 06:38

  3. #12603
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Letta la notizia qualche gg fa e mi è uscito uno spontaneissimo "Amen, meglio tardi che mai".
    Non riesco a capacitarmi del fatto che "il più grande" Paese del mondo sia ostaggio di un cialtrone criminale ritardato e della sua cricca.
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  4. #12604
    Uragano
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Letta la notizia qualche gg fa e mi è uscito uno spontaneissimo "Amen, meglio tardi che mai".
    Non riesco a capacitarmi del fatto che "il più grande" Paese del mondo sia ostaggio di un cialtrone criminale ritardato e della sua cricca.
    Consoliamoci però, qualcuno ci supera a volte

  5. #12605
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Un segnale giunge da Pechino - La Ragione
    La settimana scorsa due eventi hanno funestato il Cremlino. Il primo, che ha ricevuto vasta attenzione, è stata l’approvazione alla Camera dei Rappresentanti Usa del provvedimento che sblocca 60 miliardi di dollari di assistenza all’Ucraina per fronteggiare l’offensiva russa e gli attacchi indiscriminati sulla popolazione. Il secondo, meno pubblicizzato, tuttavia è più gravido di conseguenze nefaste per il regime di Putin. “The Economist” ha pubblicato un editoriale di Feng Yujun, professore dell’Università di Pechino, prominente esperto di Russia, il quale senza mezzi termini ha preconizzato che la guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina si risolverà con una sonora sconfitta per le ambizioni revansciste russe intrise di farneticazioni sulla Terza Roma. Presumibilmente l’accademico cinese ha ottenuto la luce verde dal vertice del Partito comunista cinese, pertanto le sue analisi segnalano un informale ma brusco ripudio della «partnership senza limiti» forgiata solennemente fra Putin e Xi Jinping alle Olimpiadi prima dell’invasione.Feng ha esposto quattro fattori chiave che «renderanno inevitabile la sconfitta finale della Russia» e il suo ritiro da tutti i territori ucraini, Crimea inclusa. Il primo è la strenua resistenza degli ucraini, che Feng giudica «straordinaria»; il secondo è l’ampio sostegno internazionale a Kiev, per quanto vacillante; il terzo è la combinazione di «potenza industriale e sistemi di comando, controllo, comunicazione e intelligence» che caratterizza la guerra moderna e per la quale la macchina bellica russa è inadeguata, a causa della «drammatica deindustrializzazione» seguita alla dissoluzione dell’Urss. Il quarto fattore è infine il deficit di informazioni fornite ai vertici del Cremlino dai responsabili della sicurezza nazionale, che impedisce di valutare freddamente e coerentemente la condotta della guerra. Per di più la Russia ha rafforzato la Nato, con l’adesione di Svezia e Finlandia e l’impennata delle spese militari. Feng ha concluso che «le relazioni tra Cina e Russia non sono prestabilite» e che gli eventi degli ultimi due anni le hanno influenzate: in pratica una dichiarazione di sostanziale neutralità (od opportunismo). La svolta non produrrà effetti immediati in quanto la Cina ricava sostanziali benefici dai traffici con la Russia, soprattutto in campo energetico.Tuttavia ora Putin è avvertito che il sostegno cinese all’economia di guerra non è più incondizionato e che in caso di emergenza da Pechino non verrà lanciato alcun salvagente.
    https://themarketjourney.substack.com :
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  6. #12606
    Uragano
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Un segnale giunge da Pechino - La Ragione
    La settimana scorsa due eventi hanno funestato il Cremlino. Il primo, che ha ricevuto vasta attenzione, è stata l’approvazione alla Camera dei Rappresentanti Usa del provvedimento che sblocca 60 miliardi di dollari di assistenza all’Ucraina per fronteggiare l’offensiva russa e gli attacchi indiscriminati sulla popolazione. Il secondo, meno pubblicizzato, tuttavia è più gravido di conseguenze nefaste per il regime di Putin. “The Economist” ha pubblicato un editoriale di Feng Yujun, professore dell’Università di Pechino, prominente esperto di Russia, il quale senza mezzi termini ha preconizzato che la guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina si risolverà con una sonora sconfitta per le ambizioni revansciste russe intrise di farneticazioni sulla Terza Roma. Presumibilmente l’accademico cinese ha ottenuto la luce verde dal vertice del Partito comunista cinese, pertanto le sue analisi segnalano un informale ma brusco ripudio della «partnership senza limiti» forgiata solennemente fra Putin e Xi Jinping alle Olimpiadi prima dell’invasione.Feng ha esposto quattro fattori chiave che «renderanno inevitabile la sconfitta finale della Russia» e il suo ritiro da tutti i territori ucraini, Crimea inclusa. Il primo è la strenua resistenza degli ucraini, che Feng giudica «straordinaria»; il secondo è l’ampio sostegno internazionale a Kiev, per quanto vacillante; il terzo è la combinazione di «potenza industriale e sistemi di comando, controllo, comunicazione e intelligence» che caratterizza la guerra moderna e per la quale la macchina bellica russa è inadeguata, a causa della «drammatica deindustrializzazione» seguita alla dissoluzione dell’Urss. Il quarto fattore è infine il deficit di informazioni fornite ai vertici del Cremlino dai responsabili della sicurezza nazionale, che impedisce di valutare freddamente e coerentemente la condotta della guerra. Per di più la Russia ha rafforzato la Nato, con l’adesione di Svezia e Finlandia e l’impennata delle spese militari. Feng ha concluso che «le relazioni tra Cina e Russia non sono prestabilite» e che gli eventi degli ultimi due anni le hanno influenzate: in pratica una dichiarazione di sostanziale neutralità (od opportunismo). La svolta non produrrà effetti immediati in quanto la Cina ricava sostanziali benefici dai traffici con la Russia, soprattutto in campo energetico.Tuttavia ora Putin è avvertito che il sostegno cinese all’economia di guerra non è più incondizionato e che in caso di emergenza da Pechino non verrà lanciato alcun salvagente.
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  7. #12607
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    L’economia cinese è già oggi molto sbilanciata: rappresenta il 18% del PIL mondiale, ma solo il 13% dei consumi globali e un 32% degli investimenti globali. Se la Cina dovesse crescere in media del 4-5% all'anno per il prossimo decennio, come nei programmi del Partito, il resto del mondo dovrebbe ridurre la quota di investimenti del proprio PIL per espandere i consumi ed accogliere i prodotti cinesi.Il problema della Cina è che lo spazio per assorbire i suoi prodotti si restringe, men che mai può trovare sbocco in Russia.
    Loro devono cambiare paradigmi, ma non è una cosa indolore e gli altri non stanno a guardare, l'amicizia con l'europa era ed è per convenienza. Ed è emblematico che Xi abbia fatto appello allo spirito di amicizia con Blinken. Che si traduce: per favore comprateci la merce, la nostra bella merce.

    Qui alcune considerazioni da pianoinclinato.it

    La Cina punta sul settore manifatturiero per rilanciare l'economia. Nel primo trimestre dell'anno, il settore manifatturiero ha registrato una crescita migliore del previsto e il PIL è risultato più forte delle attese, grazie alla crescita delle esportazioni cinesi e agli investimenti nel settore manifatturiero.Questo dimostra che l'impegno di Xi Jinping a favore del settore manifatturiero, come modo per compensare l'enorme rallentamento del settore immobiliare cinese, sta iniziando a impattare nei dati economici.Se si osservano i dati relativi al credito, invece di confluire nel settore immobiliare, gran parte del credito (che viene dalle banche statali) sta ora confluendo nel settore manifatturiero. L’ordine dei vertici è di perseguire quello che chiamano "sviluppo di alta qualità". In particolare nei prodotti per la transizione energetica: i veicoli elettrici, i pannelli solari, l'energia eolica, le batterie, tutti questi tipi di prodotti.Pechino fa il volto amico sostenendo che i suoi prodotti più economici aiutano a risolvere il problema dell'inflazione in Occidente e contribuiscono alla transizione ecologica. Ma in Europa e negli Stati Uniti si teme che questa sovraccapacità porti al dumping dei prodotti e punti a mettere fuori mercato le aziende occidentali.Tesla, ad esempio, riporta i risultati peggiori da sette anni a questa parte proprio perché coinvolta in una corsa a ribasso sui prezzi dei veicoli elettrici che si sta rivelando devastante, e tutta guidata dall’oversupply garantita dai produttori cinesi.In Europa, si riscopre ogni giorno di più un prurito protezionista quando si parla di auto: i veicoli elettrici provenienti dalla Cina che entrano in Europa sono accusati di essere fortemente sovvenzionati e pertanto andrebbero colpiti con dazi più alti.Sembra inevitabile che quest'anno sarà un grande anno di tensioni commerciali, intrecciate con quelle geopolitiche:“La Cina è ora il principale fornitore di complessi militari della Russia. Vediamo la Cina condividere macchine utensili, semiconduttori e altri beni a duplice uso che hanno aiutato la Russia a ricostruire la sua industria della Difesa.La Cina non può avere relazioni positive e amichevoli con i paesi europei, e allo stesso tempo alimentare la più grande minaccia alla sicurezza europea dalla fine della Guerra Fredda"ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo la riunione del G7.Quanto all’economia cinese le industrie della transizione ecologica non sono abbastanza grandi per compensare la perdita di un settore enorme come quello immobiliare, che era un terzo del PIL cinese. Ma ovviamente ogni contributo è utile.Per il governo cinese la manifattura e le esportazioni sono una cosa facile a cui rivolgersi quando ha bisogno di ottenere rapidamente la crescita. Ma la grande domanda è: l'attuale strategia di Pechino è quella giusta per ottenere il ripristino della fiducia dei consumatori? Perché è a loro che devi rivolgerti se vuoi riequilibrare un’economia già fortemente sbilanciata verso la produzione.
    L'Unione Europea ha fatto irruzione negli uffici di un'azienda cinese in Polonia e nei Paesi Bassi. Nuctech produce scanner per la sicurezza dei bagagli negli aeroporti ed è di proprietà del governo cinese. Bruxelles sta indagando sull'azienda per violazione delle norme sugli aiuti di Stato. La vicenda rischia di infiammare le tensioni commerciali tra la Cina e l'UE.È la prima volta che viene fatta un'incursione in un'azienda straniera in base a queste regole, che consentono di indagare su aziende che si ritiene ricevano sussidi ingiusti da governi stranieri. La convinzione è che Nuctech stia beneficiando di sovvenzioni da parte del governo cinese e di banche cinesi che non sarebbero consentite dalle leggi dell'UE e che altre aziende europee non potrebbero ottenere dai propri governi. Quindi, secondo loro, grazie a queste sovvenzioni, Nuctech è in grado di operare a un livello di prezzo che le aziende dell'UE non sono in grado di praticare, e quindi questo distorce il mercato.Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato: “prenderemo tutte le misure necessarie per salvaguardare con determinazione i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi” e ha definito l'indagine su Nuctech protezionistica, rendendo al contempo meno attraente l'ambiente commerciale dell'UE. La Camera di commercio dell'UE ha affermato che l'UE sta utilizzando questo tipo di strumenti per cercare di reprimere le imprese cinesi.Ci sono state campagne da parte dei legislatori europei per non comprare questi scanner, per non usarli negli aeroporti, in quanto prodotti cinesi. Non sappiamo dove vanno a finire le informazioni. E per motivi di sicurezza nazionale, non dovremmo usarli. Alcuni Paesi ne hanno vietato l'uso. La Lituania nell'UE, il Canada è un altro. Ma ora la UE ha affrontato Nuctech su una piattaforma anti-sussidi, piuttosto che sulla sicurezza nazionale.Si tratta di una delle tante misure con cui Bruxelles sta reagendo in maniera più dura a Pechino e a quelle che considera pratiche commerciali sleali. Negli ultimi mesi, abbiamo assistito all'avvio di un'indagine su un produttore cinese di treni per l'uso di sussidi sleali e a un'indagine per stabilire se la Cina stia usando la sovraccapacità dei veicoli elettrici per scardinare il mercato europeo dell'auto. C'è stata una lunga battaglia sui pannelli solari e altri prodotti per i quali gli europei sostengono che la Cina non sta giocando in modo corretto e che sta riversando questi prodotti sui nostri mercati, sovvenzionandoli ingiustamente.La Cina è il più importante partner commerciale dell'UE e, nonostante le tensioni geopolitiche che abbiamo visto negli ultimi anni, entrambe le parti hanno cercato di proteggere questa relazione. Olaf Scholtz, il cancelliere tedesco, si è recato in Cina la scorsa settimana e Xi Jinping dovrebbe recarsi a Parigi il mese prossimo in visita di Stato al presidente Emmanuel Macron. Vedremo sorrisi più tirati.
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