
Originariamente Scritto da
alexeia
Sì, anche questa è una componente. Il gruppo trascina, e le reazioni all'interno di una massa sono diverse rispetto a quelle dell'individuo quando è da solo. Sullo stuprare e i selvaggi, ci sarebbe da chiedersi a questo punto come ci si giunga oggi, in Italia, spesso anche da parte di ragazzi autoctoni - quindi con il tua/nostra stesso background culturale e di sensibilità - e addirittura "di buona famiglia"; anche qui, il branco fa la sua parte, e se consideri che non si è in situazione di guerra contro dei nemici, ma fra amici nel "tempo libero", così rilassati magari da girare anche il viedo per la condivisione... beh, allora mi spiego facilmente le reazioni dei militari di un secolo fa.
Comunque, anche i cosiddetti "sempliciotti" all'epoca avevano idee e sensibilità diverse dalla nostra. Mia nonna quella di valle, che ammazzava tranquillamente il coniglio allevato con tanta cura, e mio nonno, che gettava via i gattini di troppo appena nati - ricordo ancora di averlo visto da bambina, evidentemente mi ha traumatizzato ma non pensai di denunciare il fatto, "sapevo" che era normale, era "solo" un gatto di troppo, e guarda che io adoro i gatti - quando capitava un riferimento a popolazioni dell'Africa, si esprimevano con termini che facevano capire che non
li consideravano "uomini" alo stesso livello di noi, ma quasi un'altra specie. Era tutto sommato una comune reazione di fronte a qualcosa di alieno e mai visto di persona. Per dire, per riferirsi a un essere umano, si diceva correntemente "un cristiano", il che sottintende che gli altri, quelli non raggiunti dalla Parola, proprio proprio umani uguali agli altri non lo erano...
Quanti di noi riuscirebbe oggi a tirare il collo alla gallina o al coniglio di turno? (so bene che si fa ancora, ci sono i fortunati che dispongono ancora di carne allevata in proprio e sana, quindi non è qui una critica a ciò, ma solo la constatazione che ci siamo ormai allontanati in gran parte da quel mondo... e qui il discorso diviene lungo, ma è un altro discorso). Ecco, un secolo fa, i sempliciotti mandati alla guerra erano di questo tipo. E la guerra era per "portare la civiltà" a esseri percepiti come alieni e sub-umani, questa la vulgata a cui tutti alla fine aderivano.
E davanti a questi uomini-conigli, e alle donne scandalosamente ignude ("se l'è cercata"... questa morale vige ancora, figurarsi allora...) la spinta del branco e la retorica della guerra facevano presto a far crollare qualsiasi freno.
Oggi siamo invece in presenza di uno scontro all'interno di culture tutto sommato simili, che condividono visione del mondo e per molti tratti la storia, uomini contro uomini, diciamo, alla pari. Eppure si vedono gli stessi scempi. E' qui, quindi, che occorre veramente interrogarci sino a che punto l'Uomo può arrivare verso il proprio simile. Oppure prendere atto che, per le truppe mandata al fronte da Putin, gli ucraini non sino "come loro".
Su questo punto sarebbe veramente da indagare più a fondo, perché il mondo sovietico è stato in effetti un calderone di etnie, spesso dislocate forzosamente e costrette ad adattarsi a nuovi contesti geografici, per cui anche l'attuale definizione di "russo" è molto ampia... la Russia arriva sino all'estremità orientale dell'Asia, alla fine, cosicché non è improbabile che, faccia a faccia, si ritrovino soldati che non hanno mai condiviso la medesima cultura e visione del mondo, in maniera analoga a quanto avveniva nelle guerre coloniali di un secolo fa.
Può essere che riaffiorino rivendicazioni etniche, religiose, ideologiche, e che sulla spinta della situazione e del branco riemergano gli istinti ancestrali di animale da preda, scatenati contro un avversario che non è da considerarsi "uguale", nel senso che diamo noi oggi in occidente a questo termine.
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