Lo scopo è importante, perchè si rischia di creare un futuro che porrà le basi per nuove guerre. E' questa mancanza di visione a lungo termine che mi sta disturbando da una settimana a questa parte.
Tant'è che mi spaventa di più il dopoguerra che non la guerra in sè, quando le posizioni sono chiare e cristalline.
"I nostri nonni e bisnonni" si sono trovati impelagati nella guerra, in pochi volevano combattere, e chi si è arruolato animato da spirito spesso lo ha fatto sulla scia di mera retorica.
Al di là di qualche partigiano e delle azioni di coraggio messe in atto da semplici civili (che comunque non è combattere e rischiare la vita ogni giorno, ma solo in quei momenti) ben pochi hanno combattuto in nome di un ideale di libertà.
Io non ci tengo a fare la guerra, quindi no, non ci tengo a proteggere il "mio paese", ma me stesso e la mia famiglia. Posso dare una mano in modo diverso, ma essere costretto in nome di qualche ideale e restare come un topo in trappola come sta succedendo in Ucraina a Mariupol, a Bucha, a Sumy, a Kherson, ecc...a causa dell'ordine di Zelensky il secondo giorno di conflitto di impedire l'uscita a tutti i maschi tra 18 e 60 anni, anche no.
Un conto sono i discorsi di principio e un altro quello che vuoi fare concretamente.
Sul principio non potrebbe dire altro, anche perché non è nei poteri del governo rinunciare a pezzi di territorio, per una esplicita norma costituzionale.
In pratica non hanno mai fatto tentativi per riprendersela e anche dopo l'inizio della guerra hanno sempre escluso questa ipotesi e non hanno mai messo il ritiro dalla Crimea come condizione irrinunciabile nelle trattative, un cessate il fuoco che mantiene lo status quo precedente alla guerra è sempre stato sul tavolo. Se ne avessero l'opportunità probabilmente la riconquisterebbero, ma ci vorrebbe un netto cambio dei rapporti di forza.
" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
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Il "fine" di cui stiamo parlando è una roba che dipende da una guerra scatenata da un altro quindi direi che dal punto di vista di nuove guerre è abbastanza irrilevante.
Fosse partita la guerra dopo le sanzioni magari se ne poteva parlare.
Mancanza di visione a lungo termine?
Anche qui ci sono 3 strade:
1. Fregarsene dell'Ucraina, lasciare fare tenersi il petrolio, il gas, il carbone, continuare a far affari coi russi fino a quando non invade la Polonia. E' aver visione a lungo termine?
2. Dichiarare guerra alla Russia. E' aver visione a lungo termine?
3. Sanzioni economiche e aiuti, anche militari, all'invaso per indebolire l'invasore. Questa invece mi pare di capire che mostri mancanza di visione a lungo termine. Le prime 2 sono meglio da questo punto di vista? O mi sfugge la 4?
Come andrà il dopoguerra dipende dalle sanzioni, dalla loro durata ecc. ecc. ecc.
Del perchè hai messo le sanzioni, che era il fine precedente, non frega niente a nessuno, insisto, tranne agli storici.
O ai futuri Orsini.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Possono anche essere scienziati, ma quando vedo affermazioni fisicamente impossibili e che hanno chiare motivazioni politiche mi altero. Il governo della Moldova è comprensibilmente preoccupato per il possibile utilizzo delle armi ma hanno fatto terrorismo infondato sul rischio di esplosione.
Quei depositi sono fatti apposta per evitare esplosioni accidentali su larga scala e per evitare che i nemici possano eliminare in un colpo solo tutto l'arsenale, per questo hanno fatto capannoni distanti 100 metri l'uno dall'altro.
Quella affermazione dell'accademia delle scienze moldava (ammesso che sia vero e non sia stata distorta dal ministro) è palesemente una esagerazione fatta in malafede, punto.
P.S. valeva lo stesso quando era il governo ucraino a fare terrorismo sulle centrali nucleari, stesso discorso.
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