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  1. #7471
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Si continua a dimenticare una cosa: nessuno si oppone ad una pace tra Russia e Ucraina dovuta a concessioni territoriali.
    Ribadisco: se l'Ucraina legalmente e secondo la sua costituzione (quindi credo facendo referendum) decide di regalare alla Russia Donbass e Crimea... ma ben venga, ma ci mancherebbe ancora. Se l'Ucraina spontaneamente decidesse di porre fine alla guerra cedendo alle richieste russe, è affar loro, nessun problema. Quello che non va bene è giocare col c... degli altri, ossia esterni che, per porre fine ad una guerra, pongono come basi delle concessioni territoriali (altrui). Che è un pò quello che proponi tu, e altri qui dentro. E questo mi spiace ma per il mio modo di vedere è del tutto inaccettabile. Se l'Ucraina vuole farlo, che lo faccia lei. Ma non la si può certo biasimare in caso contrario.
    Io non voglio che si imponga nulla all'Ucraina, al massimo che la si consigli e la si faccia ragionare bene (anche perchè noi occidentali siamo cobelligeranti, quindi almeno qualche consiglio oltre che supporto è giusto che glielo si dia). Sono il primo a denunciare interferenze esterne, lo facevo prima della guerra quando la Russia voleva imporre le sue condizioni, e l'ho fatto recentemente con la NATO nel caso ci fossero un domani pressioni forti se l'Ucraina volesse fare una pace a condizioni che la NATO non ama particolarmente visto che ha anche il chiaro obiettivo di ridimensionare la Russia sul piano geopolitico.


    Mi limito a constatare tristemente che questa mia idea di possibile pace non piace agli ucraini, tutto qui. Mi dispiace seriamente, ma come dici sono loro che hanno tutto in mano.
    Ultima modifica di burian br; 14/05/2022 alle 12:05

  2. #7472
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Cecco d'As Visualizza Messaggio
    "Il golpe a Mosca è in corsa e nessuno può fermarlo" - Il giovane generale Kyrylo Budanov, 36 anni, è uno dei funzionari più vicini a Zelensky e tra i gestori della tattica militare dell'esercito ucraino. All'emittente Sky News ha concesso un'intervista nella quale parla dell'attuale situazione sul campo di battaglia ma anche di quello che sta succedendo al Cremlino ed è molto fiducioso. "E' in corso un colpo di Stato che non si può più fermare, Putin è in condizioni psicologiche e fisiche pessime, è molto malato". Budanov parla apertamenti di cancro e altre malattie per il leader russo e preconizza come la sconfitta di Mosca in Ucraina sarà la miccia che porterà alla rimozione di Putin e alla disintegrazione della Russia. Si tratta di un'azione di propaganda da parte di Kiev? Budanov si difende dietro una semplice risposta: "Sono il capo dell'intelligence, se non le so io queste cose chi dovrebbe saperlo?".
    Mah. A me sembra pura propaganda, in caso contrario è proprio scemoa parlarne ai quattro venti, se spera che vada in porto se ne dovrebbe ben guardare dal pubblicare certe informazioni.

    E poi, non so quanto conviene sperarci… da che mi risulta i golpe sono eseguiti dall’esercito, con a capo dei generali ancor più invasati di Putin. No so cosa accadrebbe se andasse in porto.

  3. #7473
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Mah. A me sembra pura propaganda, in caso contrario è proprio scemoa parlarne ai quattro venti, se spera che vada in porto se ne dovrebbe ben guardare dal pubblicare certe informazioni.

    E poi, non so quanto conviene sperarci… da che mi risulta i golpe sono eseguiti dall’esercito, con a capo dei generali ancor più invasati di Putin. No so cosa accadrebbe se andasse in porto.
    Infatti, c'è chi dice che Putin sia uno dei più moderati lì dentro, quindi figuriamoci se a capo dovesse mettersi uno più esasperato...

  4. #7474
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Segnalo che la Russia ha "bloccato" l'elettricità alla Finlandia.

  5. #7475
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Intanto l'Ossezia del Sud (regione filorussa della Georgia) ha annunciato un referendum unilaterale per l'adesione alla Federazione Russa per il 17 Luglio.
    Tu mi dici, "Ti guardi? Sbagli a paragonarti"

  6. #7476
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Segnalo che la Russia ha "bloccato" l'elettricità alla Finlandia.
    Avevo sentito che i due presidenti si sono sentiti e il blocco del gas non c'è stato.
    Cmq è ancora in corso al conferenza stampa della giovane premier finlandese, sul tema della imminente adesione di Helsinki alla NATO

  7. #7477
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Infatti, c'è chi dice che Putin sia uno dei più moderati lì dentro, quindi figuriamoci se a capo dovesse mettersi uno più esasperato...
    Questo è anche possibile, ma che possa prevalere la vedo dura. Il post-Putin, quando sarà, sarà un vuoto di potere enorme. Mi sembra improbabile che qualcuno riesca immediatamente a prendere il posto di un personaggio di tal calibro.
    Per come la vedo io, purtroppo, la Russia ha il destino segnato, ossia quello di un progressivo impoverimento e passaggio in secondo/terzo piano nella politica mondiale, rischiando di venir piano piano "mangiata" dalla vicina Cina, qualsiasi cosa possa accadere.

    Teniamo conto che Putin finora ha governato col pugno di ferro, con l'eliminazione fisica dell'opposizione interna. Per poter fare questo devi avere un certo appoggio (di parte dell'esercito, almeno dei piani alti, del KGB), un appoggio che si è conquistato in anni e anni di minacce, intimidazioni, omicidi, ricatti. Chiunque verrà dopo non potrà godere immediatamente di tali appoggi, ma solo parziali. Ergo ne scaturirà una lotta intestina che rischierà di gettare il Paese ancora di più nel caos. Anzi, per dirla chiaramente, nel post-Putin la Russia rischia una guerra civile.
    Lou soulei nais per tuchi

  8. #7478
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    13.48 – Esercitazioni aeree russe nel Baltico
    Caccia russi Su-27 hanno preso parte a esercitazioni per respingere un finto attacco aereo nell'exclave russa di Kaliningrad, riporta Interfax, citando la flotta del Mar Baltico. Oltre 10 equipaggi dei Su-27 sono stati coinvolti nelle esercitazioni che si sono svolte due giorni dopo che la Finlandia aveva annunciato l'intenzione di candidarsi all'adesione alla Nato, con la Svezia intenzionata a fare altrettanto.
    Lou soulei nais per tuchi

  9. #7479
    Burrasca forte L'avatar di Gio83Gavi
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    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Avevo sentito che i due presidenti si sono sentiti e il blocco del gas non c'è stato.
    Cmq è ancora in corso al conferenza stampa della giovane premier finlandese, sul tema della imminente adesione di Helsinki alla NATO
    In merito all'adesione della Svezia e della Finlandia alla NATO c'è il parere contrario della Turchia, che ce l'ha soprattutto con la prima delle due accusandola di ospitare terroristi del PKK (alcuni membri del parlamento svedese sono curdi).
    Credo che anche in questo caso si raggiungerà comunque un accordo e che quel furbastro di Erdogan chiederà comunque qualcosa in cambio... Sarebbe secondo me il caso di ricordargli che:
    - Nel 2018 il giornalista Kashoggi venne ucciso a Istanbul in modo brutale e il mandante quasi certamente è Bin Salman, ministro dell'Arabia Saudita. Se lui accusa la Svezia di ospitare terroristi del PKK allora bisognerebbe chiedergli se non sapesse nulla della presenza di questi assassini sul suo territorio;
    - Non mi sembra che la Turchia abbia un'economia che stia andando a gonfie vele (Turchia, cercansi dollari disperatamente | Phastidio.net)

    Avrà anche il secondo esercito della NATO dopo quello degli USA, ma non mi sembra che sia molto nella condizione di poter dettare legge... Si spera giungeranno ad un accordo.

    Dal campo intanto continua la battaglia nella regione del Donbass... I russi si sono ritirati da Kharkiv e hanno concentrato le truppe nei pressi di SeveroDonesk dove si sta combattendo violentemente:

    Immagine.jpg

    Ieri l'esercito ucraino ha teso un'imboscata e distrutto una decina di carri armati e ucciso circa un migliaio di soldati russi, mentre da quanto si sa oggi i russi stanno tentando di riguadagnare terreno costruendo due teste di ponte sul fiume per accerchiare i soldati avversari e raggiungere Dnipro/Zaporizhzhia con maggiore facilità... Tutto questo chiaramente perchè si sono ritirati da Kharkiv concentrando le truppe in quella zona.
    Sono notizie molto frammentate e di difficile verifica, as usual, vedremo le prossime ore

  10. #7480
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gio83Gavi Visualizza Messaggio
    In merito all'adesione della Svezia e della Finlandia alla NATO c'è il parere contrario della Turchia, che ce l'ha soprattutto con la prima delle due accusandola di ospitare terroristi del PKK (alcuni membri del parlamento svedese sono curdi).
    Credo che anche in questo caso si raggiungerà comunque un accordo e che quel furbastro di Erdogan chiederà comunque qualcosa in cambio... Sarebbe secondo me il caso di ricordargli che:
    - Nel 2018 il giornalista Kashoggi venne ucciso a Istanbul in modo brutale e il mandante quasi certamente è Bin Salman, ministro dell'Arabia Saudita. Se lui accusa la Svezia di ospitare terroristi del PKK allora bisognerebbe chiedergli se non sapesse nulla della presenza di questi assassini sul suo territorio;
    - Non mi sembra che la Turchia abbia un'economia che stia andando a gonfie vele (Turchia, cercansi dollari disperatamente | Phastidio.net)

    Avrà anche il secondo esercito della NATO dopo quello degli USA, ma non mi sembra che sia molto nella condizione di poter dettare legge... Si spera giungeranno ad un accordo.

    Dal campo intanto continua la battaglia nella regione del Donbass... I russi si sono ritirati da Kharkiv e hanno concentrato le truppe nei pressi di SeveroDonesk dove si sta combattendo violentemente:

    Immagine.jpg

    Ieri l'esercito ucraino ha teso un'imboscata e distrutto una decina di carri armati e ucciso circa un migliaio di soldati russi, mentre da quanto si sa oggi i russi stanno tentando di riguadagnare terreno costruendo due teste di ponte sul fiume per accerchiare i soldati avversari e raggiungere Dnipro/Zaporizhzhia con maggiore facilità... Tutto questo chiaramente perchè si sono ritirati da Kharkiv concentrando le truppe in quella zona.
    Sono notizie molto frammentate e di difficile verifica, as usual, vedremo le prossime ore
    La Turchia non ha la Nabiullina... sono quelli con l'aria condizionata guasta nell'ondata di calore del secolo...

    Buon articolo:

    Marcello Flores e Giovanni GozziniLa “guerra per procura”
    «Ricondurre la guerra di aggressione russa all’Ucraina a un conflitto per procura tra Russia e Stati Uniti è un modo consolatorio per utilizzare i criteri e i parametri della guerra fredda con cui siamo convissuti per decenni, ma impedisce di comprendere la novità della strategia aggressiva di Putin».Il mantra più frequente delle ultime settimane, introdotto dagli «esperti geopolitici» e utilizzato con entusiasmo da tutti coloro che non vogliono (per timore o per avversione) che si mandino armi in difesa della resistenza ucraina contro l’invasione russa, è la «guerra per procura» o «proxy war». La «procura» è la delega attraverso cui qualcuno (persona, istituzione, stato) conferisce a un’altra entità (persona, istituzione, stato) il potere di rappresentarlo. Parlare di guerra per procura tra Russia e Stati Uniti (o NATO) vuol dire ritenere che siano stati gli Stati Uniti (o la NATO) a conferire all’Ucraina di rappresentarli nella guerra contro Putin: di cui, evidentemente, porterebbero responsabilità significative nell’averla iniziata o nel continuarla.Per quanto il pensiero geopolitico tenda a ritenere soggetti della storia soltanto le grandi potenze, le cui ambizioni, timori e percezioni dovrebbero essere tenute in considerazione e rispettate (mentre quelle delle piccole potenze evidentemente no), sono rimasti in pochi coloro che non riconoscono che sia stato Putin a invadere l’Ucraina. Altra sorpresa per i geopolitici – in genere poco attenti a fattori non materiali come le ideologie – è stata la capacità di resistenza di una piccola (appunto) nazione come l’Ucraina. E infatti la scelta di parlare di «guerra per procura» non è stata immediata, ma si è fatta sempre più insistente man mano che – di fronte alle capacità inattese di resistenza degli ucraini – Stati Uniti ed Europa si sono trovati costretti (moralmente, politicamente e geopoliticamente) ad aumentare i loro aiuti, anche militari, a chi si sta difendendo da un’aggressione illegittima e criminale.In questo modo si equipara, con un salto logico che dovrebbe far riscrivere gran parte della storia e degli scontri militari avvenuti in passato, l’aiuto fornito a un paese aggredito all’entrata in guerra diretta contro il paese aggressore. Perché succede? Per cercare una risposta siamo andati a rileggere le memorie autobiografiche di Bob McNamara, ministro della difesa statunitense al tempo della guerra in Vietnam. Si dimise in pieno Sessantotto per dissenso con il modo di gestire il conflitto e ormai convinto che quella guerra la si poteva solo perdere. Nelle sue memorie scrive che il motivo vero e profondo della sconfitta americana sia stata la mancanza di “empatia con il nemico”: non sapevamo chi avevamo di fronte e in queste condizioni è molto facile perdere. Anche oggi, come sempre, il problema è lo stesso: chi è Putin? Il guaio delle domande giuste è che producono altre domande. La risposta a questa la cerchiamo in un altro libro molto demonizzato e poco letto: Lo scontro di civiltà di Samuel Huntington. Il punto centrale del libro è che, finite le grandi ideologie del Novecento (fascismo, comunismo), sono destinate a risorgere antiche identità religiose. Scritto otto anni prima dell’undici settembre, non c’è male come capacità di analisi.In Putin si ritrova lo stesso passaggio: da ufficiale del KGB a (finto) seguace della chiesa ortodossa e soprattutto credente nel nazionalismo grande russo. Ma d’altra parte, cosa ha da offrire al futuro la Russia? Non ha le capacità industriali della Cina, non ha la scienza e la tecnologia degli USA (vaccino sputnik insegna). Ha delle risorse naturali (gas, petrolio) in via di sostituzione se non si vuole bruciare il pianeta. Anzi è stata proprio la “maledizione” – gli economisti dello sviluppo la chiamano proprio così – della rendita petrolifera a viziare i russi, scoraggiare i loro imprenditori, alimentare la corruzione. E a perdere i vantaggi che indubbiamente avevano al tempo dello Sputnik (quello vero, il primo satellite spaziale). A Putin rimane perciò solo la forza bruta militare. Quella ha e quella mette sul tavolo. Come dice Shakespeare “c’è del metodo in questa follia”.Perché non ci accorgiamo di queste piccole cose? La geopolitica realista ha avuto notevole successo nell’epoca della guerra fredda, ma nemmeno in quel periodo si è usato il termine di «guerra per procura» per spiegare i conflitti in Vietnam, in Medio oriente, in Afghanistan. Di quegli anni, tuttavia, è rimasto in gran parte dell’opinione pubblica – soprattutto di quella di sinistra e pacifista – l’idea dei «campi» contrapposti, un’idea sopravvissuta, dopo trent’anni, alla fine del comunismo e della guerra fredda; con il collegato e conseguente atteggiamento fortemente critico nei confronti degli Stati Uniti e dell’Occidente, e spesso tollerante e giustificazionista verso quello sovietico.In gran parte d’Europa, e in Italia in modo particolare, si è continuato a guardare ai nuovi rapporti internazionali e al nuovo mondo multipolare con gli occhi del passato, del secolo scorso: e questo ha portato a sottovalutare le mire neoimperiali e l’ideologia neonazionalista di Putin (che non sono solo riedizioni del passato ma hanno forti elementi di novità), con cui ci si è sempre più legati nella dipendenza energetica, frutto di una visione bipartisan della destra e della sinistra; ma anche l’evoluzione della politica statunitense e la sua crescente debolezza proprio in politica estera e sulle scelte internazionali (dal fallimento in Siria di Obama a quello in Afghanistan di Biden, passando per la schizofrenia pericolosa di Trump).Ricondurre la guerra di aggressione russa all’Ucraina a un conflitto per procura tra Russia e Stati Uniti è un modo consolatorio per utilizzare i criteri e i parametri della guerra fredda con cui siamo convissuti per decenni, ma impedisce di comprendere la novità – preoccupante e difficile da risolvere – della strategia aggressiva di Putin, una reinvenzione a uso russo e della sua storia, in un’ottica ideologica religiosa-nazionalista, dello «spazio vitale» ritenuto imprescindibile dal potere di Mosca (e che molti «realisti» considerano il limite da non violare pena il rischio di una guerra nucleare).Coloro che rifiutano, con motivazioni diverse e da prospettive politiche e ideologiche differenti e opposte, la consegna di armi all’Ucraina per continuare a difendersi dall’aggressione russa, cadono nella logica del non-intervento che non ha dato in passato – pur con tutte le differenze di situazioni non comparabili – risultati da considerare positivi. Il non-intervento di Francia e Gran Bretagna di fronte alla ribellione militare dei generali spagnoli contro la Repubblica ha permesso la vittoria, dopo tre anni di guerra civile (e con altri trenta di violenta dittatura) di Franco e dei paesi fascisti che l’avevano militarmente appoggiato, accelerando la scelta bellicista dell’Asse nel 1939. Il non-intervento in Siria da parte di Obama dopo averlo minacciato se si fosse superata la linea rossa delle armi chimiche si è risolto nell’intervento russo e nella terribile e cruenta vittoria di Assad dopo la distruzione di Aleppo e altre città. Si tratta di due esempi, il più lontano e il più vicino nel tempo, in cui la logica di evitare una escalation bellica ha condotto alla vittoria militare dell’aggressore, con conseguenze terribili per la popolazione civile, non solo nell’immediato ma anche nel tempo futuro.Terminare o ridurre l’aiuto alla resistenza ucraina, sia militare che economico, sia diplomatico che umanitario, può solo accelerare una vittoria – magari solo parziale dal punto di vista territoriale, ma completa – dell’esercito russo, le cui forme di occupazione abbiamo visto con dovizia di documentazione a Bucha, Mariupol e tanti altri luoghi. La possibile trattativa che ne seguirebbe non potrebbe essere che un riconoscimento delle condizioni poste da Mosca, mentre quella che facesse seguito a una non-vittoria russa potrebbe incanalarsi su una vera trattativa con la possibile partecipazione di paesi garanti.Resta l’interrogativo – a cui nessuno per ora sa e può dare risposta – se in caso di perdurante non vittoria Putin possa decidere l’escalation verso forme più distruttive fino all’uso possibile di armi nucleari tattiche. Se però fosse questo timore a impedire di continuare ad armare gli ucraini per difendersi si aprirebbe la strada a un equilibrio di «non deterrenza» in cui le potenze nucleari possono invadere e conquistare a piacimento i propri vicini con la minaccia di usare, se ostacolati e fermati, le armi atomiche.La «guerra per procura», in realtà, nasconde anche un’altra insidia, che è forse la più pericolosa: quella di non considerare come entità autonome e indipendenti i popoli e gli stati che vivono accanto o nelle sfere d’influenza delle grandi potenze, di cancellare la loro volontà e le scelte che vogliono e possono compiere, per sottometterli alla logica ferrea del realismo geopolitico e quindi delle ragioni del più forte. Si tratta, da questo punto di vista, di una regressione – non solo ideale e giuridica – di quanto conquistato faticosamente con la pace di Westfalia, anche se la fine della seconda guerra mondiale mantenne e anzi affermò la logica dei campi contrapposti e intoccabili, che poi il crollo del comunismo e la fine della guerra fredda accantonarono in nome dei principi di libertà e autogoverno.Ci pare, in particolare, che non si sia colta in Occidente la novità di quella che gli ucraini chiamano “rivoluzione della dignità” e che nel 2014 porta alla fuga del presidente filorusso. Protagoniste di quella rivoluzione non sono le bandiere degli USA (come era accaduto alla caduta del muro di Berlino nel 1989) bensì quelle dell’Unione Europea (ed è la prima volta che accade nella storia). Il significato ci pare chiaro: non è (solo) l’idea di una prosperità economica a muovere gli ucraini, ma un’idea più ampia e generica di libertà e democrazia (e anche questo è la prima volta che accade). È questo a spaventare Putin, per le implicazioni potenziali che riguardano le giovani generazioni russe. Ma la sua reazione è immersa nel passato: pensa di replicare Budapest 1956 o Praga 1968 con una parata di tank a scopo deterrente. E invece si trova davanti a un mondo cambiato. Anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna oscillano di fronte alla novità: prima offrono un salvacondotto a Zelensky, poi pensano di vincere la guerra sottovalutando le capacità di prolungata guerra di attrito a disposizione di Putin. Errori si mischiano ad errori, da entrambe le parti. Così in passato si è entrati nelle guerre mondiali. A costo di apparire menagrami, è nostro dovere di storici ricordarlo.
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