Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Mmh. Momento. La questione kosovara è profondamente diversa da quella russo-ucraina, non è paragonabile a piè pari.
La situazione balcanica da sempre è stata intricatissima, in quanto - da buon vecchio Impero, Regno e poi Repubblica tutti multietnici - ha sempre visto in sè numerosi popoli diversi vivere in territori comuni. Aree che erano abitate contemporaneamente da macedoni, greci, albanesi, bulgari, serbi, bosniaci, nelle quali ogni nazione di appartenenza ne rivendicava il possesso in virtù della presenza della propria minoranza. La Guerra del Kosovo dunque anzitutto va inserita in questa cornice, nel quale c'erano kosovari albanesi che volevano un'annessione diretta all'Albania (e la creazione di una Grande Albania, con conseguente pulizia etnica dei non-albanesi), altri kosovari che preferivano un'indipendenza sia dall'Albania, sia dalla Repubblica Federale di Jugoslavia, altri kosovari serbi che, invece, non volevano nessun distaccamento dalla suddetta repubblica: era una situazione molto, molto complessa, tipicamente balcanica. Sono quelle situazioni in cui, qualsiasi cosa si possa fare, comunque si danneggiano sempre gli interessi di qualcuno.
Anche oggi è difficile dire chi avesse "torto" e chi "ragione" - a mio avviso - in quanto tutti avevano ragione e tutti avevano torto. La cosa che però va detta - e che si tende a dimenticare - è che la NATO e l'Occidente, sotto l'egida dell'ONU, si applicarono per mesi e mesi per raggiungere un cessate il fuoco. Non solo un cessate il fuoco, ma si cercò di giungere ad un accordo quanto più equo possibile, ossia che la Jugoslavia cessasse le sue operazioni militari e che contemporaneamente l'UCK (l'Esercito di Liberazione del Kosovo) rinunciasse alla richiesta di indipendenza. E nonostante delle tregue temporanee e molto instabili, si verificarono massacri, crimini di guerra, violenze gratuite, in un clima sempre più rovente. A complicare le cose vi fu inoltre l'enorme ondata di profughi albanesi e la conseguente emergenza umanitaria, il massacro di Racak. Il consiglio della NATO del gennaio '99 (che sostanzialmente autorizzava ad attacchi aerei per obbligare il rispetto delle richieste della comunità internazionale) era sì una minaccia a Milosevic, ma anche all'UCK, che avrebbe dovuto in egual misura cessare le ostilità. La conferenza di Rambouillet dell'inizio di febbraio 1999 avrebbe potuto rappresentare un inizio di pacificazione, ma Milosevic non si era nemmeno presentato, segno che non avrebbe mai ceduto, nè si sarebbe ritirato, nè sarebbe sceso a patti. Lo stesso testo finale, che fu davvero ben fatto, in quanto vedeva un Kosovo Jugoslavo con ampia autonomia e col massimo riguardo per gli albanesi suoi abitanti, fu accettato dalla parte albanese (pur scontentandola in parte eh, in quanto non aveva assolutamente adempiuto alle richieste albanesi), ma non da parte serba (e neanche russa, per gradire).
Tutto questo pippone (scusatemi) per dire che, in realtà, i bombardamenti NATO furono l'estrema ratio, e avvennero non per partito preso contro Milosevic o contro la Jugoslavia dell'epoca, ma perchè Milosevic stesso aveva rifiutato qualsiasi proposta di un Kosovo maggiormente autonomo. Attenzione: non sarebbe stato tolto dalla Jugoslavia e dato all'Albania: sarebbe sempre rimasto Jugoslavo, ma con maggiore autonomia, con forze di pace internazionale per garantire la sicurezza degli abitanti, il ritorno dei profughi e una cessazione totale delle ostilità. E non ho parlato della vera e propria pulizia etnica, che fu spietata da parte jugoslava, e generò ovviamente anche rappresaglie feroci da parte albanese.
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