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  1. #7891
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Nel 2035

    Nel frattempo
    Allegato 591542


    cmq per me già l'anno prossimo avremo l'ennesimo rovesciamento di situazione rispetto alla situazione attuale
    È un effetto paradossale delle sanzioni, lo spiegava un articolo del Financial Times citato anche da Burian.

    In pratica noi abbiamo alcune raffinerie di proprietà russa (Augusta in particolare) che non riescono più a rifornirsi con il petrolio proveniente da altri paesi ma possono tranquillamente riceverlo dalla loro controllante russa, quindi sono passate da utilizzare il 10-20% di petrolio russo al 100%.
    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    C'è della strategia: stiamo comprando di più adesso per ricostituire le scorte con i prezzi delle materie prime ai massimi storici per poi ridurli progressivamente man mano che i prezzi scenderanno.
    Semmai saremmo i furbi che si acquistano il petrolio russo con uno sconto del 30% per fare arbitraggio sui prezzi, ma purtroppo la risposta vera è che le sanzioni sono strutturate in maniera veramente stupida.

  2. #7892
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    È un effetto paradossale delle sanzioni, lo spiegava un articolo del Financial Times citato anche da Burian.

    In pratica noi abbiamo alcune raffinerie di proprietà russa (Augusta in particolare) che non riescono più a rifornirsi con il petrolio proveniente da altri paesi ma possono tranquillamente riceverlo dalla loro controllante russa, quindi sono passate da utilizzare il 10-20% di petrolio russo al 100%.
    Semmai saremmo i furbi che si acquistano il petrolio russo con uno sconto del 30% per fare arbitraggio sui prezzi, ma purtroppo la risposta vera è che le sanzioni sono strutturate in maniera veramente stupida.
    Grazie mi ero perso la spiegazione.
    In ogni caso probabilmente fra un anno la russia avrà piu difficoltà che con le sanzioni attuali, che sono state un calcio nei testicoli ma non la mazzata in testa auspicabile
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  3. #7893
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Il blocco russo del granaio ucraino sta già impattando la sicurezza alimentare e sociale dei Paesi esposti, specie nell’area mediterranea. Sia carestia che instabilità sono direttrici dell’attacco di Putin all’Europa, preparato da tempo, nutrito dalla disinformazione e portato avanti senza curarsi del costo umano


    Nella chiamata di giovedì pomeriggio con Vladimir Putin, Mario Draghi ha sollevato il tema della crisi alimentare “che si sta avvicinando, e in alcuni Paesi africani è già presente”, sottolineando che “avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”. L’allarme arriva dalle organizzazioni dedicate, come il World Food Programme dell’Onu.

    Il grano è bloccato in Ucraina dalle navi dello zar nel Mar Nero, mentre continuano gli attacchi russi all’infrastruttura agricola e di trasporto dell’Ucraina. Intanto la Russia continua a non esportare il fertilizzante, conscia del fatto che i prezzi del gas alle stelle (causati anche dai pompaggi insufficienti di Gazprom nel 2021) ne impatta la produzione in Europa e oltre. Ma per Putin la carestia è solo un altro fronte della guerra ibrida.



    Lo zar ricatta i Paesi importatori di grano, senza preoccuparsi delle ricadute sulla sicurezza alimentare, sfruttando una crisi che ha generato lui stesso. L’offensiva del grano è accompagnata da un’operazione di infowar volta a deflettere la pressione dalla Russia e scaricarla addosso ad altri: l’Ucraina stessa, la Nato, i Paesi occidentali come Canada e Svizzera. Poco importa purché si inquini l’infosfera, tecnica in cui il Cremlino è maestro. L’operazione di propaganda online, monitorata dal centro Ue EUvsDisinfo, procede da settimane attraverso la disseminazione di contenuti online e gli ufficiali russi, fino al vertice.
    Il comunicato ufficiale riportato da Tass spiega che Putin si è offerto di valutare “l’apertura quotidiana dei corridoi umanitari per l’uscita delle navi civili dai porti del Mar d’Azov e del Mar Nero, ostacolata dalla parte ucraina”. Lo stesso Draghi, dopo aver chiuso la comunicazione, ha precisato che Putin ha addossato la crisi alimentare alle sanzioni, specificando che se fossero sollevate la Russia potrebbe esportare il grano. “Ma ovviamente le sanzioni sono lì perché la Russia ha attaccato l’Ucraina”, ha aggiunto il premier.
    La minaccia del grano è di particolare interesse per i Paesi europei che affacciano sul Mediterraneo, essendo più esposti al deterioramento delle condizioni dei vicini nordafricani, a loro volta molto suscettibili alla diminuzione della sicurezza alimentare – l’innesco delle Primavere arabe, un decennio fa, fu l’aumento del prezzo del pane. La stessa Russia ne è conscia e suole premere dove l’instabilità è più forte, come dimostra la presenza di truppe Wagner in Siria, Libia, Mali e altrove.
    Si tratta di un’altra frontiera dell’attacco ibrido russo ai danni dell’Ue. La carestia innesca instabilità nei Paesi africani, l’instabilità tende a favorire recrudescenze terroristiche, colpi di Stato, ondate migratorie verso nord, foriere di ulteriore instabilità politica anche in Ue. Da qui la preoccupazione dei Paesi del fianco sud della Nato – Grecia, Francia, Italia, Portogallo, Spagna –, che non a caso hanno aumentato i contatti negli ultimi mesi. Anche in vista del Summit dell’Alleanza a Madrid, il 29 e 30 giugno, dove verrà presentato il documento programmatico, detto Concetto strategico. Sperando che il baricentro della concentrazione Nato non sia troppo sbilanciato verso nordest.


    Sempre nella stessa chiamata, Putin ci ha tenuto a specificare (con una carezza dal sapore mafioso) che la Russia garantirà forniture ininterrotte di gas all’Italia. Vero è che Eni si è già organizzata per sfruttare la conversione euro-rubli predisposta dal Cremlino, risparmiandosi il destino dei Paesi (come la Finlandia) che si sono visti tagliare il gas dopo aver rifiutato questo sistema. Pare quasi che lo zar voglia “premiare” Italia, Germania e gli altri acquirenti rimasti.
    Ma la clava del grano, con le sue ripercussioni securitarie, rischia di essere ancora più potente di quella dell’energia. Lo dimostra il fatto che con la crisi del grano Putin abbia ridisegnato gli equilibri delle alleanze tra il Mediterraneo, il Medioriente e l’Asia. Tempo fa l’India aveva promesso di alleviare la crisi alimentare esportando il proprio grano. Poi, dopo settimane di siccità estrema e acquisti di energia dalla Russia, ha bloccato le esportazioni verso ovest. Per nutrire i propri cittadini, ma anche per assicurarle ai Paesi del Golfo, a loro volta agganciati alla Russia mediante il filo dell’energia. Con buona pace della volontà occidentale di portare le democrazie come l’India e i Paesi strategici come gli Emirati dalla sua parte
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  4. #7894
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Continuano gli aggiornamenti dal fronte non positivi.
    Ma in tutto questo una bomba da far fuori quei pazzi furiosi delle milizie cecene?

    02.02 Ceceni, preso il controllo della linea di contatto a Severodonetsk

    Il leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, ha affermato ieri sera che un gruppo di combattenti ceceni ha preso il pieno controllo della linea di contatto con "i nazionalisti ucraini" a Severodonetsk, bloccando le uscite dalla città. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Tass. Una 'linea di contatto' è la demarcazione tra due o più eserciti, siano essi alleati o belligeranti. "Un gruppo di volontari russi della Repubblica di Cecena ha preso il controllo completo dell'intera linea di contatto con i banditi: i primi quartieri della città ben fortificata sono già stati sgomberati dalle unità nemiche", ha detto Kadyrov su Telegram.
    "L'edificio dell'hotel, che era stato preparato per una lunga difesa dai banditi, è passato sotto il controllo dei nostri combattenti: la marmaglia dei Banderites è stata completamente bloccata in città, dal momento che tutte le vie di ritirata sono passate sotto il controllo delle truppe russe", ha affermato il leader ceceno citando il termine con cui si definivano i membri dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini (Oun) fondata nel 1929.


    07.19 Zelensky: Russia sta aggirando maggior parte delle sanzioni

    La Russia sta aggirando la maggior parte delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale in seguito all'invasione dell'Ucraina in quando manca una posizione globale condivisa. Lo ha detto in un discorso video il presidente ucraino Volodymyr Zelensky affermando che "sfortunatamente non stiamo vedendo che le sanzioni hanno esercitato molta pressione sulla Russia".


    07.47 Intelligence Gb, conquista Lyman strategica

    La conquista della città di Lyman da parte dei russi è "strategicamente importante" secondo l'ultima valutazione dell'intelligence britannica. "Il 27 maggio, le forze russe hanno probabilmente catturato la maggior parte della città di Lyman, nel nord dell'Oblast di Donetsk, in quella che probabilmente è un'operazione preliminare per la prossima fase dell'offensiva russa nel Donbas". Lyman, prosegue l'aggiornamento dell'analisi di Londra, "è strategicamente importante perchè è sede di un importante nodo ferroviario e dà accesso a importanti ponti ferroviari e stradali sul fiume Siverskyy Donets".
    "Nei prossimi giorni - secondo l'intelligence della Difesa Gb - è probabile che le unità russe nell'area diano priorità alla forzatura dell'attraversamento del fiume. Per ora, lo sforzo principale della Russia rimane probabilmente a 40 km a est, intorno alla sacca di Severodonetsk, ma una testa di ponte vicino a Lyman darebbe alla Russia un vantaggio nella potenziale prossima fase dell'offensiva nel Donbass, quando probabilmente cercherà di avanzare verso le città chiave controllate dagli ucraini più in profondità nell'Oblast di Donetsk, Sloviansk e Kramatorsk".
    Due giorni fa, si ricorda nell'aggiornamento da Londra, "il capo della Repubblica Popolare di Donetsk, autodichiarata e sostenuta dalla Russia, Denis Pushilin, ha dichiarato ai media russi controllati dallo Stato che si sarebbe tenuto un referendum se la Russia avesse conquistato la totalità degli oblast di Donetsk e Luhansk in Ucraina".
    "Se la Russia riuscisse a conquistare queste aree - conclude la nota - molto probabilmente il Cremlino lo vedrebbe come un risultato politico sostanziale e lo ritrarrebbe al popolo russo come una giustificazione dell'invasione".


    08.17 "Diecimila soldati russi nella regione di Lugansk"

    "Diecimila militari russi" sono presenti nella regione di Lugansk, nell'Ucraina orientale. Lo ha detto il governatore di Lugansk Serhiy Haidai alla televisione ucraina. "Ci sono unità stanziate permanentemente nella regione di Luhansk, stanno cercando di assaltare e stanno cercando di conquistare terreno in qualsiasi direzione", ha spiegato.


    09.05 Kiev: "Esercito russo in ritirata da Severodonetsk"

    L'esercito russo ha subito perdite significative ed è stato costretto a ritirarsi nell'area di Severdonetsk, Toshkivka e Oskolonivka, nella regione ucraina del Lugansk (est): lo afferma su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale ucraina, Serhii Gaidai, secondo quanto riporta l'agenzia Ukrinform. Gaidai ha sottolineato che i russi sono stati costretti a indietreggiare nelle loro posizioni precedenti e un altro ponte tra Severdonetsk e Lysychansk è stato danneggiato. "Tuttavia, (i russi) non abbandonano i tentativi di andare nelle retrovie delle nostre truppe e interrompere i rifornimenti logistici nella regione di Lugansk", ha proseguito Gaidai. "Il nemico ha bombardato più volte Severdonetsk, ci sono stati almeno tre pesanti bombardamenti e in alcuni luoghi sono scoppiati combattimenti di strada. Di conseguenza, 14 condomini sono stati danneggiati. Anche il vicino villaggio di Synetskyi... è stato gravemente bombardato".


    10.25 Denisova: "Dopo il grano i russi portano via il metallo dall'Ucraina"

    "Dopo il grano, ora i russi portano via il metallo dai territori ucraini". Lo denuncia Lyudmilla Denisova, commissaria parlamentare ucraina per i diritti umani, dalla sua pagina Telegram. Secondo la commissaria, i prodotti in metallo vengono esportati da Mariupol dalle forze russe, e questo sarebbe il motivo per cui "hanno sminato parte del porto marittimo della città. Gli occupanti hanno inviato 3.000 tonnellate di prodotti in metallo con la prima nave da Mariupol a Rostov sul Don. Inoltre, per movimentare più velocemente il bottino, i russi hanno iniziato a ripristinare i collegamenti ferroviari a Mariupol e Volnovakha". Prima dell'occupazione, denuncia Denisova, il porto ospitava circa 200.000 tonnellate di metallo e ghisa per un valore di 170 milioni di dollari. "Con le sue azioni, l'occupante viola la IV Convenzione di Ginevra del 1949 sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra e l'articolo 8 dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Faccio appello alla Commissione investigativa delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani durante l'invasione russa dell'Ucraina affinché tenga conto di questi fatti di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani in Ucraina".

  5. #7895
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Che combinazione, ora che ha gran parte del Donbass è pronto a dialogare.
    Nessuno lo schioderà da quei territori

    15.27 Putin parla con Macron e Scholz: "Pronti a riprendere il dialogo con Kiev"

    Il presidente russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il suo omologo francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha confermato la disponibilità di Mosca a continuare i colloqui di pace con Kiev. Lo ha reso noto il Cremlino secondo l'agenzia russa Tass. Putin, ha proseguito il Cremlino, ha fatto presente che il negoziato "è congelato per colpa di Kiev", ma ha confermato la disponibilità russa "alla ripresa del dialogo". Macron e Scholz hanno chiesto al leader del Cremlino Vladimir Putin di liberare i 2.500 combattenti dell'Azovstal e di impegnarsi in "negoziati diretti e seri" con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Putin ha "sottolineato la questione del pericoloso invio in corso di armi occidentali in Ucraina, avvertendo dei rischi di una ulteriore destabilizzazione della situazione e dell'aggravamento della crisi umanitaria", riferisce la Tass.

  6. #7896
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Alexander Visualizza Messaggio
    Che combinazione, ora che ha gran parte del Donbass è pronto a dialogare.
    Nessuno lo schioderà da quei territori

    15.27 Putin parla con Macron e Scholz: "Pronti a riprendere il dialogo con Kiev"

    Il presidente russo Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il suo omologo francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha confermato la disponibilità di Mosca a continuare i colloqui di pace con Kiev. Lo ha reso noto il Cremlino secondo l'agenzia russa Tass. Putin, ha proseguito il Cremlino, ha fatto presente che il negoziato "è congelato per colpa di Kiev", ma ha confermato la disponibilità russa "alla ripresa del dialogo". Macron e Scholz hanno chiesto al leader del Cremlino Vladimir Putin di liberare i 2.500 combattenti dell'Azovstal e di impegnarsi in "negoziati diretti e seri" con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Putin ha "sottolineato la questione del pericoloso invio in corso di armi occidentali in Ucraina, avvertendo dei rischi di una ulteriore destabilizzazione della situazione e dell'aggravamento della crisi umanitaria", riferisce la Tass.
    Esatto. Il Donbass è perso, c'è poco da fare. L'esercito ucraino non ha (e non avrà) nè uomini nè mezzi sufficienti per riprenderlo.
    Sempre più convinto che la situazione finirà così, con il Donbass in mano russa con buona pace dell'Ucraina.
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  7. #7897
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Aggiornamento dal fronte del Kyiv Independent.

    'Welcome to hell': Ukrainian airborne fighting Russia in Donbas woods

    Gli ucraini non hanno alcuna intenzione di lasciare Severodonetsk ai russi, stanno anzi rinforzando la zona con nuove truppe, segno che la considerano difendibile.

    È piuttosto logica invece la ritirata da Lyman verso le rive del fiume Donets, se ne parla da settimane e mi sorprende piuttosto che l'abbiano difesa così a lungo, spostare le difese lungo il fiume facilita molto il lavoro degli ucraini (i tentativi di attraversamento dei russi finora sono stati disastrosi).

    Non capisco le considerazioni riportate sopra sul presunto valore strategico della cittadina, la linea ferroviaria è comunque inutilizzabile per entrambi gli eserciti.

    twitter_FTxw8W4acAAzIcT-1024x576.jpg


    Pare inoltre che gli ucraini stiano cercando di contrattaccare nell'oblast di Kherson (offensiva confermata da dichiarazioni delle forze armate ucraine), le posizioni russe potrebbero essere vulnerabili a ovest del fiume Dnepr vista la concentrazione di forze in Donbass.
    Ultima modifica di snowaholic; 28/05/2022 alle 22:19

  8. #7898
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    Esatto. Il Donbass è perso, c'è poco da fare. L'esercito ucraino non ha (e non avrà) nè uomini nè mezzi sufficienti per riprenderlo.
    Sempre più convinto che la situazione finirà così, con il Donbass in mano russa con buona pace dell'Ucraina.
    Quindi finirà come più o meno asserito da subito da tutti i "filoputiniani" del mondo cioè che Mosca comunque avrebbe più o meno raggiunto i suoi obbiettivi con o senza l'inutile e spaventoso massacro di decine di migliaia di vite degli ultimi mesi e che ancora continua?Triste.
    Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.

    "nel fango affonda lo stivale dei maiali..."

  9. #7899
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da lg59 Visualizza Messaggio
    Quindi finirà come più o meno asserito da subito da tutti i "filoputiniani" del mondo cioè che Mosca comunque avrebbe più o meno raggiunto i suoi obbiettivi con o senza l'inutile e spaventoso massacro di decine di migliaia di vite degli ultimi mesi e che ancora continua?Triste.
    Vado di politicamente scorretto:
    l'interesse era che la russia non conquistasse facilmente i territori ed imboccasse la via del decadimento economico che di solito è padre di quello militare, ostracizzandolo dal circuito economico occidentale. Che alla fine si prendano il donbass, un posto che sono certo Johnson, Macron, Trump, (forse biden sì) e tutti gli altri, prima del 2014 neanche sapevano dove fosse, anzi direi pure prima di questo febbraio, sotto sotto non è che concretamente cambi le cose. Alla nato interessa che non succedano più queste cose eliminando il problema alla radice come si fa con la chemioterapia, ma pur sempre senza sparare un colpo diretto.
    Se fossero stesi i metaforici tappeti rossi ciò non sarebbe successo di sicuro.
    Il problema è che sarebbe stato meglio farlo in modo più efficace, in questo momento siamo in una specie di limbo.
    In ogni caso anche togliendo ora tutte le sanzioni, nei prossimi anni la russia soffrirà parecchio, anche perchè bisogna vedere dove vanno i prezzi delle materie prime e del petrolio
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  10. #7900
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    "Sarebbe stato possibile [evitare il conflitto] se Zelensky fosse stato convinto a promettere che il suo paese non avrebbe aderito alla NATO, o se fosse stato concesso un alto grado di autonomia alle due enclavi orientali"

    Ex premier giapponese Shinzo Abe all'Economist

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