Non è ipocrisia, è che semplicemente sta avvenendo più vicino a casa nostra e c'è sempre il rischio di sottofondo di un conflitto mondiale e forse nucleare.
Permettimi di dire che siamo un tantino in là rispetto alle altre crisi che sono locali e non internazionali.
Aggiungo che se questo fosse ipocrita allora ben accetto l'accusa di ipocrisia visto che tutti noi esseri umani parliamo di ciò che accade a noi vicino e potrebbe interessarci in primis piuttosto che di altro. Ad esempio parlo con amici o familiari delle condizioni pessime in cui se la passa una persona che conosciamo, ma non considero allo stesso modo ciò che accade in Africa. E così via.
Il problema della Russia non è l'inflazione, ma il fatto che gli mancheranno quasi tutte le cose con un minimo di contenuto tecnologico: mezzi di trasporto, macchinari industriali, dispositivi medici, microchip e via dicendo. Sono un Paese ormai totalmente deindustrializzato, la poca industria rimasta funziona quasi interamente con tecnologie occidentali che al momento sono sotto sanzioni, la Cina in larga parte non è in grado di sostituire e anche dove ne avrebbe la possibilità non lo sta facendo. Il loro problema non sarà dove vendere il gas, ma tenere in piedi una economia moderna, incluso nell'estrazione di gas e petrolio.
Quanto a noi, se la Russia decide di tagliare il gas troveremo il modo di supplire alla sua mancanza, non c'è niente di impossibile. In parte si useranno le infrastrutture esistenti che hanno un po' di capacità inutilizzata, per il resto ci saranno i rigassificatori. Ma soprattutto ci si darà una mossa sulla transizione energetica, se hai i pannelli fotovoltaici nessuno ti può tagliare le forniture di energia oscurando il sole.
Anche prima della guerra ci eravamo dati l'obiettivo di dimezzare l'uso di combustibili fossili entro 15 anni, se ci si dà una mossa le forniture russe saranno presto irrilevanti.
Da anni però che in Ucraina c'è questa situazione potenzialmente esplosiva e ce ne siamo sempre fregati. Mi chiedo se avessimo usato la stessa determinazione nell'infliggere sanzioni e inviare armi l'avessimo usata nel proporre colloqui (o far rispettare quelli di Minsk) siamo sicuri che la Russia avrebbe invaso l'Ucraina?
Dovrebbero costruirlo senza utilizzare nessuna tecnologia o componente proveniente dall'occidente, non sarebbe facile neanche per loro.
Per il momento le imprese cinesi sono molto timorose per il rischio di subire sanzioni secondarie, chi fornisce ai russi i prodotti sanzionati rischia di essere bloccato da tutti i rapporti commerciali e finanziari con l'occidente (quindi rifornire i russi significa rinunciare a qualunque transazione in dollari o in euro, nonché ai rapporti commerciali con clienti e fornitori occidentali).
Se ci fosse la volontà politica di fare una operazione del genere probabilmente lo farebbero, ma è un investimento a lungo termine molto rischioso, specie in un momento in cui militarmente la guerra non è esattamente un trionfo per i russi. Per il momento i cinesi non vogliono andare allo scontro totale con l'occidente, hanno già abbastanza guai in casa loro.
Il gas non lo venderanno, il petrolio lo stanno vendendo con uno sconto del 30% circa. Ovvio che non gli convenga, però se l'imperativo strategico è ricostruire l'impero russo anche al costo di andare allo scontro totale con l'Europa è un costo che sarebbero disposti a pagare.
Loro confidano nel fatto di sopportare il costo delle sanzioni meglio di quanto i governi democratici occidentali riescano a gestire il danno economico prodotto dalla crisi energetica, questo non è un calcolo completamente campato in aria. Ma i veri costi per loro non sono quelli direttamente legati al settore energetico, sono quelli legati al blocco delle importazioni che possono far male davvero.
In Italia purtroppo la corrente filorussa è ben presente anche a livello di classi dirigenti, non è solo questione di popolino. La lungimiranza strategica specie in politica internazionale non è mai stato il nostro forte, speriamo che di fronte a questi problemi ci sia un intervento unitario europeo anche su spinta dei paesi più piccoli, la sicurezza delle forniture di materie prime sarà un tema importante nei prossimi decenni.
Credo che bisogna prendere atto che il mondo può ormai fare a meno degli scambi commerciali con l'Europa...gli equilibri economici non sono più quelli del 900...la Russia può avere qualche anno di difficoltà "grazie" alle sanzioni,ma rimane fattuale e oggettivo che loro dispongono del gas ed esistono altri potenziali mercati con miliardi di clienti ...
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