Oddio, la nostra dipendenza dalle importazioni di gas russo è attualmente attorno al 15% del fabbisogno ma è in costante calo da inizio anno (a maggio era stimata al 26%, nel primo trimestre del 2021 sfioravamo il 40%). Abbiamo certamente una forte vulnerabilità legata al fatto che usiamo ancora molto gas nelle centrali termoelettriche (siamo ben oltre il 30% e non si è fatto molto su questo specifico versante, nemmeno negli ultimi mesi). Concordo sul fatto che il piano razionamenti possa essere insufficiente, più che altro perché si tratta della riduzione su base volontaria del consumo di un bene la cui domanda è sostanzialmente anelastica e quindi non è più di tanto comprimibile (e ottenere "volontariamente" almeno un -7% di consumi mi sembra una previsione ottimistica). Ciò detto parlare di un'emergenza energetica tale da replicare scenari di austerity alla 1973 mi pare davvero eccessivo. A me onestamente preoccupano molto più i costi aziendali e quindi i costi economici che il sistema produttivo dovrà sostenere e che potrebbero mandare molte aziende energivore fuori mercato (ed erodere i margini di profitto di quelle non energivore) dell'eventualità un'austerity imposta con misure draconiane... Quello dell'eccesso di dipendenza dal gas, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica è un problema molto italiano e la sua natura "asimmetrica" (i tedeschi molto più dipendenti di noi dalle importazioni russe ce l'hanno assai di meno) è un'ulteriore vulnerabilità del nostro sistema economico...
Ultima modifica di galinsog@@; 08/09/2022 alle 09:12
Molta gente non avrà la possibilità di accenderlo altroché.
Poi ne riparliamo.
Come detto da addetti ai lavori il gas è un problema ma forse il minore.
Credo che innanzitutto fallisce la globalizzazione.
Avremo una compartimentazione del mondo....
Se i giovani sapessero, se i vecchi potessero!!!
A sorpresa gli ucraini hanno sferrato un contrattacco molto efficace a sud-est di Kharkiv, sono avanzati di diversi km e puntano al cuore dello snodo logistico che alimenta il fronte nord (i rifornimenti che da Belgorod vanno verso il Donbass.
Pare ci siano molte perdite russe di uomini e di mezzi, tanti prigionieri e mezzi ancora funzionanti.
Vedremo quanto potrà spingersi avanti questa operazione, ma già il fatto che possano tentare di realizzarla mentre sono già impegnati in quella di Kherson è altre operazioni offensive minori a nord di Kharkiv e negli oblast di Luhansk e Zaporzhzhia implica una ampia disponibilità di riserve e mezzi, più di quanto mi aspettassi.
Mi sarei aspettato quanto meno una incentivazione maggiore sul fotovoltaico ad esempio, che, se non erro, il contributo detraibile come installazione stand-alone, è rimasto ad un misero 50%.
Senza arrivare alle percentuali assurde del 110% si sarebbe potuto portarlo al 75/80% con agevolazione degli sconti in fattura...io ad esempio lo avrei installato e magari utilizzato maggiormente la pompa di calore...
Riscaldamenti, Italia divisa in sei zone: ecco quando si potranno accendere - Il Sole 24 ORE
Metto pure qua
Per la mia zona limiti esagerati nel senso che io lo uso mooolto meno e per un periodo più ristretto. (a parte gli episodi di un paio di giorni di gelo a marzo).
https://themarketjourney.substack.com :
economia, modelli, mercato, finanza
Certamente rincari delle bollette, che potrebbero toccare il 100% a partire dal prossimo mese, costringeranno molti di noi a ridimensionare fortemente l'uso del riscaldamento domestico, è vero che quasi sicuramente verranno adottate misure fiscali per contenere tale rincaro (e non si può fare altro perché imporre dei tetti rigidi ai prezzi alla distribuzione significherebbe far rischiare il default alle aziende produttrici), comunque queste misure avranno un effetto molto parziale e l'impatto sui costi per il gas domestico sarà importante.
Sul discorso del "fallimento" della globalizzazione sono scettico, nel senso che un mondo diviso in due compartimenti, con da una parte i paesi che fanno parte del "nucleo storico" del WTO (USA, Europa, Giappone, Australia, ecc.) e dall'altra tutti gli altri (BRIICS) mi sembra uno scenario improbabile, per ragioni ben precise:
1. la Federazione russa è sicuramente un grande produttore di energia "fossile" ma non ha nessun altro "appeal" da esercitare nei confronti di partner economici globali, di fatto è un Venezuela al cubo (ma magari Putin conta proprio sul fatto di essere a capo di un Venezuela in formato maxi, egualmente cleptocratico, egualmente attaccabrighe coi paesi confinanti, ma dotato di un arsenale atomico, in fin dei conti a Putin interessa davvero solo la propria sopravvivenza umana e politica, non la collocazione mondiale della Russia);
2. La Repubblica popolare cinese non ha alcun interesse esistenziale a chiudersi in un recinto, perché nel giro di poco (una generazione? Un decennio?) tornerebbe ad essere la vecchia Cina dei tempi di Mao, ossia un'economia basata in gran parte su forme autarchiche e precarie di sussistenza, non credo che i cinesi, dopo aver toccato livelli di benessere abbastanza diffuso (e perfino qualche momento di molto relativa libertà) vogliano tornare a sperare nella benevolenza del monsone estivo per poter avere la classica scodella di riso con cui sfamarsi una volta al giorno...
3. India, Indonesia, Sud Africa, Brasile possono anche pensare di utilizzare le svendite russe di beni energetici come carburante aggiuntivo per alimentare il proprio sviluppo economico, ma certamente non hanno nessuna aspirazione a far parte di un sistema economico sino-russo centrico, posto che la Russia né tantomeno la Cina hanno un reale interesse a creare un tale sistema e oltretutto credo che la dipendenza europea dai combustibili russi possa aver insegnato qualcosa anche agli altri BRIICS. Terranno il piede in due scarpe fino a quando gli converrà, poi faranno una scelta e dubito che possa essere quella di avvicinarsi definitivamente alla Russia;
4. cambierà molto a livello di "supply chain", da questo punto di vista ci sarà sicuramente una maggiore diversificazione nelle fonti di approvvigionamento e distribuzione (lo vediamo già coi beni energetici, lo vedremo presto in altri mercati, come quello delle "terre rare") e forse alcune produzioni strategiche potrebbero essere parzialmente re-internalizzate in Occidente, tuttavia non riesco a prefigurare un mondo da Guerra Fredda 2.0.
Tutto questo impatterà certamente anche sui costi di alcuni prodotti come quelli tecnologici, insomma in futuro la tecnologia e l'energia potrebbero essere meno a buon mercato di quanto lo sono state tra il 1990 e il 2020. E' probabile che per lungo tempo (magari per un decennio) l'inflazione rimanga su livelli strutturali più alti di quanto abbiamo sperimentato negli ultimi 30 anni...
Ultima modifica di galinsog@@; 08/09/2022 alle 09:49
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Segnalibri