Lou soulei nais per tuchi
La Turchia ha una posizione ambigua, da un lato ha mantenuto i rapporti economici e commerciali con la Russia, dall'altro ha stanziato risorse per la ricostruzione post-bellica in Ucraina e fornisce aiuti militari sottobanco e soprattutto "triangola" robe che la NATO e gli USA stentano a fornire sotto le loro bandiere, vedi:
Turkey Gives Cluster Bombs to Ukraine
Tra l'altro l'attuale posizione di Erdogan rispetto all'Ucraina e alla NATO è tra le più nette a favore di un ingresso accelerato di Kyiv nell'Alleanza atlantica, praticamente quasi la stessa dei Baltici, solo che a differenza di questi ultimi ha già fatto capire che si parla di ingresso "agevolato" ma a guerra conclusa. La Russia è un nemico storico della Turchia, oltretutto Erdogan ha attuato una politica estera sostanzialmente pan-turca e la Russia europea meridionale e quella asiatica sono piene di minoranze turcofone, se non proprio turche, che reclamano l'indipendenza, senza considerare che molte delle repubbliche centro-asiatiche indipendenti ma "satelliti" di Mosca (a partire dal Kazakhstan che fino ad inizio 2022 era una sorta di Bielorussia bis) si stanno allontanando dalla Federazione russa e sono in gran parte paesi turcofoni. Comunque quella di Erdogan è un'"ambiguità" strategica, come quella cinese, il presidente turco sfrutta i buoni rapporti personali con Putin ma di fatto sta attirando capitali e risorse dalla Russia verso il proprio paese. Per cui parlare di una Turchia "filorussa" è una grossolana inesattezza. Per il resto Erdogan ha tutta la convenienza a tenere il piede in due scarpe e oltretutto sta facendo affaroni coi cinesi nonostante la questione uigura su cui Ankara e Pechino bisticciano da anni, ad esempio è tra i principali "attori occulti" dello sganciamento di due paesi strategici come Kazakhstan e Tagikistan (quest'ultimo tra l'altro non turcofono) dalla "protezione" (in senso mafioso) della Russia e del loro approdo verso la Cina...
Ultima modifica di galinsog@; 10/07/2023 alle 09:16
Notizia di pochi minuti fa, la Turchia ha dato il via libera all'adesione della Svezia nella NATO
Si sa qualcosa della controffensiva Ucraina?![]()
La controffensiva ucraina procede - giustamente - lentissima.
L'esercito russo ha creato una sorta di "zona cuscinetto", larga presumibilmente una trentina-quarantina di km, volta ad ostacolare la controffensiva. E' tutto terreno minato, disseminato di fossi, trincee, fortini e postazioni tenute da pochi uomini, e il tutto molto lontano dalla prima linea vera e propria.
L'esercito ucraino deve avanzare letteralmente campo per campo, appezzamento per appezzamento: individuare i fortini presidiati, eliminarli, individuare le mine, sminare, individuare i fossi, evitarli, e così via, il tutto cercando di non beccarsi le pallottole dai soldati trincerati e asserragliati.
E' chiaro che in queste condizioni qualsiasi controffensiva è per forza lentissima, è possibile che localmente anche solo per avanzare di 200 o 300 metri capace che ci vogliano giorni. Abbiamo in mente la controffensiva della fine della scorsa estate, che è stata rapidissima, ma per ovvi motivi: l'esercito russo retrocedeva e basta, non aveva minato nulla, nè preparato il terreno, mentre a questo l'esercito russo ci sta lavorando da almeno un anno, quindi non sono compatibili.
L'unico modo è procedere con calma, sangue freddo e non farsi prendere dall'impazienza di ottenere risultati. Capisco che anche per il morale dei soldati e dell'opinione pubblica ucraina e occidentale è snervante, ma non c'è altra via. Ovviamente nel frattempo si procede con la guerra nelle retrovie: tentar di far saltare ponti, collegamenti ferroviari, depositi di carburanti e di munizioni, ecc.ecc.
Lou soulei nais per tuchi
Certamente. Non tutti gli esuli poi sono "anti-putinisti", molti semplicemente scappano perché hanno figli potenzialmente in età di leva militare e temono una mobilitazione generale (che ancora non c'è stata anche se ci si è arrivati vicinissimi), altri "esuli", spesso nemmeno giovanissimi (anche 40-50enni) se ne sono andati perché facevano parte della "riserva", altri sono emigrati perché all'estero possono mantenere un più elevato tenore di vita, infine ci sono quelli che fuggono perché temono che, in caso di crisi del regime, si attraversino fasi turbolente di anarchia e che gli venga chiesto conto di come abbiano costituito le loro fortune nei 23 anni di Putin al potere, oppure (banalmente) temono che a prendere il potere siano "siloviki" di una fazione opposta alla loro. In linea di massima tutte queste persone sono accomumate da una caratteristica: appartengono a quella fascia (ristretta ma numericamente significativa) di cittadini russi che nel ventennio abbondante di regime putiniano si è arricchita e oggi ha considerevoli disponibilità economiche, se non vere e proprie fortune, oppure fanno parte di quei ceti intellettuali che nei confronti di Putin hanno perlopiù esercitato un "consenso ragionato" (insomma se lo sono fatti andare bene anche se faceva "cose brutte") e che si è trasformato in dissenso, spesso più o meno dissimulato, negli ultimi anni.
Certamente l'accoglienza di esuli, profughi e (forse in un futuro prossimo) di rifugiati russi potrà diventare un problema, anche di ordine pubblico e già nell'immediato può creare problemi di sicurezza nazionale, in particolare ad esempio per i Paesi Baltici che al loro interno hanno già significative minoranze russe, ma ora come ora è un problema soprattutto per la Russia, che tra l'altro ha un'accentuata tendenza al declino demografico e se si fa scappare molte persone giovani o di mezza età, istruite e con buone disponibilità economico-finanziarie andrà ancora più speditamente verso una crisi sistemica, potenzialmente perfino peggiore di quella arrivata dopo la fine dell'URSS e alla quale la Federazione Russa, come soggetto unitario (ed eurocentrico) ha ben poche chance di sopravvivenza...
Ultima modifica di galinsog@; 11/07/2023 alle 10:49
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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Ultimamente di occhi alla Russia ne strizza pochini...
Ha rimandato in Ucraina i prigionieri dell'Azov (a quanto pare con Mosca non erano proprio d'accordo così).
Stanno rapidamente costruendo una fabbrica di droni (i "famosi" Bayraktar) in territorio ucraino che dovrebbe diventare operativa dal 2024.
Hanno finalmente (ma qui i dubbi erano pochi) detto sì all'ingresso della Svezia nella NATO.
E altre che dimentico...
Che poi se serve al suo interesse Erdogan parli pure con Putin è sicuro, ma non oso immaginare cosa poteva fare se non strizzava nessun occhio.
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