Un paio di considerazioni sulla telefonata scherzo:
- sembrerebbe che in camera caritatis a seconda dell'interlocutore si espone una versione diplomatica delle proprie posizioni per allisciare un po' tutti.
- bene fanno i nostri politici a non parlare le lingue ed a esprimersi solo in italiano (quando va bene), in modo che ogni scambio con i politici stranieri è mediato da 100 rimuginazioni e interpretazioni. Per una volta che abbiamo qualcuno che le lingue le conosce (a prescindere da quello che possano dire i puristi, che a quel punto dovrebbero avere appunto da ridire anche su come viene usato lo stesso italiano dai suddetti) ecco che succedono le frittate.
Quindi ora sappiamo che l'incapacità con le lingue è una strategia ben studiata a tavolino.
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La settimana scorsa il generale Zaluzhny ha rilasciato una intervista all'economist molto importante, in cui evidenzia i limiti del supporto occidentale all'Ucraina e delinea una possibile strategia per superare lo stallo in cui si trova la guerra.
Ukraine’s commander-in-chief on the breakthrough he needs to beat Russia
In estrema sintesi, la tecnologia attuale non consente di superare difese fortificate come quelle russe senza avere superiorità aerea, visto che i droni consentono di individuare gli attacchi molto rapidamente e indirizzare la risposta (certo se gli ucraini avessero avuto i mezzi che hanno ora prima che i russi costruissero tutte quelle fortificazioni sarebbe un altro discorso, ma ormai il danno è fatto).
Per uscire dalla guerra di posizione in stile prima guerra mondiale propone una strategia fondata sul generare superiorità aerea localmente tramite un uso massiccio di droni e una ampia disponibilità di missili a corto-medio raggio, generare superiorità a livello di artiglieria atteaverso il fuoco di controbatteria (quindi un ulteriore potenziamento dell'artiglieria a disposizione degli ucraini) e in questo modo impedire ai russi di usare aviazione e artiglieria per contrastare gli attacchi ucraini.
A questo punto le carte sono sul tavolo, vedremo se i governi occidentali preferiscono provare a sbloccare la situazione o prolungare il conflitto per un tempo indefinito.
La risposta ce l'abbiamo già, si è vista benissimo...
Cosa dicevo io mesi e mesi fa? Che l'Ucraina sarebbe stata presto abbandonata a sè stessa? E cosa sta succedendo in sintesi? Alla fine siamo lì. Un pò di armi, ma non troppe. Un pò di munizioni, un pò di soldi, giusto per non collassare.
E poi, una volta finita la guerra in Israele, ci si occuperà di nuovo di Ucraina, costringendola a trattare e cedere il Donbass. E se non avverrà entro fine anno avverrà comunque l'anno prossimo con l'elezione di Trump.
Lou soulei nais per tuchi
Non li si costringerà a trattare per cedere il donbass perché sarebbe impossibile (comunque i russi non hanno alcun interesse ad un cessate il fuoco senza avere per intero i 4 oblast, nessuno dei quali è interamente occupato), semplicemente si accetterà uno stato di guerra permanente purché le rotte navali verso Odessa siano libere per ridurre l'impatto economico.
Volendola vedere cinicamente lo stato di guerra permanente ha due pregi:
1. mantenere la Russia impegnata sul fronte di guerra ucraino rende improbabile o quantomeno difficoltosa l'apertura di altri fronti, in particolare in zone critiche come la Transcaucasia;
2. evita di dare una risposta politica a certe questioni attualmente aperte, come l'ingresso dell'Ucraina nella UE.
Ovviamente dal lato etico tutto modo di approcciare la questione dell'aggressione russa all'Ucraina ha un prezzo inaccettabile ed è esiziale se l'obiettivo è davvero quello di difendere i valori fondamentali delle democrazie liberali... ma siamo di fronte al solito dissidio tra afflato ideale, spesso velleitario (non sono un fan dell'"interventismo democratico") e un certo tipo di "realismo politico" che però, alla prova dei fatti, è quasi sempre affetto da notevole miopia...
Ultima modifica di galinsog@@; 10/11/2023 alle 11:50
Stato di guerra permanente vorrebbe dire da parte dello stato nel migliore dei casi privarsi a tempo indefinito di una buona fetta di uomini in età da lavoro e riproduzione, sempre che poi tornino a casa in grado di lavorare e riprodursi. COnsiderando che c'è bisogno di ricambio causa soldati morti, invalidi e con disturbi psichici da stress, prima o poi finiranno per mandare la cartolina anche a quelli che fino ad ora l'hanno scansata e grazie a questo se ne sono stati buoni senza protestare o meglio senza spaccare tutto a prescindere dalla repressione. Perchè una cosa è fare una guerra dove ti bombardano in casa, un'altra è andare a morire senza senso. Un po' come costringere uno che va benissimo di corpo a fare 2 clisteri al giorno, non so se rende la metafora
Ci sono altri casi simili negli ultimi 50 anni?
Mettiamo poi il caso che Putin non arrivi alle elezioni americane nel pieno esercizio delle sue facoltà mentali o fisiche, cosa succederebbe?
L'anno prossimo sarà, cinicamente, molto interessante su vari fronti.
Imvho
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Io comunque non sarei mica così sicuro di una probabile vittoria di Trump alle prossime elezioni presidenziali USA. Trump polarizza molto l'elettorato americano e in un contesto di polarizzazione non conta solo il voto di preferenza per l'uno o per l'altro dei candidati, ma conta di più quella parte di voti che viene data per non consentire a un certo candidato di vincere le elezioni ma per farlo perdere... insomma il voto di chi si tura il naso per far perdere un determinato candidato e vota per il suo avversario e Trump è proprio quel tipo di candidato che una larga parte di americani vorrebbe veder perdere, anche se è più popolare di Biden e può staccarlo nei sondaggi, sopratutto ora che il voto è percepito come "lontano"...
Secondo me gli analisti politici dovrebbero introiettare una certa lezione da certo un referendum costituzionale svoltosi in un certo paese dell'UE alla fine del 2016, ossia che se volenti o nolenti l'elezione si trasforma in plebiscito, quando l'opinione pubblica è estremamente polarizzata, è molto più facile perdere una consultazione elettorale che vincerla, anche se sulla carta si è più popolari dei propri avversari e li si stacca di diversi punti.
Questo per limitarsi a quello che potrebbe essere il maggior cambio di paradigma della politica statunitense e intenazionale e che avrebbe inevitabili riflessi sia sulla crisi ucraina sia su quella mediorientale... se Putin, Netanyahu contano nell'annunciata rivincita di Trump, per veder migliorare le proprie chance, potrebbe andargli bene, per carità, ma potrebbero anche svegliarsi con grosse sorprese...
Ultima modifica di galinsog@@; 10/11/2023 alle 23:49
Borrell: “Ue sia pronta a rimpiazzare sostegno Usa”
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, ha detto che il club dell'Ue deve essere pronto a subentrare agli Stati Uniti nel sostegno all'Ucraina se, "come forse è probabile", Washington sceglierà di ridurre il suo sostegno materiale a Kiev per difendersi dall'aggressione russa. "Noi europei, che abbiamo i mezzi necessari per farlo, dobbiamo essere pronti politicamente e materialmente ad aiutare l'Ucraina e persino a sostituirci agli Stati Uniti se, come forse è probabile, il loro sostegno dovesse diminuire", ha detto Borrell in un videomessaggio al congresso del Partito socialista europeo a Malaga.
Borrell ha affermato che l'Europa è già "all'altezza delle sue responsabilità", sia con il sostegno fornito finora sia con il potente simbolismo di raccomandare l'avvio dei negoziati di adesione dell'Ucraina all'Ue circa un anno e mezzo dopo la richiesta di Kiev.
Ex segretario Nato, Kiev nell’Alleanza ma senza territori occupati
L'ex segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha avanzato la proposta di far entrare l'Ucraina nell'alleanza militare atlantica, ma senza i territori occupati dalla Russia. Lo riporta il Guardian.
Rasmussen, segretario dell'Alleanza dal 2009 al 2014, ha lavorato a lungo a fianco di Andriy Yermak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, soprattutto in vista dell'ultimo vertice Nato di Vilnius di quest'anno, che si è concluso senza alcun invito all'adesione dell'Ucraina. Secondo l'ex capo della Nato un piano di adesione parziale dell'Ucraina non simboleggerebbe un congelamento del conflitto, ma segnerebbe invece la determinazione ad avvertire la Russia: "L'assoluta credibilità delle garanzie dell'articolo 5 dissuaderebbe la Russia dal lanciare attacchi all'interno del territorio ucraino all'interno della Nato e quindi libererebbe le forze ucraine per andare in prima linea".
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