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  1. #12311
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da wtrentino Visualizza Messaggio
    Comunque è veramente imbarazzante che uno stato con più di 300mln di persone non riesca a trovare candidati almeno “mentalmente sani”…
    E' anche il mio pensiero. Veramente incredibile.
    Non riesco a capire se sia dovuto ad una paura fottuta nel guidare la prima potenza del mondo o ad una paura fottuta di fare flop e di conseguenza bruciarsi politicamente.
    Lou soulei nais per tuchi

  2. #12312
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    @Gio83Gavi @galinsog@

    dal corriere federico rampini, è a pagamento faccio copia incolla

    La riluttanza di Joe Biden a fare un passo indietro e annunciare che non si ricandida, l’impaccio di tanti suoi amici e collaboratori che ancora esitano a spingerlo in quella direzione: questi comportamenti hanno un’attenuante e una spiegazione. Si chiama Kamala Harris.
    Fare un passo indietro, annunciare che non ci sarà un Biden 2, senza lanciare la candidatura «automatica» della propria vice, sarebbe difficile. Perché mai Biden volle quella vicepresidente, se non in vista della successione? Questo era lo scenario scontato nel 2020. Oggi è uno scenario impossibile.

    È un tabù, di cui si trova raramente traccia nei media vicini al partito democratico. Ma nelle cene tra i notabili del partito, a Washington o a New York o in California, il tema scabroso della vicepresidente affiora di continuo. In sintesi, il dilemma è questo: come far fuori una vice che quasi tutti considerano un’incapace, senza fare un tremendo autogol scatenando una rissa con i Guardiani della Rivoluzione Identitaria? Come eliminare una donna di colore senza esporre il fianco alle accuse di sessismo e razzismo? Per non parlare dell’uso che farebbe il partito repubblicano della sua rimozione: «Per tre anni abbiamo corso il rischio (se Biden usciva di scena) di avere alla Casa Bianca una incompetente».

    E’ utile ricordare in che modo venne selezionata la numero due nel 2020. Biden era partito debolissimo nelle primarie di quell’anno, all’inizio raccoglieva molti meno consensi rispetto ai due candidati dell’estrema sinistra «socialista», Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, e al candidato centrista ma giovane e innovativo Pete Buttigieg (sposato con un uomo). In un memorabile dibattito televisivo proprio Kamala Harris, anche lei candidata alla nomination, aveva sferrato contro Biden un attacco durissimo che rischiava di affondarlo definitivamente. La Harris lo aveva apertamente accusato di razzismo. Perché? Agli inizi della sua carriera da senatore Biden aveva criticato la politica del «busing». Il «busing», letteralmente il trasporto in autobus, fu un sistema applicato negli anni Settanta per mescolare alunni bianchi e neri nelle scuole pubbliche e superare una separazione legata alle diverse concentrazioni etniche nei quartieri. Il «busing» fu criticato per delle buone ragioni, da sinistra: applicandosi solo alle scuole pubbliche (e neanche a tutte) ha significato che i figli della borghesia medio-alta ne sono stati esenti, hanno optato per le scuole private, hanno continuato così ad avere un’istruzione privilegiata e di miglior qualità. Tutto il peso dell’integrazione razziale – che spesso ha significato abbassare il livello scolastico medio – è ricaduto sui figli bianchi della classe operaia. Criticare il «busing» non significa essere razzisti, c’è una robusta corrente di pensiero nella comunità afroamericana che prese le distanze da quell’esperimento di ingegneria sociale solo apparentemente egualitario.

    L’attacco di Kamala a Biden in quel dibattito tv del 2020 era fazioso e ingiusto; ma «cavalcava» l’atmosfera del tempo, l’ascesa di un movimento antirazzista molto aggressivo come Black Lives Matter, l’avanzata della Critical Race Theory nelle scuole, in sostanza una nuova forma di razzismo, stavolta anti-bianco (per i dettagli che giustificano questa mia descrizione vi rimando al mio libro «Suicidio occidentale», o ad un prossimo ritratto che uscirà sul Corriere, di una italiana sottoposta a sedute di pentimento, espiazione e rieducazione alla Columbia University di New York).

    Biden fu salvato inaspettatamente proprio dai black. Gli afroamericani moderati, prevalenti nel profondo Sud, lo ripescarono dal fondo della classifica e rilanciarono la sua candidatura. Restava però un politico maschio, bianco, anziano, eterosessuale, cattolico, e con una lunga carriera da moderato centrista. Poco adatto a mobilitare le nuove constituency di estrema sinistra che nel 2020 erano all’apice della loro potenza: anti-razzisti radicali, fautori delle frontiere spalancate a tutti i migranti della terra, ultrà dell’ambientalismo, Lgbtq.

    Al momento di scegliersi il numero due Biden optò per la Harris su basi puramente «identitarie»: donna, di colore (i genitori sono un’indiana e un afro-giamaicano), assai più giovane di lui. Come icona di una politica identitaria, la Harris era un imbroglio fin da principio. I suoi genitori appartengono a un mondo di immigrati di élite: la mamma indiana veniva dalla casta superiore dei bramini ed era approdata in America come ricercatrice medica; il padre è un economista affermato, una celebrity accademica. Le storie dei genitori della Harris erano, semmai, la conferma di quel Sogno Americano legato alla meritocrazia: un tema maledetto dai nuovi anti-razzisti, per i quali è infamante descrivere l’America come una terra delle opportunità per i meritevoli (è obbligatorio descriverla invece come un inferno di oppressione e ingiustizie, una società segnata da “razzismo sistemico” in tutte le istituzioni).

    La Harris inoltre non era mai stata veramente allineata con l’estrema sinistra. La ricordo quando era ministro della Giustizia della California: applicava una politica penale piuttosto rigorosa, non la depenalizzazione a oltranza imposta oggi dalle procure sedicenti progressiste. Al primo impatto con la vicepresidenza, la Harris è implosa subito. All’inizio del 2021 Biden le ha affidato un dossier esplosivo, certo: l’immigrazione. Ma se vuoi dimostrare che in futuro potresti essere la prima donna presidente degli Stati Uniti, non puoi pretendere di occuparti solo di questioni facili. Sull’immigrazione la Harris ha dovuto subito gettare la maschera. Alle frontiera col Messico si stava ingrossando il flusso di clandestini, attirati dai messaggi lassisti dell’estrema sinistra (Alexandria Ocasio Cortez, per fare un nome) sulle frontiere spalancate.

    La Harris al suo primo viaggio in Centramerica è andata a dire: «Non vi vogliamo. Vi aiuteremo a rimanere a casa vostra». La finzione della sua appartenenza all’ala radicale del partito è crollata subito. I media che l’avevano esaltata l’hanno abbandonata. Tutti coloro che ne avevano cantato le lodi hanno cominciato a raccontare la «vera Kamala»: spesso sguaiata, antipatica a furia di voler essere simpatica, incompetente, e una fabbrica di gaffe quasi altrettanto imbarazzanti di quelle di Biden.

    La fine della Harris è stata decretata in modo pressoché unanime nei primi mesi di questa Amministrazione. Ora però è un personaggio ingombrante da eliminare. Biden potrebbe farlo subito: il presidente ha facoltà di chiedere al proprio numero due le dimissioni immediate e di sostituirla. Ma sarebbe una mossa scabrosa, forse un autogol. Nell’atmosfera dottrinaria e dogmatica che ancora condiziona gran parte del partito democratico, è difficile far ingoiare all’ala sinistra e alla base più militante lo spettacolo di un vecchio maschio bianco che licenzia una donna di colore. In quanto alla destra, obietterebbe: «Vi accorgete solo ora, dopo tre anni, che alla seconda massima carica dello Stato avevate messo una persona che non era all’altezza?». La trappola Kamala è micidiale.

    Cosa ne pensate?


    Kamala non c'entra nulla, se Biden non si fosse ricandidato ci sarebbe una normalissima primaria aperta con un sacco di candidati che cercano di mettersi in mostra. Ormai però Biden decidendo di ricandidarsi ha fatto piazza pulita di ogni alternativa credibile e non ci sono più i tempi per mettere in piedi candidature alternative. Le primarie sono uno strumento fondamentale nella politica americana per far conoscere e mettere alla prova nella politica nazionale governatori o senatori semisconosciuti (come erano Clinton e Obama), è molto difficile costruire un profilo presidenziale senza passarci.


    Sostituire Biden direttamente alla convention sarebbe una mossa con pochi(infausti) precedenti, non passare dal voto degli elettori ma da intrighi di partito non sarebbe comunque un bel vedere. Alternative abbastanza forti da essere autorevoli anche senza passare dalle primarie non ci sono, chiunque venisse scelto farebbe la figura di quello messo lì dai burocrati di partito perché Biden non ce la faceva più. Il vice diventerebbe una figura naturale, ma vice di grande spessore come al Gore o Bush padre sono più l'eccezione che la regola.


    Negli ultimi 20 anni i vice presidenti sono sempre stato scelti come complemento elettorale rispetto al presidente e non per le loro abilità, lo stesso Biden era il politico bianco, anziano e moderato che serviva ad Obama per bilanciare la sua immagine di giovane privo di esperienza. Sarah Palin o Mike Pence non erano certo giganti della politica, molti altri vice non sarebbero mai stati candidati presidenziali credibili. Poi non è nemmeno una questione di saper fare il presidente (cosa di cui che la Harris sarebbe perfettamente capace) ma di vincere una elezione, che è un altro paio di maniche.

  3. #12313
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Lou_Vall Visualizza Messaggio
    E' anche il mio pensiero. Veramente incredibile.
    Non riesco a capire se sia dovuto ad una paura fottuta nel guidare la prima potenza del mondo o ad una paura fottuta di fare flop e di conseguenza bruciarsi politicamente.
    La seconda che hai detto, specie i democratici.
    Correre contro il presidente in carica è un rischio enorme, specie in un contesto in cui le campagne elettorali costano uno sproposito. Avrebbe dovuto essere Biden a farsi da parte, candidati validi che potevano emergere senza la sua presenza ingombrante ce ne sarebbero.

    I democratici hanno enormi difficoltà a sostituire i vecchi bolliti che non capiscono quando è ora di farsi da parte, è stato emblematico il caso della senatrice della California che è morta nel 2023, ancora in carica, dopo anni in cui era malata, rincoglionita e spesso non riusciva a partecipare alle sedute, mettendo in crisi la maggioranza risicatissima che avevano. E in California chiunque l'avesse sostituita avrebbe vinto.

  4. #12314
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina


  5. #12315
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Alexander Visualizza Messaggio
    Non ha senso l'uscita del membro del congresso (repubblicano) e ancora meno il titolo di repubblica.


    Dalle indiscrezioni parrebbe che sia una arma anti satelliti, ne avevamo discusso anche in questo td del potenziale devastante di una esplosione nucleare ad alta quota, potrebbe disattivare quasi tutti i satelliti presenti in orbita in un colpo solo. Ma meglio aspettare che escano notizie più attendibili.

  6. #12316
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Kamala non c'entra nulla, se Biden non si fosse ricandidato ci sarebbe una normalissima primaria aperta con un sacco di candidati che cercano di mettersi in mostra. Ormai però Biden decidendo di ricandidarsi ha fatto piazza pulita di ogni alternativa credibile e non ci sono più i tempi per mettere in piedi candidature alternative. Le primarie sono uno strumento fondamentale nella politica americana per far conoscere e mettere alla prova nella politica nazionale governatori o senatori semisconosciuti (come erano Clinton e Obama), è molto difficile costruire un profilo presidenziale senza passarci.


    Sostituire Biden direttamente alla convention sarebbe una mossa con pochi(infausti) precedenti, non passare dal voto degli elettori ma da intrighi di partito non sarebbe comunque un bel vedere. Alternative abbastanza forti da essere autorevoli anche senza passare dalle primarie non ci sono, chiunque venisse scelto farebbe la figura di quello messo lì dai burocrati di partito perché Biden non ce la faceva più. Il vice diventerebbe una figura naturale, ma vice di grande spessore come al Gore o Bush padre sono più l'eccezione che la regola.


    Negli ultimi 20 anni i vice presidenti sono sempre stato scelti come complemento elettorale rispetto al presidente e non per le loro abilità, lo stesso Biden era il politico bianco, anziano e moderato che serviva ad Obama per bilanciare la sua immagine di giovane privo di esperienza. Sarah Palin o Mike Pence non erano certo giganti della politica, molti altri vice non sarebbero mai stati candidati presidenziali credibili. Poi non è nemmeno una questione di saper fare il presidente (cosa di cui che la Harris sarebbe perfettamente capace) ma di vincere una elezione, che è un altro paio di maniche.
    Il tono dell'articolo a me sembrava più adatto ad un giornale tipo il Giornale (che poi che nome è? E' come se uno chiamasse il figlio "Figlio" o il cane "Cane")
    Posto che gli esponenti di ultima generazione, black lives matter e tutta la cultura woke in genere rappresenta l'altra faccia del razzismo e della superficialità che vogliono combattere quello che mi sembra di intuire è che la politica americana è ostaggio degli stessi politici di professione che inevitabilmente in quanto tali finiscono per fare i propri interessi come i medici senza lo spirito della propria missione.
    Ed il risultato sono situazioni che all'interno di una azienda privata molto difficilmente potrebbero verificarsi.
    https://themarketjourney.substack.com :
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  7. #12317
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Il tono dell'articolo a me sembrava più adatto ad un giornale tipo il Giornale (che poi che nome è? E' come se uno chiamasse il figlio "Figlio" o il cane "Cane")
    Posto che gli esponenti di ultima generazione, black lives matter e tutta la cultura woke in genere rappresenta l'altra faccia del razzismo e della superficialità che vogliono combattere quello che mi sembra di intuire è che la politica americana è ostaggio degli stessi politici di professione che inevitabilmente in quanto tali finiscono per fare i propri interessi come i medici senza lo spirito della propria missione.
    Ed il risultato sono situazioni che all'interno di una azienda privata molto difficilmente potrebbero verificarsi.
    Io comunque non mi stupirei se la prossima destinazione di Rampini fosse proprio il Giornale o Libero...
    Ricordiamoci che poco tempo fa se n'era uscito, in occasione della morte di Henry Kissinger, con una specie di necrologio apologetico corredato da sua foto con l'ex Segretario di Stato dell'Amministrazione Nixon...
    Io magari sono conservatore (e quindi ipocrita per definizione) ma certe frequentazioni, al di là della valutazione sull'operato storico di un personaggio tanto controverso, mi guarderei bene sia dall'esibirle, sia dal farmi scattare foto-ricordo...
    Ultima modifica di galinsog@; 15/02/2024 alle 16:39

  8. #12318
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Quindi, considerato che la Russia non cede (e dal punto strategico ha totalmente senso), quando ci si metterà a un tavolo per tornare amici di Putin e smetterla di aggirare le sanzioni? Con Trump cambierà qualcosa?

    Chiaro l'Ucraina verrà in parte sacrificata

    Those who are not shocked when they first come across quantum theory cannot possibly have understood it. (N.Bohr, 1952)

  9. #12319
    Burrasca forte L'avatar di Gio83Gavi
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Intanto pare che Navalny sia morto... Si parla di embolia ma francamente i sospetti per un assassinio ci sono tutti

    Dal fronte Adviivka sta per cadere, come al solito pero' i russi hanno impiegato, se non ho letto male, ben 5 divisioni corazzate e superato le 400000 unita' di morti o di soldati feriti gravemente.

  10. #12320
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    Predefinito Re: Evoluzione della crisi ucraina

    Citazione Originariamente Scritto da Gio83Gavi Visualizza Messaggio
    Intanto pare che Navalny sia morto... Si parla di embolia ma francamente i sospetti per un assassinio ci sono tutti

    Dal fronte Adviivka sta per cadere, come al solito pero' i russi hanno impiegato, se non ho letto male, ben 5 divisioni corazzate e superato le 400000 unita' di morti o di soldati feriti gravemente.
    Poveretto, ma era solo questione di tempo
    Se non sbaglio fu una sua scelta tornare in Russia dopo le cure in Germania per essere stato avvelenato qualche anno fa

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