Questa interpretazione mi era sfuggita. C'è davvero da qualche parte?Nel caso posso vantarmi di rappresentare un'eccezione \as\\as\\as\ senza essere nè Dante nè Shakespeare.
Non sono così d'accordo... Non è una caratteristica genetica.
Certo che se l'approccio scientifico viene trascurato fin da piccoli è abbastanza normale che al momento delle scelte tutta 'sta voglia non ci sia. Parlo per ipotesi non so quanto reali (spero il meno possibile).
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
E' genetica... stai tranquillo.
Mia mamma laureata in lettere classiche e insegnante ha fatto di tutto, credo, per avviarmi al classico... dal latino anche in terza media al disseminare libri per casa (hai presente le bambole vestite da suora di manzoniana memoria?...).
E alla fine mi sono impuntata e ho fatto lo scientifico "perché c'era disegno".
Continuo tutt'ora a sfotterla perché "i grecisti non sanno fare due più due", e sguazzo beatamente nelle discipline scientifiche, facendomene un baffo dell'educazione ricevuta.
...più genetica di così...
non è genetica, hai ragione, non ci assomiglia nemmeno lontanamente. ma è una cosa che hai dipendentemente dal contesto in cui cresci diciamo. Ti faccio un esempio: io sono nato in una famiglia di ingegneri ed inevitabilmente ho un certo modo di ragionare tale per cui ho scelto la via scientifica (liceo scientifico tecnologico, che era il più "PURAMENTE" scientifico allora esistente, e adesso scienze ambientali). ovviamente ci sono le eccezioni eh, ci mancherebbe, ma in linea di massima sei influenzato fin da piccolo secondo me. quel che voglio dire è che spesso parti già con una certo modo di ragionare, difficilmente ne hai uno che cambia col passare del tempo (parlo sempre nello specifico del binomio scientifico-umanistico) anche se può capitare (vedi chi fa il liceo classico e poi va a fare ingegneria).
Si vis pacem, para bellum.
Solofilo - freddofilo e seccofilo in inverno, caldofilo e variabilofolo in primavera, caldofilo e seccofilo in estate, tiepidofilo e variabilofilo in autunno - mi piacciono 6 ore di sole dopo 1 ora di temporale, o le giornate secche ed anticicloniche invernali dopo 1 giorno di neve fitta
D'altra parte basta vedere come circolino in rete e anche in TV (ospite fisso di La Gabbia su LA7) personaggi, laureati in filosofia, che la pensano esattamente uguale \as\\as\\as\
DIEGO FUSARO: Contro la dittatura della lingua inglese - YouTube
E' evidentissimo, ergo: la dittatura dell'inglese e il suo predominio nella ns. esistenza è derivante direttamente dall'egemonia turboliberista del globalitarismo elitario del pensiero unico tropostratosferico
Dopo che vedi personaggi del genere in televisione, e insegnare nelle scuole pubbliche italiane cosa vuoi aspettarti? \as\
Che poi vorrei veramente capire cos'avrebbe di semplice e bello la lingua italiana più della lingua inglese? In inglese cè una forma verbale per ogni soggetto (i/you/he/she/we/you/they go ad esempio, con la sola eccezione della terza persona che finisce in -es) ,in italiano una diversa per ogni soggetto (io vado, tu vai egli va ecc.). In inglese non esistono le forme di cortesia (il dare del lei), mentre in italiano esiste il dare del lei.
E' evidente che l'inglese è scelto come lingua universale perchè è la più semplice, farsene una ragione senza tante paranoie sarebbe la cosa più adatta.
Quoto.Ma il motivo per cui esistono quelle facoltà (tipo la cura del cane e del gatto) è lo stesso motivo per cui esiste una università ogni 20 km, e ormai ogni città di dimensioni appena decenti ha una propria università. Questione purtroppo che molti italiani pensano che con più si spende per un servizio, con più questo è meglio, a prescindere da come i soldi vengano spesi. Invece le risorse finiscono poi per venire spese in modo inefficiente e per dare più assistenzialismi possibili .Per cui anziche poche università con ottimi docenti ci ritroviamo il contrario, tante facoltà, molte inutili e anche quelle utili presentano una quantità di docenti in sovrannumero, dei quali quindi buona parte non preparati a livello ottimale.
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«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
si ma era indicativo per far capire ciò che stavo dicendo, non voleva essere assolutistico ma nemmeno scientifico.![]()
cmq c'è anche un altro aspetto che limita la scienza in Italia che è stato trascurato: la consistente presenza del fondamentalismo religioso (sottolineo fondamentalismo, perchè un religioso può tranquillamente essere un grande uomo di scienza, non un fondamentalista).
Si vis pacem, para bellum.
In effetti non è genetica, altrimenti appunto ricalcherebbe i geni dei genitori e avresti famiglie di ingegneri.
Nella medesima famiglia invece hai ingegneri e letterati in ordine sparso, magari. Quindi deve essere legato a un quid personale, forse sono mutazioni o combinazione di geni diversi... comunque è un'impronta che hai già dentro, e possono tentare di plasmarti ma fino in fondo non ci riusciranno mai.
Ad esempio, mio fratello è cresciuto con me, ho giocato tanto con i soldatini e con le spade di plastica con lui da bambina... quindi oltre ai genitori e alla biblioteca di casa, conividevamo anche giochi e orizzonti mentali.
Bene, io sono un geologo, adoro sin da quando andavamo in montagna da bambini guardare le carte topografiche anche solo come lettura, ho l'orecchio musicale di uno schnauzer nano. Lui è un ingegnere che ammette di non saper leggere una carta topografica e che suona il piano (esame di quinto anno in conservatorio). A livello cromosomico, qualche differenza deve pur esserci...
Per non dire di quelli che tu li senti parlare, e giureresti che sono un ingegnere, o per lo meno, un ingegnere mancato... certe predisposizioni le hai dentro. Poi se ti va bene riesci a seguirle e svilupparle. Se ti forzano a fare altro, finisci per diventare un mediocre praticante con istinti mai sopiti.
senza farsi troppe pippe mentali: l'inglese è la lingua "prescelta" per la globalizzazione? sì. dunque tocca impararlo ed assimilarlo nella propria vita comune, c'è poco da fare, a prescindere da quanto sia bella la lingua italiana. e, come diceva giustamente il bassini, nel linguaggio scientifico questo crea pochissimi (se non nulli) problemi. una formula o un'unità di misura rimane tale se pronunciata in inglese o in mandarino.
Si vis pacem, para bellum.
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