La notizia in sè è carina:

Sbarcato in Italia anche un gatto, al seguito della sua "famiglia" umana migrante...

Il racconto del veterinario chiamato a visitarlo e nutrirlo, da Il Corriere:

«Sono salito sul rimorchiatore, tra centinaia di persone, e altri medici» - racconta Brafa, «e me lo sono trovato davanti. Sporco, spaventato, smagrito… Io e la mia ragazza avevamo portato qualcosa da dargli, una o due confezioni di mangime, e lo abbiamo sfamato così, con quel poco che avevamo. Poi l’ho visitato, sembrava sanissimo. Però, siccome tutti gli animali che arrivano dall’estero devono fare un periodo di isolamento, lo abbiamo mandato in quarantena in una struttura della Azienda Sanitaria Provinciale di Vittoria».
Gianluca non si ricorda né come si chiamasse la ragazza, né come si chiamasse il gatto. «Era quasi mezzanotte. Il clima a bordo del rimorchiatore era piuttosto agitato. Non ho pensato a certi dettagli». Ma si ricorda molto bene la disperazione della donna nel momento in cui l’interprete le ha comunicato che avrebbe dovuto separarsi dall’animale, per via della quarantena. «Quando gliel’abbiamo detto, è scoppiata in un pianto disperato, e non riuscivamo a consolarla in nessun modo». Qualcuno le ha promesso che avrebbe rivisto l’animale alla fine dell’isolamento necessario a stabilire che non è portatore di gravi malattie o infezioni. «Spero davvero che alla fine della quarantena i due fratelli possano riavere il loro gatto. Se lo meritano. In fondo, non abbandonandolo prima di fuggire dal loro Paese, hanno compiuto un grande atto d’amore».

Soccorso gatto 'migrante' nello sbarco di Pozzallo. Il veterinario: "E' in quarantena, speriamo torni con i padroni" - Adnkronos