Certo, in relazione a chi pretende di poter parametrare la felicità sulla curva del PIL dico che la felicità, sia in senso oggettivo che soggettivo, è altra cosa. Ma dove avrei scritto che applico una "metrica" per una "quantificazione" della medesima? Quindi sarebbe ora che tu la smettessi di trolleggiare visto che, sul punto, ti ho anche allegato un link (con relative definizioni a cui mi ispiro) che nemmeno hai letto. Dato che ometti di leggere, riporto - "in chiaro" - lalcuni passaggi:
La tipologia di ricerca inaugurata da Easterlin è stata ampliamente utilizzata e continua ad esserlo, tuttavia non può soddisfare Daniel Kahneman, ovvero colui che per primo ha indagato e messo in luce i limiti cognitivi delle persone nel pensare e rappresentare la propria felicità. A questo proposito, lo psicologo israeliano ha proposto da alcuni anni un innovativo metodo di ricerca, con il progetto di misurare ciò che ha chiamato con il nome, piuttosto impegnativo, di felicità oggettiva[3]. Tirare in ballo la nozione di oggettività potrebbe spiazzare, sia perché la felicità viene percepita come qualcosa di intimo e personale, sia per la natura complessa e sfuggente di ciò che si desidera indagare. In realtà Kahneman è uno scienziato, e nell’utilizzare i termini soggettivo e oggettivo intende marcare una differenza, piuttosto che descriverne compiutamente la natura.
Per capire cosa si intende per felicità oggettiva, è opportuno incominciare dalla domanda che il ricercatore rivolge alle persone: «la tua esperienza è positiva o no in questo momento?». Come è evidente, il grado di benessere è pur sempre confessato dal soggetto soltanto, quindi la base delle misurazione resta il resoconto proprio dell’individuo, ma con una differenza determinante che Kahneman vuole sottolineare: la misurazione è fondata sul momento, non su una analisi globale, la felicità è quindi rappresentata attraverso una immediata introspezione e non grazie la retrospezione. Questa differenza fa in modo che, mentre l’integrazione dei momenti è affidata - appunto - al soggetto, nel caso della felicità oggettiva è prodotta secondo regole logiche. La posta in gioco è di ridurre l’influenza delle distorsioni cognitive. Kahneman a questo proposito è molto chiaro:
«Per neutralizzare l’ effetto [delle distorsioni cognitive presenti nell’autovalutazione delle persone] dobbiamo disporre di misure che offrano le seguenti caratteristiche: a) devono corrispondere il più direttamente possibile alle reali esperienze edoniche ed emozionali; b) devono attribuire peso appropriato alla durata di varie porzioni di vita (come lavoro, divertimenti, ecc.); c) devono essere influenzati soltanto in misura minima da contesto e pietre di paragone»[4].
Generalizzando, è possibile che in questo modo le persone finiscano per investire troppo nello sforzo di acquistare beni materiali, il tutto a spese del tempo libero[27]. O meglio, è possibile che dedichino un ammontare spropositato di tempo per raggiungere obiettivi economici e monetari rinunciando a perseguire obiettivi che possono avere effetti benefici più duraturi sul benessere, come la vita familiare e la salute. Come mostra Kahneman in numerosi studi, per quanto riguarda le distorsioni e le fallace del ragionamento umano, una delle cause più frequenti è derivata dall’effetto framing, ovvero dalla capacità del contesto di influenzare le decisoni delle persone allontanandole da ciò che sceglierebbero in completa autonomia[28]. Per questo motivo, sicuramente non aiuta il fatto che ogni giorno il mondo dei mass media proponga standard di riferimento edonico basati sul consumo. Esattamente come non aiuta la molla del confronto sociale che, come si è scoperto, vede come primo oggetto del contendere il benessere economico: mentre è abbastanza difficile capire il rapporto che il proprio collega o il proprio vicino ha con il coniuge, è molto più facile conoscere il modello della sua automobile, la fattura dei suoi vestiti oppure l’abitazione in cui vive. Secondo l’economista Layard quella alla ricchezza è una corsa comune che rischia di diventare controproducente quando non soddisfa più beni essenziali e non ha effetti tangibili dal punto di vista edonico:
«É un po’ come ciò che a volte accade allo stadio. Qualcuno inizia ad alzarsi in piedi per vedere meglio la partita. Così facendo, però, impedisce di vederla alla persona seduta dietro a lui, che a sua volta si deve alzare. Alla fine, ci si ritrova tutti in piedi: ogni spettatore vede esattamente quello che vedeva prima, ma in più deve anche affrontare lo sforzo di rimanere in piedi».[29]
Insomma, quale sintesi è possibile trarre dalle ultime ricerche della psicologia sulla felicità? Le caratteristiche del pensiero umano danno una spiegazione plausibile del motivo per cui le persone non sono sempre in grado di raggiungere un’allocazione ottimale del tempo nei vari domini della vita, seguendo quelli che sono, peraltro, i risultati della felicità oggettiva e delle ricostruzioni giornaliere. Ciò che colpisce sono le conseguenze del fatto che le persone tendano a trascurare la misura del tempo e le rapidità con la quale si abituano alle nuove situazioni. Fare grandi sacrifici ed enormi sforzi per aumentare il proprio reddito o per acquistare un bene materiale, per poi scoprire che questo cambiamento nel tempo ha aumentato poco o nulla la propria felicità, potrebbe essere un problema da tenere seriamente in considerazione. Il timore è che l’individuo, lasciato solo con i suoi limiti cognitivi, rischi di non avere molte possibilità di progresso. Sarà possibile una risposta collettiva e coordinata?
Obsequium amicos, veritas odium parit.
Sai che non ho capito cosa intendi ... .
Ma dove sta l'evidenza della correlazione che solo tu vedi? Io non vedo alcuna correlazione e, soprattutto, non vedo bibliografia scientifica a sostegno delle tue parole. Perché non fai meno "spezzatini" e ti dedichi ad un approfondimento un po' più completo di ciò che pretendi di dire attraverso "enunciati" indimostrati?
Prima mi parlavi, sarcasticamente, di statistica, ed io ho subito obiettato che molte cose vengono sottaciute in situazione di abusi e disagi. Come mai eviti di quotarmi, sul punto, e non dici più nulla? Se fai lo "spezzatino" devi anche mangiarlo tutto: è un peccato lasciare nel piatto le "patate bollenti" ... .
Obsequium amicos, veritas odium parit.
Mi pare che, vista l'ampiezza di argomentazioni che sono solito offrire quando intervengo, non mi si possa dare del "troll". Piuttosto hai mai esaminato le tue risposte?
Ed infatti ho scritto di dirmi come si possa pretendere di misurare, oggettivamente, ciò che è soggettivamente definibile (o misurabile). Se vuoi rispondi, altrimenti no: non è mica un dramma.
Poi te ne sei venuto fuori con la storia delle "metriche" in rapporto alle mie citazioni circa il senso oggettivo della felicità. Ma ripeto: in quale porzione dei miei ragionamenti avrei parlato di metriche? O me lo indichi, o devo cominciare a sospettare che vi sia qualche forma di "agire trollico" nei tuoi interventi ... .
Ma dove?!?
No, te ne accorgeresti: sarei molto più sottile ... .
E tu prenditi il tuo riguardo al resto. Però mi devi spiegare una cosa: se non sostieni la fattibilità della crescita infinita devi per forza aderire ad una delle seguenti opzioni:
1 - la crescita della felicità non può essere infinita (per via della correlazione che asserisci essere dimostrata ma che, nei fatti, non lo è);
2 - la crescita della felicità può essere infinita (ma, a questo punto, essa risulterebbe almeno parzialmente correlata alla decrescita visto che, per te, la crescita non può essere infinita);
3 - la crescita della felicità ha un limite che coincide con quello della crescita del PIL (ma allora devi dimostrarlo, visto che ad oggi ho letto solo "enunciati");
4 - la crescita della felicità ha un limite che non coincide con quello del PIL (ma allora si rientra, almeno parzialmente, nella seconda ipotesi).
Mi sembra di dare già il buon esempio, come illustrato nel 3d chiuso. In pratica farei felicemente fallire un intero settore tra risparmio di costi ed emissioni. Non ti pare?
Esistono poi vari esempi in tutto il mondo: se vuoi ne parliamo.
Obsequium amicos, veritas odium parit.
Ha ragione lui.
Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
http://www.flickr.com/photos/14667436@N02/
Il mio fotoalbum:
http://fotoalbum.virgilio.it/fabrizio.binello
L'orchite galoppa
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always looking at the sky...
Interista
TRAP: "No say the cat is in the sac!"
Wizard: "sei disposto a trasferti in Provincia di Valle Seriana?" (5 maggio 2012)
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Ciao Ale!
20/12/2009... La giornata Perfetta! Min. -10.2° - Max. -5.1°
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non ho capito chi CIA' ragione alla fine
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