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  1. #1
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    SK Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Memore dell'epocale diatriba laico-scettica o para-credente e miso-evoluzionistica (parole che fanno girare la testa!!), ritorno io sull'argomento e, me ne raccomanderò, eviterò di portare prove come i mosaici della romanità o le pitture rupestri dell'Età del Bronzo.

    Possiamo però noi oggi dire che un'unica incrollabile fede ha iniziato a divenire popolare nella civiltà? Ovvero il credo spregiudicato nella fatturazione?

    Possiamo parlare di teologia del PIL? Nell'avere un'incrollabile fede nel fatto che all'aumentare della produzione e del consumo aumentino il benessere e la felicità delle persone?

    Dio non è chiamato in causa, ma possiamo noi associare la felicità dei singoli individui alla loro ricchezza monetaria? E come mai le nazioni più ricche del pianeta hanno anche il più alto tasso di suicidi? A parte un'ovvia componente di determinismo ambientale, che fa sì che molti finlandesi, svedesi, russi e canadesi s'ammazzino nei più svariati modi perché non reggono l'assenza della luce solare per lungo tempo, perché la ricchezza monetaria non è sempre, o non è per niente, indice di felicità?

    #mosaicodelnilo #sidetwo

  2. #2
    Vento forte L'avatar di Alexios
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Mi hai fatto venire in mente questo pezzo di un discorso di Kennedy
    Discorso PIL Robert Kennedy 18 Marzo 1968 - YouTube

    Estremi da Marzo 2013:
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  3. #3
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Mi pare fosse già Max Weber nei primissimi anni del '900 ad aver associato i concetti di religione e capitalismo, anzi spingendosi più in là arrivando ad ipotizzare che lo spirito del capitalismo trovi in qualche modo origine nell'etica protestante dei popoli anglosassoni.

    Ammetto di non aver letto nessun suo libro, ma solo un paio di articoli molto interessanti in proposito.

  4. #4
    Uragano
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Citazione Originariamente Scritto da Heinrich Visualizza Messaggio
    E come mai le nazioni più ricche del pianeta hanno anche il più alto tasso di suicidi?
    Iniziamo con lo smentire questo mito, a meno che Lituania e Kazakhstan siano improvvisamente diventate delle powerhouse...

    List of countries by suicide rate - Wikipedia, the free encyclopedia

    Non c'è una correlazione statistica significativa, men che meno a livello europeo. Idem per il clima: in Norvegia e in Finlandia ci si suicida molto meno che nelle soleggiate Bulgaria e Croazia. Mi domando dove sian nati questi miti.


  5. #5
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Citazione Originariamente Scritto da NoSync Visualizza Messaggio
    Non c'è una correlazione statistica significativa, men che meno a livello europeo.
    Beh, ma è una condizione perfetta così ci si può inventare di tutto...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  6. #6
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Beh, ma è una condizione perfetta così ci si può inventare di tutto...
    Beh ma certo.


    Perché una società adesso deve dipendere da dei numeri e delle statistiche? Il valore dell'individuo è ridotto al suo codice IBAN?



    Nessuno di voi avverte quindi l'urgenza di dover ripensare l'idea di cittadino e di essere umano all'interno di una civiltà sempre più globale e di una società simile?

    Solo partendo da qua potremo evitare tendenze catastrofiche come attualmente sono in vista perseguendo in modo un po' ottuso l'unica linea capitalistica che ci ha trasformati in bipedi che consumano materia.

    Evidentemente la mia è imbecillità isolata.
    Dovrò darmi al trading finanziario e fatturare il più possibile per non pensarci.






    Comunque 'sta storia dei suicidi caro Alessio non può essere affrontata solo a livello statistico.
    Anche perché trattare il suicidio attraverso una statistica a te non fa un po' ribrezzo?
    Cioè: la più disperata ed errata delle azioni umane, letta in chiave numerica?
    Perché non la leggiamo partendo dalle origini: dal determinismo ambientale a quello sociale.

  7. #7
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    Predefinito Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Molto semplice. In una semplice regressione che considera sia il PIL che indicatori diciamo più "umani/gentili/carini" di felicità la pendenza è positiva e R-squared alto.

    In parole semplici: più PIL, più felicità. In ogni stato, in ogni epoca storica.
    #NousAvonsDéjàGagné

  8. #8
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Citazione Originariamente Scritto da Professeur Bugigiò Visualizza Messaggio
    Molto semplice. In una semplice regressione che considera sia il PIL che indicatori diciamo più "umani/gentili/carini" di felicità la pendenza è positiva e R-squared alto.

    In parole semplici: più PIL, più felicità. In ogni stato, in ogni epoca storica.


    E chi non ce la fa è condannato di suo quindi.

    Molto umana come cosa. Ignorare il fatto che il PIL produca oltreché benessere e felicità anche prodotti di scarto che minacciano l'esistenza del PIL stesso cosa fa di noi?

    Fa di noi degli esseri umani con un QI sotto la media? Credo di sì. Fa di noi degli ingiusti? Anche.
    Se io sono un ricco imprenditore che lucra su un commercio poco solidale di frutti esotici e con questa impresa do da mangiare ai miei 4 figli, come mi sento -umanamente- sapendo che i miei figli cresceranno bene, mentre i miei dipendenti bengalesi muoiono perché respirano amianto il quale inquina pure le colture che poi vendo?

    Perché chi fattura e lucra su modelli totalmente iniqui non è punito oggi, ma anzi è molto rispettato per i guadagni che porta?






    E comunque professore, io non so cosa sia un R-squared alto in un grafico, ho solo una vaga idea quindi lo chiedo.
    Ma a discapito di un R-squared alto c'è l'università di Oxford che ha pubblicato più studi storiografici in cui si misurava il benessere della popolazione di una serie di città europee (attraverso vari parametri e fonti, fra cui il cibo e la durata di vita) nel periodo in cui le città europee erano piccole e 'nuove', cioè nell'epoca di transito fra alto e basso medioevo (900-1100 d.Cr., mille anni fa circa per intenderci).

    E i risultati sono stati eclatanti: in soldoni uno speculatore finanziario della city o di wall street è moralmente-eticamente più ignobile e carogna di un emissario del re in una città anseatica o ancora più semplicemente: gli stili di vita e la qualità della vita del primo sono peggiori di quella del secondo.




    Comunque sto capendo sempre di più che qua lo scemo_del_villaggio sono solo io, ma a nessuno viene il sospetto che siamo tutti una manica di incapaci nel gestire il mondo e i suoi valori concreti-astratti?


  9. #9
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Provo un po' a coprire i molti punti di discussione proposti nella tua risposta. Scusa se sono un po' schematico.

    1) Il mondo attuale non ignora per nulla gli effetti negativi della corsa alla crescita. Li considera e li mette al fianco degli effetti positivi. E poi fa una sottrazione. Quelli positivi sono più grandi di quelli negativi. Il riassunto e' nel fatto che il mondo, in media, cresce ogni anno da eoni.

    2) Non ho capito l storia degli esseri umani con basso QI.

    3) Esistono le leggi. In quasi tutti gli Stati (e lo sara' in sempre più' Stati) far lavorare in una azienda con amianto e' illegale. Fare soldi e crescere in modo legale dovrebbe essere questione di onore, non vergogna.

    4) Alto R-sqaured significa semplicemente che approssimando la relazione tra PIL e indicatori di felicita' con una linea retta, gli errori che si fanno sono piccoli.

    5) Non conosco lo studio di Oxford, e l'ho capito poco in quanto alla sua rilevanza per il contesto del thread. Vogliamo dire che uno squalo di Wall Street e' poco etico? Io dico che e' poco etico un padre che va a fare viaggi e si diverte nel rispetto della natura piuttosto che lavorare sodo e guadagnare il massimo per i figli. Entrambi possono essere bravi o cattivi padri a prescindere dalla loro relazione con il denaro.

    6) Ecco qui la lista del ranking delle nazioni per Human Development Index, indice di sviluppo umano che include altro oltre al PIL. La classifica non sorprende per nulla. Table 1: Human Development Index and its components | Human Development Reports
    #NousAvonsDéjàGagné

  10. #10
    Uragano L'avatar di Marco.Iannucci
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    Predefinito Re: Momento filosofico 2: la teologia del PIL

    Certamente la ricchezza non è l'unico parametro di felicità, ma è un parametro da cui dipendono tutti gli altri parametri di felicità.
    Facciamo un banale esempio. Se il possesso di moneta lo portiamo asintoticamente a zero, andranno a zero di pari passo tutti gli altri parametri di felicità, quale amore, famiglia, *****, amicizia, cibo, salute. Insomma senza la moneta l'uomo è zero. Infatti Qualcuno disse una volta: "l'uomo non vive di solo pane", proprio per dire che il pane è la prima cosa , poi vengono le altre. Anche "dacci oggi il pane quotidiano...! Il pane è la moneta. Per questo motivo tutti gli sforzi dell'umanità dovrebbero essere volti a garantire a tutti il possesso di moneta, come? obbligando all'investimento chi possiede ben oltre il necessario a garantire una vita più che discreta. obbligando a non immobilizzare i capitali oltre il limite minimo a garantire una certa stabilità economica personale. Per fare un esempio: non puoi tenere 20 case 20000 Kmq di terreni e 100 Trilioni di euro in banche svizzere lì ferme.

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