Lou soulei nais per tuchi
ma siamo sicuri che il problema del fondamentalismo islamico sia la religione ?
ho sempre considerato la religione come una ricerca dell' amore e della valorizzazione di tutto ciò che c'è di buono nell' essere umano in quanto fatto a immagine e somiglianza di Dio... e dunque veramente e in tutta sincerità fatico a considerare quella dei fondamentalisti islamici una religione...
una religione che predica la morte non è tale, in quanto si prepone obbiettivi esattamente contrari a quelli per definizione ad essa consoni... dunque il problema come dicevo va forse ricercato più nell' inciviltà di certi popoli che chiamano "religione" un fanatismo criminale
Ultima modifica di meteopalio; 23/03/2015 alle 08:13
Domani bandiere a mezz'asta domani su tutto il territorio italiano per ricordare i nostri connazionali morti nell'attentato.
Domani ci saranno i funerali a Meda, Novara e Torino
sono i soggetti responsabili dell'attentato titolato in questo thread che hanno già "riconsiderato la questione"... e ugualmente hanno fatto anche i nostri crociati del medioevo, giusto per essere imparziale (benchè si parli di medioevo, ovvero un' altra dimensione rispetto ad oggi)...
ma che cosa dimostra ciò ? che la colpa è della religione ? no di certo... dimostra solo che la mente umana è capace di distorcere anche il più nobile dei sentimenti...
volendo banalizzare: non è l'automobile che uccide, ma il pazzo che sta al volante...
mi hai ucciso.
però dai, se qualcuno considera la religione e la pratica ricercando l'amore è meglio che niente. anche se poi si dice una cosa e se ne fa un'altra, vedasi la ricerca spropositata () dei soliti noti () dell'amore nel vecchio td oramai chiuso sull'immigrazione...amore vero eh, e fraterno soprattutto, nonché caritatevole.
Si vis pacem, para bellum.
Una cosa comunque non riuscirò mai a capirla.
Si legge spesso che molti "giovani terroristi" lo diventano perché crescono in un contesto occidentale, troppo diverso da quello ammesso dalla loro religione.
Purtroppo non é sufficiente che questo contesto "maligno" permetta a loro e alle loro famiglie di vivere una vita 1000 volte migliore di quella che avrebbero vissuto nel loro paese. Hanno comunque il desiderio di cambiare le nostre abitudini, di convertirci.....
Tutto questo può essere definito fanatismo, ignoranza o più semplicemente ingratitudine. Che poi si possono trasformare in odio e nei casi più gravi in atti di terrorismo.
Una cosa è certa, se a me danno fastidio la cultura e le usanze di uno stato, di sicuro farò in modo di starci più alla larga possibile e non andrò a sfruttarlo per ciò che mi fa comodo.
La mia povera nonna mi diceva : "al padron at al fa a cà da ti..........". Penso non ci sia bisogno di traduzione.
WEBCAM MEZZOGORO (FE): http://meteomezzogoro.altervista.org/mezzogoro-1.html
Rete MyMNW: http://my.meteonetwork.it/station/ero148/index.php
Bei tempi quando la meteorologia non si era ancora trasformata in metopolitica. Gran bei tempi...........
ogni riferimento è casuale...
si lo so che non sono propriamente ligio ai dettami religiosi... peccato che gli osservanti al 100 % che vorresti te si chiamano san Francesco o pochi altri... il resto sono comuni mortali che mostrano un' umana difficoltà nell ' amare e perdonare tutto e a tutti...
la ricerca della perfezione è anzi aberrante tanto che è paradossalmente già un errore, che si chiama peccato di presunzione... soprattutto in casi come gli immigrati che l' odio te lo stuzzicano continuamente con fatti quotidiani di cronaca nera dove puntualmente 8 su 10 sono immigrati
Questa è una concezione cristiana della "religione". Ineccepibile e condivisibile in quanto, anche se non credenti/praticanti, siamo cresciuti per più di un millennio in una cultura formata ai principi del cristianesimo.
Tutto sommato, lo stesso Illuminismo, con la sua esaltazione della ragione contro la superstizione, è il frutto estremo della valorizzazione dell'Uomo, in qunto "immagine di Dio". In fondo, si sono tirate le conseguenze dell'idea di "libero arbitrio" che i testi cristiani concedono al'Uomo in quanto creatura divina.
Non è detto che la stessa cosa sarebbe potuta accadere, per lo meno in questa forma, in una cultura completamente diversa, con presupposti diversi.
Non a caso, anni fa il mondo dell'antropologia incassò il colpo portato da un rappresentante di stato islamico, mettendosi in discussione e ponendosi un mucchio di domande. Riassumendo, l'islamico mise in discussione la stessa Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, in quanto riferibile all'"uomo occidentale", mentre molto diversa sarebbe la "Dichiarazione dei diritti dell'Uomo islamico".
Ineccepibile anche questo.
Si tratta di visioni del mondo diverse, e ognuno quindi ne trae le proprie regole e le proprie conseguenze.
Altro esempio: Duemila anni fa l'umanità si divideva in liberi, semiliberi e schiavi, e queste tre categorie erano così ovvie (come dire oggi, impiegati, imprenditori, liberi profesisonisti) che nessuno si sognava di metterle in dubbio, e semplicemente ragionava secondo uno schema di umanità a "tre livelli".
Insomma, tutto questo per dire che il concetto di "religione", da un punto di vista antropologico, è un qualcosa che sta al di sopra, precede le singole esperienze ed elaborazioni del concetto stesso.
Prendendo per buona una delle etimologie proposte (religio da religo, lego assieme; etimologia molto discussa, ma ch ebene incarna l'oggetto), nelle culture umane si sviluppano "religioni" ogni qual volta il gruppo si compatta attorno a una visione del mondo peculiare e condivisa, che si manifesta attravero un patrimonio di credenze e un insieme di gesti e segni distintivi che definiamo "rito".
E' in pratica il costruirsi un'identità, creando un centro comune e dei segni di riconoscimento interni al gruppo, e distintivi rispetto all'esterno.
Quindi, un concetto molto generale, che fotografa una prerogativa della specie umana.
Poi nel caso dell'occidente, questa strutura sociale che chiamiamo "religione" ha assunto la specifica connotazione che citi e in cui ci riconosciamo.
Ma questo ha alle spalle un cammino lunghissimo, che affonda le radici nella stessa cultura greca classica, e in quel mondo filosofico che ha iniziato a interrogarsi sull'Uno a monte di tutto il mondo sensibile. Si è generato così un filone di pensiero, con tutti i suoi innesti e sviluppi successivi, che ha portato a formulare un'etica e una visione del mondo che addirittura ha scavalcato il confine della religione cristiana in senso stretto.
Resta il fatto che altre religioni hanno svolto un cammino diverso, partendo da presupposti diversi, e giungendo ad esiti totalmente differenti dal nostro.
Il problema è quando la visione del mondo elaborata da un popolo viene interpretata estremizzandone alcuni aspetti; da questo punto di vista, i monoteismi sono particolarmente a rischio. Il dio unico si trasforma facilmente, nelle mani del fanatico, in un motivo di discriminazione verso gli dei degli altri, e allora la religione finisce per predicare morte, in nome dell'affermarsi della "verità" (accadde anche da noi, però nei secoli lo abbiamo superato).
Sicuramente, gli estremismi dei fanatici vanno scissi dalla religione in sé.
Certo che religioni che hanno alle spalle cammini di pensiero e di rielaborazione meno lunghi, e soprattutto meno ricchi di interscambi culturali - quindi di confronti, di dibattiti, di rielaborazioni - sono più facilmente soggette a produrre irrigidimenti e chiusure mentali.
Il limite è questo: poi si può bollare come "inciviltà" giusto per avere un singolo termine di facile uso (ma resta sempre il problema del relativismo: il nostro concetto di "civile" è diverso da quello di un'altra cultura), ma sotto sotto il succo è che laddove c'è apertura e scambio di idee difficilmente può anche svilupparsi chiusura e rigetto dell'altro da sé.
E apertura e scambio di idee sono da sempre alla base dello sviluppo di qualsiasi cultura umana, ovvero di qualsiasi forma di civiltà...
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