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  1. #81
    Vento fresco L'avatar di Lemine
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

    il mio è diffusissimo in Provincia di Bergamo (da cui provengo e sono originario) e zone limitrofe, con gruppetti locali nel Basso Piemonte, Friuli, Campania e Calabria. Presente, probabilmente per gente trasferita per lavoro, anche a Torino e Roma
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  2. #82
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

    Citazione Originariamente Scritto da Angelo_81 Visualizza Messaggio

    Secondo una mia lontana parente che ha fatto varie ricerche storiche, il mio cognome è di origine greca.....
    ....Non so quanto ci sia da fidarsi di questa ricostruzione, ma è abbastanza affascinante.
    Tutto è possibile...
    La questione dell'antichità dei cognomi e delle famiglie è in effetti complessa. Andrebbero fatte ricerche d'archivio sul singolo caso, non sempre possibili perché più vai indietro più la documentazione è frammentaria.
    Ciò non toglie che abbia senso parlare di derivazione o origine, occorre però distinguere.

    Ci sono cognomi che sono di chiara origine longobarda, o greca o altro, nel senso che la radice viene da quegli idiomi e da quelle epoche, indicando un qualche oggetto o caratteristica o attività che nel tempo sono state associate a una certa persona e che i suoi discendenti, nella comunità locale hanno mantenuto, sino a cristallizzarsi in un cognome. E' un fenomeno molto diffuso e alla base di una gran parte di cognomi attuali; partendo però da elementi comuni, si è ripetuto in più luoghi e tempi, generando altrettante famiglie omonime ma che in realtà non sono imparentate fra loro. Resta il fatto che il cognome in sè ha quella origine, e si riconduce a quella lingua specifica.

    Ci sono invece cognomi dei quali effettivamente si riesce a ricostruire tutto l'albero genealogico risalendo a delle origini "uniche", ovvero all'originario gruppo parentale - gli antenati - e alla sua zona di provenienza.
    Più si va indietro nel tempo però e più diventa difficoltoso seguire una linea genealogica, e non solo per la dispersione degli archivi.
    I cognomi infatti variano nel tempo col ramificarsi delle famiglie originarie. Molti grandi casati italiani, che hanno effettivamente origini da comites longobardi o franchi non hanno mantenuto il cognome dei capostipiti.
    Questo perché nella fase di frammentazione ereditaria delle proprietà, i vari rami di una famiglia si radicavano nel luogo dove riuscivano a incastellarsi o comunque a creare un loro dominatus locale, e accanto al nome del capostipite sempre più lontano nel tempo, assumevano un loro nome, per disinguersi come generatori di un nuovo lignaggio, sia pur collaterale a una casata preesistente. Di conseguenza, anche se gli storici sanno benissimo che sono tutti discendenti dal conte Obertengo - faccio un esempio a caso per dare l'idea - perché hanno ricostruito tutta la linea, nei documenti successivi essi saranno distinti col nuovo cognome e non più come Obertenghi, mentre la memoria delle origini andrà via via sbiadendo, e comunque non ne resterà treccia visibile nel cognome. E' un fenomeno da non sottovalutare, e che nelle comunità locali è stato attivo sino all'altro ieri.

    Prendo ad esempio il mio cognome, presente praticamente solo nella valle di origine (tranne qualcuno, ad esempio è segnalato in Venezuela, mentre ho un parente accertato in Brasile).
    Se non ci fosse stata l'anagrafe nel senso moderno, ma solo la vox populi, probabilmente i miei discendenti di cognome farebbero invece Ceschi. Il nostro ramo della famiglia discende infatti dal "mitico" Francesco detto "Cesco". Più di una volta, girando anche nelle valli limitrofe mi hanno chiesto di che ramo della famiglia sono, e la sequenza è "figlia di Giacomo figlio di Carlo figlio del Checco figlio del Cesco" e lì ci si ferma (al trisnonno, che se il nonno è nato a fine secolo, qui siamo in epoca napoleonica) perché evidentemente chi ha fatto la domanda riesce a collocarmi sul giusto ramo; in pratica, a scala locale noi siamo già "i Ceschi" e quindi potenzialmente si è generato un nuovo cognome. Per fortuna dei genealogisti, la registrazione accurata dei dati anagrafici negli ultimi secoli ha bloccato questo processo...

    Altro punto da considerare: il concetto stesso di lignaggio e di famigia patrilineare come lo intendiamo oggi nasce tardi nell'alto Medioevo. Prima le strutture familiari sono allargate orizzontalmente, ad esempio riconoscono la discendenza maschile anche attraverso la madre ovvero i figli dello zio materno sono altrettanto discendenti della famiglia e hanno diritti ereditari (oggi invece li colllochiamo in un'altra famiglia).
    Insomma, un bel risotto da ricostruire...

    Questi sono alcuni dei motivi per cui si dice che è impossibile seguire una genealogia anteriormente al 1100 (o giù di lì, dipende dalle scuole di pensiero). Chiaro comunque che, più il cognome è "unico" e "strano", e più è facile seguirlo nel tempo e ricostruire le proprie origini. Un Rossi, ad esempio, non può invece permetterselo!

    Tutto ciò, ovviamente, per l'area europea. Dell'evoluzione storica dell'area greca e delle relative strutture familiari, dopo Alessandro non so nulla. Può essere anche molto diverso che da noi... sarebbe interessante approfondire.

  3. #83
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Tutto è possibile...
    La questione dell'antichità dei cognomi e delle famiglie è in effetti complessa. Andrebbero fatte ricerche d'archivio sul singolo caso, non sempre possibili perché più vai indietro più la documentazione è frammentaria.
    Ciò non toglie che abbia senso parlare di derivazione o origine, occorre però distinguere.

    Ci sono cognomi che sono di chiara origine longobarda, o greca o altro, nel senso che la radice viene da quegli idiomi e da quelle epoche, indicando un qualche oggetto o caratteristica o attività che nel tempo sono state associate a una certa persona e che i suoi discendenti, nella comunità locale hanno mantenuto, sino a cristallizzarsi in un cognome. E' un fenomeno molto diffuso e alla base di una gran parte di cognomi attuali; partendo però da elementi comuni, si è ripetuto in più luoghi e tempi, generando altrettante famiglie omonime ma che in realtà non sono imparentate fra loro. Resta il fatto che il cognome in sè ha quella origine, e si riconduce a quella lingua specifica.

    Ci sono invece cognomi dei quali effettivamente si riesce a ricostruire tutto l'albero genealogico risalendo a delle origini "uniche", ovvero all'originario gruppo parentale - gli antenati - e alla sua zona di provenienza.
    Più si va indietro nel tempo però e più diventa difficoltoso seguire una linea genealogica, e non solo per la dispersione degli archivi.
    I cognomi infatti variano nel tempo col ramificarsi delle famiglie originarie. Molti grandi casati italiani, che hanno effettivamente origini da comites longobardi o franchi non hanno mantenuto il cognome dei capostipiti.
    Questo perché nella fase di frammentazione ereditaria delle proprietà, i vari rami di una famiglia si radicavano nel luogo dove riuscivano a incastellarsi o comunque a creare un loro dominatus locale, e accanto al nome del capostipite sempre più lontano nel tempo, assumevano un loro nome, per disinguersi come generatori di un nuovo lignaggio, sia pur collaterale a una casata preesistente. Di conseguenza, anche se gli storici sanno benissimo che sono tutti discendenti dal conte Obertengo - faccio un esempio a caso per dare l'idea - perché hanno ricostruito tutta la linea, nei documenti successivi essi saranno distinti col nuovo cognome e non più come Obertenghi, mentre la memoria delle origini andrà via via sbiadendo, e comunque non ne resterà treccia visibile nel cognome. E' un fenomeno da non sottovalutare, e che nelle comunità locali è stato attivo sino all'altro ieri.

    Prendo ad esempio il mio cognome, presente praticamente solo nella valle di origine (tranne qualcuno, ad esempio è segnalato in Venezuela, mentre ho un parente accertato in Brasile).
    Se non ci fosse stata l'anagrafe nel senso moderno, ma solo la vox populi, probabilmente i miei discendenti di cognome farebbero invece Ceschi. Il nostro ramo della famiglia discende infatti dal "mitico" Francesco detto "Cesco". Più di una volta, girando anche nelle valli limitrofe mi hanno chiesto di che ramo della famiglia sono, e la sequenza è "figlia di Giacomo figlio di Carlo figlio del Checco figlio del Cesco" e lì ci si ferma (al trisnonno, che se il nonno è nato a fine secolo, qui siamo in epoca napoleonica) perché evidentemente chi ha fatto la domanda riesce a collocarmi sul giusto ramo; in pratica, a scala locale noi siamo già "i Ceschi" e quindi potenzialmente si è generato un nuovo cognome. Per fortuna dei genealogisti, la registrazione accurata dei dati anagrafici negli ultimi secoli ha bloccato questo processo...

    Altro punto da considerare: il concetto stesso di lignaggio e di famigia patrilineare come lo intendiamo oggi nasce tardi nell'alto Medioevo. Prima le strutture familiari sono allargate orizzontalmente, ad esempio riconoscono la discendenza maschile anche attraverso la madre ovvero i figli dello zio materno sono altrettanto discendenti della famiglia e hanno diritti ereditari (oggi invece li colllochiamo in un'altra famiglia).
    Insomma, un bel risotto da ricostruire...

    Questi sono alcuni dei motivi per cui si dice che è impossibile seguire una genealogia anteriormente al 1100 (o giù di lì, dipende dalle scuole di pensiero). Chiaro comunque che, più il cognome è "unico" e "strano", e più è facile seguirlo nel tempo e ricostruire le proprie origini. Un Rossi, ad esempio, non può invece permetterselo!

    Tutto ciò, ovviamente, per l'area europea. Dell'evoluzione storica dell'area greca e delle relative strutture familiari, dopo Alessandro non so nulla. Può essere anche molto diverso che da noi... sarebbe interessante approfondire.
    Molto bello questo intervento! Come dicevo, la mia lontana parente ha scritto un libro (direi certamente auto-pubblicato e regalato ai vari cugini etc... tra cui anche mio padre) e si può dire con relativa certezza che i miei avi si stabilirono ad Agnone intorno al 1500-1600. Ci sono una serie di prove documentali abbastanza chiare in merito. Come dicevi anche tu, il cognome stesso è mutato più volte nel corso dei secoli, con elle al posto di emme, doppie lettere che diventano singole etc... ma insomma, che la famiglia fosse quella è chiaro.
    In ogni caso, volevo dirti che il cognome "Ceschi" non mi è nuovo, sono quasi certo che alle elementari (a San Floriano, frazione di San Pietro in Cariano, Valpolicella) avessi un compagne di classe che si chiamava Marco Ceschi. Probabilmente caso di omonimia che nulla ha a che vedere con la tua famiglia, ma chissà....

  4. #84
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

    Hai beccato un esempio di "nome comune"! non ci avevo pensato... in effetti tutti quelli con un antenato di nome Francesco potrebbero avere come cognome "Ceschi". Ringrazio ancora l'anagrafe moderna, che ha preservato la mia unicità!
    Se parliamo di 1500, sì, è assolutamente probabile che la documentazione permetta di risalire sino a quell'epoca.
    Non parliamo di cambi di elle, emme e doppieeee!!!!...
    Sto lavorando per la tesi su un manoscritto di fine '300, e di tanto in tanto salta fuori che qualcuno è la stessa persona di qualcun altro quindici pergamene prima, solo che l'avevano scritto diverso!!!!... sgrunt

  5. #85
    Burrasca L'avatar di EnnioDiPrinzio
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

    Cognome "Di Prinzio" (da parte di padre)
    Nella zona d'Abruzzo dove abito (prov. di Chieti) abbondano i patronimici con il suffisso "Di" che precede un nome di battesimo di un antenato (oggi oscuro) che evidentemente ,per meriti (o demeriti) è diventato noto ed importante per i suoi compaesani a tal punto da indicare da lui in poi tutti i suoi discendenti.
    Quindi il mio cognome "Di Prinzio" che è diffuso soltanto in tre comuni alle falde della Maiella (Guardiagrele, Casoli e Pennapiedimonte) starebbe ad indicare un certo "Prinzio" o "Prixio" o "Prixius" che ha fissato quel cognome tra il tardo quattrocento ed il cinquecento.
    Prima di allora in zona i cognomi, sempre in gran parte patronimici, con il suffisso "di" erano variabili nel tempo.
    Penso questo ricordandomi di un testamento di un notaio locale fatto nel 1467 in cui il testatore era un certo "Angelo di Buccio di Taranta di Lanciano" ove con questa denominazione lunga si ha bisogno di indicare non solo il nome del padre (Buccio) ma anche il paese di provenienza del padre (Taranta Peligna) e la città in cui è nato Angelo (Lanciano) visto che di Angeli figli di Buccio in quell'epoca dovevano essercene parecchi (Buccio era nome molto diffuso) e quindi servivano le località di nascita per evitare confusioni.

    Cognome "Della Loggia" da parte di madre.
    Questo cognome limitato in poche famiglie tra Ortona e Lanciano (tutti miei parenti) è presente di più in provincia di Teramo (Atri) da cui venne, ad Ortona, un trisnonno nell'Ottocento.
    Credo che tale cognome possa derivare dall'indicazione di una tipologia di casa (casa con loggia davanti) dove probabilmente ha abitato un capostipite secoli addietro.
    ( tipologia edilizia medioevale e tardo medioevale presente sia nei centri abitati sia in campagna- c'è ancora qualche raro esempio superstite).

    Sia come sia, volevo far riflettere su come noi non siamo solo eredi di antenati dello stesso cognome per via paterna ma da un punto di vista genetico abbiamo una riconbinazione di centinaia e migliaia di antenati presenti in noi.
    Faccio un esempio:
    prendiamo un ragazzo di 18 anni, nato quindi nel 2000, e contiamo i suoi ascendenti, ipotizzando una generazione ogni 25 anni ( tenendo conto che anticamente a 25 anni si era già sposati e con prole).
    I genitori (2) saranno nati nel 1975, i 4 nonni nel 1950, gli 8 bisnonni nel 1925 ed a salire, con la legge del raddoppio abbiamo ad esempio 64 antenati nel 1850; 512 antenati nel 1775 ; 32.768 antenati nel 1625 ; 16.774.216 nel 1400.(che supera il numero degli abitanti dell'Italia di allora).Infatti bisogna tenere conto delle riconbinazioni.
    Quindi se qualcuno, per via di cognome paterno, potrà vantare un antenato individuato nel 1400, avrà nel suo sangue ben 16.777.216 - 1 = 16.777.215 antenati di cui non sappiamo se fossero delle pie persone o dei gran mascalzoni...
    Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 06/10/2018 alle 08:11

  6. #86
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    Predefinito Re: cognomi: quanto son diffusi i vostri?

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