Questo accade però un po' ovunque penso.
Anche a Roma, si parla un italiano romanizzato, il romanesco di 80-90 anni fa era diverso.
Anche per il fatto, che la città, come Milano, Torino, Genova ecc., ha avuto una massiccia immigrazione (e la ha tuttora) dalle altre regioni, infatti sono ormai pochissimi a potersi dire, come si dice qui, "romani di 7 generazioni"
Infatti ci sono differenze rispetto a come parlava ad esempio Aldo Fabrizi e come si parla oggi. Nel vecchio romanesco, mi è stato ad esempio detto dai miei colleghi quando ero là, "una spremuta d'arancia " sì diceva "na sfranta de pertoallo", più o meno, mentre ora non credo che venga più usato un termine del genere
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Se tua madre è di L'Aquila e provincia, il suo dia. letto ha molti punti di contatto con quello del mio paese, che si trova ai confini con la Campania in una zona più interna rispetto a Gaeta.
Come ho scritto su da me il dialetto è Campano a vocali piene, ma ha un 30/40 per cento di abruzzese-romano. Da me ad esempio la testa è "còccia" e la lumaca "ciammarrùca" che sono termini che ho sentito anche nell' Abruzzo confinante col Lazio.
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
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