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Ciao Ale!
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mai abbastanza
Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
Come Ponzio palato nessuno non ha la colpa, si lavano le mani.Le mie foto su Flickr:
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Dici bene. Ma si tratta di ambienti culturali radicalmente diversi, in cui la confessione religiosa c'entra sì, almeno alla lontana, cioè in fase di "formazione della mentalità".
Nel protestantesimo in generale, il successo lavorativo - che ha come indicatore più evidente il denaro guadagnato - è diretta espressione dell'essere "Uomo", inteso come essere nato per lavorare, e che dal lavoro trae gioia e motivo di vivere. L'uomo di Lutero lavora perché Dio ha disposto così, e non può aspettarsi nulla da lui se non lavorando. Da questo discende che quanto ottiene lavorando - il successo, il denaro - è indice diretto dell'approvazione di Dio.
Il "giusto" lavora, trasforma le cose in meglio, produce, si arricchisce. Chi non segue questo schema e non arriva ad arricchirsi, o per lo meno a vivere dignitosamente, manca alla sua "mission" assegnata al momento della creazione.
Va da sé che "avere" viene svincolato dal senso di colpa presente invece nel cattolicesimo (da cui deriva la rinuncia ai beni monastica, il dare ai poveri etc.), e quindi diventa un elemento positivo poter affermare un certo guadagno.
Probabile che tutto ciò derivi a monte da una società diversa. A Nord sono mercanti, cioè gente che campa e ha fatto la propria fortuna sul fatto di sbattersi per incrementare il guadagno.
Nell'area cattolica invece agli inizi vinse un'idea di ascesi e di fuga da tutto ciò che è materiale - quindi prigione dello spirito - che rifletteva le filosofie di stampo ellenistico in voga nei primi secoli e condivise dai Padri della Chiesa. E' un retaggio che non ci siamo più tolti. Ricco = avaro, usuraio, profittatore è stato per più di un millennio lo stereotipo corrente. Il Tempo è di Dio, quindi non si può guadagnare con esso: questa l'idea di base, che condannava chi muoveva il denaro, favorendo gli investimenti.
E di conseguenza ancora oggi, a livello subcosciente, e anche per i non credenti, resta quest’idea: invidia e sospetto verso gli altri senso di colpa in se stessi.
Aggiungi a tutto ciò un ambiente italico in cui si sa che tanti sono i cosiddetti “furbetti”, quindi se dichiari di possedere, subito gli altri pensano “sicuramente evade il fisco, lavora in nero, come fa a permettersi tutto ciò”. E quindi, a scanso di equivoci, strisci nell’ombra, perché sai già che se parli, qualcuno invidioso che sparla lo trovi subito.
Tutto qui.
Condivido sostanzialmente i discorsi di nevearoma e di alexeia.
E comunque, a me pare che invece la gente ne parla eccome (del tipo si sentono discorsi sui bus o altrove: guadagno 1500 euro, faccio un po' fatica ecc. ecc.).
Certo, se si è ricchi molti preferiscono non dirlo ai 4 venti, specialmente per i motivi che ha detto alexeia.
Poi magari la voce si sparge in giro e qualcuno viene a scipparti in casa
Aspetta. Anche qui, paese protestante/luterano e' una domanda che tra conoscenti (come possiamo esserlo noi sul forum, ovvero ci conosciamo genericamente ma non siamo amici) non e' molto carino fare e la gente in genere o ti risponde con un classico "un po'" oppure con evidente recalcitranza NONOSTANTE qui in Norvegia stipendio, tasse pagate e persino andamento dei tuoi introiti siano tutti in chiaro sul sito del ministero della finanza - basta immettere nome e cognome sul campo di ricerca.
Tra amici invece non c'e' grossa difficolta', ma anche se chiedo a un mio amico italiano quanto guadagna me lo dice con la stessa facilita' di un norvegese.
Tra l'altro devi anche capire il motivo per cui qualcuno ti chiede quanto guadagni. La curiosita' di quanto guadagni in genere nasconde una volonta' di confrontare il tuo stile di vita con il suo oppure di sapere se le tue possibilita' rispecchiano la media o se la tua impressione di essere un poveraccio o uno che se la passa bene corrisponde a realta'. E' un discorso che facilmente genera invidie o scomodita' e non si fa con gran piacere nemmeno tra protestanti.
Ti faccio un esempio. La settimana scorsa ho dovuto fare un controllo obbligatorio all'auto e il meccanico con scioltezza mi ha diagnosticato 32.000 corone di cose da sistemare altrimenti mi viene ritirata la carta di circolazione (si chiama EU-kontroll, e' biennale... non so se esista in Italia).
Io ovviamente stravolto, perche e' un bel po' di soldi, ho dovuto accettare e arrivato al lavoro lo racconto a un paio di colleghi e uno mi fa "scusa e tu hai accettato?" e io gli ho detto "certo, non avevo scelta" - e lui mi guarda e fa "ma scusa quanto guadagni? Io non ce la farei mai a tirar fuori 32k cosi'"
Alla domanda "quanto guadagni" gli avrei dovuto dire "si, dal lavoro guadagno x. Pero' ho anche un appartamento che affitto e guadagno Y da quello, ho delle azioni dalle quali guadagno z, in piu' abbiamo una stanza che ogni tanto affittiamo su airbnb e guadagno k..." insomma gli devo fare un 740 al volo se voglio dare un senso alla mia risposta. Tutta sta voglia di fare un'analisi fiscale a un collega non ce l'ho e ti garantisco che nessuno qui avrebbe voglia di farla. E sono tutti protestanti.
E' vero comunque che la bibbia dice peste e corna (letteralmente) dei soldi e i cristiani hanno la paranoia del denaro come "sterco del diavolo". Ma ormai nel 2017 la religione nel ceto medio ha un po' poco da dire.
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
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