Vi spiego le mie perplessità. I processi servono apposta affinché la difesa possa dimostrare l'innocenza dell'imputato, e per far ciò è necessario che la difesa possa riesaminare le prove. Nei processi "classici", le prove sono costituite essenzialmente da elementi di logica, testimonianze ecc. In un processo come questo, invece, l'unica prova risiede nel DNA trovato sul cadavere della Gambirasio, che l'accusa ritiene essere quello del Bossetti. Altre eventuali prove potrebbero risiedere nei cadaveri della Gambirasio e del Guerinoni, ma questi cadaveri, incredibilmente, furono cremati subito dopo le analisi, e quindi non esistono più. La difesa ha chiesto più volte di poter analizzare il DNA, ma tale richiesta è sempre stata negata.

Allora mi chiedo: ma se la difesa, vedendosi respinta ogni richiesta, non può far altro che fidarsi dell'accusa, i processi cosa li facciamo a fare? A questo punto, condanniamo direttamente ogni persona che viene rinviata a giudizio dandole la pena richiesta dalla procura, e così risparmiamo tempo e soldi.

I complottisti dicono che quelli della procura di Bergamo, disperati perché da anni brancolavano nel buio, dopo aver impiegato ben tre mesi per ritrovare un cadavere a pochi km in linea d'aria dal punto della scomparsa, in un campo senz'alberi, vicino alla strada e a una discoteca frequentata (quindi non nella foresta amazzonica), e tra l'altro a soli 300 metri dal comando di polizia locale che coordinava le ricerche, dopo aver preso la terribile cantonata dell'arresto del ragazzo egiziano a causa di un incredibile errore di traduzione, e dopo aver speso molti milioni di euro per le indagini più costose della storia, preoccupati di perdere la faccia e il posto di lavoro, avessero bisogno di un colpevole a tutti i costi.

Io non credo a questi mega-complotti, però penso che a un imputato debba essere data la possibilità di difendersi in tutti i modi.