Ieri, dopo una ascensione per un bellissimo sentiero (proprio come piace a me: ripidissimo ma nč esposto nč pericoloso) sul crinale del Parolet sopra Trento, in discesa nel bosco ho incontrato un altro solitario ed abbiamo fatto qualche chiacchiera. Giovane molto simpatico, girava con zaino e troncarami. Mi ha detto di essere un cacciatore del posto e stava andando a dare sale per i camosci. La troncarami la usava per tenere liberi i sentieri. Io gli ho confidato la mia paura degli orsi (anche dato che il Bondone č una delle aree pių battute dai plantigradi). Lui invece mi ha tranquillizzato, crede che si tengano a distanza da noi. Alle mie obiezioni sui molti casi di cronaca, che testimoniano dolorosamente il contrario, ha opposto la sua esperienza personale. Al che io concludo che č come uno di quei subacquei che non hanno paura degli squali: pura fortuna, basata sul fatto che gli attacchi sono comunque statisticamente scarsi. Ma che non mi tranquillizza per niente.
Nel complesso mi č sembrato un ottimo giovane ed ha confermato la mia opinione positiva sui cacciatori. E' giā il terzo che incontro, che adora la caccia al camoscio e tutti mostrano una grande e profonda conoscenza della realtā, dovuta ad una vita passata ad osservare gli animali nel loro ambiente.
Non dimentichiamo che anche Darwin č stato cacciatore tutta la vita.
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