L'ho già linkato il sito del Parco dello Stelvio, ne parla bene.
E occhio che un frutteto-bio non è un versante.
Le dinamiche che hai lì non ci si può limitare a moltiplicarle, ovviamente.
Ovviamente, no?Vaia ha visto dissesti avvenuti su territori -guarda caso- sovrappopolati dai cervidi.
Prati, versanti e pendii non più boscosi sono venuti giù, con un classico scollamento del suolo "da manuale" per via di apparati radicali morti o assenti del tutto.
Lo zampino dato dalla sovrappopolazione dei cervidi è stato subito indicato come concausa.
Oltre ai 250-300mm caduti all'epoca.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Bella risposta. Mi mancava l’appellativo di populista.
La brutale semplificazione dei problemi (e della relativa soluzione) è tipica del populismo in ogni ambito, grazie lo sapevo.
Peccato che si tratti di un modo concreto di come viene gestita la caccia qui, se da altre parti è diverso non lo so e mi interessa poco. Sta di fatto che sarebbe perfettamente applicabile all’orso (ovviamente con le dovute differenze, visto che si tratta di un animale molto diverso e con abitudini molto diverse rispetto agli ungulati) per controllarne il numero, perché mi sa che qui dentro non ci si rende bene conto di quanto siamo arrivati al limite in trentino occidentale.
prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....
In un ambiente allo stato naturale, senza la presenza umana, la vegetazione forestale tenderebbe a ricoprire l'intera superficie potenziale delle terre emerse, con un ovvio impoverimento numerico delle specie viventi.
La presenza degli ungulati favorisce una limitazione nell'espansione delle foreste ma l'eccesso di ungulati provoca la scomparsa degli ecosistemi forestali, non tutti, ma molti e soprattutto quelli dominati dalle latifoglie e dalle conifere appetibili e digeribili, come ad esempio il genere Abies. Alla limitazione degli ungulati, sempre in un ambiente naturale, provvedono i solerti predatori, tanto più abbondanti quanto più sono numerosi gli ungulati. Ovviamente, è come dici tu, cioè che il sistema sarebbe continuamente oscillante, entro quali parametri non lo so, ma comunque oscillerebbe. A giudicare da quello che ho studiato e rilevato, tali oscillazioni non sarebbero molto accentuate altrimenti, ad sempio, le analisi polliniche l'avrebbero rilevato in maniera sostanziale. Invece, così non è e sono evidenti le variazioni della vegetazione collegate alle oscillazioni climatiche, appurate incrociando i risultati con altri dati presi in considerazione
Lascio a te le facili deduzioni sullo stesso processo attuato in ambiente condizionato dall'uomo......
I danni arrecati alle foreste sono prevalentemente danni da brucamento e distruzione delle giovani plantule delle specie forestali e non, ma qui l'argomento si apre a ventaglio e non è facile spiegarlo in un Forum...
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Mi dispiace ma il tuo approccio semplificativo e semplicistico è tipico di una cultura populista. Non è colpa mia se è così. Prenditela con chi ha studiato il fenomeno
Sull'orso mi trovi d'accordo, eccezion fatta per la "gestione". Come ho già scritto prima, sono sempre stato contrario alla reintroduzione dell'orso in Trentino e più passa il tempo e più mi convinco di questa mia scelta ed i tuoi commenti, comuni a tantissime persone con cui ho parlato negli anni, non fanno altro che confermarla sempre di più
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