Lette tutte le pagine.
Che dopo 150 anni si stia ancora a discutere su queste cose è fuori luogo (e fuori tempo appunto).
Ribadisco di non essere contro le autonomie locali ovviamente come penso tutti qui, e poi, con la riforma del 2001 l'Italia è già uno stato non unitario puro ma simil federale (seppur in maniera un po' pasticciata).
La questione linguistica non si pone, poichè l'articolo 5 (o 6 non ricordo) della costituzione dice testualmente che: " la repubblica riconosce e tutela le minoranze linguistiche", cosa che la legge del 1999 ha avallato.
Non mi è chiara la situazione altoatesina, ho letto di una certa apartheid linguistica, mentre su altre fonti avevo letto che i giovani tra di loro preferiscono esprimersi ormai in italiano.
Spiegatemi meglio
Allora, partendo dal fatto che quella del 2001 fu una riforma più che buona, perchè appunto prevede un regionalismo differenziato, è altrettanto vero che è incompleta, primo perchè fino adesso non è mai stata attuata pienamente e secondo perchè più avanti nel 2006 non passò un'altra riforma piuttosto regionalista, o meglio questa del 2006 venne approvata con maggioranza di SI solo in Lombardia e Veneto, guarda caso le Regioni che hanno successivamente fatto nel 2017 il referendum per l'autonomia, invece in tutte le altre Regioni prevalse il NO e la riforma non passò.
Quello che la mia Regione sta facendo adesso è proprio quella di attuare in modo completo la riforma del 2001, e non è che non ci avesse già provato perchè nel 2007 fu avanzata una richiesta di autonomia differenziata secondo la riforma del 2001. Per dare forza, unità e potere alla trattativa è stato fatto un referendum, dall'esito indiscutibilmente plebiscitario.
Come ho già cercato di spiegare tantissime volte in questa discussione, per quanto rigaurda la mia Regione, in Veneto, la questione identitaria, storica e linguistica oltre che sociale, economica e fiscale si pongono eccome.
Invito anche te a vedere cosa prevede il nostro Statuto regionale, e per quanto riguarda alla questione linguistica ti invito come ho fatto per altri a vederti questo sito istituzionale ed ufficiale della Regione del Veneto, in cui tra l'altro si parla anche della nostra identità storica:
Lingua Veneta – Consiglio Regionale del Veneto
Che passino 10-30-100 o 500 anni poco importa, non è assolutamente fuori luogo parlare di aspetti storici, specie in Regioni come il Veneto dove una forte e decisa risposta a richieste di autonomia e auto-governo non è mai stata data, dall'annessione allo stato italiano.
Per la situazione di Bolzano, lascio a qualche sudtirolese spiegarti che forse è meglio
@Andreas94 ma tu hai idea di chi è stato il Trissino, scrittore e umanista fautore della "questione della lingua italiana" attorno a metà 500, assieme ai protagonisti di quel tempo?
Era un "venetazzo", ma più di altri ha paradossalmente aiutato alla creazione della meravigliosa lingua che stiamo usando. L'Italia nacque come "Repubblica delle lettere " prima ancora che come entità statale.
Per piacere, studia i tuoi padri fondatori veneti, che puta caso son anche i nostri
https://www.google.it/url?sa=t&sourc...00-obGsccWjRs7
Fai le proporzioni percentuali: 545mila abitanti, 100mila italofoni, 40mila ladini, circa. Per ogni italiano qui ci sono 4 tedescofoni. In Veneto non è così.
La lingua venetica, vatti a leggere Giovan Battista Pellegrini, massimo linguista italiano del secondo novecento, bellunese d'origine, è lingua romanza, come l'italiano, il rumeno, spagnolo, portoghese e francese. Elencate in ordine di distanza dal latino e dall'italiano.
La lingua tedesca, in A.Adige/Südtirol tirolese, o baiuvara, è una lingua germanica, come il tedesco, il danese-svedese-norvegese, l'inglese e poche altre.
Fine.
L'italia è un mosaico unico in Europa di "regionalità", la nostra geografia pazzesca ha permesso tutto questo.
Il Ligure è parimenti antico ,nelle fonti archeologiche scritte, al Latino ed al Venetico, suggerisco ancora i lavori bellissimi del venetissimo linguista G.B. Pellegrini.
Ecco.
Vedi sopra, la linguistica è la scienza che studia gli statuti delle lingue e la penisola italiana è fra i più incredibili laboratori etnico-linguistici del pianeta. Al nostro opposto c'è la Russia: 17 milioni di kmq e un'omologazione linguistica impressionante, piatta.
Ripeto che gli scienziati e studiosi delle lingue confermano la necessaria tutela del gruppo tedesco, tirolese anzi, qui.
E confermo che la antica lingua Venetica come la Ligure, le parlate Toscane, il Dauno delle Murge, il Grecanico calabro e siculo, la lingua Sarda e tanti altri sia legata più al latino che all'italiano ma non alle parlate germaniche, ragione sufficiente per mantenervi dentro la standardizzazione della nostra lingua avvenuta il secolo scorso.
L'italiano è la lingua romanza più vicina all'originale latino, scritto. Del parlato abbiamo già alcune idee che mostrano una certa distanza dalle scritture dei vari autori della classicità, e che propongono un latino parlato vicinissimo ai dialetti regionali via via in perdita nell'ultimo secolo grazie proprio alla diffusione del modello standard di italiano.
Ringrazia caro Andreas che 2 secoli fa quella fregnaccia di Napoleone non c'ha conquistati tutti, altrimenti altro che autonomie e minoranze linguistiche tutelate, tutti a strillare la marsigliese eravamo!
Per tutto il resto, ripetasi: venissero proposte riforme costituzionali che portino ad un modello di repubblica federale, sarei d'accordo, perché rientra nella natura storica e geografica del paese Italia.
Ma io ti ringrazio per questo excursus
Ma non cambia nulla del fatto che nel 2018 il Veneto si ritrova a chiedere fortemente autonomia e auto-governo, forte oltre ad una motivazione fiscale ovvia, di una radicata identità storica, linguistica e culturale. Ne più ne meno di quello che è previsto dal nostro Statuto regionale, che ti invito almeno a leggere.
Io non ho mai detto che la lingua veneta abbia più a che fare col tedesco o col latino. Ho semplicemente ricordato che Veneto e Friuli Venezia Giulia la riconoscono come lingua, oltre ad alcune zone del Brasile, e che questa lingua, alla pari di altre lingue regionali, merita una tutela che può esser fatta solamente con una forte autonomia e auto-governo.
Ho già detto che anche all'interno del Veneto stesso c'è pluralità di opinioni su questioni così delicate.
Se un certo Trissino durante la storia veneta si è dedicato alla lingua italiana, che problema c'è? Questo non va minimamente ad influenzare in positivo o negativo la questione veneta. Perchè altrimenti dovrei far lo stesso discorso con un certo Tolomei di Rovereto. Visto che era trentino e tutta l'opera di italianizzazione che ha portato avanti, va forse ad influire sul fatto che pure il Trentino storicamente è un pezzo di Tirolo storico?? Direi di no....
@Heinrich ti invito fortemente a guardarti, come ho consigliato agli altri, questo sito istituzionale ed ufficiale della Regione del Veneto, spiega veramante molto bene la situazione ed è molto ben fatto
Lingua Veneta – Consiglio Regionale del Veneto
Ah, dimenticavo @Heinrich , anche per la lingua veneta molti studiosi e università del mondo confermano che una forte tutela serve, questo non vale solo per il tedesco eh.
Il veneto tra le altre cose è anche riconosciuto dall'UNESCO come lingua minoritaria meritevole di tutela; come per tutte le lingue ha anche un codice identificativo che è "ISO 639-3 vec"
@SnowBurian , una curiosità, ma le lingue che hai citato sono riconosciute per legge dagli Statuti delle Regioni dove vengono parlate, come per la lingua veneta in Friuli e Veneto, oltre che in alcuni stati del Brasile?
Fra l'altro ho scritto uno svarione: la lingua venetica non è una lingua romanza, in quanto queste seguono la dissoluzione dell'impero romano. È lingua preromana di substrato, i Veneti che accettarono la dominazione romana vennero ben descritti e apprezzati dai governatori latini e dagli storici romani, ed i Veneti stessi accettarono di buon grado la civilizzazione e romanizzazione scegliendosi pure un mito fondativo pescato fuori dai miti fondativi che ai romani erano stati ceduti dai greci.
Antenore: Troiano come Enea, fuggì dalla città devastata dai greci che dopo 10 anni di assedi, col loro cavallo si narra espugnarono la città. Antenore sbarcò in alto Adriatico e risaliti i fiumi, come Enea sul Tevere, fondò una nuova stirpe poi.
Questo mito fu appioppato ai Veneti dai Romani ma dopo parecchi secoli di civiltà romana prima classica poi cristiana, i Veneti sopravvissuti alle invasioni dei popoli germanici, attratti dal Mediterraneo, fattisi indipendenti nelle loro città ereditate dalla classicità, a Patavium, nel 1100 decisero arbitrariamente di trovare in una antica tomba romana le spoglie del fu Antenore.
Operazione di autolegittimazione che in età comunale faceva molto comodo, nonostante Venezia di lì a breve avrebbe acquisito l'intera regione fino al Monte Grappa ed a Vicenza, poi in 5-7 generazioni i veneziani avrebbero preso l'intero Veneto spingendosi fino a Bergamo nell'entroterra e fino a Cipro nel mare.
Quando oggi si sollevano questioni di autonomia politica ed economica, si osservi com'è stato il passato di quella regione.
Il Veneto è il contado, spesso altrettanto nobile, della accozzaglia che diede vita a Venezia, tuttora in parte un mistero non chiarificato la sua fondazione.
Senza nulla togliere, ma come il Veneto della Serenissima dal Rinascimento più o meno così abbiamo il Piemonte sabaudo, la Lombardia milanese, le piccole signorie emiliane e il Granducato di Toscana, le altre repubbliche marinare, su tutte la Superba 'Zéna', non lo stesso si può dire di Roma, palcoscenico dei papi e realtà ombra del suo passato.
Il Sud civilizzato lo era da ben prima di tutti, poi molti popoli e scambi non sempre sereni hanno portato la società urbana moderna con enorme ritardo laggiù.
Allora ben venga l'autonomia economica veneta e lombarda, ma pure ligure e toscana e romana, umbra e bruzzo-pugliese, campana e lucano-calabra. Gheto capìo?
L'UNESCO chiama "lingua" qualsiasi cosa, non si occupa della classificazione delle lingue o della distinzione tra lingua e dialetto; il suo scopo è quello di tutelare il patrimonio storico-culturale territoriale, di cui fanno parte anche gli idiomi locali, che l'UNESCO chiama genericamente "lingue". Tra le "lingue" meritevoli di tutela, in Italia, c'è anche il faetano, dialetto parlato in un paio di comuni montani della provincia di Foggia. Altri esempi divertenti fuori dall'Italia sono lo Jutlandese meridionale (dialetto parlato nella parte meridionale della regione danese dello Jutland) o il Mosellano (dialetto tedesco parlato nella regione della Mosella, vicino al confine col Lussemburgo).
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Sì ca go capìo grassie da novo pae informasion
Comunque insisto nel dire che oltre all'autonomia economica e fiscale, si sta spingendo anche per un forte auto-governo per la tutela di questa identitá veneta, delle varie lingue parlate in questa Regione e delle nostre tradizioni. Ovviamente dando piena attuazione al nostro Statuto, come vi ho ripeuto molte volte.
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