Sì, l'avevo letto, ma è tutto estremamente fumoso (aumenteranno di quanto? Con che gradualità? In che orizzonte temporale?) e non mi sembra diverso da quanto già in essere per la sanità. Anche l'aumento di due miliardi l'anno non mi dice granché, di per sé (poi meglio di niente). Diciamo che continua a essere un po' poco per definirla una svolta storica, ecco.
Se poi posso fare la mia previsione, quello che succederà sarà che aumenterà la spesa pubblica nelle regioni del nord e tra 5-10 anni si tornerà all'equilibrio attuale, sempre se non interviene un'altra crisi prima, cosa più che probabile.
Ultima modifica di nevearoma; 20/02/2019 alle 13:02
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Direi che Michele Boldrin oggi su Linkiesta è d'accordo con @nevearoma.
Non posto l'articolo in quanto infarcito di considerazioni politiche.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
L'unica cosa che dico però, (sebbene magari si potrebbero generare storture se non si fa bene la cosa delle autonomie) è che nessuno ha mai avuto da ridire che le regioni a statuto speciale sono ben più autonome di quanto hanno chiesto le tre interessate
Continua la saga delle assurditá, stavolta arriva dalla Regione che ha l'autonomia piú forte di tutte, la Sicilia
Ars, voto unanime in aula contro autonomia delle regioni del Nord - Repubblica.it
La trattativa è giá in fase conclusiva comunque e in ogni caso la Sicilia non ha alcun peso o ruolo nella trattativa tra stato centrale e Regione del Veneto.
Ti correggo, non è proprio vero quello che dici perchè ad esempio il Veneto nella trattativa ha giá chiesto (e ottenuto) che la Regione possa istituire una zona franca all'interno della Regione (probabilmente sará la zona di Porto Marghera)e questa cosa non esiste in altri statuti speciali, inoltre come Trento e Bolzano abbiamo giá ottenuto la piena gestione delle centrali idroelettriche (di cui è piena specialmente Belluno) e i proventi resteranno in Provincia (la Provincia di Belluno avrá una sua specialitá, sia per statuto regionale che per legge statale, assieme alla Provincia di Sondrio (Lombardia)).
Questi sono solo alcuni esempi, ma l'autonomia che stiamo chiedendo ed ottenendo è molto spinta, e ci avvicina moltissimo (in qualche caso supera anche) l'autonomia di alcuni statuti speciali.
Certi discorsi, ricordo, arrivano dalla Regione con l'autonomia piú forte, dove è previsto che il 100% delle tasse resti lì (fiscalitá) quindi nel caso in cui il Veneto trattenesse il 90% del gettito fiscale risulterebbe comunque assurdo questo discorso.
Di Mauro: ”L’autonomia differenziata è una iattura per il Mezzogiorno"
„
o.”L’autonomia differenziata,una iattura per il Mezzogiorno e i siciliani,va respinta con forza per preservare l’unità e la coesione sociale.”
Il vicepresidente dell’Ars, Roberto Di Mauro,ha rimarcato in aula la grave minaccia dell’autonomia differenziata che chiedono le regioni:la Lombardia,il Veneto e l’Emilia e che potrebbe aprire un varco pericoloso per la coesione sociale e per i siciliani in primis e il mezzogiorno in secundis.
“Un percorso che va fermato,un percorso che dopo lo sfascio dei partiti nazionali della prima repubblica,se attuato,porterebbe un vortice incolmabile per il Paese determinando delle regioni ricche e regioni alla fame,venendo meno i principi solidaristici e di servizi essenziali che già oggi nel sud e in Sicilia mancano.Per quanto concerne Nord-Sud la perequazione economica,infrastrutturale e geografica,che è un gap esistente dall’Unità d’Italia a oggi,non si è mai colmata.
Da un lato lo Stato Centrale non ha mai concesso come previsto dall’art. 116 della Costituzione,la piena applicazione e attuazione dello Statuto Siciliano,pensato dai legislatori ancor prima della bibbia laica,dall’altro,se questo decreto dovesse andare avanti,troverebbe un Parlamento solo a ratificare il volere delle regioni ricche,che sulla base delle entrate tributarie e di nuove funzioni e competenze di fatto porterebbe a una secessione economica.Il Veneto, per esempio,avrebbe trasferite ben 23 materie e con questo processo tratterrebbe a sè dal residuo fiscale i 9/10 delle risorse finanziarie,creando di fatto delle macroregioni opulente e sganciate con lo Stato centrale.Un percorso che creerebbe cittadini di serie A e altri di serie Z.E alcuni ministeri senza potestà come i beni culturali e altri non sarebbero altro che un museo delle cere.
Questo trasferimento di materia da Roma alla periferie che incide pesantemente e con guadagni potenziali di svariati miliardi,anche perché le entrate tributarie,l’Irpef e le addizionali in queste regioni sono molto più alte che al Sud,sia per la ricchezza prodotta,sia per il reddito pro-capite,impoverisce ancora di più il cittadino siciliano.
E finendo il principio perequativo dai costi storici ai costi standard, ritroveremmo i siciliani come una regione indebitata e slegata con i processi produttivi,sociali e di sviluppo e di coesione nazionale,vedi sanità,scuola,trasporti.
Non dimenticando che la Sicilia,per scelte a dir poco opinabili da parte del governo centrale dal 2012/2020 per il risanamento della finanza pubblica e del pareggio di bilancio,sta pagando a Roma 9 miliardi,di cui 7 già restituiti sulla base del reddito pro-capite e non sulla base della popolazione residente.Per cui si può facilmente intuire che un’ulteriore differenziazione con le regioni ricche sarebbe la pietra tombale per i nostri corregionali.Queste somme invece si potevano utilizzare per ripianare il debito strutturale della regione,che di fatto con queste scelte illogiche ha penalizzato i servizi,lo sviluppo e l’economia della regione più estesa d’Italia.
Tratto da un giornale siciliano
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Eh sì.
Per dirla in altre parole: Vienna e l'Austria fanno da garante dell'autonomia di almeno 400mila italiani tirolesi tedescofoni.
Più che segno di debolezza del governo centrale italiano, lo applaudo come gesto di gran nobiltà e intelligenza.
All'opposto della logica dello stato centrale francese. Terribili e ormai trapassati sotto questo aspetto.
Se uno scenario futuro di sopravvivenza e ricostituzione della Unione Europea può passare per l'Europa cosiddetta delle Regioni, la Francia ha già perso
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