E' un incubo per te la questione-migranti.Non la criminalità organizzata,non il debito pubblico, non la scarsa produttività, stagnante da 19 anni, non le mafie, non lo sfacelo del territorio...per te(ma ci metto pure @marco85, le argomentazioni sono comuni) il problema è fermare questo esodo che ritenete biblico,senza il minimo conforto dei numeri,atteso che gli sbarchi in Italia sono in calo dal 2017(anzi,dal 2016 seconda parte), il numero di rifugiati è davvero modesto,in rapporto alla popolazione ed altri Paesi occidentali(non necessariamente molto ricchi,vedi Cipro e persino l'Ungheria) e la popolazione residente di origine non autoctona è in percentuale inferiore(anche se non drasticamente)rispetto non alla Germania soltanto ma alla Spagna,termine di paragone più vicino anche culturalmente.
I dati sui migranti in Italia, una volta per tutte - Il Post
Ammesso pure,questa per te è un'invasione?Guardane qui una vera:
Troppi rifugiati siriani, il Libano rischia di esplodere e chiede aiuto all'Ue - Eunews
A beneficio di @Presidente e @Marco86,estrapolando dall'articolo che ho postato sopra. Poi va da sé, @Presidente, che se l'obiettivo è preservare la purezza dell'italica razza e quindi si considera ogni residente non autoctono un problema, non ci sarà numero in grado di placare quella che è ormai una fobia. Ricorda però che noi italiani siamo già in partenza fra i più "meticci" in Occidente.
"Sembrano numeri enormi, ma vanno messi in prospettiva. L’Italia ha 60,5 milioni di abitanti, più o meno. Gli stranieri regolari sono poco più di 5 milioni, cioè l’8 per cento. Il dato si abbassa se calcoliamo solo quelli nati fuori dall’Europa: cioè circa 4 milioni, il 6,7 per cento della popolazione totale. Sono numeri molto più contenuti rispetto alla media dell’Europa occidentale, e che suggeriscono una realtà molto diversa da una “invasione”: gli stranieri di origine extra-europea compongono il 9,9 per cento della popolazione austriaca, l’8,5 per cento di quella francese, l’11,6 per cento di quella svedese, e così via.
(elaborazione della Commissione Europea su dati Eurostat)
Tenendo in considerazione i soli richiedenti asilo l’Italia sale di molti posti in classifica, ma non è prima per distacco. Nel 2017 ha ricevuto 126mila richieste di protezione internazionale, un numero quasi esattamente sovrapponibile alle persone sbarcate via mare. Significa che le richieste sono state 2.089 ogni milione di abitanti. Ci sono paesi che in proporzione ne hanno avute molte di più: Malta, accusata in questi giorni di fare poco o nulla per i migranti, nel 2017 ha ricevuto 1.610 richieste di protezione internazionale. Sono molte meno di quelle italiane, ma Malta ha in tutto circa 450.000 abitanti.
Ancora: nel 2017 l’Austria ha ricevuto 22.160 richieste di protezione internazionale, cioè 2.526 ogni milione di abitanti, la Svezia 22.190 – 2.220 ogni milione di abitanti – e la Germania 198mila, cioè 2.402 ogni milione di tedeschi. Negli anni immediatamente precedenti, poi, la Germania aveva ricevuto più di 700.000 richieste di asilo".
E allora perché tu e gli altri "sostenitori del cambiamento" parlate di una questione che considerate affrontata con successo? Non sarà mica perché siete un poco ossessionati da questa tematica,mentre tutte le altre che ho citato sopra vi interessano poco o nulla,poiché i vs. nemici sono quelli della triade famosa che ho menzionato stamattina?
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
No ma scrivendo emerge subito la linea di pensiero di cui sopra.Ovviamente l'idea di fondo della "invasione" è facilmente smentibile da una lettura anche solo superficiale dei numeri.Quanto al "blocco" di cui parli tu,il trend decrescente degli sbarchi è iniziato ben prima dell'inizio del bullismo verso i naufraghi del mare.E in generale il picco dell'immigrazione verso l'Italia risale allo scorso decennio.
La fonte sei tu che dici che non è vero che le sx li vogliono.. ero ironico.. comunque se la ns economia necessita, così come qualche utente ha ribadito, è ovvio che ci servano immigrati, sempre in un percorso non solo di integrazione ma anche di assimilazione. Che in Italia al momento è difficile per i motivi di cui abbiamo parlato.
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