Non vaccinati, multe da 100 euro. Burioni: una buffonata- Corriere.it
Negli altri Paesi
Il confronto con gli altri Paesi è impietoso: anche Austria e Grecia hanno previsto delle multe, ma di diverso tenore. In Austria dal 1 febbraio 2022 le persone che persisteranno a non farsi vaccinare rischiano di dover pagare una multa di 600 euro. Ma i refrattari dovranno rispondere a una chiamata ogni tre mesi. Così, a fine anno, se non si immunizzeranno, potranno arrivare a pagare 2.400 euro a testa. All’ennesimo rifiuto, la sanzione potrà salire a 3.600 euro. Anche la Grecia ha deciso di imporre obbligo di vaccinazione a tutti i cittadini che abbiano compiuto i 60 anni. Coloro che rifiuteranno dovranno pagare una multa di 100 euro per ogni mese in cui non verranno vaccinati, a partire dal 16 gennaio. I fondi raccolti dalle multe verranno devoluti agli ospedali greci che combattono la pandemia.
questo è quanto dicevo io, una multa "costante", non una tantum. Ottima l'Austria, un bel deterrente 600 euro ogni 3 mesi che diventano, dopo la quarta multa, 3600.
Altroché 100 euro una tantum, siamo al ridicolo.
ripeto, hanno stravinto i partiti che allisciano il pelo dei novax.
Si vis pacem, para bellum.
A snow leopard at Miller Park Zoo dies from COVID-induced pneumonia | WGLT
Non è il primo, pare siano particolarmente suscettibili all'infezione
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Non che qui serva convincere nessuno, però ennesimo grafico a supporto di
Soffermarsi sui 100 euro senza considerare le sanzioni sul lavoro, molto più pesanti, però non ha molto senso.
Come non ha senso il confronto "impietoso". Austria e Grecia? E gli altri che fanno? Lo hanno messo l'obbligo?
Infine, pensi che 100 o 500 facciano la differenza? Per gente che si è tamponata ogni 3 giorni?
Cominciamo dall'obbligo, che le sanzioni si modificano velocemente volendo.
Se mi piace il ruolo del cacciatore e della lepre? Se c'è uno davanti è normale che gli altro lo inseguano. E' come il gioco di guardia e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono...
Dossier lancia l’allarme, rischio 60mila ricoveri
ROMA - Una settimana di attesa. Per capire come evolverà la curva del contagio. Per valutare la pressione sugli ospedali e comprendere quanto l’ondata di positivi colpirà i servizi essenziali, la vera emergenza di queste ore. Il governo predica cautela. Varerà entro mercoledì prossimo la chiusura degli stadi al pubblico, se non ci penseranno i club. E stanzierà nuovi ristori al turismo. Per il resto, prenderà tempo prima di tornare, eventualmente, ad agire. Nel frattempo, già lunedì Mario Draghi potrebbe incontrare la stampa. Per difendere la riapertura delle scuole e delle attività economiche, per rilanciare la necessità della vaccinazione obbligatoria appena stabilita per legge. E per parlare al Paese.
Assieme alla cautela, pesano ovviamente anche numeri e prospettive. In questa fase, un solo dato sembra certo: il picco della Omicron sarà brusco. Rapida salita, rapida discesa. Potrebbe manifestarsi a metà gennaio. Gli effetti sulle ospedalizzazioni, invece, si protrarranno inevitabilmente almeno fino alla prima decade di febbraio. E proprio in questa chiave, c’è uno studio riservato che preoccupa gli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute. Si tratta dell’ultimo testo sull’andamento dell’Rt-ricoveri, cioè il fattore che calcola la crescita delle ospedalizzazioni. L’ultimo certificato ieri dalla cabina di regia è pari a 1,3: già piuttosto alto e in crescita rispetto a venerdì scorso, quando era stato di 1,18. Lo studio però va oltre. Stima cosa succederebbe se l’Rt fosse di 1,5 per le prossime quattro settimane. I ricoveri ordinari, oggi 14.600, schizzerebbero a 60 mila. Significherebbe superare abbondantemente i 35 mila ricoveri del mese peggiore della pandemia, vale a dire il novembre del 2020. Una dato del genere farebbe “saltare” gli ospedali, ammette un tecnico.
Non è detto che finisca così. C’è una stima più ottimistica, basata su un Rt dell’1,2, sempre reiterato per 4 settimane. In questo caso, i ricoveri salirebbero fino a 25 mila: un numero gestibile. Restano due punti da valutare, analizzando queste proiezioni. Il primo: non è detto che per quattro settimane si mantenga lo stesso livello di Rt. Potrebbe ad esempio andare anche sopra l’1,5 dalla prossima, ma poi scendere dopo 15 giorni. O attestarsi stabilmente attorno all’1,2, evitando il peggio. L’altra incognita è rappresentata dall’occupazione delle terapie intensive: non sono stati fatti calcoli perché non è ancora chiaro quanto violenta sia la malattia provocata da Omicron. Per adesso, infatti, si registrano soprattutto casi meno gravi rispetto alle scorse ondate, tali da concentrare i ricoveri nei reparti ordinari, con decorsi che si risolvono senza supporto respiratorio. Resta comunque il fatto che la mole di ricoveri già pienamente in corso sta mettendo in grande difficoltà gli ospedali, in particolare nelle Regioni del Sud. In quest’area del Paese la crisi è lampante. E se le stime peggiori dovessero essere confermate, servirebbero interventi emergenziali.
L’impennata annunciata della variante, comunque, mette l’esecutivo di fronte a un altro grave rischio: la paralisi del Paese causata da milioni di positivi. Durante il mese in corso, è possibile che a un certo punto si registrino contestualmente 4 milioni di positivi. Un problema serio, visto che già in queste ore sale l’allarme per le defezioni in alcuni settori cruciali: nei trasporti – in particolare in quello ferroviario – nelle strutture sanitarie e scolastiche.
È la battaglia di gennaio. Draghi ha varato il nuovo decreto con l’obbligo vaccinale e il Super Green Pass sapendo bene che l’effetto sulla curva non sarà immediato. Semmai, a raffreddarla contribuirà un’applicazione estensiva dello smart working, soprattutto nelle aziende private. Ma neanche questo potrebbe bastare. L’esecutivo, allora, si prepara a nuove mosse. Oltre a chiudere gli stadi, esiste un ventaglio di misure alternative. Alcune sono allo studio: il reclutamento di ulteriore personale ospedaliero e scolastico per coprire le defezioni, il potenziamento delle strutture ospedaliere grazie al sostegno delle forze armate, la “deroga” alla quarantena per alcune categorie essenziali durante il periodo di positività. Altre sono soltanto teoriche: la chiusura delle attività creative serali in una riedizione soft del coprifuoco e il blocco degli spostamenti regionali o tra comuni. Moltissimo dipenderà dalla reale minaccia di Omicron.
potrebbero anche vincere le elezioni a partire da quella di questo mese
A me incuriosisce molto vedere cosa farebbero, anche se in proiezione ci troveremo in un'altra fase della pandemia, a meno di altre varianti e di immunità da terza dose assimilabile alla seconda in quel caso avrebbero da agire concretamente.
Ci sono vari incastri da soddisfare ma è possibile succeda.
Sarebbe molto interessante anche dal punto di vista politico ed economico visto che la percezione attuale è positiva e legata alla presenza di determinate personalità su precise poltrone.
Ieri mi aveva un poco illuso il rallentamento incidenza. Oggi invece si registra 1516 casi ,ieri erano 1234.
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Bassetti: «Con Omicron possibile immunità gregge, Gran Bretagna al traguardo»
«Chi ha visto prima di noi la variante Omicron crescere in maniera importante, come l’Inghilterra, oggi si trova ad avere il 98% della popolazione generale che è in qualche modo protetta dal virus. Perché o ha fatto la vaccinazione o è venuta in contatto col virus, e quindi si trova in qualche modo protetta almeno dalle forme più impegnative. Diciamo che gli inglesi hanno raggiunto l’immunità di gregge, quella superiore al 95%, alla quale speriamo di arrivare presto anche noi». Sono parole del direttore della Clinica di Malattie infettive all’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. «La situazione è di un aumento impressionante dei contagi soprattutto nelle ultime due settimane. Era atteso, perché è un po’ quello che è avvenuto con la predominanza della variante Omicron anche in altri Paesi. Crescono molto i contagi, anche perché sono cresciuti forse troppo i tamponi eseguiti, fatti anche tante volte in maniera inappropriata. La pressione sugli ospedali sta crescendo, ma non in maniera esponenziale come cresce il numero di persone contagiate. Siamo comunque di fronte a una situazione molto impegnativa».
Questa frase non ha senso. Sono due discorsi slegati. Spero sia un errore del giornalista.
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