Qualitativamente sono d'accordo, l'ondata Delta è andata avanti più o meno come previsto, quasi senza risentire della Omicron almeno finora.
Penso però che il picco Delta sia rimasto più basso.
Dai conti che avevo fatto qui
Nuovo Virus Cinese
e che riporto graficamente sotto risulta un'incidenza settimanale di 230 circa il 3 gennaio dalla flash survey (cioè circa 20000 casi giornalieri medi, anche 30000 di pocco considerando le variazioni lungo la settimana.
Il picco a 30000 casi era più o meno quello preventivato.
La questione adesso è sulla rapidità di discesa.
Anche con la flash survey che passa due volte al mese ci si fa un'idea non molto precisa e con una decina di giorni di ritardo.
Il fatto che pare che abbiamo superato il picco negli ingressi TI mi fa pensare a una diminuzione di Delta (e/o a un crescente effetto delle terze dosi).
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Ci siamo, abbiamo passato il picco: percentuale di positività tamponi
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In Lombardia, dove l'ondata è stata mostruosa, è ancora più evidente
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E' dal 10 gennaio che è sotto il 20% in continuo calo. Potrebbe fare qualche scossone temporaneo, ma il calo è iniziato.
Mi aspetto un calo continuo da ora fino a fine febbraio/marzo, poi un nuovo picco primaverile in aprile, e poi nuova discesa fino ad agosto.
Lou soulei nais per tuchi
per capire l'evoluzione interessante seguire la Toscana che nel bollettino giornaliero dà anche la distribuzione di età ed è stata una delle prime regioni colpite da Omicron.
I casi complessivi sono in calo, anche se sembra esseci un appiattimento negli ultimissimi giorni.
Tendenze diverse nelle varie classi di età:
<20 in marcato aumento
20-59 in chiara dimimuzione
60-79 iniziato il calo
>80 al picco
Il contagio Omicron è inziato dalle classi più attive (20-59) che hanno raggiunto per prima il picco e ora sono in calo.
La diffusione alle età più anziane (e più giovani) ha preso un po' di tempo e quindi la fascia 60-79 ha da poco passato il picco mentre gli 80enni ci sono adesso.
Dinamica chiara, che comporta il ritardo dei carichi ospedalieri e decessi rispetto al picco di tutta la popolazione.
L'aumento dei più giovani (<20) dopo una fase di plateau potrebbe essere legato alla ripresa scolastica, più che per i contagi scolastici veri e propri per la maggior quantità di test che si fanno nel momento in cui viene scoperto un positivo e quindi maggior emersione del sommerso.
I grafici per le varie età qui: https://twitter.com/539th/status/1483002264549736449
Possibile che la dinamica si ripeta anche altrove, almeno qualitativamete, anche se lo spostamento in avanti del picco potrebbe dar luogo a situazioni diverse.
Però le differenze in termini di incidenza non sono enormi: sicuramente ci saranno ritardi nel picco del carico ospedaliero che andranno oltre il classico lag temporale tra la diagnosi e l'aggravamento dei sintomi, ma non so quanto la cosa sarà marcata. Inoltre avere una crescente immunizzazione (da infezione acquisita) delle classi non anziane, che magari entrano in contatto con le classi di età più avanzata per motivi assistenziali o semplicemente logistico-organizzativi, permette secondo me di raggiungere un picco, e sperabilmente "scollinare", anche tra gli anziani in tempi relativamente brevi. Anzi, paradossalmente potrebbero l'incidenza potrebbe avere un calo più marcato tra gli over 80 che tra i 60-79enni, nel medio-lungo termine, dato che la prima categoria è costituita da persone con scarsa o nulla vita sociale, spesso assistite da parenti più giovani (under 60, quindi in un range anagrafico con picco apparentemente già superato) o dal personale delle RSA (sempre under 60), mentre nella seconda categoria rientra gente già pensionata nella maggior parte dei casi, dunque non esposta al contagio capillare nei luoghi di lavoro, ma con vita sociale ancora sufficientemente attiva da rendere possibile una curva epidemiologica "spalmata" molto nel tempo, senza i picchi - con conseguente rapida immunizzazione di massa - attribuibili a eventi mondani come nel caso dei giovani, nè con le catene di contagio che si sviluppano negli ambienti chiusi lavorativi.
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
L'esplosione di Omicron (e in parte anche di Delta) è stata contrastata dal ricorso in massa alle terze dosi; secondo me occorrerebbe calcolare di quanto diminuisce il rischio con Delta passando da due a tre dosi, di quanto diminuisce il rischio con Omicron e poi vedere su quale delle due varianti ha fatto più effetto (chiaramente in termini relativi, non assoluti!) la somministrazione capillare dei booster. Se la protezione dal mero contagio con la Omicron passa dal 10-30% con due dosi vecchie di qualche mese al 50% circa con la terza dose, il rischio scende del 35-40% (cioè "sprotezione" che passa dall'80% circa al 50% circa). Con la Delta, di cui mi pare si dimostrò un'efficacia sul contagio del 60-65% con la doppia dose (studio israeliano invero di molti mesi fa, dunque magari con doppia dose più "risalente" l'efficacia sarebbe stata più bassa), a quanto sale l'efficacia sul contagio a seguito del booster? La diminuzione, in termini relativi, del rischio ("sprotezione"), di conseguenza, sarebbe maggiore, minore o uguale alla diminuzione del rischio di infettarsi con Omicron?
In soldoni: si sa qual è l'efficacia vaccinale su Delta dopo due dosi vecchie di alcuni mesi e qual è l'efficacia, sempre su Delta, con terza dose ricevuta da almeno 1-2 settimane?
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Omicron + olimpiadi è in sostanza la tempesta perfetta per la Cina.
Immunità da infezione sostanzialmente assente tranne a Wuhan + vaccini che funzionano poco contro la variante + accessi dall'estero che sarà difficile controllare come al solito.
Se riusciranno a fermarla (indipendentemente dalla valutazione sui metodi) saranno stati molto bravi.
Questo tipo di spostamento tra età è avvenuto in molte altre ondate (forse tutte tranne la prima) ed è una delle cause del ritardo tra picco dei casi e delle ospedalizzazioni che si osserva. Per quanto riguarda gli anziani, le occasioni di incontro probabilmente sono aumentate di parecchio durante le feste. Quindi un eventuale picco secondario "scolastico" potrebbe propagarsi in modo diverso.
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