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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #121731
    Vento forte L'avatar di marcol200
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Ultimo aggiornamento: mio padre non ha avuto né un TIA né un'embolia polmonare, la perdita di coscienza è legata ad una forma ad evoluzione estremaente rapida di polmonite bilaterale interstiziale da Covid (al momento pare non ci siano infezioni concomitanti) che ha provocato un esteso versamento pleurico con pneumotorace e un gravissimo episodio di ARDS. I medici della rianimazione pensavano inizialmente che, data la gravità del suo quadro clinico, fosse un soggetto non vaccinato, di fatto non avevano mai visto in questo anno e mezzo una situazione tanto grave in un paziente che avesse completato il percorso vaccinale e quando hanno riscontrato che non solo aveva completato il ciclo ma fatto anche il secondo booster (4° dose da un mese) sono rimasti esterrefatti. Attualmente è sottoposto a ventilazione invasiva, intubato e sedato, la prognosi ovviamente è riservata e le prospettive pessime. In pratica hanno già anticipato che potrebbe peggiorare ulteriormente in modo repentino e fatale o anche migliorare ma che anche nell'ipotesi più favorevole molto probabilmente resterà intubato per molti giorni e con un impatto importante in termini di deterioramento fisico generale. Questo sia in funzione dell'età (78 anni) sia in relazione alle patologie pregresse. Di fatto anche se non è un soggetto immunodepresso è come se non fosse mai stato vaccinato. La cosa che invece continuo a trovare allucinante è che si sia contagiato in un ospedale dove le precauzioni sono in teoria rigidissime.

    mia zia con ossigeno obesa e in dialisi ha preso covid in ambulanza ospedale....(viveva pratimente isolata da mesi)....
    purtroppo non cè l ha fatta ma è incredibile come oggi andare in ospedale sia un terno al lotto per l infezione da covid 19.
    Appartamenti in affitto a Cervinia,per info contattami.MARCOLSKIHOME

  2. #121732
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da marcol200 Visualizza Messaggio
    mia zia con ossigeno obesa e in dialisi ha preso covid in ambulanza ospedale....(viveva pratimente isolata da mesi).... purtroppo non cè l ha fatta ma è incredibile come oggi andare in ospedale sia un terno al lotto per l infezione da covid 19.
    Mio padre ha due fattori di rischio: diabete mellito di tipo 2 (lieve e completamente compensato da dieta e terapia farmacologica); obesità di grado 1. Poi ha sequele di di ictus ischemico cerebellare subito nel 2011 (moderata disastria, fino a tre anni fa guidava abitualmente l'automobile poi ha rinunciato essendosi trovato in difficoltà in una situazione imprevista di traffico). E' anche un ex paziente oncologico per cancro al colon (da tempo in remissione). Abbiamo faticato per farlo inserire nel ciclo vaccinale primario (prima dose Pfizer a fine marzo 2021) perché era al limite della definizione di paziente prioritario quando la vaccinazione è iniziata nei primi mesi dell'anno passato, ad esempio il suo diabete richiede la somministazone di 1 solo farmaco e non di 2. Quindi ha fatto tutti i richiami previsti (in ultimo il secondo booster appena un mese fa).

    E' sotto terapia anticoagulante con Coumadin per via dell'ìctus e del fatto che gli hanno riscontrato bollicine in un ventricolo del cuore (shunt) ma non sono riusciti a localizzare un eventuale forame atriale. Non ha patologie di tipo cardiaco, polmonare o renale.

    Purtroppo ha un quadro clinico tipicamente Covid19 (polmonite interstiziale bilaterale e ARDS gravissima) senza che siano entrati in gioco altri fattori concomitanti (a quanto sembra nemmeno infezioni da patogeni opportunisti), è praticamente un paziente Covid critico del tutto analogo a quelli della primavera 2020, nonostante la 4° dose recente. E' l'unico paziente della terapia intensiva Covid del San Martino (che è il più grande ospedale della Città metropolitana di Genova) e a quanto sembra anche l'unico ricoverato in un'area Covid nell'intera struttura ospedaliera con i due booster (ce ne sono stati altri nelle ultime settimane, in larghissima maggioranza ricoverati per altre patologie e accidentalmente positivi e qualcuno con malattia Covid correlata ma fino a ieri nessuno con forme critiche e tutti con degenze precauzionali e di pochi giorni). A quanto ci è stato riferito potrebbe essere l'unico paziente "Covid-classico" nelle uti di tutta Italia tra quelli con "second booster" recente, dal momento che le polmoniti gravissime Covid correlate sono eccezionali anche nei pazienti con terze dosi "datate", figuriamoci in quelli con la quarta dose. Praticamente è la dimostrazione plastica e paradossale dell'efficacia della vaccinazione contro la malattia grave e critica (una intera rianimazione di un grande ospedale aperta per una sola persona), solo che saperlo è ancora più frustrante e demoralizzante e non aiuta a farsene una ragione.

    Probabilmente il fattore determinante è stata la forte anemizzazione dovuta all'emorragia dalla vescica-prostata, che tra l'altro non ha neppure un'origine definita (sicuramente non oncologica e non infettiva, forse traumatico-vascolare, ma con la seconda cistoscopia non hanno visto nulla). Purtroppo l'ematuria è stata imponente e aveva ricevuto delle trasfusioni, dal momento che dopo il ricovero l'emoglobina era scesa fino a 7 g/dl (il valore soglia inferiore per un uomo adulto è 15,1g/dl). L'anemizzazione sicuramente indebolisce le difese immunitarie, ma è una situazione veramente insolita, dovuta a una catena assurdamente lunga di coincidenze sfortunate. Forse se non gli creavamo intorno una "bolla" protettiva e si beccava il virus 4-5 mesi fa, si sarebbe risolto tutto con qualche linea di febbre... in pratica ci siamo rovinati e gli abbiamo rovinato la vita per nulla, ad esempio impedendogli di frequentare amici o di andare a giocare a carte al bar e forse abbiamo dato un contributo involontario nel creare una parte delle coincidenze che hanno portato a questa situazione tanto drammatica quanto surreale. Da questo punto di vista sono fermamente convinto che con questo tipo di virus proteggere gli anziani e gli ultrafragili non solo sia impossibile, ma con l'ossessione di evitare il contagio si rischi di rovinargli la vita.

    Comunque oggi hanno cercato di stabilizzarlo riuscendoci almeno temporaneamente ma la situazione è sempre estremamente critica, abbiamo dato il consenso per una terapia sperimentale con un antivirale ad alte dosi che solitamente non viene somministrato in pazienti con polmonite grave e ARDS ma che nel suo caso è un po' un trattamento d'ultima istanza, perché sperano che il sistema immunitario, stante anche l'immunizzazione vaccinale, reagisca e il quadro polmonare lentamente migliori, dopodiché se sopravvivesse (le probabilità sono molto scarse) dovranno valutare eventuali danni polmonari e neurologici (le alterazioni dello stato di coscienza derivavano da ipossia sebbene non ci fosse dispnea) e quelli da intubazione, sedazione profonda e paralisi indotta farmacologicamente. Insomma è un disastro...
    Ultima modifica di galinsog@@; 31/07/2022 alle 10:06

  3. #121733
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Mio padre ha due fattori di rischio: diabete mellito di tipo 2 (lieve e completamente compensato da dieta e terapia farmacologica); obesità di grado 1. Poi ha sequele di di ictus ischemico cerebellare subito nel 2011 (moderata disastria, fino a tre anni fa guidava abitualmente l'automobile poi ha rinunciato essendosi trovato in difficoltà in una situazione imprevista di traffico). E' anche un ex paziente oncologico per cancro al colon (da tempo in remissione). Abbiamo faticato per farlo inserire nel ciclo vaccinale primario (prima dose Pfizer a fine marzo 2021) perché era al limite della definizione di paziente prioritario quando la vaccinazione è iniziata nei primi mesi dell'anno passato, ad esempio il suo diabete richiede la somministazone di 1 solo farmaco e non di 2. Quindi ha fatto tutti i richiami previsti (in ultimo il secondo booster appena un mese fa).

    E' sotto terapia anticoagulante con Coumadin per via dell'ìctus e del fatto che gli hanno riscontrato bollicine in un ventricolo del cuore (shunt) ma non sono riusciti a localizzare un eventuale forame atriale. Non ha patologie di tipo cardiaco, polmonare o renale.

    Purtroppo ha un quadro clinico tipicamente Covid19 (polmonite interstiziale bilaterale e ARDS gravissima) senza che siano entrati in gioco altri fattori concomitanti (a quanto sembra nemmeno infezioni da patogeni opportunisti), è praticamente un paziente Covid critico del tutto analogo a quelli della primavera 2020, nonostante la 4° dose recente. E' l'unico paziente della terapia intensiva Covid del San Martino (che è il più grande ospedale della Città metropolitana di Genova) e a quanto sembra anche l'unico ricoverato in un'area Covid nell'intera struttura ospedaliera con i due booster (ce ne sono stati altri nelle ultime settimane, in larghissima maggioranza ricoverati per altre patologie e accidentalmente positivi e qualcuno con malattia Covid correlata ma fino a ieri nessuno con forme critiche e tutti con degenze precauzionali e di pochi giorni). A quanto ci è stato riferito potrebbe essere l'unico paziente "Covid-classico" nelle uti di tutta Italia tra quelli con "second booster" recente, dal momento che le polmoniti gravissime Covid correlate sono eccezionali anche nei pazienti con terze dosi "datate", figuriamoci in quelli con la quarta dose. Praticamente è la dimostrazione plastica e paradossale dell'efficacia della vaccinazione contro la malattia grave e critica (una intera rianimazione di un grande ospedale aperta per una sola persona), solo che saperlo è ancora più frustrante e demoralizzante e non aiuta a farsene una ragione.

    Probabilmente il fattore determinante è stata la forte anemizzazione dovuta all'emorragia dalla vescica-prostata, che tra l'altro non ha neppure un'origine definita (sicuramente non oncologica e non infettiva, forse traumatico-vascolare, ma con la seconda cistoscopia non hanno visto nulla). Purtroppo l'ematuria è stata imponente e aveva ricevuto delle trasfusioni, dal momento che dopo il ricovero l'emoglobina era scesa fino a 7 g/dl (il valore soglia inferiore per un uomo adulto è 15,1g/dl). L'anemizzazione sicuramente indebolisce le difese immunitarie, ma è una situazione veramente insolita, dovuta a una catena assurdamente lunga di coincidenza sfortunate. Forse se non gli creavamo intorno una "bolla" protettiva e si beccava il virus 4-5 mesi fa, si sarebbe risolto tutto con qualche linea di febbre... in pratica ci siamo rovinati e gli abbiamo rovinato la vita per nulla, ad esempio impedendogli di frequentare amici o di andare a giocare a carte al bar e forse abbiamo dato un contributo involontario nel creare una parte delle coincidenze che hanno portato a questa situazione tanto drammatica quanto surreale. Da questo punto di vista sono fermamente convinto che con questo tipo di virus proteggere gli anziani e gli ultrafragili non solo sia impossibile, ma con l'ossessione di evitare il contagio si rischi di rovinargli la vita.

    Comunque oggi hanno cercato di stabilizzarlo riuscendoci almeno temporaneamente ma la situazione è sempre estremamente critica, abbiamo dato il consenso per una terapia sperimentale con un antivirale ad alte dosi che solitamente non viene somministrato in pazienti con polmonite grave e ARDS ma che nel suo caso è un po' un trattamento d'ultima istanza, perché sperano che il sistema immunitario, stante anche l'immunizzazione vaccinale, reagisca e il quadro polmonare lentamente migliori, dopodiché se sopravvivesse (le probabilità sono molto scarse) dovranno valutare eventuali danni polmonari e neurologici (le alterazioni dello stato di coscienza derivavano da ipossia sebbene non ci fosse dispnea) e quelli da intubazione, sedazione profonda e paralisi indotta farmacologicamente. Insomma è un disastro...
    Il quadro che hai descritto con lessico medico eccellente, per chi lo capisce perchè "del settore", dice tutto sulla gravità della situazione di tuo padre.

    Io ritengo sia inutile scervellarti su cosa sarebbe potuto accadere se il corso degli eventi fosse andato diversamente. Mio padre, dopo decenni di pratica medica, ha sviluppato un certo fatalismo quando le cose vanno male (non necessariamente mi riferisco alla morte, un esito irreversibile, ma anche a situazioni che sono gravi perchè si concatenano sfortunate sequenze di eventi): "siamo tutti sotto il cielo", dice. Se deve succedere, nonostante tutte le precauzioni, succede; a noi sta solo affrontare le conseguenze.


    Nel caso di tuo padre l'anemizzazione è stata sicuramente un fattore preponderante, e già predispondeva all'ipossia di per sè. Questo, anzi, può parzialmente "sollevarti", nel senso che è probabile che anche se si fosse preso il Covid nei mesi scorsi, e ora si fosse reinfettato, l'esito sarebbe stato analogo. Il sistema immunitario semplicemente non ha risposto al booster efficacemente per via dell'anemizzazione, è probabile sarebbe accaduto lo stesso pure se già "pronto" per via dell'infezione naturale.
    Non credo quanto ti ho riferito possa esserti di consolazione, ma forse ti aiuta a digerire meglio l'apparente "insensatezza" di avergli fatto seguire le norme per prevenire il contagio negli ultimi due anni. In realtà, dal mio punto di vista, non è stato insensato, anzi, nell'ultimo periodo era importante prevenire per evitare possibili conseguenze gravi che ora si stanno attuando (purtroppo). Il fatto che l'infezione sia avvenuta in ospedale non rende colpevole nè te nè tuo padre, era necessario che fosse ricoverato, e l'infezione è stato un effetto collaterale.

  4. #121734
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  5. #121735
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Il quadro che hai descritto con lessico medico eccellente, per chi lo capisce perchè "del settore", dice tutto sulla gravità della situazione di tuo padre.

    Io ritengo sia inutile scervellarti su cosa sarebbe potuto accadere se il corso degli eventi fosse andato diversamente. Mio padre, dopo decenni di pratica medica, ha sviluppato un certo fatalismo quando le cose vanno male (non necessariamente mi riferisco alla morte, un esito irreversibile, ma anche a situazioni che sono gravi perchè si concatenano sfortunate sequenze di eventi): "siamo tutti sotto il cielo", dice. Se deve succedere, nonostante tutte le precauzioni, succede; a noi sta solo affrontare le conseguenze.


    Nel caso di tuo padre l'anemizzazione è stata sicuramente un fattore preponderante, e già predispondeva all'ipossia di per sè. Questo, anzi, può parzialmente "sollevarti", nel senso che è probabile che anche se si fosse preso il Covid nei mesi scorsi, e ora si fosse reinfettato, l'esito sarebbe stato analogo. Il sistema immunitario semplicemente non ha risposto al booster efficacemente per via dell'anemizzazione, è probabile sarebbe accaduto lo stesso pure se già "pronto" per via dell'infezione naturale.
    Non credo quanto ti ho riferito possa esserti di consolazione, ma forse ti aiuta a digerire meglio l'apparente "insensatezza" di avergli fatto seguire le norme per prevenire il contagio negli ultimi due anni. In realtà, dal mio punto di vista, non è stato insensato, anzi, nell'ultimo periodo era importante prevenire per evitare possibili conseguenze gravi che ora si stanno attuando (purtroppo). Il fatto che l'infezione sia avvenuta in ospedale non rende colpevole nè te nè tuo padre, era necessario che fosse ricoverato, e l'infezione è stato un effetto collaterale.
    Mia cognata, che è medico, ha appena parlato con l'infettivologo (veniamo contattati una/due volte al giorno e gli approfondimenti diagnostici proseguono mentre lui è "stabile nella gravità"). In sostanza le informazioni che ci arrivano sono a volte contraddittorie, ma è cosa normale che mentre gli esami proseguono emergano ulteriori pezzi del puzzle. Comunque pare che oltre alla polmonite Covid (certamente grave ma non devastante) sia intervenuto fin da subito un quadro di shock settico legato a un batterio non ancora identificato con certezza, che ora si sospetta nuovamente come causa del problema alla prostata e alla vescica (a questo punto è tornata in auge l'ipotesi di un'infezione esclusa fino a ieri) e che parrebbe essere entrato nel circolo sanguigno. Mio padre aveva subito una lesione durante una cistoscopia di routine a maggio (ha sofferto di papillomi recidivanti, sempre individuati in fase iniziale), l'urologo che l'aveva anche avvertito ("Potrebbe avere qualche piccola perdita") ma non aveva voluto somministrare antibiotici perché l'urinocoltura era negativa, ma di fatto lui ha continuato nei due mesi successivi ad accusare fastidi e aveva avuto rialzo febbrile pochi giorni dopo l'esame, risoltosi dopo l'assunzione del Monuril. Era comunque programmata una nuova urinocoltura perché persistevano sensazione di bruciore locale e le urine erano torbide, poi è arrivata l'ematuria e ha dovuto ricoverarsi perché a domicilio la situazione non era più gestibile (l'emorragia era diventata così massiva da rischiare lo shock ipovolemico). Questo ovviamente non fa retrocedere il Covid a semplice concausa (rimane un paziente ricoverato essenzialmente per Covid critico) ma complica ulteriormente le opzioni terapeutiche a disposizione (gli stanno anche somministrando antibiotici ad ampio spettro) e le speranze che possa cavarsela sono veramente minime.
    Ultima modifica di galinsog@@; 31/07/2022 alle 10:03

  6. #121736
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Qualche mese fa il padre di un'amica è venuto a mancare in pochi giorni per una infezione urinaria (comunque anziano, tra 80 e 84 anni non so di preciso, con diabete di tipo 2).
    Certamente il covid non aiuta però la problematica già da sola può essere decisiva.







    ARTICOLO SUI VACCINI
    A inizio luglio la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), importante fondazione che finanzia progetti di ricerca sui vaccini contro le malattie infettive emergenti, ha stanziato 30 milioni di euro per lo sviluppo di un vaccino polivalente contro il SARS-CoV-2 e altri coronavirus. Il finanziamento si aggiunge ad altri dieci progetti simili sostenuti da CEPI e mostra quanto sia alto l’interesse verso vaccini ad ampio raggio per tenere sotto controllo l’attuale pandemia ed evitarne di future.

    La necessità di sviluppare un vaccino che sia efficace contro più varianti dell’attuale coronavirus è diventata evidente soprattutto nell’ultimo anno di pandemia. Il virus ha dimostrato di mutare molto velocemente, riuscendo a evadere in molti casi l’immunità sviluppata naturalmente in seguito a una precedente infezione, oppure per la via più sicura e consigliabile della vaccinazione. In particolare la variante omicron è stata l’elemento centrale delle ondate in buona parte del mondo tra la fine del 2021 e la prima metà di quest’anno, con una notevole quantità di sottovarianti che hanno causato aumenti dei contagi.







    Lo sviluppo di un vaccino contro più tipologie di coronavirus, compresi alcuni di quelli che causano il comune raffreddore, non è però semplice e richiederà tempi più lunghi rispetto a quelli che avevano portato alle soluzioni che utilizziamo da oltre un anno, e che secondo vari studi hanno contribuito a salvare milioni di vite. Le difficoltà non mancano e secondo alcuni potrebbero essere insormontabili, come sperimentato finora con i vaccini contro l’influenza stagionale (che non è causata dai coronavirus), che devono essere aggiornati ogni anno a seconda delle varianti che si prevede circoleranno di più nella stagione fredda.


    Decine di gruppi di ricerca nelle università, nelle aziende farmaceutiche e in alcune importanti istituzioni sanitarie hanno già realizzato vaccini polivalenti: alcuni sono in attesa di completare le sperimentazioni in laboratorio, mentre altri hanno da poco iniziato le prime fasi di test sui volontari. CEPI ne ha finanziate alcune investendo finora circa 200 milioni di euro, così come altre istituzioni hanno provveduto a ulteriori corposi investimenti: l’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive degli Stati Uniti (NIAID) sta finanziando questo ambito della ricerca con oltre 40 milioni di dollari, per esempio.
    Lo scorso marzo CEPI e NIAID hanno avviato una collaborazione, con la creazione di un forum scientifico aperto ai gruppi di ricerca per condividere più facilmente e velocemente le loro attività. Mentre NIAID si concentra soprattutto sul finanziamento della ricerca universitaria, CEPI segue un approccio più aperto e che comprende numerose startup, nate prima o durante la pandemia proprio con l’obiettivo di creare una nuova generazione di vaccini contro varie malattie.





    Gli approcci della ricerca sono molteplici e di conseguenza anche le soluzioni sviluppate finora. Tra le tecnologie più impiegate c’è naturalmente quella a mRNA, che ha reso possibile lo sviluppo in tempi molto rapidi di alcuni dei vaccini più efficaci e sicuri per prevenire le forme gravi di COVID-19, come quelli realizzati da Pfizer-BioNTech e da Moderna.
    E proprio Moderna lo scorso marzo aveva presentato una prima versione di vaccino contro i coronavirus umani, chiamato con il nome di sviluppo mRNA-1287. Secondo l’azienda è in grado di fornire protezione contro due tipi di alphacoronavirus e betacoronavirus (come il SARS-CoV-2), responsabili di una parte importante dei casi di raffreddore comune. Il vaccino non impedirebbe una nuova pandemia, per stessa ammissione di Moderna, ma potrebbe contribuire a ridurre in maniera cospicua numerosi disturbi respiratori e complicazioni.

    Un gruppo di ricerca di Singapore, invece, sta verificando la possibilità di realizzare un vaccino a mRNA partendo da coronavirus con alcuni elementi in comune con il SARS-CoV-1, il virus che causa la SARS. L’idea è nata dall’osservazione di alcuni pazienti che avevano avuto la SARS una ventina di anni fa e che dopo avere ricevuto il vaccino contro la COVID-19 hanno sviluppato anticorpi in grado di neutralizzare diversi tipi di coronavirus. La somministrazione di un vaccino contro l’attuale coronavirus, seguita da una dose di richiamo con quello ora in fase di sviluppo, potrebbe offrire una migliore protezione. I test in laboratorio sono incoraggianti e il gruppo di ricerca ha già avviato il confronto con alcune aziende farmaceutiche e di biotecnologie che potrebbero essere interessate al sistema.
    Il nuovo finanziamento annunciato a inizio luglio da CEPI riguarda un consorzio di ricerca dedicato allo sviluppo di un vaccino che offra protezione contro le forme di COVID-19 causate dalle varianti che abbiamo conosciuto finora, e da quelle che potranno esserci in futuro. Il sistema prevede un approccio che viene definito “a mosaico”, adottato da altre aziende e istituzioni di ricerca finanziate in precedenza da CEPI.
    Molti vaccini funzionano mostrando solo una parte del coronavirus, la “proteina spike”, al nostro sistema immunitario in modo che questo impari a riconoscerla e di conseguenza a identificare un futuro eventuale contatto con il virus vero e proprio. Nell’approccio a mosaico, il vaccino viene sviluppato in modo da presentare al sistema immunitario proteine comuni a diversi tipi di coronavirus, in modo che sviluppi una capacità di reazione più ampia. Il risultato si ottiene costruendo una sorta di mosaico, appunto, di queste proteine utilizzando particolari nanoparticelle.
    Come spiegato in uno studio pubblicato a inizio luglio sulla rivista scientifica Science, questo approccio rende possibile lo sviluppo di una protezione non solo contro i coronavirus i cui pezzetti sono compresi nel mosaico, ma anche contro altre loro varianti. La ricerca sembra confermare che una tecnologia di questo tipo possa ridurre i rischi di sviluppare nuove infezioni a causa delle varianti, o di nuovi tipi di coronavirus che passano dagli animali agli esseri umani.
    Negli ultimi mesi Pfizer-BioNTech, Moderna e altre aziende farmaceutiche hanno intanto aggiornato i propri vaccini, con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia contro alcune sottovarianti di omicron. I nuovi vaccini aggiornati dovrebbero essere disponibili nell’autunno, ma per allora la situazione potrebbe essere cambiata sensibilmente, con la prevalenza di nuove varianti. Il coronavirus muta ed evolve in tempi più rapidi rispetto a quelli di aggiornamento dei vaccini e proprio per questo è percepita una certa urgenza nel creare vaccini universali. Ciò giustifica gli ingenti finanziamenti degli ultimi mesi, ma i tempi non saranno comunque brevi.
    Secondo le stime più ottimistiche, ammesso che se ne ottengano versioni efficaci a sufficienza, non avremo a disposizione vaccini universali prima del 2024. La sperimentazione richiede tempi lunghi, proprio per garantire che i vaccini siano sicuri ancor prima che efficaci, e c’è il rischio che una riduzione del senso di emergenza legato alla pandemia porti a una progressiva riduzione dei finanziamenti o a problemi burocratici nelle fasi di autorizzazione da parte delle autorità sanitarie.
    Come ha segnalato Patrick Collison, cofondatore dell’iniziativa per il finanziamento della ricerca scientifica Fast Grants, e CEO del sistema di pagamenti digitali Stripe, i tempi potrebbero allungarsi sia a causa della burocrazia sia delle difficoltà logistiche nel produrre e distribuire grandi quantità dei vaccini di nuova generazione. Tra il 2020 e il 2021 parte di questi problemi fu attenuata con Operation Warp Speed, l’iniziativa del governo degli Stati Uniti da 10 miliardi di dollari per accelerare il più possibile lo sviluppo, l’autorizzazione e la distribuzione dei vaccini.
    Secondo Collison, un decimo di quanto speso all’epoca potrebbe essere sufficiente per aiutare chi svilupperà i nuovi vaccini a produrli velocemente. Altre proposte per sveltire i processi riguardano la Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci, che secondo vari osservatori dovrebbe rivedere i requisiti per l’autorizzazione dei nuovi vaccini, specialmente per quelli che si basano comunque su sistemi già collaudati e che vengono aggiornati.
    Al di là delle tempistiche, non tutti sono comunque convinti della possibilità di sviluppare vaccini universali o per lo meno molto versatili per contrastare le future varianti del SARS-CoV-2. Per decenni numerosi gruppi di ricerca hanno provato senza successo a sviluppare vaccini universali contro l’influenza stagionale e anche contro l’HIV, il virus che può causare l’AIDS. Queste malattie sono causate da virus con una spiccata capacità di mutare, che rende difficile sviluppare soluzioni efficaci e che conferiscano un’immunità nel lungo periodo.
    Come ha commentato Wayne Koff, responsabile dell’organizzazione senza scopo di lucro Human Vaccines Project: «Siamo abbastanza consapevoli di voler creare un’immunità che duri nel tempo, idealmente tutta la vita, ma non sappiamo come farlo».
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  7. #121737
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Qualche mese fa il padre di un'amica è venuto a mancare in pochi giorni per una infezione urinaria (comunque anziano, tra 80 e 84 anni non so di preciso, con diabete di tipo 2).
    Certamente il covid non aiuta però la problematica già da sola può essere decisiva.
    Ma certamente. Ci sono poi batteri antibiotico-resistenti che possono portare ad evoluzioni molto gravi anche in caso di malattie apparentemente banali, come una cistite. L'unica cosa che mi lascia perplesso è che in urologia (altro ospedale, tra l'altro), dove era ricoverato fino a giovedì non avessero fatto alcun approfondimento diagnostico in tal senso. Al momento non siamo nemmeno riusciti a capire se fosse almeno sotto terapia antibiotica e se gli avessero fatto l'urinocoltura quando è entrato (sembrerebbe di no, né terapia antibiotica né urinocoltura). Magari se ci fossero gli esiti di un'urinocoltura forse oggi conosceremmo il fantomatico batterio che, assieme al Covid, l'ha portato in rianimazione. Di fatto gli urologi erano orientati verso un'ipotesi (la neoplasia vescicale) che era fin dall'inizio poco probabile sia in ragione della cistoscopia recentissima (risalente a due mesi fa) sia per un altrettanto recente esame citologico delle urine, sempre negativo. Poi alla nuova cistoscopia è emerso che non c'era nessun tumore... La sensazione è che vuoi per carenza di personale, vuoi per una certa ostinazione nel perseguire una sola ipotesi diagnostica (quella neoplastica) si siano lasciati sfuggire di mano la situazione e che il Covid, oltretutto contratto lì', abbia dato il definitivo colpo di grazia... Si faceva una fatica assurda a parlare con i medici che lo curavano (e ci siamo riusciti solo per via di "entrature" familiari). Negli ultimi 2 o 3 gg mio padre, che è una persona che è sempre stata assolutamente nel pieno delle sue facoltà mentali, era diventato un po' confuso. Oltretutto quando era in urologia (e non era ancora paziente Covid-positivo) il reparto era chiuso alle visite dei familiari e potevamo avere solo contatti telefonici, neppure mia cognata, che è un dirigente medico ASL e quindi sottoposta a tutti gli screening previsti in Liguria, era al momento autorizzata ad entrare... Un ultimo dettaglio che mette ancora più tristezza, se vuoi, è che nella mattinata di venerdì mia madre lo aveva chiamato al telefono per sapere se veniva a casa, dal momento che pareva tutto a posto e fossero quasi pronti a dimetterlo (non sanguinava più e pare non ci fosse febbre). Nel pomeriggio apprendevamo della positività e delle turbe di coscienza e poche ore dopo entrava in rianimazione Covid. Praticamente in 12 ore siamo passati dalla prospettiva probabile di riaverlo a casa entro uno o due giorni a quella concreta di dover organizzare il funerale...
    Ultima modifica di galinsog@@; 31/07/2022 alle 12:12

  8. #121738
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Ma certamente. Ci sono poi batteri antibiotico-resistenti che possono portare ad evoluzioni molto gravi anche in caso di malattie apparentemente banali, come una cistite. L'unica cosa che mi lascia perplesso è che in urologia (altro ospedale, tra l'altro), dove era ricoverato fino a giovedì non avessero fatto alcun approfondimento diagnostico in tal senso. Al momento non siamo nemmeno riusciti a capire se fosse almeno sotto terapia antibiotica e se gli avessero fatto l'urinocoltura quando è entrato (sembrerebbe di no, né terapia antibiotica né urinocoltura). Magari se ci fossero gli esiti di un'urinocoltura forse oggi conosceremmo il fantomatico batterio che, assieme al Covid, l'ha portato in rianimazione. Di fatto gli urologi erano orientati verso un'ipotesi (la neoplasia vescicale) che era fin dall'inizio poco probabile sia in ragione della cistoscopia recentissima (risalente a due mesi fa) sia per un altrettanto recente esame citologico delle urine, sempre negativo. Poi alla nuova cistoscopia è emerso che non c'era nessun tumore... La sensazione è che vuoi per carenza di personale, vuoi per una certa ostinazione nel perseguire una sola ipotesi diagnostica (quella neoplastica) si siano lasciati sfuggire di mano la situazione e che il Covid, oltretutto contratto lì', abbia dato il definitivo colpo di grazia... Si faceva una fatica assurda a parlare con i medici che lo curavano (e ci siamo riusciti solo per via di "entrature" familiari). Negli ultimi 2 o 3 gg mio padre, che è una persona che è sempre stata assolutamente nel pieno delle sue facoltà mentali, era diventato un po' confuso. Oltretutto quando era in urologia (e non era ancora paziente Covid-positivo) il reparto era chiuso alle visite dei familiari e potevamo avere solo contatti telefonici, neppure mia cognata, che è un dirigente medico ASL e quindi sottoposta a tutti gli screening previsti in Liguria, era al momento autorizzata ad entrare
    Purtroppo è esattamente quello che è successo alla persona di cui scrivevo eccetto l'aver contratto il covid.
    Ora scriverò una enormità, ma ho sempre pensato che da me ci fosse una sorta di autodesignazione da parte della sanità (chiamiamola così senza personificarla) nel farsi giudice del fatto che una persona abbia vissuto già abbastanza rispetto alla propria età e condizione di salute di base, calibrando di conseguenza l'impegno nella diagnosi e cura.
    Senza andare a snocciolare esempi è un pensiero formato sulla scorta di esperienze dirette e confronti tra ospedali, che a questo punto non dipende solo dall'ubicazione geografica degli stessi.
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  9. #121739
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Purtroppo è esattamente quello che è successo alla persona di cui scrivevo eccetto l'aver contratto il covid.
    Ora scriverò una enormità, ma ho sempre pensato che da me ci fosse una sorta di autodesignazione da parte della sanità (chiamiamola così senza personificarla) nel farsi giudice del fatto che una persona abbia vissuto già abbastanza rispetto alla propria età e condizione di salute di base, calibrando di conseguenza l'impegno nella diagnosi e cura.
    Senza andare a snocciolare esempi è un pensiero formato sulla scorta di esperienze dirette e confronti tra ospedali, che a questo punto non dipende solo dall'ubicazione geografica degli stessi.
    In periodi di forte stress come questo credo di si....

  10. #121740
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da galinsog@@ Visualizza Messaggio
    Mia cognata, che è medico, ha appena parlato con l'infettivologo (veniamo contattati una/due volte al giorno e gli approfondimenti diagnostici proseguono mentre lui è "stabile nella gravità"). In sostanza le informazioni che ci arrivano sono a volte contraddittorie, ma è cosa normale che mentre gli esami proseguono emergano ulteriori pezzi del puzzle. Comunque pare che oltre alla polmonite Covid (certamente grave ma non devastante) sia intervenuto fin da subito un quadro di shock settico legato a un batterio non ancora identificato con certezza, che ora si sospetta nuovamente come causa del problema alla prostata e alla vescica (a questo punto è tornata in auge l'ipotesi di un'infezione esclusa fino a ieri) e che parrebbe essere entrato nel circolo sanguigno. Mio padre aveva subito una lesione durante una cistoscopia di routine a maggio (ha sofferto di papillomi recidivanti, sempre individuati in fase iniziale), l'urologo che l'aveva anche avvertito ("Potrebbe avere qualche piccola perdita") ma non aveva voluto somministrare antibiotici perché l'urinocoltura era negativa, ma di fatto lui ha continuato nei due mesi successivi ad accusare fastidi e aveva avuto rialzo febbrile pochi giorni dopo l'esame, risoltosi dopo l'assunzione del Monuril. Era comunque programmata una nuova urinocoltura perché persistevano sensazione di bruciore locale e le urine erano torbide, poi è arrivata l'ematuria e ha dovuto ricoverarsi perché a domicilio la situazione non era più gestibile (l'emorragia era diventata così massiva da rischiare lo shock ipovolemico). Questo ovviamente non fa retrocedere il Covid a semplice concausa (rimane un paziente ricoverato essenzialmente per Covid critico) ma complica ulteriormente le opzioni terapeutiche a disposizione (gli stanno anche somministrando antibiotici ad ampio spettro) e le speranze che possa cavarsela sono veramente minime.
    La prostata è chiamata "santuario dai farmaci", perchè è difficile che gli antibiotici arrivino bene consentendo ai batteri di restare e proliferare, motivo per cui è complicato e prolungato trattare un'infezione alla prostata.
    Il quadro settico spiega molto meglio la situazione rispetto al semplice Covid.

    C'è poco da aggiungere, c'è solo da sperare che venga fatto tutto il possibile.

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