Ebola e affini (Marburg, ecc.) non sono confrontabili con i virus influenzali e con i coronavirus perché non sono virus a trasmissione aerea o meglio, possono essere trasmessi in molti modi (contatti diretti con fluidi corporei, fomiti, ecc.) ma la trasmissione aerea, pur teoricamente possibile in ambienti iper-saturi di virus in sospensione, non è mai stata dimostrata e comunque richiederebbe tempi di esposizione molto lunghi (verosimilmente parecchie ore). Addirittura una delle principali ragioni di diffusione di questo gruppo di filoviridae (di ebolavirus ne sono noti 6 ma 3 di questi vengono tramessi all'uomo come zoonosi occasionale, non danno luogo a contagio inter-umano e non provocano epidemie) è legata alle pratiche funerarie di alcune popolazioni africane che prevedono ad esempio lavaggio e forme di parziali di imbalsamazione con eviscerazione delle salme. Non a caso il grosso dei focolai finora si è sviluppato in zone rurali, risparmiando parzialmente le grandi aree urbane. La carenza di presidi sanitari di base (leggasi disinfettanti) e di acqua corrente ovviamente amplifica il problema, trattandosi di un gruppo di virus che si diffonde più per contaminazione che per trasmissione diretta. In sintesi: virus di questo tipo sarebbero un bel problema se i nostri standard igienici fossero ancora quelli del 1348, del 1576 o del 1629, oggi non lo sono, anche se la possibilità che possano dar luogo a focolai epidemici nei paesi con alti standard igienici è comunque concreta, quasi sicuramente tali focolai tenderebbero ad autolimitarsi e lo farebbero assai velocemente.
I virus influenzali e i coronavirus, pur non avendo mai provocato "decimazioni" su scala locale paragonabili a quelle delle grandi epidemie del Medioevo e della prima Età moderna, sono molto più insidiosi perché in genere sono causa di malattie gravi e/o mortali in un numero (relativamente) piccolo di persone, ma finiscono col provocare un gran numero di morti (milioni) e possono essere difficilmente gestibili nel mondo "organizzato" di oggi perché una parte consistente degli infettati non viene identificata e isolata... per assurdo l'impatto di un'epidemia da virus influenzale aviario nel Medioevo sarebbe stato molto meno problematico di quanto non lo possa essere oggi una pandemia di influenza aviaria.
A rigore le grandi epidemie del passato remoto difficilmente potrebbero essere definite "pandemie", erano lunghe "catene" di epidemie locali che colpivano molti territori risparmiandone completamente altri (anche vicini) e che spesso duravano anni se non secoli, alternando fasi di "calma" (con bassa circolazione del patogeno) a fasi di forte espansione con improvvise esplosioni di contagi, ossia quello che è accaduto fino ad oggi nell'Africa subsahariana con le epidemie da ebola-virus.
Ultima modifica di galinsog@; 17/03/2023 alle 10:57
Ieri è uscito su un articolo del giornale locale il numero dei morti di covid da inizio pandemia nel Parmense, meglio tardi che mai.
2.129 ad oggi, più della metà in città.
La popolazione totale della provincia nel 2019 era di 451.600 circa, a Giugno 2022 450.700
Non ho assolutamente niente da dire sull'argomento, ma non volevo che passasse un mese senza manco un post.
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Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ieri sera mentre facevo un rapido zapping per arrivare al canale del tennis c'era sul rete4 un banner che diceva tipo: covid, nuove varianti, dobbiamo avere paura?
gli rispondo io:
è qualche settimana che ho smesso la mascherina dappertutto tranne che in ospedale o simili
https://medium.com/@gberardi78 :
economia, modelli, mercato, finanza
Ma in ospedale c’è ancora l’obbligo?
Perché sono andato martedì ma non c’era più linutile screening iniziale però dentro ce l’avevano tutti ancora
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Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
http://meteoaltavillavicentina.altervista.org/
Clinicamente morto il ritorno?
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
In ospedale e negli studi medici (soprattutto medicina di base dove nella sala d’aspetto in stagione influenzale è come correre a zig zag su un campo minato ad alta densità) la renderei obbligatoria a prescindere dal covid, e la FFP2. Per come la vedo io sarebbe dovuta esserlo sempre. È l’unico posto dove ha veramente senso indossarla, per proteggere te stesso e i fragili che se non fossero altrimenti non sarebbero in ospedale… ma anche nelle RSA. Per il resto non la indosso da nessuna parte da un anno ormai, non appena è caduto l’obbligo quindi non ho preconcetti a riguardo. Ma a rigor di logica almeno negli ospedali avrebbe senso a prescindere…
Si vis pacem, para bellum.
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