Al riguardo ho assistito all'ennesima dimostrazione del livello cerebrale dei giornalisti italiani.
Intervista TV a Renuzzi (sempre molto prudente e che ha rimarcato l'assoluta assenza in tale studio, di riferimenti alle scelte di gestione della crisi che vennero fatte nel 2020).
In collegamento dalla zona di Bergamo c'era un giornalista che intervistava una donna avvocato, la quale rappresentava i parenti delle vittime covid della zona. L'avvocato ha fatto notare che lo studio non significa che nel Bergamasco ci siano più aplotipi di Neanderthal che nel resto d'Italia. Sia Renuzzi che la avvocatessa erano stati chiari e concisi (e, miracolosamente, non erano stati interrotti dal conduttore!), perciò chiunque aveva potuto capire.
A questo punto il giornalista ha sentito il bisogno di spiegare al pubblico con parole "semplici" e, urlando, ha affermato che, per poter dire che l'aplotipo di Neanderthal espone a maggiori rischi col covid, bisogna fare altre ricerche nel resto d'Italia e del mondo.
Scopro che già nel 2020 uno studio su Nature aveva identificato un risultato simile
Uno studio recentemente pubblicato su Nature ha rivelato che il rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 è maggiore tra i pazienti che hanno alcuni geni, localizzati sul cromosoma 3, ereditati circa 60.000 anni fa dai Neanderthal. In particolare si tratta di una sequenza genetica presente nel Dna di circa la metà degli individui in Asia meridionale e nel 16% degli europei, mentre è molto rara in Asia orientale e in Africa.
Attenzione perché dai Neanderthal non abbiamo ereditato solo OAS3, che parrebbe coinvolto nella genesi del Covid grave ma anche OAS1 che, secondo altri studi (es. link sottostante) sembrerebbe avere effetti protettivi:
A Neanderthal OAS1 isoform protects individuals of European ancestry against COVID-19 susceptibility and severity | Nature Medicine
P.S. credo che sarebbe oppportuno che le testate giornalistiche non usassero questi argomenti per far clickbaiting, si tratta di filoni di ricerca davvero complessi, la cui esplorazione precede tra l'altro l'insorgenza di Covid19. Giusto per farsi un'idea (articolo del 2016 sul ruolo di OAS1-3 nel modulare la risposta immunitaria alle infezioni):
Adaptively introgressed Neandertal haplotype at the OAS locus functionally impacts innate immune responses in humans | Genome Biology | Full Text
Ultima modifica di galinsog@; 15/09/2023 alle 18:04
Il mio amico che ha preso il covid per la prima volta a fine agosto ha perso gusto e olfatto da subito e pur negativo non gli è tornato dopo più di 2 settimane.
Ha la mia stessa età e 3 dosi di vaccino
Perdita di gusto e olfatto è ancora tra i sintomi persistenti?
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Sì, con minore frequenza rispetto al passato, quando veniva segnalata dal 40-60% dei pazienti ,ma continua ad essere uno dei sintomi caratteristici dell'infezione da Covid19. Tieni conto che anosmia, parosmia, ageusia e disgeusia erano già sintomi segnalati in precedenza come sequela di altri virus.
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Da notizie che mi giungono il vaccino dovrebbe essere reso disponibile entro fine mese/primi di ottobre e fornito gratuitamente come minimo anche a conviventi di pazienti fragili.
Vediamo come la gestiscono
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