Originariamente Scritto da
Perlecano
più tempo passa e più i dati sudcoreani "autocorreggono" i bias dovuti alla prognosi ancora incerta di pazienti attualmente in vita e, con effetto opposto, al mancato conteggio e tracciamento di alcuni casi asintomatici o paucisintomatici. confrontiamo i dati sudcoreani con quelli cinesi, preliminari e molto provvisori, che circolavano già oltre un mese fa ed erano "contaminati" dalla sottostima dei casi totali nell'Hubei (oltre che, in senso opposto, dall'outcome infausto ancora non realizzatosi per pazienti - all'epoca - in vita e in gravi condizioni).
Confronto delle letalità, per classi di età, tra pazienti sudcoreani (con dati che ritengo in assoluto i più attendibili, per ora perlomeno) e pazienti cinesi:
0-9 anni: nessun morto in Cina (0,0%), idem in Corea del Sud (
0,0%, nessun morto su 105 casi).
10-19 anni: 0,2% di letalità in Cina,
0,0% in Corea del Sud (nessun morto su 475 casi).
20-29 anni: 0,2% di letalità in Cina,
0,0% in Corea del Sud (nessun morto su ben 2473 casi! davvero notevole!).
30-39 anni: 0,2% di letalità in Cina,
0,1% in Corea del Sud (un morto su 943 casi).
40-49 anni: 0,4% di letalità in Cina,
0,1% in Corea del Sud (un morto su 1246 casi).
50-59 anni: 1,3% di letalità in Cina,
0,6% in Corea del Sud (10 morti su 1724 casi).
60-69 anni: 3,6% di letalità in Cina,
1,7% in Corea del Sud (20 morti su 1154 casi).
70-79 anni: 8,0% di letalità in Cina,
6,4% in Corea del Sud (39 morti su 611 casi).
80 o più anni: 14,8% di letalità in Cina,
13,6% in Corea del Sud (55 morti su 406 casi).
Si nota una cosa:
per tutte le fasce di età che vanno da 0-9 anni a 60-69 anni, la letalità coreana è praticamente la metà di quella dello studio cinese. In particolare, per gli under 30, potrebbe anche essere inferiore alla metà di quella cinese (poichè gli asintomatici e i paucisintomatici sono, sul totale dei casi per quella fascia di età, in percentuale maggiore per chi è particolarmente giovane; e in Cina, casi di così poca severità non venivano nemmeno diagnosticati). Al contempo,
se per la fascia di età 70-79 anni la letalità coreana è solo del 20% inferiore a quella cinese, per la fascia 80 o più anni il dato coreano e quello cinese sono praticamente sovrapponibili (discrepanza trascurabile).
Questo suggerisce come, se già dai dati cinesi il covid-19 risultava essere di gravità moltissimo sbilanciata verso gli anziani (con un'autentica progressione esponenziale all'aumentare dell'età dei pazienti), dai dati coreani la malattia sembra essere ancora più indicante una contrapposizione tra una grande pericolosità per i più anziani, e per un rischio di morte veramente molto basso per gli under 60. Che dire? Notevole! Forse l'infezione è ancora più "forte con i deboli e debole con i forti" di come l'avevamo dipinta sinora...
Ciò non toglie ovviamente validità ai discorsi sulle terapie intensive (che hanno una proporzione più "democratica" tra le diverse fasce di età, anche se esiste chiaramente una sproporzione penalizzante gli anziani anche in questo), e quindi sulla necessità di abbassare la branca montante della curva epidemica per non sovraccaricare i sistemi sanitari nazionali - perchè gente giovane e forte rischia comunque non irrisoriamente di passare per le forche caudine dell'intubazione e delle CPAP.
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