Lo studio riguarda la Cina, non l'Italia. Mi sembrava chiaro sia dall'articolo sia dagli altri commenti successivi, a volte sembra che non leggi quello che viene scritto (ed è quello che mi ha ricordato i no-vax, non voleva essere un attacco personale).
Quindi anche in Cina il numero di casi fino a inizio dicembre era estremamente ridotto, rendendo molto improbabile l'esportazione del virus. Da fine dicembre il rischio aumenta, una persona rientrata da Wuhan realisticamente poteva avere quasi una probabilità su mille di essere infetta, infatti a metà gennaio hanno iniziato a comparire casi esportati sintomatici (e sono stati un chiaro indizio che le autorità cinesi nascondessero qualcosa).
Ricordiamoci però che la Cina ha prima cercato di minimizzare, probabilmente per ridurre l'impatto economico, poi quando hanno visto le conseguenze a Wuhan hanno cambiato drasticamente strategia. E sono gli unici che sanno veramente cosa è successo nello Hubei.
I Tedeschi (e i francesi) stanno facendo esattamente come noi, controllano i casi che provengono dalle zone focolaio (interne o estere) e i casi pneumologici gravi, che è la strategia più razionale. E anche da noi per ogni caso si specifica se viene dalla Lombardia o dal Veneto, perché c'è una differenza enorme tra caso importato e trasmissione locale. Finora i focolai sono pochi, ma con quei pochi casi di trasmissione locale dentro la Germania stanno applicando la quarantena in maniera anche più aggressiva di noi.
I protocolli comunque erano praticamente identici in tutto il mondo, tanto che li hanno modificati proprio dopo che si sono manifestati i casi italiani, quindi non ci possono addossare alcunché. Ma se una settimana fa potevamo avere il dubbio che anche gli altri avessero focolai simili al nostro adesso sappiamo che non è così, ne hanno trovato qualcuno ma di piccole dimensioni.
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La statistica, o meglio i modelli di diffusione delle epidemie, ci dicono che è normale avere forti differenze tra Paesi in una situazione del genere. Il contenimento del virus in Cina ha funzionato abbastanza, quindi sono usciti relativamente pochi casi e gran parte sono stati individuati. Dove ci sono casi sfuggiti al controllo si sviluppa un focolaio locale, ma in maniera non uniforme e non sincrona.
Se non credi agli altri Paesi guarda in Italia, dove fuori dalla zona del focolaio di casi ce ne sono pochissimi, nonostante si facciano test a tutti i malati pneumologici gravi.
Gli USA certamente avranno anche loro dei focolai nascosti ma probabilmente meno che altrove grazie alla quarantena obbligatoria per chiunque fosse stato in Cina. Adesso comunque inizieranno anche loro a fare un maggior numero di test e vedremo cosa esce.
Alla lunga ci ritroveremo tutti nella stessa situazione, però al momento c'è chi è stato più fortunato e chi meno.
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Ore 18.45. Aggiornamento sui contagi. L'as*****re alla Sanità ha specificato che in Piemonte sono stati effettuati oltre 300 tamponi e 239 sono risultati negativi. I casi ancora in attesa di responso sono 19, quelli positivi 45 (uno solo validato dopo il secondo test) compresi i 24 astigiani arrivati da Alassio. Sette persone sono ricoverate, le altre sono in isolamento domiciliare. Negli alberghi della Liguria ci sono altre 6 persone in osservazione fiduciaria.
Direttamente dal sito della regione che credo che in questo caso sia la fonte più sicura
Fa prepccupare il dato dei "critical", che suppongo siano quelli in terapia intensiva... 105 sono tanti
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