Originariamente Scritto da
paolino79
Testimonianza dalla Svezia:
“Stoccolma non rappresenta la Svezia. In tante realtà minori, come Örebro (dove vivo) i plateatici estivi dei locali sono sempre pieni, e sono tra l'altro stati allestiti a pandemia già confermata e con guidelines già emesse. Di certo non si incentiva il mantenimento delle distanze di sicurezza nè si scoraggiano gli assembramenti, in questo modo. Ho visto forse due persone con la mascherina, e ci sono testimonianze di aggressioni perché ormai è passato il segnale mascherina=panico. Mio cognato è ritornato dal suo lavoro in Tanzania non è stato sottoposto né invitato a osservare la quarantena (con un viaggio intorno al mondo che vi lascio immaginare... giusto per restare in tema cultura: mi è stato dato della razzista come se fossi preoccupata per il fatto che venisse da un paese africano, piuttosto che per il viaggio in sé fatto di vari areoporti, aerei, bus, shuttles etc.). Di fatto, una volta sceso ad Arlanda, era l'unico con un qualsiasi tipo di protezione. Mia cognata invece è stata chiamata a lavorare in una casa di riposo per il weekend di Pasqua, e le è stato detto che la mascherina che io le avevo fornito non poteva essere usata da nessuno tra il personale, perché si sarebbe trattato di discriminazione (diskriminering). quindi mi sembra di percepire un generale clima di negligenza (che, vorrei sottolineare, ha solitamente conseguenze penali, vedasi alcuni recenti casi italiani) causato proprio da questo terrore di "causare il panico", che sicuramente ha un'importante matrice culturale. Vorrei anche far notare che, sempre parlando di cultura, testate come il Time hanno riportato il caso di medici che testimoniano che personale testato positivo continua a lavorare senza maschere o protezioni varie se asintomatico (
Why Sweden'''s Lax Coronavirus Approach Could Be Backfiring | Time). Inoltre, è bene sottolineare che un grande numero di professori svedesi sia apertamente contrario alla strategia svedese (l'esempio più noto:
Experter: Fler atgarder kravs for att bromsa coronaviruset | SvD). Ad oggi, le linee guida dell'unità di crisi svedese continuano a sostenere che, se si vive con una persona malata, ma a propria volta non si presentano sintomi, si può tranquillamente andare a scuola o lavoro, a patto che si rispetti una corretta igiene della mani - lampante esempio di disinformazione. ultima cosa: quando si è scelta questa strategia, si era ben consci che il totale delle ICU in Svezia ammontava a 520 su tutto il territorio (molte, se non la maggior parte, già occupate). Il fatto che siamo "solo" 10 milioni di abitanti, ma sparsi su un territorio di molto più vasto rispetto a quello italiano, logisticamente non è un vantaggio, anzi: i trasporti richiedono tempi maggiori e la decisione di non isolare le regioni non ancora colpite (impianti sciistici aperti e strapieni fino a dieci giorni fa) inevitabilmente significa portare un virus anche alle comunitá meno servite dall'assistenza sanitaria.”
Alessandra Paiusco in risposta all’articolo de il Post “La Svezia contro i giornali italiani”
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