Qui siamo tornati al 16 Marzo come TI occupate...great!!
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Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..
Sostanzialmente, laddove la diffusione del virus è maggiore, dovrebbero rimanere misure più stringenti, soprattutto per quanto riguarda la mobilità tra una zona e l'altra, sia all'interno delle macroaree sia tra una macroaerea e l'altra. In quelle dove invece il virus ha colpito in maniera meno importante si potrebbero prevedere riaperture più ampie. All'interno delle stesse macroaeree, inoltre, dovrebbero essere individuate ulteriori suddivisioni tra zone a maggiore e minore diffusione: al nord, per esempio, regioni come Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia, hanno una situazione diversa da Piemonte, Lombardia e Veneto.
Cantieri e mobilifici dal 27 aprile
Aziende della moda, mobilifici, automotive, cantieri edili. Sono quattro comparti produttivi di cui si starebbe valutando la riapertura prima del 4 maggio, forse a partire dal 27 aprile. A quanto si apprende, si starebbe studiando in queste ore la ripartenza di queste attività, anche considerato che rientrerebbero tra quelle classificate dall'Inail come a basso rischio. Ma una valutazione sarebbe ancora in corso e sul tema dovrebbe esserci a breve, forse già nel weekend, un nuovo confronto con le parti sociali.
Parchi, bar e ristoranti dal 4 maggio
Il 4 maggio potrebbero riaprire, seppur con tutta una serie di limitazioni e divieti, anche bar, ristoranti e parchi. L'ipotesi è sul tavolo degli esperti che dovranno fornire al governo le linee guida per la riapertura del paese. Si tratta di una valutazione in corso, fermo restando che le scelte spetteranno al governo anche sulla base dei dati epidemiologici che si registreranno nelle prossime settimane.
Fonte: ilmessaggero.it
Ma Milano come farà a riaprire?!?!
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Ma è vero??
Coronavirus, la strage delle RSA: "6.770 morti negli ultimi 2 mesi, solo 364 conteggiati per Covid-19" - Meteo Web
La strage nelle Rsa, definizione dell’Oms, e’ riassunta in numeri, purtroppo ancora parziali: dal primo febbraio, in un terzo delle residenze esistenti in Italia, si registrano 6.773 morti tra i pazienti.
Di questi, 364 positivi dopo il tampone, ma altri 2.360 con sintomi simil-influenzali riconducibili, con tutta probabilita’ al coronavirus.
In tutto, sono 2.724 i decessi attribuibili al virus, oltre il 40% del totale.
Sono i dati emersi dalla survey dell’Istituto Superiore di Sanita’ sulle strutture residenziali e sociosanitarie, illustrato oggi in conferenza stampa. La survey, iniziata il 24 marzo, coinvolge 3420 Rsa pubbliche o convenzionate che fanno parte dell’Osservatorio Demenze dell’Iss. A oggi sono state contattate 32 RSA (96% del totale) distribuite in modo rappresentativo in tutto il territorio nazionale, e hanno risposto finora 1082 strutture, pari al 33% delle strutture contattate. Nelle quali si trovano 80.131 residenti. Dei 6.773 decessi totali, la meta’ si registra in Lombardia: 3.045, di cui 1.625 attribuibili al coronavirus. Il numero piu’ alto di decessi, il 36,5%, e’ avvenuto nella fascia temporale 16-31 marzo, mentre dal 1 al 15 aprile la percentuale scende all’11,3%. In totale i pazienti finiti in ospedale sono stati 4.066, il 45,3% riconducibili all’infezione da coronavirus. Tra le difficolta’ riscontrate dalle strutture interpellate, prevale nettamente la mancanza di dispositivi di protezione (82,7%), ma si segnalano anche l’impossibilita’ di eseguire tamponi (46,9%), le assenze del personale (33,5%) e le difficolta’ nell’isolamento (25,9%). Non a caso per l’8,4% delle strutture risulta impossibile isolare pazienti risultati positivi (o sospetti positivi), mentre il 47,5% dei pazienti viene isolato, e il 31,3% finisce in stanza con altri pazienti. Dall’indagine emerge anche che il 92,3% del personale sanitario ha svolto una formazione sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, mentre piu’ in generale la formazione sul Covid-19 e’ stata svolta nel 60,3% delle strutture.
Sempre dallo stesso articolo
La Fase 2, quella della convivenza con il Coronavirus, dovrebbe prevedere riaperture differenziate per macroaree a seconda della diffusione del contagio, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento e, in caso contrario, nuove chiusure. È l'ipotesi su cui stanno lavorando gli esperti che dovranno fornire al governo gli indirizzi generali per la fine del lockdown. Stando a questa ipotesi, l'Italia verrebbe sostanzialmente suddivisa in 3 macroaree (nord, centro e sud) in base alla diffusione del contagio.
Quanto è probabile una riapertura per fasce d'età come ipotizzato precedentemente?
Ho letto che si intende prolungare il lockdown per gli over 70 (giustamente direi)
Sui bar e ristoranti sinceramente non ci andrei cosi alla leggera in questo momento, ma aspettare almeno qualche settimana ancora anche dove riaprirà il 4 Maggio: più che altro, se devo pensare si sedermi o stare al balcone con l'ansia addosso è meglio che continuo a prendermelo a casa o da qualche amico il caffè.
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