Originariamente Scritto da
Lou_Vall
Ieri sera, dopo più di 2 mesi, ho finalmente visto una mia cara amica.
A fine febbraio ha avuto un'influenza "spaventosa" con tosse forte e febbre fino a 41°, una roba che non aveva mai provato in vita sua. Nel giro di un giorno si sono ammalati anche i suoi genitori, tutti con tosse secca e febbre alta. Chiamato il medico (come era capitato con me), aveva chiaramente detto che "tamponi non se ne fanno", stop, dunque stare in casa, abbassare la febbre con la tachipirina e stop. Nessun contatto con il sistema prevenzione regionale, nulla di nulla. Questa è stata la gestione piemontese.
A inizio maggio, invece, è mancato suo nonno, 92 anni, femore rotto, ricoverato in casa di riposo. Nulla da dire riguardo l'età, il problema è stato l'atteggiamento del personale della casa di riposo. Sostanzialmente hanno detto che era molto anziano, e dunque non si poteva fare niente (a dir la verità, fino a 24 ore prima, nonostante fosse a letto, stava piuttosto bene), che le sue condizioni erano improvvisamente precipitate senza alcun preavviso, e che non si poteva fare nulla. Il figlio, giustamente preoccupato, lo fa portare al pronto soccorso, dove viene sottoposto al tampone... che risulta positivo. Eppure, giusto due settimane prima (la terza settimana di aprile) tutti gli ospiti della casa di riposo erano stati sottoposti a tampone, ed erano tutti negativi. Dunque lui si è ammalato per forza dopo, a fine aprile, quando c'erano tutte le precauzioni e si lavorava imbardati con tutte le protezioni del caso. Eppure, evidentemente, non è bastato. Ad ogni modo l'anziano signore non ce l'ha fatta, è mancato in ospedale giusto 3 giorni dopo. E fin qui, diremmo.. beh, 92 anni, femore rotto, ***** maschile, era un uomo molto anziano, fa parte della vita il lasciarla. Peccato che, nel giro di 2 settimane, sono morti tutti gli ospiti del piano della casa di riposo (si parla di una ventina di persone)... un'ecatombe in tempi "non sospetti", ossia appena 2 settimane fa. E nessuno ne ha parlato, nessuno. I giornali locali, che tra marzo e aprile avevano parlato dei focolai nelle case di riposo, stavolta non hanno detto nè scritto nulla. Eppure la "strage silenziosa" non è finita, sta andando avanti, e sta continuando a colpire e falcidiare senza pietà. Ma la politica delle case di riposo, da quello che ho capito (quindi potrei sbagliarmi) è il "lasciare stare", ossia il non "accanirsi" sui pazienti malati e/o in fil di vita, nè portarli all'ospedale, ma lasciarli morire "serenamente" nel loro letto. Non voglio dare giudizi su questo, ma credo che il messaggio sul "decidere chi salvare" sia diventato ormai un protocollo ben strutturato all'interno di queste realtà.
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