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Discussione: Nuovo Virus Cinese

  1. #43771
    Vento forte L'avatar di verza81
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    La virologa Capua: “Ecco perché clinicamente il Covid 19 non esiste più”
    Un'affermazione che fa riferimento alla medesima pronunciata dal collega Alberto Zangrillo del San Raffaele di Milano. Secondo l’esperta, è corretto dire che il Coronavirus clinicamente non esiste più ma grazie al nostro sistema e non per una mutazione patogena: "Il genoma del virus non è cambiato". dice.
    A cura di Biagio Chiariello


    COMMENTA

    Dire come ha fatto Alberto Zangrillo che il virus clinicamente non esiste più, secondo la virologa Ilaria Capua, non sarebbe poi così sbagliato. L’ex deputata ne ha parlato ai microfoni di Rai 3, durante la trasmissione ‘Aspettando Le Parole’. “Non è una fucilata è un patogeno che si manifesta in maniera diversa a seconda di diversi fattori, e le manifestazioni cliniche sono molto più gravi quando non c’è una cura”, spiega. La differenza fondamentale sarebbe stata l’organizzazione, sanitaria e sociale, messa in piedi negli ultimi mesi: “Credo che in realtà sia migliorato tutto il sistema. Ma da ex virologa vi dico che quando si dice che il virus indebolito, questo non è proprio corretto. Il genoma del virus non è cambiato, quindi non possiamo dire questa cosa. Così come non posso dire che è diventato più aggressivo” ha detto la Capua.


    Per lo stesso motivo, secondo la scienziata, ora potrebbe anche non esserci una seconda ondata: “Questa non viene dalle fogne e non è una maledizione divina. La seconda ondata siamo noi. Il virus sta circolando in Italia, lo sta facendo a livelli bassi ma lo sta facendo. Se le persone più fragili continueranno ad avere certi comportamenti e si terranno lontani da nuovi contagi, la seconda ondata potrebbe anche non esserci”.


    “Non sono più una virologa, perchè io non ho più un laboratorio dal 2012. Io ho lasciato il mio laboratorio per seguire Mario Monti in politica, poi sono stata 3 anni e mezzo parlamentare e poi mi sono trasferita negli Usa. Ora dirigo un centro multidisciplinare. Ho fatto il virologo per tantissimi anni, ma adesso, così come sono ex parlamentare, posso anche fare questo… posso mollare e dire ‘sono una ex virologa'”, dice sorridendo. La scienziata dirige l’One Health Center alla University of Florida

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  2. #43772
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Senza offesa, ma con tutti i numeri che hanno sparato queste altre cifre per me sono come buttate al vento

    In generale con il lockdown è credibile abbiamo salvato effettivamente 4-5 milioni di vite, perché in uno scenario di diffusione incontrollata con immunità di gregge al 60% e tasso di mortalità al 3%, avremmo potuto avere 5,5 milioni di morti.

  3. #43773
    Uragano L'avatar di burian br
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Solito appuntamento con i dati tedeschi:

    https://www.rki.de/DE/Content/InfAZ/...ublicationFile

    Distribuzione per fasce d'età:


    • il 6,7% (+0,1%; 12305, +52) ha tra 0 e 19 anni
    • il 43,3% (stabile; 79830, +94) ha tra 20 e 49 anni
    • il 31,1% (stabile; 57201, +42) ha tra 50 e 69 anni
    • il 16% (stabile; 29508, +24) ha tra 70 e 89 anni
    • il 2,8% (stabile; 5240, +8) ha più di 90 anni


    13.137 i casi registrati tra il personale sanitario. Appena +6 da ieri!
    Circa 169.600 i guariti.
    R stimato a 1,11 e R settimanale a 0,87.
    Restano 540 posti in TI.

  4. #43774
    Vento forte
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Se anche il virus diventasse molto più buono credo che chi vive in Lombardia abbia molte ragioni per essere ugualmente preoccupato..testimonianza di un malata (peraltro in forma lieve)

    Da fieri cittadini lombardi, forse sono queste le storie che dovremmo condividere.
    Non quel post creato da sapienti markettari condiviso da migliaia in vena di "lombardo pride", che iniziando a difendere il popolo finiva col difendere l'operato della regione, sciorinando una realtà immaginifica.
    Questa è la realtà di come è stata la pandemia nella nostra regione. Di storie come quella di Daniela Nan, mia amica, io ne ho a decine, solo tra le persone che conosco.
    E perché se siamo fieri lombardi dovremmo condividere questa storia?
    Perché qui si legge il vero orgoglio di essere lombardi: cittadini ligi alle regole, rivolti a proteggere gli altri, pazienti, educati, consapevoli. Nonostante una sanità regionale allo sbando totale (esclusi gli ospedali, dove però avevano accesso solo i moribondi o simili), nonostante la totale mancanza di informazione e protezione, nonostante i rimpalli e le insicurezze.
    Ecco la storia di due cittadini lombardi, è lunga, ma vale la pena di essere letta e condivisa.
    Quello che abbiamo passato è questo e non pensiate sia una storia singola, è la storia di tutti quelli che si sono ammalati e sono rimasti in casa. Qualcuno è stato più fortunato, qualcuno meno.
    Condividete questo se siete fieri cittadini Lombardi! (e riportate il nome di Daniela per favore)

    IL GIRO DEL COVID IN 85 GIORNI
    Mercoledì 4 marzo mio marito va dal suo barbiere molto vintage e quando torna mi dice: “aveva un forte raffreddore, continuava a soffiarsi il naso sempre nello stesso fazzoletto di stoffa e senza lavarsi le mani proseguiva a tagliarmi i capelli”.
    Mercoledì 11 marzo inizia a manifestare una tosse secca e nel pomeriggio arriva la febbre insieme a strani dolori in tutto il corpo, persino la pelle è estremamente sensibile e dolente.
    Giovedì 12 marzo chiama il medico di famiglia che prescrive tachipirina, dice di NON andare in ambulatorio e che in caso di aggravamento durante il week end (sospetta un fuoco di Sant’Antonio) avrebbe dovuto chiamare la guardia medica o il 112.
    Tra sabato e domenica la febbre passa, mentre permangono gli altri sintomi, ma il lunedì mattina risale fino a raggiungere 38,2 gradi.
    Richiama la dottoressa che a questo punto diagnostica (sempre e solo al telefono) un possibile Covid19 in forma “benigna” (ma se tutto era appena iniziato come poteva sapere quale sarebbe stato il decorso?!), ironizza sul fatto che stia utilizzando il saturimetro che abbiamo in casa (la saturazione per fortuna non è mai scesa sotto 92/93), e dice di contattarla quotidianamente per aggiornarla sull’evoluzione (l’unico modo per prendere la linea è chiamare a raffica per decine e decine di volte, sono arrivata a fare 83 chiamate consecutive!).
    Martedì 17 marzo la febbre non cala nonostante la tachipirina, la dottoressa allora prescrive un antibiotico per evitare, dice, sovrapposizione batterica.
    La febbre, e gli altri sintomi continuano fino al 22 marzo senza, per fortuna, evidenti peggioramenti ed il medico di base lo dichiara guarito, per iscritto, il 1° aprile autorizzandolo ad uscire dalla quarantena domiciliare, senza che sia stato possibile nel frattempo fare alcun tampone.
    Io, nonostante tutte le precauzioni di distanziamento, inizio sabato 28 marzo con tosse grassa ma senza febbre ed il 30 si aggiunge la totale perdita dell’olfatto, chiamo il medico di base che sulla base di questo unico sintomo tipico (anosmia) diagnostica Covid19 anche nel mio caso e prescrive la solita trafila: tachipirina, NON andare in ambulatorio ma telefonata quotidiana per aggiornamento.
    La sera del giorno successivo mi accorgo di avere alcune placche in gola e poiché sono a rischio di miocardite per prolasso della valvola mitralica, chiamo subito il cardiologo (privato) che prescrive telefonicamente l’antibiotico.
    Il 31 marzo avviso anche il medico di base che conferma la prescrizione dell’antibiotico per 7 giorni.
    L’olfatto ritorna in modo intermittente il 6 aprile e definitivamente l’8 e da quel momento il medico di base fa decorrere i 14 giorni di quarantena per dichiararmi guarita ed autorizzarmi ad uscire dall’isolamento fiduciario, anche se la tosse è proseguita ancora per parecchio tempo e tuttora mi sento debole ed affaticata come mai mi era capitato a seguito di un’influenza.
    Ma come abbiamo vissuto quei giorni interminabili? Misurazione di febbre, pressione e saturazione più volte al giorno ed attenzione ossessiva ai minimi segnali di cambiamento che il nostro corpo manifestava, con il terrore che da un momento all’altro potesse arrivare il temuto peggioramento e la necessità di ricorrere ad una terapia più intensa e soprattutto fuori casa.
    Contemporaneamente tanta rabbia e profonda frustrazione perché non è accettabile che per un periodo così lungo due persone “over 60”, una delle quali portatrice di serie patologie cardiache (oltre al prolasso
    anche ipertensione), non possano essere visitate, non si possa effettuar loro tempestivamente un test per diagnosticare la malattia e che, paradossalmente, tutto ciò non possa neppure essere fatto attraverso la sanità privata che la nostra regione ha sempre platealmente incentivato e per la quale, personalmente, paghiamo una costosa assicurazione privata.
    Allo stesso tempo dovevamo sforzarci di non far trapelare le nostre ansie per non preoccupare amici e famigliari e soprattutto nostro figlio che è sempre rimasto ad Amsterdam dove studia.
    Soltanto il 20 aprile il medico di base telefona a mio marito per informarlo che finalmente ha diritto di effettuare il tampone in quanto libero professionista che potrebbe rientrare nel circuito lavorativo con l’apertura del 4 maggio e che, per questo motivo, deve rientrare immediatamente in isolamento in attesa di essere chiamato dall’ATS mentre io, che sono pensionata, non ho lo stesso diritto e quindi posso “andare ad infettare nei supermercati” (questa esperienza mi ha dato la possibilità di prendere consapevolezza che qualunque cosa abbia fatto una persona nel corso delle propria vita professionale, dallo scalda-poltrona all’astronauta, quando va in pensione raggiunge la forma sublime di eguaglianza sociale: è solo un parassita della società!).
    Mio marito a seguito di convocazione dell’ATS (il 24 aprile) esegue il tampone a Rozzano (noi abitiamo a Milano appena fuori dalla cerchia dei Bastioni) il 27, 47 giorni dopo la comparsa dei primi sintomi e 36 giorni dalla loro conclusione, l’esito dovrà essere inviato al medico di base che lo comunicherà al paziente: questa è la prassi.
    Il 30 aprile, non avendo ancora ricevuto il responso, richiama il medico di base ed apprende dalla segreteria telefonica che lo studio è chiuso perché giorno prefestivo! Già, noi ci eravamo dimenticati del 1° Maggio!
    Ma nel frattempo ecco che arriva la telefonata dell’ATS ma... solo per chiedere quali siano le sue condizioni di salute: mio marito ribatte che si sarebbe aspettato di ricevere notizie sul proprio stato di salute dall’ATS e non il contrario, ma l’operatore, peraltro molto cortese, afferma di non essere neppure a conoscenza del fatto che la stessa ATS avesse già richiesto un tampone, né tantomeno ne conosceva l’esito.
    Il suggerimento è stato allora di sentire direttamente il laboratorio che aveva eseguito il tampone e che, chiamato immediatamente, ha risposto che l’esito era stato trasmesso all’ATS e che attraverso il medico di base sarebbe stato comunicato al paziente...e vai si ricomincia daccapo senza passare dal via!
    Dopo un paio d’ore una persona che si qualifica come medico dell’ATS richiama da un numero privato per comunicare l’esito del tampone: inaspettatamente POSITIVO nonostante fossero trascorsi quasi 40 giorni dalla conclusione della fase sintomatica, così la sua quarantena deve continuare ancora fino all’esito negativo di un prossimo tampone di controllo. In ogni caso non viene inviato il referto ufficiale all’indirizzo e-mail comunicato.
    Nello stesso pomeriggio anche io vengo contattata dall’ATS che mi propone il test sierologico su base volontaria (peraltro senza spiegare cosa sarebbe accaduto in caso di accertata positività): io accetto e il prelievo viene fissato per il 6 maggio.
    Domenica 3 maggio sul cellulare di mio marito sono contattata da un medico dell’ATS che chiede quali siano le mie condizioni di salute e che, anche questa volta, non sa che è già previsto il test sierologico: deduco quindi che la proposta per il mio sierologico non sia associata alla positività del tampone di mio marito, ma di essere solo una dei “fortunati” cittadini milanesi che hanno avuto questa opportunità.
    Lunedi 4 maggio mio marito chiama il medico di base per chiedere se abbia ricevuto il referto del tampone e come dovrà procedere per il tampone di controllo. La dottoressa non trova nel “data base COVID19” dei medici di base alcun esito e lo invita a contattare l’ATS. Dopo innumerevoli tentativi a vuoto, un’operatrice cortese prende nota della sua richiesta (ricevere copia del referto e sapere dove e quando verrà effettuato il secondo tampone) ma non accade nulla.
    Martedì 5 maggio mio marito chiama il numero verde 800894545 che è unicamente in grado di comunicare le norme di comportamento (quelle che da oltre due mesi leggiamo e sentiamo ovunque, anche il portinaio le ha affisse al portone di ingresso!) e nuovamente il medico di base che ribadisce di non avere ancora l’esito (aggiunge che quello di mio marito non è l’unico caso desaparecido) e lo informa che, in ogni caso, il secondo tampone di controllo potrà essere fatto solo dopo 14 giorni dal precedente (quindi l’11 maggio) e, se negativo, ripetuto per la conferma definitiva dopo 3 giorni (14 maggio).
    Nessuno nel frattempo ha ricevuto un esito “formale” del primo tampone: a questo punto mio marito invia una pec di protesta a Bergamaschi (Direttore Generale di ATS Milano) e a Gallera (quello che servono contemporaneamente due persone infette per infettarne una...)
    Mercoledì 6 maggio io vado al Fatebenefratelli per il test sierologico. Il Fatebene, insieme a Niguarda e Sacco, è uno dei tre centri nei quali vengono effettuati i test per i pazienti volontari selezionati da ATS, mi aspetto quindi di trovare un percorso organizzato e differenziato rispetto alle altre esigenze dell’ospedale. Invece vengo mandata nella sala di attesa antistante l’accettazione, aspetto il mio turno insieme ad altre persone con problematiche diverse e faccio l’accettazione solo per ricevere una fattura a valore zero (perché questa prestazione è gentilmente offerta dalla Regione Lombardia!), poi mi mandano nella sala dedicata ai prelievi.
    Mi viene fatto il prelievo al braccio destro (anche se avrei preferito il sinistro per ovvie esigenze di mobilità visto che sono destrimane) e alla fine mi viene chiesto di compilare un foglio con tutti i miei dati e le solite liberatorie del caso. Per scrivere interrompo la compressione del braccio che subito si gonfia in modo spropositato...ma un minimo di organizzazione per separare l’accettazione dei pazienti che devono fare il test e predisporre prima del prelievo la compilazione delle carte...? Il livido che si forma sul mio braccio si espande fino all’ascella.
    Lunedì 11 maggio vengo chiamata da ATS Milano (sempre da numeri privati e mai nessuno che si presenti con il proprio nome) che mi comunica che il test sierologico (solo IGG peraltro) è POSITIVO e che ho acquisito gli anticorpi al virus (ottima notizia!), tuttavia dovrò sottopormi al tampone per accertare che non sia ancora attivo (però se facessero anche l’IGM si potrebbe vedere). Il tampone viene fissato per martedì 12 maggio a Villa Marelli in Viale Zara, dall’altro capo della città rispetto alla mia abitazione.
    Martedì raggiungo con la mia auto Villa Marelli con un’ora di anticipo rispetto all’appuntamento: nella sala di attesa pochissime persone.
    Lo stesso giorno mio marito viene chiamato da ATS per fissare finalmente la data del suo tampone di controllo (che avrebbe dovuto fare il giorno precedente) e che gli viene proposto per il 20 maggio, cioè dopo 23 giorni dal primo. Solo dopo aver minacciato di rivolgersi ai Carabinieri l’appuntamento viene fissato per il giorno successivo, il 13 maggio, in un centro del Gruppo San Donato in Via Calvi (ad un altro estremo della città rispetto a noi); contemporaneamente viene previsto l’appuntamento per il terzo tampone (qualora il secondo risulti negativo) per venerdì 15 maggio nella stessa sede.
    La sera di giovedì 14, mio marito riceve una mail che conferma l’appuntamento del giorno successivo senza che venga in alcun modo esplicitato l’esito del tampone del 13. Deduciamo che sia NEGATIVO...
    Venerdì 15 maggio io vengo contattata da ATS Milano sede di Via Padova (finalmente posso leggere il numero chiamante e la persona si presenta) che mi comunica che il mio tampone è POSITIVO e che devo proseguire l’isolamento domiciliare per altri 14 giorni (fino al 26 maggio) in attesa di essere convocata per i due tamponi di controllo, capisco che, nella migliore delle ipotesi, la mia vicenda non si concluderà prima di fine maggio.

    La persona con cui parlo mi invita anche ad informare di tutto il medico di base che, come al solito, cade dal pero e dice di non aver ancora ricevuto nessun esito, né per me, né per mio marito.
    Nel corso della telefonata chiedo al medico di poter essere visitata per capire l’eventuale danno che dopo così tanti giorni il virus potrebbe aver provocato ai miei organi: la risposta è stata che non è possibile, che il medico di base pur agendo “in scienza e coscienza” non può vedere nessuno (io ritengo che se la scienza ha dimostrato di essere totalmente impreparata di fronte a questo virus, il concetto di coscienza a cui si ispirò Ippocrate non fu certamente quello di barricarsi dietro alla porta del proprio studio a dispensare solo consigli telefonici come saprebbe fare un Google qualsiasi), che le Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale (USCA, attivate peraltro solo una ventina di giorni fa) intervengono solo in caso di febbre alta e saturazione bassa (non è mai stato il nostro caso) e che non posso neppure sottopormi ad una visita specialistica. Quindi potrei solo confidare in un aggravamento per sapere come i miei polmoni ed il cuore stanno reagendo a due mesi di questa subdola malattia?
    Ore 14.30 ricevo un’altra telefonata da ATS che mi comunica che la mia quarantena , in qualità di contatto di un positivo (mio marito) E’ TERMINATA...già ero anche in un’altra lista di quarantenati per questo motivo...non riesco a crederci... e non posso neppure credere che nel XXI secolo d.C., la regione Lombardia, in piena emergenza pandemica, non si sia dotata di un sistema informativo (ma non esiste il famoso Fascicolo Sanitario nel sito della Regione?) che tracci ed aggiorni in tempo reale le condizioni di salute dei cittadini . E quindi come mi regolo? Vale la prima telefonata o l’ultima? Probabilmente applicherò il buon senso che chi gestisce la nostra sanità ha completamente smarrito.
    Lunedi 18 maggio, dopo 58 giorni dall’inizio della sua vicenda, mio marito riceve una mail da ATS Milano in cui si comunica che: “Visti i risultati favorevoli dei controlli effettuati ha terminato il periodo di isolamento”: in realtà, in qualità di contatto di una persona positiva al Covid19 (io), lui dovrebbe essere ancora in isolamento fino al 26 maggio ma ATS, e i suoi sistemi informativi, non lo sanno!
    Venerdì 22 maggio non ho ancora ricevuto la convocazione per il tampone di controllo del 26 e, visti i precedenti, chiamo il numero della signora che mi ha comunicato la positività (l’unico numero telefonico che possiedo senza finire in un risponditore automatico) la quale mi informa che “l’ente” che gestisce la pianificazione delle prenotazioni non è raggiungibile da nessuno, neppure da loro. Si tratterà forse del Grande Fratello?
    Chiamo anche il centralino di ATS (02 8578) e, dopo aver ascoltato tutte le possibili opzioni, finalmente parlo con un umano (operatore di un call center esterno) che gentilmente prende nota della mia esigenza e mi dice che inoltrerà il sollecito.
    Faccio infine un altro tentativo con Villa Marelli dove ho fatto il primo tampone, l’operatrice che mi risponde, dopo avermi detto che la convocazione dei pazienti non è di loro responsabilità, mi suggerisce di mandare una mail ad un indirizzo dell’ospedale Niguarda (recall@ospedaleniguarda.it): ho fatto anche questo, ora attendiamo con (s)fiducia...
    Lunedì 25 maggio, nel pomeriggio ricevo la risposta da recall@ospedaleniguarda.it che mi informa che il mio tampone è in gestione ad ATS Milano (sempre loro!!!!) e mi dà un altro indirizzo e-mail esiti@ats- milano.it: mando il sollecito anche a questo indirizzo, nel frattempo, però, avevo anche inviato una mail a Bergamaschi, cc Piero Colaprico, Gallera e Beppe Sala, in cui minacciavo una denuncia per sequestro di persona se non mi avessero convocato nelle successive 24 ore!
    Non saprò mai se e quale mail abbia sortito effetto, oppure se sarei stata comunque convocata, resta il fatto che verso sera una signora molto (quasi troppo) gentile, dal numero del centralino ATS, chiama per propormi numerose possibili scelte di date e siti (Policlinico, Rozzano, Via Statuto, Villa Marelli, San Carlo, San Paolo, San Raffaele, Santi tutti...) ove fare il secondo ed il terzo tampone che mi ha poi fissato per il 26 ed il 27 maggio al San Paolo (drive in) ore 14.54: a domanda della ragione di un orario così “strano” mi ha risposto che ne fanno uno ogni sei minuti, ho immaginato quindi una specie di catena di montaggio con tutte le auto in fila indiana...no non è stato così, ero SOLA, così come ero SOLA per il terzo tampone del 27 al termine del quale l’operatrice mi ha detto che l’esito mi verrà comunicato da ATS o dal medico di base...aiuto, mi sento male all’idea di ricominciare daccapo...spero in un miracolo e che il flusso informativo (ammesso che esista) inizi a funzionare! Intanto leggo che ATS Milano ha, per errore, inviato un SMS a circa 500 assistiti informandoli di essere contatto di un Covid positivo e dunque dell’obbligo di entrare in quarantena...
    Giovedì 28 maggio ricevo una chiamata da un numero di cellulare di una signora (che si presenta) di ATS Milano che su segnalazione del Sindaco Sala (allora la mia mail è stata letta! Bravo Sindaco che si occupa dei problemi dei singoli cittadini!) vuole aiutarmi a risolvere: però non sa che nel frattempo io ho già fatto due tamponi. Anche la signora ribadisce che l’esito verrà trasmesso al medico di base.
    A questo punto, per sicurezza, chiamo la mia dottoressa per informarla di aver fatto i due tamponi di controllo e per pregarla di monitorare (dove non so!?) la mia situazione: la segretaria mi dice che la dottoressa non c’è, che non sa se ci sarà la prossima settimana in quanto “ha dovuto assentarsi perché era stravolta”, e mi propone di parlare con la sostituta...io non commento, spero che lo faccia Ippocrate!
    Pomeriggio di venerdì 29 maggio, non ho ancora avuto alcun esito. La sostituta del medico di base dice che non ha ancora ricevuto nulla, mando mail di sollecito all’indirizzo esiti, utilizzo il portale di ATS Milano dove da qualche giorno è stata attivata una modalità di sollecito dei referti (SurveyMonkey Powered Online Survey) e tento di parlare con un umano chiamando il numero da cui avevo ricevuto l’esito del primo tampone: chi mi risponde con tono accorato mi dice “mi creda, non so proprio a chi possa rivolgersi, noi non abbiamo riferimenti e stiamo ricevendo molte telefonate come la sua”.
    Ultimo tentativo della giornata: provo ad accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico attivo sul portale di Regione Lombardia (purtroppo non lo avevo mai fatto prima) e scopro che per completare l’accesso oltre al codice della Tessera Sanitaria occorre una password che deve essere richiesta di persona in un ufficio ATS...mi arrendo!
    Ovviamente nessuna notizia nel fine settimana, lunedì 1° giugno chiamo il medico di base: anche questa volta mi sono dimenticata della festa del 2 giugno...lo studio è chiuso per il ponte.
    Faccio un tentativo con il numero che mi aveva comunicato la positività del primo tampone ma anche qui mi dicono che l’esito deve arrivare al medico di base e che eventualmente si può sollecitare sul sito ATS: lo faccio per la terza volta.
    Mercoledì 3 giugno chiamo il medico di base che mi informa di non aver ricevuto nulla (per inciso non ha neppure l’esito della negatività di mio marito) e mi suggerisce di inviare una pec di sollecito a dip.cureprimarie@ats-milano.it: l’ho fatto mettendo sempre in copia Bergamaschi, Gallera e Sala.
    Ricevo questa risposta da CoordinamentoUrp : “per provvedere a fare una verifica per la sua richiesta, è necessario che compili il format relativo alla sua specifica esigenza:
    - informazioni su prenotazione tamponi
    - esiti tamponi
    - prenotazione test sierologici
    - esiti test sierologici che sono già stati richiesti dal Medico di Medicina Generale o dal Medico Competente della propria Azienda”: ecco, adesso hanno scoperto il format per rendere più fluido il flusso informativo...lo rifaccio per la quarta volta.

    Passo la giornata a chiamare tutti i numeri possibili di ATS con cui sono entrata in contatto in questi giorni senza successo; ultimo tentativo: cerco di ottenere on line lo SPID per accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico Regionale, dopo un percorso infernale finalmente riesco a generarlo ed entro finalmente nel portale della Regione. Trovo una tendina dedicata ai referti COVID 19 e provo subito lì ma non c’è nulla, provo allora quella generica dei referti e ne vedo due del San Paolo datati 28 maggio...sono gli ultimi due tamponi e l’esito è SARS-CoV-2 NON RILEVATO...peraltro mancano del tutto i referti del test sierologico e
    del primo tampone, ma mi accontento così, anche se mi hanno costretto a 5 giorni di isolamento domiciliare non dovuti.
    Dopo 85 giorni, senza averli vissuti, possiamo ora rientrare nel mondo.

    Ognuno tragga le proprie conclusioni.

  5. #43775
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    ho letto che in alcuni stati degli USA (CA, TX, NC, SC, FL) la riapertura, tra l'altro parziale, dopo 1/2 mesi di lockdown, ha fatto schizzare di nuovo i contagi a livelli record.
    In Florida ad esempio 1000 casi giornalieri. Questa la situazione in CA:
    EZ8wbXYWkAMlOh0.png

    Davvero pessima la gestione americana

    Mi sa che servirà la quarantena obbligatoria per chi viene da USA, Brasile Cile etc..

  6. #43776
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da virganevosa Visualizza Messaggio
    ho letto che in alcuni stati degli USA (CA, TX, NC, SC, FL) la riapertura, tra l'altro parziale, dopo 1/2 mesi di lockdown, ha fatto schizzare di nuovo i contagi a livelli record.
    In Florida ad esempio 1000 casi giornalieri. Questa la situazione in CA:
    EZ8wbXYWkAMlOh0.png

    Davvero pessima la gestione americana

    Mi sa che servirà la quarantena obbligatoria per chi viene da USA, Brasile Cile etc..

    Puoi vedere la situazione anche in grafici base qui...

    Coronavirus (COVID-19) - Google News
    Le 3 cose più belle dall'entrata nel forum e nel mondo meteo : i "mammatus" post-temporale, il nevone 2012 e l'ASE..

  7. #43777
    Uragano L'avatar di jack9
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
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    A cura di Biagio Chiariello


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    Dire come ha fatto Alberto Zangrillo che il virus clinicamente non esiste più, secondo la virologa Ilaria Capua, non sarebbe poi così sbagliato. L’ex deputata ne ha parlato ai microfoni di Rai 3, durante la trasmissione ‘Aspettando Le Parole’. “Non è una fucilata è un patogeno che si manifesta in maniera diversa a seconda di diversi fattori, e le manifestazioni cliniche sono molto più gravi quando non c’è una cura”, spiega. La differenza fondamentale sarebbe stata l’organizzazione, sanitaria e sociale, messa in piedi negli ultimi mesi: “Credo che in realtà sia migliorato tutto il sistema. Ma da ex virologa vi dico che quando si dice che il virus indebolito, questo non è proprio corretto. Il genoma del virus non è cambiato, quindi non possiamo dire questa cosa. Così come non posso dire che è diventato più aggressivo” ha detto la Capua.


    Per lo stesso motivo, secondo la scienziata, ora potrebbe anche non esserci una seconda ondata: “Questa non viene dalle fogne e non è una maledizione divina. La seconda ondata siamo noi. Il virus sta circolando in Italia, lo sta facendo a livelli bassi ma lo sta facendo. Se le persone più fragili continueranno ad avere certi comportamenti e si terranno lontani da nuovi contagi, la seconda ondata potrebbe anche non esserci”.


    “Non sono più una virologa, perchè io non ho più un laboratorio dal 2012. Io ho lasciato il mio laboratorio per seguire Mario Monti in politica, poi sono stata 3 anni e mezzo parlamentare e poi mi sono trasferita negli Usa. Ora dirigo un centro multidisciplinare. Ho fatto il virologo per tantissimi anni, ma adesso, così come sono ex parlamentare, posso anche fare questo… posso mollare e dire ‘sono una ex virologa'”, dice sorridendo. La scienziata dirige l’One Health Center alla University of Florida

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    ah sì, la stessa che diceva fosse un'influenza?

    Coronavirus, la virologa Ilaria Capua: <<E una brutta influenza, meglio non andare in giro. Le Asl aiutino chi e in quarantena>>

    Coronavirus, Ilaria Capua: "Si trovera anche piu di un vaccino" | Virgilio Notizie


    anche ad aprile, dice che è meno di una banale influenza.

    è già stata massacrata in passato da Burioni e Galli, direi che almeno lei sarebbe da lasciare letteralmente da parte visto che le uniche volte che ha espresso sue opinioni ha detto veramente una trafila di minchiate una dietro l'altra.
    meglio Zangrillo e Bossetti, il che è tutto dire
    Si vis pacem, para bellum.

  8. #43778
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Solito appuntamento con i dati tedeschi:

    https://www.rki.de/DE/Content/InfAZ/...ublicationFile

    Distribuzione per fasce d'età:


    • il 6,7% (+0,1%; 12305, +52) ha tra 0 e 19 anni
    • il 43,3% (stabile; 79830, +94) ha tra 20 e 49 anni
    • il 31,1% (stabile; 57201, +42) ha tra 50 e 69 anni
    • il 16% (stabile; 29508, +24) ha tra 70 e 89 anni
    • il 2,8% (stabile; 5240, +8) ha più di 90 anni


    13.137 i casi registrati tra il personale sanitario. Appena +6 da ieri!
    Circa 169.600 i guariti.
    R stimato a 1,11 e R settimanale a 0,87.
    Restano 540 posti in TI.
    costante la percentuale 20-49 anni, anche ieri era il 43%
    Si vis pacem, para bellum.

  9. #43779
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    4 nuove diagnosi e 6 decessi in Veneto
    Zero contagi e zero decessi in Puglia (prima volta)

    Un nuovo caso in Basilicata su 464 tamponi: si tratta dell'ennesimo caso di ritorno di una donna proveniente dall'Egitto che è stata ricoverata all'ospedale di Matera fino a ieri Covid-free.
    Già sintomatica alla partenza dall’aeroporto della capitale Il Cairo. La donna ha viaggiato col marito in aereo distanziata dagli altri passeggeri fino a Milano e poi ha proseguito il viaggio in auto. Da ieri sera è ricoverata in ospedale a Matera in isolamento.

    Degli ultimi 6 casi in regione, 5 sono di importazione
    Ultima modifica di Pisky; 09/06/2020 alle 10:39
    "We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.

  10. #43780
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    Predefinito Re: Nuovo Virus Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Simotgl Visualizza Messaggio
    State guardando Report e state già vomitando?!?

    500.000 € di scaldacollo non a norma spesi dalla prov di Bolzano, prodotti in Romania dal cugino dell'assesore prov. alla Sanità.

    500.000 € di camici commissionati senza appalto alla ditta del cognato di Fontana, poi tramutati in "donazione" con note di credito post 25/5, dopo che Report comincia a fare domande ai responsabili della Regione.

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    Premesso che per esperienza ho massima disistima della trasmissione, posso dire che non sono per nulla sorpreso di queste "simpatiche vicende".
    Se solo chi di dovere se le ricordasse al momento opportuno...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

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