Perché la gente a luglio in vacanza al mare non ci andava, o ci andava molto meno. Specialmente i giovani.
Il problema non è l'estero o l'Italia, sono le vacanze al mare. Però la moralina la facciamo soltanto a un certo tipo, perché dire che non te l'ha prescritto il medico di andare al mare e che il bagno anziché a Gallipoli potevi pure farlo all'Idroscalo non raduna evidentemente abbastanza consensi. Meglio prendersela con i giovinastri che vanno a Mykonos e illudersi che sia colpa dell'aria greca e che a Gallipoli si sarebbero comportati molto più responsabilmente.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
a parità di problema di mare, se parti da 100 contagi perché non hai rientri dall'estero arrivi a tot entro un mese. se parti da 100 PIù tutti i contagi che rientrano incontrollati dall'estero, dopo un mese arrivi ad un'altra situazione, giusto? converrai con me su questo o no?
di questo si discute, stop. senza rientri vari sarebbe stato più facile.
che poi il giovane vada a fare la bella vita a Mykonos fa bene, gli è permesso ed è giusto che lo faccia.
il problema è un altro però, bastava permetterglielo e obbligarlo a sottoporsi al tampone al rientro, oppure in una nazione utopistica lo tamponavi direttamente in aeroporto con clausura fino al risultato.
PS: no infatti a luglio in posti come Capri non c'era nessuno difatti mascherina all'aperto obbligatoria... ok, adesso c'è molta più gente, tutta partita il week end scorso, quindi i risultati del contagio non li vedresti adesso ma tra un po', ora è troppo presto.
fermo restando che qui c'è a casa un botto di gente.
Si vis pacem, para bellum.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Al momento in Europa c'è una ampia disponibilità di test, anche in Italia siamo sotto la capacità massima disponibile. Di conseguenza numero di test non è una variabile indipendente (vincolata a fattori non legati all'andamento del contagio) come avveniva in primavera ed è invece fortemente endogena, più casi ci sono più verrà aumentato il numero di test.
La percentuale di positività resta comunque un buon indicatore per capire se una differenza nei numeri assoluti sia dovuta al numero di test oppure sia reale.
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Vero, ma il punto centrale rimane che la % di positività non sta diminuendo all'aumentare di test, anzi, in molti casi aumenta. Ci sono in più paesi dove i test stanno diminuendo e la % o aumenta, o rimane stabile, o diminuisce (in pratica non c'è un impatto significativo).
L'unico periodo in Europa in cui la % di positività è nettamente diminuita ovunque è stato aprile-maggio, ma lì era l'effetto del lockdown ossia di una riduzione reale del contagio a prescindere dai test effettuati.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Ci tengo a sottolineare che questo indicatore non è assolutamente idoneo a confronti dell'effetto del COVID tra Paesi, perché è un indicatore standardizzato sulla variabilità della mortalità di uno specifico Paese, che ad esempio tenderà ad essere più elevata tra i piccoli Paesi rispetto ai più grandi.
Quando si tratta di individuare variazioni di causa ignota è giusto standardizzare, ma in questo specifico caso conosciamo già la causa e sappiamo bene che si partiva da un anno a bassa mortalità e le misure anti-covid19 hanno abbassato anche altre malattie (e non ci sono state condizioni climatiche eccezionali), quindi quell'indicatore può risultare fortemente distorto.
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"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
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