Non vedo perchè non sarebbe dovuto essere contagioso.
Nel pre-print postato da @elz tra le conseguenze di questa re-infezione c'è il crollo della strategia dell'immunità di gregge, proprio inserita nero su bianco.
Il soggetto, benchè asintomatico, stava avendo una risposta infiammatoria contro il virus: i valori della PCR era aumentato, segno che appunto era in atto un'infiammazione.
Si parla inoltre, nella seconda pagina del pre-print, di "high viral load" durante il secondo episodio (la re-infezione). Ciò mi lascia pensare, benchè non sia mai esplicitato, che potesse contagiare. A sostegno di ciò, il parallelismo che eseguono con i coronavirus da raffreddore umani.
Citano però la possibilità che la seconda infezione sia più lieve della prima per la persistenza di una qualche forma di immunità. Nel caso specifico, ipotizzano che la quantità di anticorpi residua, anche se non rintracciabile, rimasta abbia potuto contrastare efficacemente questa seconda infezione.
L'uso del condizionale permea questa ricerca, per cui bisogna prendere il tutto con le dovute accortezze ricordandoci che si tratta al momento di teorie più che di fatti.
Ma è comunque diverso rispetto alla situazione di febbraio.
A febbraio c'erano, poniamo, diecimila giovani che hanno infettato ventimila genitori che poi hanno infettato quarantamila nonni.
Tutto insieme, senza freni e senza controllo.
Oggi di quei diecimila giovani ne scopriamo novemila.
I restanti mille infettano duemila genitori. Di questi duemila ne scopriamo altri millecinquecento.
Gli altri cinquecento infettano mille nonni, peraltro con tempistiche molto più lente.
La differenza tra mille e quarantamila è schiacciante in termini di possibilità di cure, pressione sul sistema sanitario ed effetti sulla società nel suo complesso.
Ovviamente sono numeri assoluti buttati a caso ma le proporzioni sono grossomodo quelle.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Credo che in tutte le Regioni italiane turistiche sia così, a essere sincero.
Notavo che da me hanno fatto 2.535 tamponi in 24 giorni (media 105 tamponi al giorno), a maggio quando ancora non ci poteva spostare tra le varie Regioni ne erano stati effettuati 6.108 (media 197 al giorno).
Ora, capisco che allora fosse necessario farne tanti per scovare dei positivi, ma è possibile che a distanza di 3 mesi e con tutto il turismo di agosto di fatto siano stati dimezzati?
Ma per quanto tu ti sforzi, per perseguire il tuo obiettivo dovresti contagiare una grossa fetta della popolazione mondiale, altrimenti resterà sempre qualcuno suscettibile.
E tra l'altro, se anche raggiungessi una fantomatica soglia di immunità di gregge, avresti un altro 50% della popolazione che non si è preso il Covid, e che in caso di reinfezione verrebbe colpita lo stesso.
No, lo scenario non sarebbe positivo per niente. Avresti sempre qualcuno che non se lo era preso la prima volta, con tutti i rischi che comporta.
Ad ogni modo al Billionaire 63 positivi su 90 tamponi.
Di contagiare credo di sì. Non esiste virus sul pianeta che in caso di reinfezione non possa essere trasmesso. Non credo che questo si comporti diversamente nel caso.
Circa il fatto che la seconda infezione sia più lieve, questo vale in linea di massima, ma non è detto valga per tutti. Come sempre, dipende da tanti fattori in atto, e paradossalmente proprio gli anziani o i portatori di malattie croniche o tumorali potrebbero avere un sistema immunitario così debole che l'immunità avuta la prima volta potrebbe svanire ed esporli a rischi gravi.
Succede persino con virus che danno immunità permanente, ma che in caso di un tale deficit immunitario legato all'età o a condizioni concomitanti portano l'individuo a ri-sviluppare l'infezione quando normalmente non accade mai.
Non parlo di riattivazione, ma proprio di seconda infezione.
Ma io non sto dicendo che l'obiettivo sia contagiare tutti. L'obiettivo ideale è far scomparire il virus dalla faccia della Terra.
Il punto è capire quale meta possiamo raggiungere con gli strumenti che abbiamo a disposizione e data la realtà con cui abbiamo a che fare.
In quest'ottica, se il vaccino non garantisce che non ci si reinfetti ma garantisce con un buon margine di sicurezza che pur reinfettandosi non ci saranno conseguenze gravi nella grande maggioranza degli individui a cui capita allora è comunque un obiettivo perseguibile ed è sicuramente meglio che stare decenni immersi in un'esistenza a singhiozzo.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Taggando pure @jack9 dico una cosa: per me bisogna dare priorità a tutte due le cose: sia farmaci (e soprattutto anticorpi monoclonali) che vaccini. In modo da essere comunque coperti e avere più strumenti per combattere il virus
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
Segnalibri